"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°23 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dall'1 al 7 giugno 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 14 giugno 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



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La Festa della Repubblica patrimonio di tutti i cittadini


La Festa della Repubblica patrimonio di tutti i cittadini

2 giugno: si valorizzino lavoro e Servizio Civile, e non si celebri questa giornata con la parata militare

Una lettera al presidente Napolitano per segnalare che la Festa della Repubblica deve essere patrimonio di tutti gli italiani e di tutte le categorie di cittadini, non solo simboleggiata con la parata militare. Questa è l’iniziativa, la prima di una serie di altre azioni, che le principali reti che lavorano sul tema del servizio civile, della pace e disarmo hanno deciso di intraprendere in questi giorni. Una lettera per sottolineare al Capo dello Stato, e con lui a tutta l'opinione pubblica, un forte e profondo desiderio delle numerose associazioni di questa area: che si riportino al centro del 2 giugno i valori fondanti della Repubblica e della nostra Costituzione. Valori rappresentati da quelle categorie sociali che sono vere e proprie forze vive dell'Italia e hanno pieno diritto di essere celebrati in occasione del 2 Giugno: le forze del lavoro, i sindacati, i gruppi delle arti di mestieri, gli studenti, gli educatori, gli immigrati, i bambini con le madri e i padri, i ragazzi e le ragazze del Servizio Civile Nazionale. Un passaggio importante anche per cambiare i simboli (che sono rilevanti per il vivere comune) legati a questa che non è la Festa delle Forze Armate ma di tutta la Repubblica...
(fonte: Rete Disarmo)

  2 giugno: Pacifisti, bene risparmi Quirinale ma ora cancellare parata militare

  Rete Disarmo: prossimo Presidente della Repubblica dica NO ad un 2 giugno simboleggiato dalle armi


Non mi piacciono le parate militari, e dissento dalla tradizione che ogni anno, il 2 giugno, per la festa della Repubblica ci ripresenta puntualmente carri armati e aerei da caccia che sfrecciano in cielo. Non posso, senza un brivido, immaginare in azione questi mezzi di sterminio (perché tali sono) che nella parata militare si presentano come grandi giocattoli, mentre i bambini assiepati ai lati della strada agitano le bandierine tricolori.
Ricordo un mio zio che aveva fatto la Grande Guerra, e che in occasione delle feste nazionali s’immusoniva in un angolo della casa, con gli occhi luccicanti di ricordi rabbiosi. Una volta, non potendone più, uscì dal consueto silenzio: “Ragazzi, ricordatevi che la guerra è una porcheria!”
Non vedo perché la festa della nostra Repubblica debba essere rappresentata dalle truppe in armi, e sebbene non usi più fare a scuola la retorica della guerra (tipo il famoso motto di Orazio “Dulce et decorum est pro patria mori”, è dolce e decoroso morire per la patria) mi sento sconcertato nel vedere che nel secolo XXI, dopo i milioni di morti che la Storia ci ha consegnato, ancora nessun Paese abbia deciso di non far sventolare le bandiere sullo sfondo di cannoni e fucili...

  Non mi piacciono le parate militari di Umberto Veronesi

“Il Consiglio nazionale di Pax Christi pensa che festeggiare la Repubblica con parate militari non sia coerente con la Costituzione basata sul lavoro, sulle formazioni sociali, sulla promozione della dignità umana”. Con una forte parola di denuncia il nuovo Consiglio nazionale, nella sua prima riunione a Firenze, si è pronunciato sull’attuale situazione italiana.

Il Comunicato stampa di Pax Christi:

  Una festa della famiglia umana con la Costituzione e la “Pacem in terris”


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Rapporto UNICEF 2013 su bambini e disabilità: diritti senza barriere



«Secondo la stima più diffusa, circa 93 milioni di bambini (1 su 20 tra quelli al di sotto dei 14 anni) convivono con una disabilità moderata o grave. Nei Paesi in via di sviluppo i bambini con disabilità sono gli ultimi tra gli ultimi, i più trascurati e vulnerabili. 
Si stima che circa 165 milioni di bambini sotto i cinque anni abbiano un ritardo nella crescita o siano cronicamente malnutriti, vale a dire circa il 28% dei bambini sotto i cinque anni nei Paesi a basso e medio reddito. 
Le conseguenze della malnutrizione cronica li rendono a rischio di disabilità. Le carenze cognitive e lo scarso rendimento scolastico iniziano quando i bambini malnutriti sono molto piccoli, e diventano irreversibili quando essi superano i due anni. 

  Rapporto UNICEF 2013 su bambini e disabilità: diritti senza barriere

  Rapporto "La Condizione dell'infanzia nel mondo 2013 - Bambini e disabilità" (pdf)

  Bambini e disabilità: il fenomeno in cifre

  Minori e disabilità, la situazione in Italia


L'UNICEF dedica ai bambini con disabilità il suo rapporto annuale ''La condizione dell'infanzia nel mondo 2013''. In questa galleria fotografica presentiamo le immagini, provenienti da tutto il mondo, che corredano il Rapporto. 
I bambini e le bambine portatori di handicap sono stimati essere 93 milioni nel mondo, circa 1 su 20 nella fascia di età tra 0 e 14 anni. Spesso le loro disabilità li confinano nell'isolamento e nella discriminazione.
L'UNICEF si batte affinché, a tutte le latitudini, i sistemi educativi e sanitari si aprano in maniera inclusiva ai minori con disabilità.

  Bambini e disabilità (foto)


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Bambini dimenticati in auto per ore e ritrovati senza vita. Lo psicoterapeuta Alberto Pellai ci aiuta a capire.

  Chiara Pelizzoni: Bimbo morto: «non condanniamo»


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Roberto Saviano a confronto con don Antonio Mazzi. Nel suo saggio sul traffico di cocaina, il primo suggerisce, pur fra tanti dubbi, la legalizzazione. Il sacerdote gli scrive: sbagli.

  FAMIGLIA CRISTIANA: Droga, educare è meglio che legalizzare

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Dopo 58 giorni di silenzio, torna la voce di Domenico Quirico. L’annuncio lo dà il direttore de «La Stampa», Mario Calabresi: «È vivo e oggi ha parlato con la moglie. È ancora in Siria, speriamo di riabbracciarlo presto».

  La voce di Quirico dopo 58 giorni - Calabresi: "E' vivo, lo aspettiamo"

 Uno dei nostri precedenti post:
  Giornata mondiale della libertà di stampa / 1

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Notizie dal mondo



Ai miei amici che vivono fuori dalla Turchia: scrivo per farvi sapere cosa sta succedendo a Istanbul da cinque giorni. Personalmente sento di dover scrivere perché la maggior parte della stampa è stata messa sotto silenzio dal governo e il passaparola e internet sono i soli mezzi che ci restano per raccontare e chiedere sostegno.

  Sumandef Hakkinda: Lettera da Istanbul: dalla Turchia al mondo

La cosa più bella della rivolta curda sono le donne che si alzano in piedi e prendono la parola, che si mettono sedute e scrivono poesie, che da un avamposto all’altro comandano reparti di uomini, che hanno saltato secoli in una generazione”, scriveva Erri De Luca nella prefazione del libro Serhildan!, l’ultima fatica letteraria scritta da Dino Frisullo dieci anni fa, pochi mesi prima di morire il 5 giugno, nel giorno del suo compleanno.

  Annachiara Valle: Donne curde in prima fila per la libertà

Survival International, l’unica organizzazione al mondo dedicata totalmente ai popoli tribali e ai loro diritti, ha annunciato la scorsa settimana ilpossibile sfratto con imminente trasferimento forzato di centinaia di Boscimani del Botswana meridionale.

  Alessandro Graziadei: Botswana: Boscimani sotto sfratto?

La testimonianza resa da George Papaconstantinou nella giornata conclusiva delFestival dell’Economia ha consentito al pubblico della manifestazione di conoscere più da vicino ledinamiche del “salvataggio” della Grecia sull’orlo del baratro da parte della troika.
George Papaconstantinou è l’ex ministro delle Finanze del governo Papandreou che nell’ottobre 2009, subito dopo la sua formazione, ha rivelato ai suoi cittadini, alle istituzioni dell’Unione Europea e al mondo intero la criticità della situazione finanziaria della Grecia.

  Miriam Rossi: Dietro alla crisi greca: così lontana, così vicina

La strage di Dacca del 24 aprile - 1.127 operai morti sul lavoro - non è stata una fatalità, ma lo specchio di un modello di sviluppo distorto che attraversa l’Asia e interpella anche investitori e consumatori europei. Pubblichiamo una parte del servizio che esce sul numero di giugno-luglio di Popoli.

  Francesco Pistocchini: Bangladesh, quando i morti sono compresi nel prezzo

Sempre più spesso negli articoli dei principali media e nei report di molti centri studi di politica internazionale si legge di una Somalia avviata sulla strada della pacificazione, favorita dalla creazione di nuove istituzioni politiche sostenute dalla comunità internazionale. La situazione sul terreno però è diversa.

  Enrico Casale: Somalia, la guerra continua

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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO




FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013

  • LECTIO DIVINA 
17-22 LUGLIO

Lettere di Giacomo, Giuda e 1Pietro
con p. Pino Stancari sj


*****

  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"


  il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf)



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  La sapienza...
  L'autorevolezza...
  L'Eucaristia...
  Dategli voi...
  A tutti gli uomini...
  Vedo che ama...
  Vivere nell'attesa...
  Non vi è disgrazia...
  Quello che è...
  Fai bene ciò che...
  Credere nella risurrezione...
  Ricordiamo bene...
  Il "noi" divino...
  E' solo a partire...
  Il Signore è il mio pastore...
  La vera gioia...



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Le pietre d'inciampo del Vangelo


 
"La luce splende fra
le tenebre, e le tenebre 
non l'hanno vinta"
(Giovanni 1,5)



  Gianfranco Ravasi: La sconfitta delle tenebre


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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 22 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 9,11-17

L'Eucaristia è solo il dolce Gesù che viene nel nostro cuore depositario delle nostre confidenze, che ci consola nei momenti di dolore e di angoscia? Come sarebbe riduttivo per la nostra fede e per la nostra vita; sarebbe una "Eucaristia impoverita". Che pensava Gesù quando pronunciò sul pane e sul vino quelle parole che noi cristiani ripetiamo ad ogni celebrazione Eucaristica: 
"Prendete e mangiate/bevete, fate questo in memoria di me"?...


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Domenica 2 giugno dalle 17 alle 18 tutte le chiese del pianeta si uniranno al Papa per l'adorazione eucaristica.


Domenica 2 giugno: tutte le chiese del pianeta si uniranno al Papa. 
Un evento storico, nell’anno della Fede.

Il prossimo due giugno, dalle 17 alle 18, le cattedrali e le chiese di tutto il mondo si sincronizzeranno con l'ora di Roma e si uniranno al Papa per la adorazione eucaristica. Si tratta di un evento nell'ambito dell'Anno della fede che, ha spiegato mons. Rino Fisichella, «a ragione possiamo definire storico, perché si realizza per la prima volta nella storia della Chiesa».

  Vaticano, adorazione eucaristica contemporanea in tutto il mondo

... nell'organizzazione dell'Anno della Fede si è voluto realizzare un segno che per la prima volta nella nostra storia rende anche visibilmente unita la Chiesa in un solo momento temporale intorno all'eucaristia. Sull'ora di Roma, dalle 17 alle 18 di domenica 2 giugno, nelle cattedrali del mondo e in migliaia e migliaia di chiese sparse per l'orbe, si terrà lo sguardo fisso sul mistero di Cristo presente nell'eucaristia. Per un'ora tutta la Chiesa nel mondo si fermerà. Tutte le sue molteplici attività è come se di colpo non esistessero. I suoi pensieri e le opere, la sua preghiera e il canto come i suoi sentimenti saranno solo per il Signore Gesù. Sarà una sosta per riprendere fiato in questo difficile frangente della storia così come lo fu per il profeta Elia in cammino verso l'Oreb. 
In un tempo di tristezza e stanchezza per la mancanza di speranza, un'ora di adorazione dell'eucaristia intende ridare forza e sostegno. La contemplazione del mistero non allontana dall'impegno concreto e fattivo di restituire speranza al mondo, al contrario. Nella contemplazione si trova la forza coerente per andare nel mondo come discepoli di Cristo. Niente è passivo in questo momento. Tutto si trasforma in vita che pulsa e rigenera. Le opere prodotte dalla fede qui recuperano tutto il loro valore, e il significato che muove i cristiani a dare la loro vita acquista qui il suo senso pieno. Niente come nell'eucaristia diventa specifico del cristianesimo...

  Con lo sguardo fisso sull'essenziale di Rino Fisichella

  il libretto della SOLENNE ADORAZIONE EUCARISTICA PRESIEDUTA DAL SANTO PADRE FRANCESCO Basilica Vaticana 2 giugno (pdf)



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SANTISSIMO CORPO E SANGUE DI CRISTO (C-2013) Riflessione di Gianfranco Ravasi


SANTISSIMO CORPO  E SANGUE DI CRISTO (C-2013) 
Riflessione di Gianfranco Ravasi

Letture: Gen 14,18-20
             Sal 109 (110)
             1Cor 11,23-26
             Lc 9,11-17


Il card. Gianfranco Ravasi conclude la sua interessante riflessione ricordando questa frase del mistico Rûmî  «L'Amore è sopraggiunto nelle mie vene e nella mia pelle scorre come il sangue. Esso mi ha svuotato e mi ha riempito dell'Amato. L'Amato ha invaso ogni particella del mio essere. Di me non resta che il nome: tutto il resto è Lui»

 
VIDEO


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A cinquat'anni dalla morte del beato Giovanni XXIII il ricordo del "Papa buono"


Il 3 giugno 1963 si spegneva Angelo Giuseppe Roncalli. A cinquat'anni dalla morte resta intatta la devozione per il pontefice di Sotto il Monte.

  Il sorriso del beato Giovanni XXIII illumina ancora gli orizzonti cristiani

Giovanni XXIII durante la vita – e specialmente subito dopo la sua morte, avvenuta il 3 giugno 1963 – è stato chiamato il Papa buono. Come scrive Greg Tobin, «il volto grassoccio di contadino, gli occhi scuri, la mascella larga, il naso aquilino e le orecchie con i lobi grandi erano noti in tutto il mondo». Il suo sorriso benedicente trovava posto in tante case degli italiani, che vivevano gli anni del "miracolo economico" vedendo in lui, come nel volto giovanile di John F. Kennedy e nella testa rotonda di Nikita Kruscev, i simboli della coesistenza pacifica Est-Ovest e la speranza di un futuro migliore. «Per i suoi insegnamenti sulla pace e il suo sforzo di aprire la sua antica Chiesa al mondo moderno – di lasciare entrare aria e luce e far risplendere il messaggio profondo del Vangelo – era una figura unica, circondata da un alone di umiltà, umorismo e santità» aggiunge Tobin, che definisce Giovanni XXIII «un rivoluzionario dolce». 

  Giovanni XXIII, il «rivoluzionario dolce»

... L'orologio segna le ore sull'aria dell'Ave Maria di Lourdes, eredità di Pio XII. La luce della vostra camera si accende alle quattro del mattino, talvolta alle tre. Avete detto al cardinal Antonio Bacci: «Io mi alzo sempre alle quattro del mattino, è il mio orario di sveglia». «È molto presto», intervenne quello timidamente. «Vostra Santità ha anche bisogno di dormire ». E voi gli avete risposto: «Sì, sì, dormire. Ma bisogna anche che lavori... E poi, come si prega bene all'alba, quando tutto ancora tace» (Bacci, p. 93). A ottant'anni non avete bisogno di molto sonno. Ma non rifiutate una piccola siesta pomeridiana, sempre su una poltrona, mai a letto. Conservate il vostro diario e le vostre note personali in quel cassetto là in alto, dove sono raccolte accuratamente. Avete iniziato a tenere un diario nel 1895 per annotarvi le grazie di cui siete stato oggetto e per verificare la realizzazione dei vostri proponimenti... (uno stralcio dall'introduzione del libro curato, da Marco Roncalli, di Peter Hebblethwaite, "Giovanni XXIII. Il Papa del Concilio")

  Nella stanza del papa

Un Papa di carne. Questa definizione che don Primo Mazzolari coniò per Giovanni XXIII, l’arcivescovo Loris Francesco Capovilla l’applica anche a Papa Francesco. Nel corso dell’intervista a «L’Osservatore Romano» in occasione dei cinquanta anni di ricorrenza della morte del beato Giovanni XXIII e dell’inizio del concilio Vaticano II, l’antico segretario di Roncalli rileva un singolare collegamento nello stile pastorale dei due Pontefici. Entrambi, a suo dire, hanno suscitato un forte consenso popolare perché manifestazione concreta e immediata dell’umanità e della bontà di Dio.

  Un Papa di carne

Nel cinquantesimo anniversario della morte di Giovanni XXIII, lunedì 3 giugno il vescovo di Bergamo, monsignor Francesco Beschi, guiderà un pellegrinaggio di tremila fedeli a Roma. Dopo le tappe a Loreto e ad Assisi, sulle orme del Pontefice del concilio Vaticano II, il pellegrinaggio sosterà nella basilica di San Pietro, dove alle 17 il presule celebrerà la messa all'altare della Confessione. Al termine del rito, rende noto l'Osservatore Romano, giungerà in basilica papa Francesco per venerare le spoglie mortali del beato, rivolgere la sua parola ai fedeli e impartire la benedizione apostolica. Sono attesi anche i sacerdoti, i religiosi, le religiose e i fedeli bergamaschi che vivono in Roma, e quanti, devoti e amici di papa Roncalli, vorranno condividere l'omaggio che papa Francesco gli renderà e la preghiera affinché  interceda presso il Signore per ottenere pace e concordia per la Chiesa e l'intera famiglia umana. (fonte ASCA)


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«La mia persona conta niente: è un fratello che parla a voi, diventato padre per la volontà di Nostro Signore...». Parole di Papa Roncalli, scomparso cinquant’anni fa, che fotografano bene anche lo stile del suo quinto successore, Francesco, chiamato «dalla fine del mondo».  
I paragoni sono prematuri, il nuovo Papa non ha ancora celebrato i primi cento giorni di pontificato, ma Francesco ha suscitato una grande ondata di simpatia. A poche settimane dalla sua elezione le immaginette con il suo volto sono diffuse nelle case, all’Angelus come alle udienze le presenze di fedeli sono imponenti, la Prefettura della Casa Pontificia è quotidianamente inondata di fax con richieste dei pellegrini che vogliono partecipare ai suoi incontri. Come il «Papa Buono», anche Bergoglio improvvisa e predica in modo semplice ed efficace.

  Andrea Tornielli:  Francesco, a 50 anni da Giovanni

In Isreaele si commemora la figura di Giovanni XXIII e si lavora per attribuirgli, per il suo impegno in difesa degli ebrei, l'importante onoreficenza

  Giorgio Bernardelli:  Papa Roncalli sarà "Giusto tra le nazioni"?


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI GIUGNO 2013 L'AMORE INVENTA FUTURO: "UNA STORIA DI ALTRUISMO riscoprire che la terra è un essere vivente" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -


OREUNDICI
IL QUADERNO DI GIUGNO 2013
L'AMORE CREA FUTURO

L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

I nostri figli non ereditano un Regno, ma un corpo morto, una terra sfiancata, una economia impazzita, un indebitamento illimitato, una mancanza di lavoro e di un orizzonte vitale.” Questa condizione indicata da Massimo Recalcati nell’introduzione al suo ultimo libro (Il complesso di Telemaco, Feltrinelli 2013), è ampiamente vissuta da molti giovani, in forma più o meno consapevole. Recalcati individua la causa della crisi della società odierna nella scomparsa della presenza del padre, nella “evaporazione della figura del padre” (Lacan). Quale padre li potrà salvare se il nostro tempo è quello del suo tramonto irreversibile?

  L'Editoriale di Mario De Maio

UNA STORIA DI ALTRUISMO di Arturo Paoli 
riscoprire che la terra è un essere vivente

... La sapienza del mondo contadino che riconosceva la terra come un essere vivente si è persa nel tempo del progresso del capitale, e ci pone oggi di fronte alle macerie moribonde della “madre terra” che ci obbligano a domandarci nuovamente: è viva la terra o è solamente un oggetto da sfruttare fino ad esaurire tutte le sue risorse? La nostra fede ci trasmette un’immagine che ci riporta alla natura fonte della vita: Io sono la vite voi siete i tralci (Gv 15). Il nostro tempo ha bisogno di tornare a una fede semplice rendendosi conto che questa carenza non è soltanto “bigotta” ma è una necessità come il lievito nella pasta. Coincido perfettamente con la semplicità con cui Papa Francesco ha preso il servizio di vescovo della Chiesa universale dichiarando che la Chiesa non è un’organizzazione ma una storia di amore. E i cristiani devono esserne i protagonisti facendo della loro esistenza una storia di altruismo. Abbiamo bisogno di capire queste parole anche perché i dogmi e i comandamenti oggi non sono facilmente accolti, specialmente dalla gioventù. L’azione di Gesù sulla terra è cominciata con le beatitudini. Beati i poveri! I poveri possono essere felici soltanto se vivono in una società dove sono dominanti l’amicizia e l’altruismo.

  UNA STORIA DI ALTRUISMO di Arturo Paoli

Respiro di Dio su e giù,
cielo sopra, cielo sotto,
luce canta mille canti,
Dio si fa mondo
in variopinti colori.
(...)

Così attraverso l’anima nostra
muta mille volte in pena e gioia
la luce di Dio, agisce e crea,
e noi la celebriamo come sole.

Hermann Hesse


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Don Pino Puglisi un prete povero che voleva una Chiesa per i poveri.


Don Pino Puglisi: un prete povero che voleva una Chiesa per i poveri

Intervista a Francesco Deliziosi, caporedattore del Giornale di Sicilia e autore del libro "Il prete che fece tremare la mafia con un sorriso"

Don Pino Puglisi un prete povero che voleva una Chiesa per i poveri. Viveva solo con le offerte e lo stipendio da insegnante e quello che gli spettava come parroco lo donava ai poveri.

  VIDEO

P. Pino Puglisi durante la celebrazione non faceva girare il cestino per le offerte, lo metteva da parte, su un tavolo all'ingresso, così chi voleva liberamente lasciava la propria offerta... era molto attento alla trasparenza delle donazioni e non voleva soldi "sporchi"... la sua parrocchia doveva rispettare la legalità e pagare le tasse.

  VIDEO


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JESUS, giugno 2013 - Caro Diogneto 54 di Enzo Bianchi - La debolezza del cristiano



JESUS, maggio 2013 Caro Diogneto - 54
Rubrica di ENZO BIANCHI

La debolezza del cristiano

Nella vita cristiana prima o poi si conosce, si sperimenta il paradosso della debolezza umana quale vera condizione per la forza evangelica. Esperienza quasi sempre faticosa, dolorosa, a caro prezzo, ma che risulta essenziale in un cammino di fede che sia anche conformazione alla vita di Gesù, un cammino pasquale. È Gesù stesso che lo rivela nel discorso della montagna, quando afferma che sono beati, felici, convinti di poter andare avanti con fiducia e di essere nella verità quanti sono poveri, miti, disarmati, perseguitati, affamati (cf. Mt 5,1-12); ma anche quando afferma: «Ecco, io vi mando come pecore in mezzo a lupi» (Mt 10,16), chiedendo ai cristiani la debolezza degli agnelli in mezzo a un branco di lupi. 
L’Apostolo Paolo nella Seconda lettera ai Corinzi compone addirittura quello che potrebbe essere definito un inno alla debolezza: «Il Signore mi ha detto: “Ti basta la mia grazia; la mia potenza infatti si esprime pienamente nella debolezza”. Mi vanterò quindi ben volentieri delle mie debolezze, perché metta la sua tenda in me la potenza di Cristo. Perciò mi compiaccio nelle mie debolezze, negli oltraggi, nelle difficoltà, nelle persecuzioni, nelle angosce sofferte per Cristo: infatti quando sono debole, è allora che sono forte» (2Cor 12,9-10). In questo testo vanno sottolineate due espressioni che normalmente sfuggono al lettore: la potenza del Signore si esprime pienamente nella debolezza e la potenza di Cristo mette la sua tenda – laShekinah, cioè la presenza di Dio – là dove trova la debolezza dell’uomo.
Si faccia però attenzione. Questo canto alla debolezza non è un canto al male, alla sofferenza, alla prova, alla miseria – come Friedrich Nietzsche ha imputato al cristianesimo –, ma è una rivelazione: la debolezza di fatto può essere una situazione in cui, se chi la vive sa viverla con amore (cioè continuando ad amare e ad accettare di essere amato), la potenza di Cristo raggiunge la sua pienezza. Ma questo messaggio, peraltro centrale nel Nuovo Testamento, è scandaloso e può sembrare follia (cf. 1Cor 1,18-31), e noi cristiani abituati a tali parole siamo disposti a ripeterle ma non a viverle nell’amore: quest’ultima è la vera sfida, perché la debolezza è fondativa dell’antropologia cristiana.
Confessiamolo però con onestà: quando osserviamo la vita nel suo svolgersi quotidiano, quando tentiamo di leggere la storia e le storie, constatiamo che sono la potenza, la forza, l’arroganza, la violenza ad avere successo, e perciò ci diventa arduo scorgere nella debolezza una possibile beatitudine. Siamo capaci di accogliere la nostra debolezza, che si presenta a noi sovente come umiliazione? Siamo disposti a vedere in essa un’occasione di spogliazione, per essere condotti all’«unica cosa necessaria» (Lc 10,42)? Non solo individualmente, ma come comunità, come chiesa siamo capaci di leggere nella debolezza il linguaggio della «discreta caritas», dell’amore discreto che è vissuto quotidianamente senza alzare la voce, senza voler «dare testimonianza» a noi stessi?...

  La debolezza del cristiano di Enzo Bianchi


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Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 2/06/13 -


Programma di TV2000 "Il Credo nei mosaici di Monreale", di Sandro Magister e padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. In dodici puntate come i dodici apostoli, di mezz'ora ciascuna. 
La trama è il "Credo", l'abc della fede cristiana, con le forme, i colori, la luce di quel capolavoro unico al mondo che sono i mosaici di Monreale.La storica dell'arte Sara Magister ne illustrerà la "lettera" mentre padre Innocenzo ne svelerà lo "spirito", accompagnandoci all'interno stesso del duomo. Un'avventura senza eguali, dai primordi della creazione, all'avvento di Gesù, alla celeste Gerusalemme. Il programma è una produzione Run To Me Film per Tv2000. La cura è di Francesca Romana Pozzonelli. La regia dei filmati realizzati nel Duomo di Monreale è di Davide Gambino per la Run To Me Film; la regia di studio è di Edoardo Pacchiarotti per Tv2000.
 

"Di là verrà a giudicare i vivi e i morti" è il titolo della settima puntata del programma di Sandro Magister e padre Innocenzo Gargano, dedicata al giudizio finale che ha la sua immagine chiave nel trono preparato per il ritorno di Gesù. Un trono arredato come un altare, con in evidenza la croce e i segni della passione e con al centro la colomba dello Spirito Santo. I mosaici dell'Ascensione e della Pentecoste aiutano a comprendere l'evento. Sopra la porta d'ingresso della Chiesa, Maria con in braccio il Bambino intercede per tutti. Nelle dodici puntate del programma padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese, e la storica dell'arte Sara Magister svelano, seguendo la trama del Credo, uno dei cicli musivi più belli al mondo.


GUARDA IL VIDEO DEL 2.06.2013

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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni

La Chiesa in prima fila
Non sempre è facile, nel sentire comune, distinguere tra migranti e rifugiati, tra chi lascia il proprio Paese e chi è costretto a partire a motivo di guerre, persecuzioni, disastri ambientali o perché vittime di tratta per lavoro o per sfruttamento sessuale.

  Giancarlo Perego:  Rifugiati e migranti forzati, la sfida dell'accoglienza

Quello dei migranti, ed in particolar modo dei rifugiati, non è soltanto un tema costantemente all’ordine del giorno ma si caratterizza per essere in continua evoluzione. Le dinamiche sempre più complesse che riguardano il problema hanno indotto la Chiesa Cattolica – che pure è da sempre all’avanguardia in questo ambito – ad aggiornare la sua pastorale in materia.

  Luca Marcolivio:  Per accogliere gli immigrati non basta il pane, serve il cuore

Un documento comune del Pontificio Consiglio della pastorale per i migranti e gli itineranti e del Pontificio Consiglio Cor Unum: il dramma dei profughi viene spesso strumentalizzzato.

  Alberto Bobbio:  Rifugiati, via la cultura del sospetto


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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 2 giugno 2013

     Udienza - 5 giugno 2013

     Discorso - Al pellegrinaggio della Diocesi di Bergamo (3 giugno 2013)

     Discorso - Ai partecipanti all'incontro di coordinamento tra gli Organismi caritativi cattolici che operano nel contesto della crisi in Siria, promosso dal Pontificio Consiglio "Cor Unum" (5 giugno 2013)

    Discorso - Alla Comunità della Pontificia Accademia Ecclesiastica (6 giugno 2013)

     Discorso - Agli Studenti delle Scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania (7 giugno 2013)



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   Omelie a Santa Marta:
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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - lo scandalo del Verbo incarnato. (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 1 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco e lo scandalo dell'incarnazione

Con quale autorità fai queste cose? Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dalla domanda rivolta a Gesù dagli scribi e dai sommi sacerdoti. Ancora una volta, ha osservato, vogliono tendere “una trappola” al Signore, cercando di portarlo “all’angolo” di farlo sbagliare. Ma qual è, si chiede il Papa, il problema che questa gente aveva con Gesù? Sono forse i miracoli che faceva? No, non è questo. In realtà, ha affermato, “il problema che scandalizzava questa gente era quello che i demoni gridavano a Gesù: ‘Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il Santo!”. Questo “è il centro”, questo scandalizza di Gesù: “Lui è Dio che si è incarnato”. Anche a noi, ha proseguito, “ci tendono trappole nella vita”, ma ciò che “scandalizza della Chiesa è il mistero dell’Incarnazione del Verbo”.

  Papa Francesco: non sono le opere sociali che fanno la Chiesa ma lo scandalo della Croce

La Chiesa testimonia che Gesù è Figlio di Dio ed è questo il vero scandalo che i cristiani danno al mondo. Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa del mattino.

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - tre modelli di cristiani nella Chiesa: i peccatori, i corrotti e i santi”. (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 3 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: i corrotti dimenticano l'amore di Dio

Il Signore ci liberi dalla strada della corruzione e del peccato e ci faccia progredire verso la santità. Lo ha ribadito Papa Francesco nell'omelia della messa del mattino.
Papa Francesco ha sviluppato la sua omelia partendo dal Vangelo odierno sulla parabola dei vignaioli malvagi per soffermarsi sui “tre modelli di cristiani nella Chiesa: i peccatori, i corrotti e i santi”. 
Il Papa ha osservato che dei peccatori “non è necessario parlare troppo, perché tutti noi lo siamo”...
i corrotti! Quelli che erano peccatori come tutti noi, ma hanno fatto un passo avanti, come se fossero proprio consolidati nel peccato: non hanno bisogno di Dio! Giuda ha incominciato: da peccatore avaro è finito nella corruzione. E' una strada pericolosa la strada dell'autonomia: i corrotti sono grandi smemorati, hanno dimenticato questo amore, con il quale il Signore ha fatto la vigna, ha fatto loro! Hanno tagliato il rapporto con questo amore! E loro diventano adoratori di se stessi. Quanto male fanno i corrotti nelle comunità cristiane! Che il Signore ci liberi dallo scivolare su questa strada della corruzione. 
E anche ci sono i santi e oggi mi piace parlare dei santi: è il 50° della morte di Papa Giovanni, un modello di santità... I santi, quelli che obbediscono al Signore, quelli che adorano il Signore, quelli che non hanno perso la memoria dell’amore, con il quale il Signore ha fatto la vigna. I santi nella Chiesa. E così come i corrotti fanno tanto male alla Chiesa, i santi fanno tanto bene...

  Il Papa: i corrotti fanno tanto male alla Chiesa, i santi sono luce per tutti.

  video
 

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Se non c’è amore, non c’è verità. (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 4 giugno 2013
inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: parliamo sempre in modo evangelico
L'ipocrisia è il linguaggio dei corrotti. I cristiani devono parlare in modo evangelico, senza adulare, seguendo il linguaggio delle persone semplici. Lo ha ribadito il Papa nell'omelia della messa del mattino.
E' proprio il linguaggio della corruzione, l'ipocrisia. E quando Gesù parla ai suoi discepoli, dice: "Ma il vostro parlare sia 'Sì, sì! No, no!'". L'ipocrisia non è un linguaggio di verità, perché la verità mai va da sola. Mai! Va sempre con l'amore! Non c'è verità, senza amore. L'amore è la prima verità. Se non c'è amore, non c'è verità...

  video

Un cristiano non usa un “linguaggio socialmente educato”, incline all’ipocrisia, ma si fa portavoce della verità del Vangelo con la stessa trasparenza dei bambini... 
Dai corrotti alla loro lingua preferita: l’ipocrisia. La scena evangelica del tributo a Cesare, e della subdola richiesta dei farisei e degli erodiani a Cristo sulla legittimità di quel tributo, fornisce a Papa Francesco una riflessione in stretta continuità con l’omelia di ieri. L’intenzione con cui si avvicinano Gesù, afferma, è quella di farlo “cadere nella trappola”. La loro domanda se sia lecito o no pagare le tasse a Cesare viene posta – rileva il Papa – “con parole morbide, con parole belle, con parole troppo zuccherate”. “Cercano – soggiunge – di mostrarsi amici”. Ma è tutto falso. Perché, spiega Papa Francesco, “questi non amano la verità” ma soltanto se stessi, “e così cercano di ingannare, di coinvolgere l’altro nella loro menzogna, nella loro bugia. Loro hanno il cuore bugiardo, non possono dire la verità”...

  Il Papa: l'ipocrisia è la lingua dei corrotti, il cristiano parla con amore e con verità


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Lamentarsi davanti a Dio non è peccato... è una forma di preghiera... (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
5 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: Pregare, permettetemi di dirlo, con la carne: che la nostra carne preghi. Non con le idee. Pregare con il cuore

Lamentarsi delle proprie sofferenze davanti a Dio non è peccato, ma una preghiera del cuore che arriva al Signore: è quanto ha affermato il Papa stamani nella Messa a Santa Marta.

La storia di Tobi e Sara, riportata nella prima lettura del giorno, è stata al centro dell’omelia del Papa: due persone giuste che vivono situazioni drammatiche. Il primo diventa cieco nonostante compia opere buone, rischiando addirittura la vita; la seconda sposa sette uomini che muoiono prima della notte di nozze. Entrambi, nel loro immenso dolore, pregano Dio di farli morire. “Sono persone in situazioni limite – osserva il Papa - situazioni proprio nel sottosuolo dell’esistenza, e cercano un’uscita. Si lamentano” ma “non bestemmiano”:
“E lamentarsi davanti a Dio non è peccato... 

  Gridare il proprio dolore davanti a Dio è una preghiera del cuore: così il Papa a Santa Marta

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La strada della fedeltà - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
6 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: la strada della fedeltà per essere ogni giorno meno lontano dal Regno di Dio
Dobbiamo scoprire gli idoli nascosti nella nostra vita che ci portano a non seguire Dio. Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa del mattino.
Quando lo scriba avvicina Gesù per chiedergli quale sia, secondo Lui, “il primo di tutti i comandamenti” è probabile che la sua intenzione non fosse tanto innocente. Papa Francesco comincia l’omelia valutando il comportamento dell’uomo che, nel racconto evangelico della liturgia odierna, si rivolge a Cristo dando l’impressione di “metterlo alla prova”, se non proprio di “farlo cadere nella trappola”. E quando – alla citazione biblica di Gesù: “Ascolta, Israele. Il Signore è nostro Dio, è l’unico Signore” – lo scriba replica approvando, il Papa richiama l’attenzione sul commento di Cristo: “Non sei lontano dal Regno di Dio”. In sostanza, spiega Papa Francesco, con quel "non sei lontano" Gesù ha voluto dire allo scriba: “Tu sai bene la teoria”, ma “ancora ti manca una distanza dal Regno di Dio”, cioè devi camminare per trasformare in “realtà questo comandamento”, giacché “la confessione di Dio” si fa nel “cammino della vita”...

  Papa Francesco: smascheriamo gli idoli che ci impediscono di amare Dio

"... La strada per non essere lontano, per avanzare, per andare avanti nel Regno di Dio, è una strada di fedeltà che assomiglia a quella dell’amore nuziale..."

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La scienza delle carezze - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
7 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: Dio è vicino
Lasciarci amare dal Signore con tenerezza è difficile ma è quanto dobbiamo chiedere a Dio: è l’invito di Papa Francesco nella Messa di stamani a “Santa Marta”, parlando dell’odierna solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù.

Un Dio che si fa vicino per amore, cammina con il suo popolo e questo camminare arriva ad un punto che è inimmaginabile. Mai si può pensare che lo stesso Signore si fa uno di noi e cammina con noi, rimane con noi, rimane nella sua Chiesa, rimane nell'eucarestia, rimane nella sua Parola, rimane nei poveri, rimane con noi camminando. E quello è vicinanza: il pastore vicino al suo gregge, vicino alle sue pecorelle, che conosce una ad una.

  video

Tenerezza! Ma il Signore ci ama con tenerezza. Il Signore sa quella bella scienza delle carezze, quella tenerezza di Dio. Non ci ama con le parole. Lui si avvicina – vicinanza – e ci dà quell’amore con tenerezza. Vicinanza e tenerezza! Queste due maniere dell’amore del Signore che si fa vicino e dà tutto il suo amore con le cose anche più piccole: con la tenerezza. E questo è un amore forte, perché vicinanza e tenerezza ci fanno vedere la fortezza dell’amore di Dio...
Signore io voglio amarti, ma insegnami la difficile scienza, la difficile abitudine di lasciarmi amare da Te, di sentirti vicino e di sentirti tenero! Che il Signore ci dia questa grazia!

  Lasciamoci amare dalla tenerezza di Dio: così il Papa a Santa Marta nella Solennità del Sacro Cuore di Gesù


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... "Il grandissimo interesse suscitato dalle brevi omelie del Papa nel corso delle messe celebrate al mattino nella cappella della Casa Santa Marta fa sì che si sia posta e si continui a porre spesso, da diverse parti, la domanda sulla possibilità di accedere a tale celebrazione o a tale omelia in modo completo e non solo tramite le sintesi pubblicate ogni giorno da Radio Vaticana e Osservatore Romano.
La domanda è comprensibile ed è stata più volte presa in considerazione e fatta oggetto di una riflessione approfondita, e merita una risposta chiara...

  Alberto Bobbio:  Il Papa, Santa Marta e il Web

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Nuovo tweet di Papa Francesco lanciato domenica 2 giugno dal suo account @Pontifex. Questo il testo:

  La logica mondana ci spinge verso il successo, il dominio, il denaro; la logica di Dio verso l’umiltà, il servizio e l’amore

Nuovo tweet di Papa Francesco lanciato lunedì 3 giugno dal suo account @Pontifex. Questo il testo:

  A volte sappiamo quello che dobbiamo fare, ma non ne abbiamo il coraggio. Impariamo da Maria la capacità di decidere, affidandoci a Dio.

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  L'annuncio di papa Francesco oggi: "Presto verrò in Sicilia"

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Il primo Corpus Domini di Papa Francesco - Video dell'Omelia e della processione da piazza San Giovanni alla Basilica di Santa Maria Maggiore.



La parola «solidarietà» non deve spaventare i cristiani, che anzi devono avere ben presente il principio della condivisione: «quel poco che abbiamo» se «condiviso diventa ricchezza».

“Questa sera siamo noi la folla del Vangelo, anche noi cerchiamo di seguire Gesù per ascoltarlo, per entrare in comunione con Lui nell’Eucaristia, per accompagnarlo e perché ci accompagni”. Papa Francesco parla alla moltitudine accorsa a San Giovanni in Laterano per la Messa del Corpus Domini e per la processione fino a Santa Maria Maggiore. Le tre parole che scandisce nella sua omelia sono “sequela, comunione, condivisione”. Parole che nascono dall’ascolto del Vangelo di Luca che racconta la moltiplicazione dei pani per dare da mangiare alla folla...

  Papa: «Non pensate solo a voi stessi»

  il testo integrale dell'OMELIA DEL SANTO PADRE FRANCESCO nella Basilica di San Giovanni in Laterano Giovedì, 30 maggio 2013

  VIDEO

A piedi e a capo scoperto, Papa Francesco ha guidato oggi per la prima volta la processione del Corpus Domini, che è partita da piazza San Giovanni, lungo la via Merulana per raggiungere la Basilica di Santa Maria Maggiore.

Il camion altare con l'ostensorio - sul quale prendeva posto Benedetto XVI e che era entrato in servizio negli ultimi anni del Pontificato di Giovanni Paolo II - precedeva il Pontefice che non vi è salito, lasciando l'inginocchiatoio a un giovane diacono. Francesco indossava un semplice piviale e passava tra due ali di folla, trattenuta dalle transenne.
Precedevano il Santissimo, la Croce astile portata dai ministranti con le candele, e, nell'ordine, le confraternite e i sodalizi, i cavalieri del Santo Sepolcro e quelli di Malta, religiose, religiosi, sacerdoti e diaconi, i parroci di Roma, i canonici lateranensi, cappellani e prelati, vescovi, arcivescovi e cardinali, i bambini della prima comunione, 4 turiferai con due navicelle con l'incenso, e sei ministranti con le torce.
Con la sua caratteristica andatura, ma senza mostrare particolare affaticamento, Francesco ha proceduto proprio sulla linea spartitraffico che divideva in due corsie la via Merulana. Accanto a lui il maestro delle cerimonie, monsignor Guido Marini, e altri cerimonieri. Cardinali e vescovi invece ai lati della strada, ognuno portando una candela.
Dopo il passaggio del Pontefice le transenne sono state aperte in modo che la gente potesse seguirlo verso Santa Maria Maggiore. Ed è stata impressionante l'immagine della folla dei fedeli in marcia dietro al camion altare e a Francesco. Il camion altare aveva la targa "Scv 1" che è quella delle vetture papali.
"Il numero uno, così, tocca davvero al padrone di casa, Gesù", ha commentato il direttore di TV2000, Dino Boffo, alludendo al fatto che anche stasera per uscire dal Vaticano Papa Bergoglio ha utilizzato una normale vettura della Gendarmeria e non la Mercedes targata appunto "Scv 1" che gli competerebbe.
Giunto a piedi alla Basilica di Santa Maria Maggiore, Papa Francesco ha impartito la benedizione eucaristica alzando l'Ostensorio che era stato poco prima posato su un altare, all'esterno della chiesa, dal diacono sceso con il Santissimo dal camion-altare sul quale il nuovo Pontefice, a differenza dei predecessori, non è mai salito.
La piazza era gremita da una folla impressionante, come tutta via Merulana, dove man mano, subito dopo il passaggio del Papa, venivano tolte le transenne per consentire alla gente di seguirlo aggiungendosi alla processione partita da piazza San Giovanni al termine della messa del Corpus Domini.
Dopo la benedizione, Francesco si è fermato a pregare davanti all'icona di Maria "Salus Populi Romani", la più venerata nella capitale tra le icone della Vergine e la cui 'casa' è proprio la Basilica liberiana.
L'icona è quella davanti a cui Bergoglio volle inginocchiarsi in preghiera già poche ore dopo essere stato eletto Pontefice, uscendo l'indomani dal Vaticano e raggiungendo Santa Maria Maggiore, e questa sera era stata ugualmente posta all'esterno in attesa dell'arrivo della processione

  IL VIDEO


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UDIENZA GENERALE - Papa Francesco: "contrastare la cultura dello spreco e dello scarto, per promuovere una cultura della solidarietà e dell’incontro"


UDIENZA GENERALE 
in Piazza San Pietro Mercoledì, 5 giugno 2013
No alla "cultura dello scarto", dello spreco delle persone e dei beni, si ad una cultura della solidarietà, dell'incontro, del rispetto del creato e di ogni persona. Lo ha detto con forza Papa Francesco nel corso dell'udienza generale di questa mattina, in piazza San Pietro, davanti ad 80mila fedeli, ricordando l'odierna Giornata Mondiale dell'Ambiente.

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!
Oggi vorrei soffermarmi sulla questione dell’ambiente, come ho avuto già modo di fare in diverse occasioni. Me lo suggerisce anche l’odierna Giornata Mondiale dell’Ambiente, promossa dalle Nazioni Unite, che lancia un forte richiamo alla necessità di eliminare gli sprechi e la distruzione di alimenti...
Ma il “coltivare e custodire” non comprende solo il rapporto tra noi e l’ambiente, tra l’uomo e il creato, riguarda anche i rapporti umani. I Papi hanno parlato di ecologia umana, strettamente legata all’ecologia ambientale. Noi stiamo vivendo un momento di crisi; lo vediamo nell’ambiente, ma soprattutto lo vediamo nell’uomo. La persona umana è in pericolo: questo è certo, la persona umana oggi è in pericolo, ecco l’urgenza dell’ecologia umana! E il pericolo è grave perché la causa del problema non è superficiale, ma profonda: non è solo una questione di economia, ma di etica e di antropologia. La Chiesa lo ha sottolineato più volte; e molti dicono: sì, è giusto, è vero… ma il sistema continua come prima, perché ciò che domina sono le dinamiche di un’economia e di una finanza carenti di etica. Quello che comanda oggi non è l'uomo, è il denaro, il denaro, i soldi comandano. E Dio nostro Padre ha dato il compito di custodire la terra non ai soldi, ma a noi: agli uomini e alle donne. noi abbiamo questo compito! Invece uomini e donne vengono sacrificati agli idoli del profitto e del consumo: è la “cultura dello scarto”. Se si rompe un computer è una tragedia, ma la povertà, i bisogni, i drammi di tante persone finiscono per entrare nella normalità. Se una notte di inverno, qui vicino in via Ottaviano, per esempio, muore una persona, quella non è notizia. Se in tante parti del mondo ci sono bambini che non hanno da mangiare, quella non è notizia, sembra normale. Non può essere così! Eppure queste cose entrano nella normalità: che alcune persone senza tetto muoiano di freddo per la strada non fa notizia. Al contrario, un abbassamento di dieci punti nelle borse di alcune città, costituisce una tragedia. Uno che muore non è una notizia, ma se si abbassano di dieci punti le borse è una tragedia! Così le persone vengono scartate, come se fossero rifiuti.
Questa “cultura dello scarto” tende a diventare mentalità comune, che contagia tutti. La vita umana, la persona non sono più sentite come valore primario da rispettare e tutelare, specie se è povera o disabile, se non serve ancora – come il nascituro –, o non serve più – come l’anziano. Questa cultura dello scarto ci ha resi insensibili anche agli sprechi e agli scarti alimentari, che sono ancora più deprecabili quando in ogni parte del mondo, purtroppo, molte persone e famiglie soffrono fame e malnutrizione...

  il testo integrale dell'UDIENZA GENERALE di Papa Francesco in Piazza San Pietro Mercoledì, 5 giugno 2013

Guarda il video con uno stralcio del discorso

  Papa Francesco: "Non scartare le persone come rifiuti!"

  IL VIDEO CON L'UDIENZA INTEGRALE


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Il presidente della conferenza dei vescovi polacchi Jozef Michalik scrive un articolo critico sulle strumentalizzazioni del pensiero di Bergoglio

  Luca RolandiNon interpretiamo male l'idea di "povertà" di papa Francesco

Gli alunni delle scuole dei gesuiti intervistano Papa Francesco, che lascia perdere il discorso scritto e dialoga con loro

  Andrea Tornielli:  «Non ho voluto fare il Papa. E mi piace stare tra la gente»

Da metà luglio le udienze saranno sospese, la ripresa il 7 agosto. Francesco resterà in Vaticano

  VATICANINSIDER:  Niente vacanze per papa Bergoglio

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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm