|
N.
B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Dopo
aver sensibilizzato l’opinione pubblica a riguardo del caccia F-35, già
a partire dal 2009 quando nessuno trattava questo tema, ed aver
raccolto il supporto di oltre 80.000 firme di cittadini, 650
associazioni, il sostegno di oltre 60 Enti Locali (tra
Regioni, Province e Comuni) la campagna “Taglia le ali alle armi”
(promossa da Rete Italiana per il Disarmo, Sbilanciamoci! e Tavola
della Pace) continua la propria azione affinché venga decisa la
cancellazione della partecipazione italiana al programma JSF.
Il
nostro lavoro è ora quello di stimolare Governo e Parlamento a rivedere
una decisione inutile, dannosa e problematica in questi tempi di crisi:
a tal scopo verranno messi in campo diversi strumenti di pressione che
invitiamo ad utilizzare (anche da coloro che avessero già aderito alle
prime fasi della campagna)...
Anche il tuo contributo è fondamentale! Aiutaci a dire NO F35!
No F-35: una nuova fase della campagna
In
quanto cittadini italiani vi chiediamo di fermare subito l’acquisto dei
caccia F-35. Questa enorme spesa è inaccettabile considerate le risorse
necessarie ad affrontare la crisi sociale e di occupazione del nostro
paese. Questi aerei hanno inoltre problemi tali da aver spinto paesi
come Canada, Danimarca e Turchia a riconsiderare i rispettivi acquisti.
Vi chiediamo di fare lo stesso e di usare quel denaro per contribuire a
far uscire l'Italia dalla crisi.
Il più folle spreco di denaro pubblico di sempre
Leggi anche il nostro precedente post:
- F35 - A decidere siamo noi. La coscienza dice NO
--------------------------------------------
“Questo non è il mio giorno, ma è il giorno di coloro che combattono
per una causa, io sono qui per dare la parola anche a chi non ha
voce”
«Un bambino, un insegnante, un libro, una penna possono cambiare il
mondo. L’istruzione è la sola soluzione». Malala Yousafzai ha
pronunciato un discorso forte e commuovente all’Onu nel giorno del suo
sedicesimo compleanno. Il suo primo discorso pubblico da quando i
talebani, lo scorso ottobre, tentarono di ucciderla sparandole alla
testa mentre tornava a casa dalla scuola. «Mi hanno sparato, hanno
sparato anche alle mie amiche. Credevano che quel proiettile ci avrebbe
zittito. Ma hanno fallito – ha detto Malala -. Dal silenzio, migliaia
di voci si sono sollevate. Quello che hanno ottenuto? La debolezza, la
paura, l’impotenza sono morte. La forza, il potere, il coraggio sono
emersi».
16 anni di Malala, la ragazza simbolo parla all'ONU
VESTITA DI ROSA, INDOSSAVA UNO SCIALLE BIANCO APPARTENUTO ALLA BHUTTO
La ragazza ferita dai talebani mentre andava a scuola parla all'Assemblea Generale: «L'istruzione unica soluzione»
Viviana Mazza: Malala all'Onu nel giorno dei suoi 16 anni: «Con quel proiettile hanno svegliato le donne»
---------------------------------------------------------------
DA UNA CHIESA TRIONFANTE
AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II
HOREB n. 64 - 1/2013
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Sono
passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è
importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo,
perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno
partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso
avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il
Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la
vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le
sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel
mondo.
Il
Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si
era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la
Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i
popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente
universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici,
dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità
cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della
Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di
governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona
umana e della sua coscienza.
Gli
orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti
abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale,
purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi
cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La
riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole
essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti
e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di
Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante,
accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di
riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa
popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13
novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana
del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato»...
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
---------------------------------------
INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
17-22 LUGLIO
---------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Dio scrive dritto...
La luce dell'amore...
I giovani hanno il desiderio...
Dio non si lascia imprigionare...
Ha detto che dobbiamo...
Non abbiamo altro...
Partono i discepoli...
Non abbiate paura...
Dovunque io vada...
Per ascoltare...
Oggi il Papa...
La Fede non è...
Strada facendo...
Sappiamo che...
Solo ascoltando...
Se Dio è...
---------------------------------------------------------------
---------------------------------------------------------------
San Benedetto gettò i semi per una trasformazione sociale e culturale
Timothy Verdon: Così il monachesimo costruì l'Europa
---------------------------------------------------------------
Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Natanaele gli domandò:
«Come mi conosci?».
Gli rispose Gesù:
«Prima che Filippo ti chiamasse,
io ti ho visto quando eri
sotto l'albero di fichi».
(Giovanni 1,48)
Gianfranco Ravasi: Sotto l'albero di fichi
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
RUBRICA Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
Vangelo: Lc 10,1-12.17-20
"Dopo
questi fatti il Signore designò altri 72 e li inviò a due a
due davanti a sé (lett. davanti al suo volto) in
ogni città e luogo dove stava per recarsi". Ritorna ancora
quel"volto indurito" di Gesù che in Lc 9,51 prende la ferma
decisione di salire a Gerusalemme per "dare la sua bella
testimonianza davanti a Pilato"(1Tm 6,13)
Adesso
davanti a quel volto cammina la Chiesa; 72 inviati, come 72 erano le
nazioni della terra secondo i rabbini, come 72 - secondo la
mistica ebraica- erano gli angeli che stavano davanti al Volto di
Dio e, sempre secondo la mistica, 72 era il numero che indicava la hesed, la tenerezza di Dio per l'uomo...
...
---------------------------------------
14ª Domenica del Tempo Ordinario anno C 7 luglio 2013
omelia di don Angelo Casati
Is 66, 10-14c
Sal 65
Gal 6, 14-18
Lc 10, 1-12.17-20
"
... Oggi non sappiamo più che cosa escogitare e insegniamo i modelli
mondani, per colpire l'immaginazione. Cerchiamo posizioni di potere da
cui contare, contare nella società.
L'altra
sera -ve lo confesso- mi ha preso un po' di tristezza in una delle
nostre riunioni di progettazione, quando mi attraversò, come in un
baleno, questo brano di Vangelo. Non sappiamo più cosa inventare!
Ma lo spazio, secondo Gesù, è quello della normalità, la normalità della strada, la normalità della casa, non i raduni.
Andate per le strade, camminate con la gente, osservate i volti. Entrate nelle case, ascoltate, ascoltate il cuore della gente.
Voi
mi capite. Le parole di Gesù, vissute, vissute prima che dette, nella
normalità delle relazioni. E la strada rimanga strada e la casa rimanga
casa.
Non
ci ha detto Gesù: fate le processioni per le strade. Qualche volta è
bello farle. Ma via l'equivoco: quello è un fatto eccezionale. Ama la
strada di tutti i giorni, il luogo in cui cammini con tutti. È lì che
deve correre il Vangelo.
È
nella normalità della casa. Non trasformando la casa in una chiesa,
lasciando alla casa il suo calore, il clima inconfondibile della casa,
senza falsi spiritualismi: "mangiando e bevendo di quello che hanno",
come è scritto. Dentro questa bellezza semplice dell'ospitare,
dell'ospitarsi.
È lì che passa il Vangelo, lì corre il Vangelo del Regno.
Ma
pensate, pensate quanta forza ha il Vangelo quando non ha l'aria delle
prediche, ma è dentro le parole della strada, dentro le parole della
casa! ..."
omelia di don Angelo nella 14ª Domenica del Tempo Ordinario
---------------------------------------
CHIESA E SOCIETA' /
interventi ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
JESUS - Editoriale di luglio
Dall’oratorio alla Gmg di ANTONIO TARZIA
I
ragazzi di internet viaggiano per le strade cittadine, complici e
ammiccanti tra loro, spesso con le cuffie in testa e il telefonino in
mano, come turisti stranieri provenienti da una civiltà diversa. La
domanda che oggi tutti si fanno, dai politici ai pubblicitari, dagli
educatori alla Chiesa cattolica: come intercettare i giovani? Nel
messaggio per la 47° Giornata mondiale delle comunicazioni sociali il
Papa ha scritto: «L’ambiente digitale non è un mondo parallelo o
puramente virtuale, ma è parte della realtà quotidiana di molte
persone, specialmente dei più giovani». Occorre quindi entrare in
dialogo con questo popolo di futuri protagonisti della nostra società,
sentirli eredi legittimi e trasmettere loro il messaggio cristiano e i
valori che ci identificano.
Lo scollamento, comunque, a ogni cambio generazionale è naturale e diventa emergenza...
Dall’oratorio alla Gmg
---------------------------------------
Il mensile Jesus affronta con profondità il rapporto tra i giovani e la fede
Meno dieci giorni alla Giornata Mondiale della Gioventù che si svolgerà
a Rio de Janeiro dal 23 al 28 luglio. L'occasione della Gmg pone
degli interrogativi sul rapporto tra i giovani e la fede. In fondo
oltre all'attesa per il primo viaggio apostolico del Papa all'estero,
che torna dopo l'elezione nel suo continente, c'è il tema della
gioventù cristiana che oltre ai grandi raduni, pone dei pressanti
interrogativi. La rivista mensile dei Paolini "Jesus" presenta sul numero di luglio una interessante forum significativamente intitolato "Il futuro della chiesa in fuga?
Luca Rolandi: Quali giovani incontrerà papa Francesco a Rio?
--------------------------------------------------------------
SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Il portavoce padre Lombardi annuncia il provvedimento contro il
monsignore finito in carcere con l'accusa di aver organizzato il
rientro clandestino dalla Svizzera, su un jet privato, di 20 milioni.
Un altro segnale del pontefice, che due giorni fa ha incontrato la
commissione d'inchiesta sulla banca vaticana e ha chiesto
un'accelerazione sulla riforma
---------------------------------------------------------------
«Per certe cose sono un grande
ingenuo, ma per altre mi si attiva "l'allertometro"...». Parola di
Jorge Mario Bergoglio, quando ancora era arcivescovo di Buenos Aires,
riferite agli episodi di corruzione che coinvolgono ecclesiastici. E
l'«allertometro» sembra entrato effettivamente in vigore Oltretevere:
secondo diverse fonti, lo scorso 4 luglio la magistratura vaticana
avrebbe emesso una disposizione che proibisce di distruggere o
manomettere i documenti dello Ior. Un atto senza precedenti, preso
autonomamente, senza il placet della Segreteria di Stato. Una
disposizione indicativa di una nuova volontà di affrontare i problemi
più spinosi senza accontentarsi di comode operazioni di maquillage.
Andrea Tornielli: Effetto Bergoglio sullo Ior. “Congelate” tutte le carte
---------------------------------------------------------------
Angelus/Regina Cæli - Angelus, 7 luglio 2013
Omelia - 7 luglio 2013: Santa Messa con i seminaristi, i novizi e le novizie
Omelia - 8 luglio 2013: Visita a Lampedusa - Santa Messa nel campo sportivo "Arena"
Discorso - Ai
partecipanti alla Sessione di chiusura della fase diocesana del
processo di Beatificazione del Servo di Dio Cardinale François
Xavier
Nguyên Van Thuân (6 luglio 2013)
Discorso - Ai seminaristi, ai novizi e alle novizie provenienti da varie parti del mondo in occasione dell'Anno della Fede (6 luglio 2013)
Enciclica - Lumen Fidei (29 giugno 2013)
Lettera Apostolica in forma di «Motu Proprio» sulla giurisdizione degli organi giudiziari dello Stato della Città del Vaticano in materia penale
(11 luglio 2013)
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 1 luglio 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.
Nella
vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture
antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! Non dobbiamo avere
paura
“...
Nella vita cristiana, anche nella vita della Chiesa, ci sono strutture
antiche, strutture caduche: è necessario rinnovarle! E la Chiesa sempre
è stata attenta a quello, col dialogo con le culture… Sempre si lascia
rinnovare secondo i luoghi, i tempi e le persone. Questo lavoro sempre
lo ha fatto la Chiesa! Dal primo momento, ricordiamo la prima lotta
teologica: per diventare cristiano è necessario fare tutta la pratica
giudaica o no? No! Hanno detto di no! I gentili possono entrare come
sono: gentili… Entrare in Chiesa e ricevere il Battesimo. Un primo
rinnovamento della struttura… E così la Chiesa sempre è andata avanti,
lasciando allo Spirito Santo che rinnovi queste strutture, strutture di
chiese. Non avere paura di quello! Non avere paura della novità del
Vangelo! Non avere paura della novità che lo Spirito Santo fa in noi!
Non avere paura del rinnovamento delle strutture!”... (Papa Francesco)
Non dobbiamo aver paura di rinnovare le strutture della Chiesa
video
--------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
In occasione del suo viaggio a Lampedusa, il Papa ha lanciato un nuovo tweet:
“Preghiamo per avere un cuore che abbracci gli immigrati - scrive il
Pontefice - Dio ci giudicherà in base a come abbiamo trattato i più
bisognosi” Papa Francesco - tweet del 09 luglio 2013 -
“Un cristiano è sempre pieno di speranza; non può mai scoraggiarsi.”
Tweet di Papa Francesco del 10/07/2013:
Tweet del 12/07/2013:
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Rito
sobrio e celebrazione all'insegna della penitenza, lunedì prossimo, per
papa Francesco che sarà a Lampedusa per ricordare la sofferenza dei
tanti migranti che perdono la vita in mare e per stare loro vicino. Il
Pontefice, per l'occasione, come ragguaglia il Maestro delle
Celebrazioni Liturgiche, e gli altri celebranti indosseranno una talare
viola per sottolineare l'aspetto penitenziale e l'estrema sobrietà del
rito. Per l'occasione, papa Francesco userà un pastorale messo a
disposizione della parrocchia di Lampedusa. Si tratta di un pastorale a
croce realizzato con i pezzi di legno ricavati dalle barche dei
migranti approdati sull'isola. I colori sono proprio quelli della barca
da cui sono stati tratti. Nel braccio orizzontale della croce sono
incisi due pesci, mentre nel braccio verticale cinque pani per
richiamare il brano evangelico della moltiplicazione dei pani e dei
pesci, recuperando così le parole di Gesù: 'date loro voi stessi da
mangiare'. Il Papa userà un calice di legno, con coppa interna
rivestita di materiale pregiato (argento) come richiesto dalle norme
liturgiche e con un chiodo trasversale alla base del calice, richiamo
alla Passione del Signore e dei tanti fratelli, anch'esso realizzato
con legno ricavato dal legno delle imbarcazioni dei migranti. Il
pastorale e il calice sono opera di un artigiano del luogo che si è
adoperato nei giorni dell'emergenza verso i migranti. Alla fine della
celebrazione, monsignor Francesco Montenegro, rivolgerà un saluto.
Prima della benedizione finale, Francesco si porterà davanti
all'immagine della Madonna e reciterà una preghiera mariana. Da
segnalare che l'intera giornata del Papa a Lampedusa sarà trasmessa in
diretta Rai.(Adnkronos) Il campo sportivo di Lampedusa dove il pontefice celebrerà
la messa, è stato già delimitato con le transenne. Oltre ad essere
diviso per settori, con anziani, ammalati e bambini nelle prime file,
verrà lasciato lo spazio affinché papa Francesco possa passare in mezzo
alla folla con l'auto. La macchina per il pontefice e già pronta: è una
Fiat "Campagnola" decappottabile coi sedili posteriori modificati messa
a disposizione da un milanese che da venti anni è "di casa" a
Lampedusa. Con questa auto, papa Francesco arriverà al campo sportivo
di contrada Arena dal molo Favarolo e sul terrazzino della sede
dell'area marina protetta isole Pelagie dirà messa (Ansa)
“La visita del Papa a Lampedusa è uno schiaffo all’egoismo” «La
visita del Papa a Lampedusa è un messaggio epocale, che restituisce
dignità alle migliaia di vittime della guerra a bassa intensità che da
quindici anni si combatte nel Mediterraneo». Ma è anche «un monito
contro le campagne ideologiche che disgregano la coesione sociale
denunciando un’inesistente invasione e diffondono la paura chiamando
gli immigrati clandestini invece che rifugiati o richiedenti asilo».
Per la presidente della Camera, Laura Boldrini, è sia «un segnale
storico» sia «un’emozione personalissima» il viaggio di Francesco
nell’isola dove per anni ha portato l’aiuto dell’Onu ai «boat people»
in fuga da persecuzioni e disperazione.
“La visita del Papa a Lampedusa è uno schiaffo all’egoismo”
Niente
tappeto rosso fino alla scaletta. Niente picchetto d’onore. Niente
cerimoniale. Un viaggio di penitenza fino all'ultimo lembo di terra
d’Europa, dove si intrecciano storie di speranza e di morte per
migliaia di migranti, si poteva benissimo fare con un volo di linea.
Questa l’idea di papa Francesco, che era pronto a rinunciare all'aereo
di Stato pur di non derogare al principio di sobrietà con cui intende
consumare la sua visita di lunedì nell'isola di Lampedusa. Infatti, gli
sarebbero bastati quattro posti sul volo giornaliero dell'Alitalia, che
aveva chiesto di prenotare alla sua segreteria. Senza calcolare che
questo semplice gesto avrebbe creato un piccolo corto circuito
diplomatico-istituzionale tra la Santa Sede e lo stato italiano.
Papa Francesco a Lampedusa da solo e all'insegna della sobrietà. Voleva prenotare 4 posti su un volo Alitalia
video
AI CONFINI DEL DOLORE di Alberto Chiara
È
una lezione. Di sostanza. E di stile. C'è chi tira su muri o srotola
fili spinati, cercando di fare del Vecchio Continente una fortezza che
respinge ed esclude. E c'è chi aiuta i vivi e ha parole di cordoglio
per i morti: nessuno deve dimenticarli.
Lunedì
8 luglio papa Francesco vola a Lampedusa. La meta scelta per il suo
primo viaggio pastorale come vescovo di Roma, primate d'Italia e papa
della Chiesa universale è l'estrema periferia meridionale dell'Europa.
Quell'isola, quelle spiagge, quel tratto di mare che sono divenuti
speranza di chi ce l'ha fatta e miraggio di chi è stato più sfortunato.
Questa
visita di Papa Francesco è un richiamo. Forte. Nei confronti di chi ha
tramutato in business i viaggi della speranza dei migranti, lucrando
sulla tratta degli esseri umani. Nei confronti delle istituzioni e di
chi deve applicare la legge, perché in ogni caso l'umanità e la
solidarietà non possono essere mai scordate. Nei confronti del nostro
Paese, ma anche degli altri Stati europei, perché Lampedusa è una, ma
le Lampedusa d'Europa sono tante, con un bagaglio di dolore non meno
drammatico.
È
innanzitutto un messaggio forte per noi cristiani, sui valori
dell'accoglienza e dell'attenzione agli "ultimi". Merita di ricordare
don Tonino Bello, che più di 20 anni fa scrisse la "Lettera al fratello
marocchino": «Perdonaci se non abbiamo saputo levare coraggiosamente la
voce per forzare la mano dei nostri legislatori. Perdonaci, fratello
marocchino, se noi cristiani non ti diamo neppure l’ospitalità della
soglia».
Papa Francesco ha deciso di andare, lui per primo, sulla soglia. (fonte: Famiglia Cristiana)
Visita la pagina della Santa Sede con possibilità di seguire le trasmissioni video in diretta dal CTV:
VISITA A LAMPEDUSA
Fervono
gli ultimi preparativi per l’arrivo di Papa Francesco a Lampedusa.
Illuminata da un caldo sole estivo l’isola siciliana vive da sempre la
contraddizione della sua bellezza e delle tragedie che si consumano a
poche miglia dalle coste. Porta d’Europa e di speranza, approdo per chi
fugge da guerre o persecuzioni, è meta mai raggiunta da molti: 20mila
secondo gli ultimi dati hanno trovato sepoltura in queste acque. Il
centinaio di migranti, attualmente sull’isola, aspettano l’arrivo del
Papa: c’è curiosità, speranza e tanta gratitudine... Il
successore di Pietro viene per pregare, rinnovare nella fede, per
scuotere le coscienze dell’Italia, dell’Europa, del mondo intero. Gli
isolani questa sera, alle 21.00, si ritroveranno nella parrocchia di
San Gerlando per accompagnare il Papa con la preghiera. Sobrio ma
densissimo il programma di domani del Santo Padre... Leggi
tutto: Lampedusa stasera in preghiera per l'arrivo di Francesco.
Card. Veglio: difendere la dignità dei profughi in tutto il mondo
Aspettando Papa Francesco... (video)
Guarda i nostri precedenti post:
- Papa Francesco a Lampedusa
- La visita a Lampedusa di Papa Francesco - Questa volta
non ci sono nuovi beati da annunciare o eventi storici da ricordare.
C'è carne e sangue, volti e storie. Un dramma che altri tentano di
rimuovere e che Francesco vuole mettere al centro di tutti ...
--------------------------------------------
Il Papa a Lampedusa - storie di vita -
Ventimila
morti, che saranno ricordati come dei pionieri. Degli avventurieri,
certo, ma che con il loro rifiuto della frontiera, hanno costituito il
più grande movimento di massa di disobbedienza civile alle leggi sulla
frontiera di cui l'Europa si è dotata e che a queste stragi hanno
portato.
Lampedusa,
Tunisi, Tripoli, Agadez. E in tasca sempre una biro e un diario. Per
sette lunghi anni ho viaggiato come un avventuriero in tutto
ilMediterraneo, alla ricerca del significato più profondo delle stragi
in mare, sulle rotte percorse contro ogni corrente da chi ha il
passaporto sbagliato per i suoi desideri. Eppure, soltanto un mese fa
ho capito per la prima volta. È stato in sala parto, quando ho preso in
braccio mia figlia, appena nata. Ricordo il suo odore, i suoi occhi, le
dita delle mani. Quel giorno ho sentito davvero, e per la prima volta,
le lacrime delle decine di padri e di madri che in questi sette lunghi
anni ho incontrato in tutto il Mediterraneo.
Padri
e madri di figli che non ci sono più, perché se li è mangiati il mare.
Quel che resta dei loro corpi è sepolto per sempre in quella tomba a
cielo aperto che è diventato il Canale di Sicilia, dove negli ultimi
vent'anni sono morti a migliaia...
"OGGI VITTIME DEL MARE, DOMANI I NOSTRI EROI" di Gabriele Del Grande
Quei giorni a Lampedusa
(video)
Ma parlando di Lampedusa non si può parlare solo di migranti...
‘Gli Eroi di Lampedusa’
...
«Voi state costruendo un mondo diverso con l’amore. Se la Pasqua è il
volto di un mondo nuovo devo dirvi Buon Anno. È l’anno nuovo che voi
avete fatto nascere. Lampedusa è diventata capitale dell’amore. In un
mondo che rischia di diventare disumano, voi avete fatto questo». (mons. Francesco Montenegro)
Lampedusa. Nell'emergenza, la riscoperta della propria identità e l'organizzazione della solidarietà
... Il presidente e il direttore di Caritas Italiana,
S.E. Mons. Giuseppe Merisi e don Francesco Soddu, accolgono con
soddisfazione e riconoscenza l’annuncio della visita diPapa Francesco a
Lampedusa.
E
proprio lunedì le Caritas diocesane di tutta Italia accompagneranno il
viaggio del Santo del Padre uniti nella preghiera, prevedendo dei
momenti specifici in cui invocare insieme l’aiuto di Dio perché - come
ricorda don Francesco Soddu -, «non anneghi nel nostro cuore e nel
cuore del mondo, la pace fondata sulla giustizia e sul rispetto di ogni
persona e di ogni popolo»...
«In
questo quadro poco confortante e drammatico – sottolinea don Francesco
Soddu - la visita di Papa Francesco a Lampedusa è un segnale di forte
speranza che incoraggia la Caritas e l’intera Chiesa nel costante
impegno a favore degli ultimi e ci spinge ad andare verso le periferie
dell’esistenza».
Papa Francesco visita Lampedusa
“La
decisione del Papa di venire nel Mediterraneo impone a tutti di
affrontare il dramma delle migrazioni, che non può e non deve essere un
problema solo italiano, nell’ottica dell’accoglienza e della
solidarietà”: a parlare è monsignor Domenico Mogavero, vescovo di
Mazara del Vallo e delegato per le migrazioni della Conferenza
episcopale siciliana, che commenta l’imminente visita di Papa Francesco
a Lampedusa a conclusione del “Progetto Ulisse”, che ha coinvolto venti
studenti mazaresi in un viaggio in barca al velo attorno all’isola di
Pantelleria. “È davvero significativa ed emozionante questa prima
visita fuori Roma del Santo Padre proprio a Lampedusa, nel cuore del
Mediterraneo - dice mons. Mogavero - in questo mare che il Papa avrà
occasione di vedere per la prima volta, durante il lancio di una corona
di fiori in ricordo di quanti hanno perso in esso le proprie speranze e
la propria vita. Le sue acque ci separano dal continente africano ma,
allo stesso tempo, ci uniscono e in questi anni sono diventate approdo
di speranza per migliaia di immigrati e tomba per un numero imprecisato
di essi”. Il vescovo richiama la necessità di “un nuovo umanesimo
mediterraneo che metta insieme i popoli che vi si affacciano, in una
prospettiva di dialogo e fratellanza”. (fonte: SIR)
--------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
"Papa Francesco a Lampedusa da solo e
all'insegna della sobrietà. Voleva prenotare 4 posti su un volo
Alitalia" di Andrea Purgatori
'Vi
saluto tutti e ringrazio per l'accoglienza, tutti siamo qui oggi nella
preghiera', ha detto il Papa al suo arrivo a Lampedusa
Dall'Omelia di Papa Francesco:
“... Chi è il
responsabile del sangue di questi nostri fratelli e sorelle?... oggi
nessuno si sente responsabile, abbiamo perso il senso della
responsabilità..."
“...
la cultura del benessere ci fa essere insensibili, ci fa vivere in
bolle di sapone... ci fa vivere nella globalizzazione
dell'indifferenza..."
“... chi ha pianto per la morte di questi fratelli?... la
globalizzazione dell'indifferenza ci ha tolto la capacità di
piangere... domandiamo di piangere sulla nostra indifferenza...
chiediamo perdono per l'indifferenza verso tanti fratelli e sorelle!..."
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE
È il primo viaggio apostolico dall'inizio del Pontificato di Papa Francesco.
Poco
prima delle 8.00 è decollato dall'aeroporto militare di Ciampino un
Falcon 900 dell'Aeronautica militare con a bordo il Pontefice che
atterra alle 8.51
Ad
accoglierlo allo scalo dell’isola il sindaco Giusy Nicolini,
l’arcivescovo di Agrigento monsignor Francesco Montenegro e il parroco
don Stefano Nastasi.
Il Pontefice viene accompagnato a Cala Pisana e a bordo di una motovedetta della Guardia Costiera raggiunge la porta d’Europa. Il
prefetto della casa Pontificia, monsignor Georg Gaenswein, e il
portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi sono i «volti noti»
che accompagnano Papa Francesco anche sulla motovedetta. Nel
seguito stretto, salito con il Pontefice sull'imbarcazione, ci sono
però anche il segretario del Papa monsignor Alfred Xuereb e
l'assistente di camera Sandro Mariotti, il sostituto della Segreteria
di Stato, monsignor Giovanni Angelo Becciu, il generale Domenico Giani,
capo della Gendarmeria, e il reggente della Casa Pontificia, padre
Leonardo Sapienza. Accanto al Papa anche l'arcivescovo di Agrigento Francesco Montenegro e il parroco di Lampedusa don Stefano Nastasi. Al
largo della costa di Lampedusa il Pontefice getta in mare una corona di
fiori in ricordo delle migliaia di vittime immigrate che hanno trovato
la morte nel tentativo di raggiungere le coste italiane. Prima del gesto si è raccolto in un momento di preghiera.
L'imbarcazione viene 'scortata' da una piccola flottiglia di pescherecci dell'isola che spesso hanno soccorso i migranti.
Intanto sono arrivati a bordo di un pullman del centro d'accoglienza i migranti che incontreranno Papa Francesco. I profughi indossano tutti un cappellino bianco. Tra
loro ci sono molti giovani, donne e minori. Sono una cinquantina i
profughi che incontreranno al molo Favaloro il Santo Padre, come
richiesto dallo stesso Pontefice. Tra loro ventidue sono di religione musulmana. I due più piccoli hanno 13 anni.
Alle 9.35 al molo Favaloro Papa Francesco sorridente saluta uno ad uno i migranti.
“Oggi
pregheremo l’uno per l’altro e anche per quelli che oggi non sono qui”.
Lo ha detto il pontefice incontrando i migranti al molo Favaloro di
Lampedusa. Migranti che hanno chiesto aiuto al Papa. “Vorremmo che ci
aiutasse”, ha affermato uno dei giovani stranieri. “Abbiamo sofferto
tantissimo”, ha aggiunto un altro. E ancora: “siamo costretti a
rimanere”, “vorremmo che l’Italia ci aiutasse”, ma che lo facessero
“anche altri Paesi europei”. E’ stato lo stesso Pontefice a chiamare
a sé e ad invitare a parlare i migranti che lo hanno accolto
al molo Favaloro. Alcuni dei giovani stranieri avevano preparato i loro
brevi messaggi. Tutti gli hanno chiesto aiuto. In tutta l’isola sono decine di cartelli che hanno accolto il pontefice. Molti sono stati esposti anche al molo Favaloro.
Alle
10.00 – Il Papa passa vicino ad alcune barche abbandonate, sono quelle
che migliaia di migranti in queste settimane hanno raggiunto Lampedusa,
ultimo lembo di terra a sud d’Europa. Ad accoglierlo circa
quindicimila persone, fra isolani, abitanti della vicina Linosa e
turisti. Il Papa stringe le mani di decine di fedeli che lo hanno
accolto allo stadio di Lampedusa e bacia numerosi bimbi. La sicurezza
fatica a contenere l'entusiasmo degli isolani. Una vera e propria
festa, una esplosione di gioia sta accogliendo il Papa che intanto
sulla sua auto che procede molto lentamente continua a baciare ed
abbracciare i bambini.
video
video
--------------------------------------------
Poco prima delle 10 il Papa è arrivato al campo per la Messa con la campagnola messa a disposizione da un signore milanese.
Ad
attendere il Papa sul molo Favaloro, il sindaco di Lampedusa, Giusi
Nicolini, che ha detto grazie al Pontefice per la visita. Il pontefice
ha risposto «Sono io che ringrazio voi. Questo è il luogo di sofferenza
perché ci sono ventimila morti sotto il mare».
I
fedeli raccolti in località Salina, nella spianata dello stadio "Arena"
di Lampedusa hanno accolto papa Francesco con grande entusiasmo.
La visita di papa Francesco a Lampedusa è stato accompagnata da una serie di gesti simbolici.
La base dell'altare è composta dalla chiglia di una imbarcazione affondata nel Metiterraneo
Il
Pontefice e gli altri celebranti hanno indossato una talare viola per
sottolineare l’aspetto penitenziale e l’estrema sobrietà del rito.
Papa
Francesco a Lampedusa ha celebrato messa con un pastorale e un calice
di legno ricavati dalle imbarcazioni dei migranti giunti sull’isola e
realizzati dal falegname di Lampedusa Franco Tuccio. I colori sono
quelli originali della barca da cui sono stati tratti.
Il
pastorale è una croce, nel braccio orizzontale sono incisi due pesci,
in quello verticale cinque pani per richiamare il brano evangelico
della moltiplicazione dei pani e dei pesci, ricordando così le parole
di Gesù: «Date loro voi stessi da mangiare». Il cuore, di colore rosso,
al centro della croce, è un richiamo a quella carità che deve sostenere
sempre la fatica della croce nella quotidianità della comunità
cristiana.
Il
calice di legno usato dal Papa ha la coppa interna rivestita di
materiale pregiato (argento) come richiesto dalle norme liturgiche e un
chiodo trasversale alla base del calice, che richiama la Passione del
Signore e dei tanti fratelli, anch’esso è realizzato con legno ricavato
dal legno delle imbarcazioni dei migranti.
Alle
10,25 inizia la messa penitenziale celebrata nello stadio tra
l’arcivescovo di Agrigento, monsignor Francesco Montenegro e il parroco
dell’Isola, don Stefano Nastasi.
Dopo la liturgia della Parola l'omelia del Papa.
"Immigrati
morti in mare, da quelle barche che invece di essere una via di
speranza sono state una via di morte. Così il titolo dei giornali.
Quando alcune settimane fa ho appreso questa notizia, che purtroppo
tante volte si è ripetuta, il pensiero vi è tornato continuamente come
una spina nel cuore che porta sofferenza. E allora ho sentito che
dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto di vicinanza, ma
anche a risvegliare le nostre coscienze perché ciò che è accaduto non
si ripeta..."
il testo integrale
video
Dopo
l'omelia il Papa si raccoglie in silenzio con tutta la folla e poi
prosegue la celebrazione seguita, secondo i dati forniti dalla
Questura di Agrigento, da circa 10 mila fedeli.
Tra
loro anche una folta rappresentanza dei migranti che si trovano
sull'isola dopo gli ultimi sbarchi. Circa 5 mila sono, in totale, gli
abitanti che stabilmente risiedono sull'isola siciliana.
--------------------------------------------
Alle 11.27 il saluto al Papa dell'Arcivescovo di Agrigento mons. Francesco Montenegro.
“L’anima
mia magnifica il Signore e il mio Spirito esulta in Dio mio Salvatore”.
Amatissimo Padre, affido alle parole della Vergine il mio e nostro
sentimento di gioia per il dono della Sua presenza in mezzo a noi e,
attraverso il mio saluto, Le porto l’abbraccio e l’affetto di tutte le
sorelle e i fratelli di Lampedusa e Linosa e di tutta la diocesi di
Agrigento. Benvenuto in mezzo a noi! Sentiamo che oggi, attraverso la
Sua persona, è il “Signore a visitare il Suo popolo”.
il testo integrale dell'intervento di mons. Montenegro:Lampedusa: uno
scoglio e un faro acceso per la Chiesa, l'Italia, l'Europa
VIDEO
Al termine della Messa Papa Francesco rivolge alla Madonna la bella preghiera Maria, stella del mare
O Maria, stella del mare,
ancora una volta ricorriamo a te,
per trovare rifugio e serenità,
per implorare protezione e soccorso.
...
Amen.
«Lampedusa
sia faro per tutto il mondo, perché abbia il coraggio di accogliere
quelli che cercano una vita migliore». Lo ha chiesto il Papa al termine
della messa, ringraziando i lampedusani sia per «l'accoglienza» che per
la «tenerezza» verso gli immigrati. Ultimi momenti di papa Francesco a
Lampedusa
Prima
di far rientro in Vaticano. Il Papa, terminata la messa al campo
sportivo ''Arena'' in localita' Salina, accompagnato dall'arcivescovo
di Agrigento monsignor Francesco Montenegro, si è diretto nella
parrocchia di San Gerlando, nel centro di Lampedusa, per una breve
sosta. Ad accoglierlo il parroco don Stefano Nastasi che lo stesso
pontefice ha lodato pubblicamente, al termine della celebrazione
eucaristica, per il suo lavoro in favore dei migranti.
Un
nuovo ringraziamento a Lampedusa per l'accoglienza che dimostra da anni
verso i migranti è stato affidato da Papa Francesco al sindaco
dell'isola Giusi Nicolini nel colloquio di commiato, alla parrocchia di
San Gerlando. Dopo essersi intrattenuto con il sindaco e con il
parroco, don Stefano, alle 13.15 il Papa è salito sulla campagnola per
dirigersi all'aeroporto e salire sul Falcon dell'Areonautica militare
che lo riporta a Roma.
Un
“incredibile evento, densissimo, storico e significativo nel giro di
poche ore”: così il direttore della Sala Stampa vaticana, padre
Federico Lombardi, ha definito il viaggio di Papa Francesco in un
briefing con i giornalisti a conclusione della visita. “Il Papa – ha
detto - era molto toccato dall’accoglienza dei lampedusani” cui ha
rivolto un caloroso ringraziamento e “l’invito a continuare ad essere
un esempio anche di accoglienza e di responsabilità per queste persone
in difficoltà che giungono sulle loro coste, presso le loro case.
Questo certamente è il messaggio fondamentale di questo viaggio”...
Padre Lombardi: un evento storico, Papa Francesco toccato dall'accoglienza
VIDEO
--------------------------------------------
E’ molto significativo che Papa Francesco abbia scelto come suo primo
viaggio apostolico, Lampedusa, posto simbolico per esprimere la sua
attenzione agli ultimi, agli impoveriti. “La carne dei rifugiati- aveva
detto pochi giorni prima del viaggio- è la carne di Cristo.”
L’isola
di Lampedusa è la porta di entrata in Europa per ‘i disperati
dell’Africa’. “La Chiesa compie la propria missione- aveva scritto
prima di essere ucciso il vescovo di Oran (Algeria), Pierre Claverie-
quando è presente nelle lacerazioni che crocifiggono l’umanità nella
carne e nell’unità.”
Papa
Francesco ha scelto di essere presente in uno dei luoghi che hanno
visto, in questi anni, arrivare migliaia di ‘carrette del mare’, di
barconi carichi di uomini e donne alla ricerca di un futuro. Tanti di
loro non ce l’hanno fatta! Il giornalista G. Visetti, dopo un
prolungato soggiorno a Lampedusa, ha stimato , dal 2002 al 2008, che
oltre 42.000 immigrati hanno perso la vita nel ‘Mare nostrum’,
diventato ormai il cimitero degli impoveriti. Per loro il Papa ha
deposto sulle acque una corona di fiori per ricordare questa immane
tragedia che si consuma davanti allla Fortezza Europa, protetta dal
Frontex, un’agenzia che ha a disposizione oltre cento milioni di euro
all’anno, per impedire ai diseredati di arrivare in Europa.
“Dov’è
tuo fratello?”- ha gridato il Papa durante la Messa-La voce del suo
sangue grida fino a me, dice Dio.Questa non è una domanda rivolta ad
altri, è una domanda rivolta a me, a te, a ciascuno di noi.”
E’
in questo contesto che il Papa ha voluto compiere il suo primo viaggio
apostolico per dare corpo al suo motto:” Una Chiesa povera e per i
poveri.” Un viaggio questo, semplice, sobrio e povero, alle ‘ periferie
della vita’. Infatti il Papa , che è arrivato nell’isola con un aereo
di linea, non ha voluto né politici né dignitari né cardinali .Da un
altare, posto su una ‘carretta del mare’ , con un calice di legno e un
pastorale confezionati con il legno dei barconi degli immigrati,
Francesco ha gridato:”Sono venuto a Lampedusa per risvegliare le
coscienze perché questo non si ripeta più.”
La
presenza a Lampedusa del vescovo di Roma, pone pesanti domande
all’Italia, all ‘Unione Europea, ma anche alla Chiesa che è in Italia.
Perché
il popolo italiano ha assistito quasi con indifferenza per anni a
questa immensa tragedia degli immigrati che hanno tentato di
attraversare il Mediterraneo?...
“LA CARNE DEI RIFUGIATI E’ LA CARNE DI CRISTO” di Alex Zanotelli
--------------------------------------------
Sono
passati ormai sette anni – e innumerevoli sbarchi, naufraghi, profughi
e morti – da quando, pubblicando un libro sugli stranieri e
sull’ospitalità, volli dedicarlo “agli uomini, alle donne e ai bambini
che, andando verso il pane e sognando la nostra accoglienza, sono morti
da stranieri nelle acque del Mediterraneo, mare che avrei voluto che
potessero amare e sentire ‘nostro’ come io lo sento e lo amo”. Ed ecco
che un uomo, un cristiano, un papa venuto dalla fine del mondo sceglie
l’estrema periferia sud dell’Italia per la sua prima uscita da Roma e
va in pellegrinaggio a un santuario dell’umanità sofferente, quel mare
che ha inghiottito migliaia di persone. Un gesto volto a esprimere la
sollecitudine verso gli ultimi, i poveri, quelle categorie sociali che
il dettato biblico affida alla custodia dei credenti perché prive di
ogni tutela e diritto: l’orfano, la vedova, lo straniero. Un gesto
quindi che esprime il modo con cui il vescovo di Roma vuole esercitare
il suo ministero di pastore – la cui voce e i cui gesti sono
indirizzati a tutti – e vuole praticare la prossimità, la vicinanza
come primo passo per amare gli altri.
Un
gesto altamente simbolico, ma soprattutto profetico quello posto
risolutamente e semplicemente da papa Francesco, capace di interrogare
le coscienze – e anche di infastidirne molte, che però si dicono
“pronte a difendere la vita”, come si è visto e letto nei giorni che lo
hanno preceduto – e di ridestare non tanto l’attenzione quanto le
orecchie e il cuore di ciascuno, la capacità che ogni essere umano ha
di riconoscere nell’altro un proprio simile, un fratello e una sorella
che condivide la comune umanità al di là di ogni differenza di etnia,
lingua, appartenenza. Un gesto che vuole ricordare a tutti, a
cominciare da chi ha responsabilità politiche ed economiche, che nessun
essere umano è clandestino su questa terra, che ciascuno ha diritto a
veder riconosciuta e rispettata la propria dignità, che migranti,
profughi, esuli, vittime di guerre e di carestie non si metterebbero in
viaggio se trovassero pane e giustizia là dove sono le loro radici e il
loro cuore. Un gesto che vuole provocare la coscienza di tutti gli
uomini e vuole “spingere a riflettere e a cambiare comportamento”.
Papa
Francesco ha lanciato questo appello come pastore cristiano che cerca
di ritornare alla semplice essenzialità del vangelo che, “nascosta ai
sapienti e ai dotti, è rivelata ai piccoli” (Mt 11,25). Così la visita
a Lampedusa, il ricordo dei morti e dei sopravvissuti, la gratitudine
per chi si è speso nell’accoglienza, l’intero evento è stato posto
sotto il segno della dimensione penitenziale e dell’invocazione della
remissione dei peccati. Colore dei paramenti violaceo, letture
bibliche, sobrietà di parole, gesti e riti: tutto si è articolato nello
spazio del credente che si pone di fronte a Dio chiedendo perdono per i
peccati commessi, peccati che, come ben sappiamo, sono spesso segnati
anche da ciò che noi riduciamo a semplice “omissione” ma che può avere
sul nostro prossimo l’effetto di una condanna a morte. Come Erode ha
seminato morte per il proprio benessere, anche noi di fatto per il
nostro benessere procuriamo morte e miseria a quelli con i quali non
condividiamo l’unica terra e le sue risorse. Anche l’altare-barca su
cui ha celebrato papa Francesco era significativo: mi sono venute in
mente le parole di Giovanni Cristostomo: “Ogni volta che vedrete un
povero, ricordatevi che sotto i vostri occhi avete un altare non da
disprezzare ma da onorare”...
I valori nascosti di un gesto di Enzo Bianchi
--------------------------------------------
A
Lampedusa Papa Francesco ha testimoniato a tutti che la profezia non è,
come spesso si crede, la capacità di prevedere il futuro ma indica,
nella Bibbia, lo sguardo con cui si comprende, nel suo vero
significato, il presente. Profeta è chi va oltre gli angusti confini
delle esigenze e degli interessi contingenti, su cui si sbranano le
fazioni umane, e guarda al mondo e alla storia con gli occhi di Dio.
In
un contesto in cui c’è chi ha considerato il suo viaggio a Lampedusa
come una inaccettabile legittimazione del reato di clandestinità (Magdi
Allam su «Il Giornale» di ieri) e chi vi ha visto un’apertura verso le
posizioni della sinistra sull’immigrazione, Francesco ha parlato,
semplicemente, come un profeta.
La
voce era dimessa, l’italiano a tratti un po’ maccheronico, ma le sue
parole sono piombate come un macigno su una società consumistica
abituata a considerare tutto – la gioia e il dolore, la vita e la morte
degli esseri umani, il cristianesimo, questo stesso viaggio – come
oggetti su cui gettare uno sguardo annoiato, gridando, in nome di Dio,
che tutto questo è disumano e tradisce alla radice il senso
dell’esistenza. Perché queste parole non erano rivolte agli immigrati,
ma a noi. E il colore dei paramenti della messa, il viola, utilizzato
dalla liturgia sia per le cerimonie funebri che per quelle
penitenziali, non era appropriato solo agli stranieri morti in mare, ma
anche agli italiani e, in generale, agli europei vivi e tranquilli
nelle proprie belle case, incapaci non solo di muovere un dito per
aiutare i disperati che chiedevano aiuto, ma perfino di piangere sulla
loro tragica fine. «Chi ha pianto per la morte di questi fratelli e
sorelle?», si è chiesto il papa. Senza dire che forse tanti di questi
educati e civili cittadini hanno dato man forte, almeno col loro
silenzio, a un sistema perverso che, per tutelare i ricchi, condanna a
morte i poveri.
«Signore»,
ha detto Francesco durante l’omelia, «in questa Liturgia, che è una
Liturgia di penitenza chiediamo perdono per l'indifferenza verso tanti
fratelli e sorelle, ti chiediamo perdono per chi si è accomodato, si è
chiuso nel proprio benessere che porta all'anestesia del cuore, ti
chiediamo perdono per coloro che con le loro decisioni a livello
mondiale hanno creato situazioni che conducono a questi drammi»...
Un profeta che scuote le coscienze di Giuseppe Savagnone
--------------------------------------------
Non era affatto facile andare a Lampedusa. L’aveva detto qualche giorno
prima papa Francesco in un’omelia a Santa Marta, parlando dei modi per
raggiungere Dio: non serve un corso di aggiornamento, aveva detto, “per
toccare il Dio vivo bisogna uscire per la strada, andando a cercare, a
trovare, ad accostarsi alle piaghe di chi è povero, debole, emarginato.
Una cosa non semplice, né naturale”.
No,
non era semplice, né naturale, come primo viaggio fuori diocesi
prendere la strada del mare, solcare con i pescatori quelle acque
divenute tomba dei poveri, spargervi i fiori della pietà, sbarcare al
molo Favarolo, incontrare quei migranti, quei superstiti che per molti
non dovrebbero nemmeno esistere: per le leggi dello Stato italiano,
gestite da quel ministro degli interni che voleva andare a
pavoneggiarsi a Lampedusa accanto al papa, si tratta di “clandestini”,
contro cui è in corso “una lotta”, per gestire la quale è stata creata
apposta una “direzione centrale dell’immigrazione e della polizia di
frontiera”; si tratta di gente che viene ad arenarsi sul bagnasciuga di
quell’ultimo lembo di terra su cui l’Europa è attestata per difendere
il suo privilegio, si tratta di profughi, del popolo delle barche, di
disperati che fuggono i tormenti dei loro Paesi, che si affidano al
ricatto dei battellieri, che si aggrappano a un gommone, e che se
sopravvivono sono salvati per essere tradotti in quei campi di
detenzione che prima abbiamo chiamato “centri di permanenza temporanea”
e poi, con la chiarezza tipica del linguaggio della Lega, “centri di
identificazione e di espulsione”: i respingimenti, altro che andare a
baciare le piaghe del povero.
Perciò
ha fatto bene il papa a non volere né governo, né ammiragli, né altre
autorità a far da corona alla sua trasferta; non solo perché i viaggi
papali devono tornare ad essere visite pastorali di un vescovo, e non
visite di Stato e vetrine di potenti, ma anche perché noi e il nostro
Stato non siamo innocenti di quelle vittime e di quelle piaghe.
Ma
che sta facendo il papa? Sta cambiando il papato e di conseguenza, data
l’invasività di questa istituzione, sta cambiando la Chiesa, prima
ancora di metter mano alla sua riforma. E lo fa rendendo visibile il
Vangelo; questa è la sua specificità o, se si vuole, il suo carisma;
altri predicano il Vangelo, ne fanno l’esegesi; quello che fa Francesco
è che il Vangelo ce lo fa vedere. Ce lo fa vedere a Roma, ce lo fa
vedere a Lampedusa...
LAMPEDUSA di Raniero La Valle
--------------------------------------------
Gli
scarponi da trekking e i calzettoni sono pronti, la prenotazione per
l’escursione al cratere di Stromboli è andata a buon fine, anche la
sistemazione per la notte è scelta con cura e risponde a tutti i
confort: tutto è predisposto. Aspettiamo solo che giunga il momento di
partire. Vogliamo festeggiare così il nostro 33° anniversario di
matrimonio.
Il
giorno prima della partenza una voce familiare mi suggerisce di
cambiare percorso, di lasciar perdere quel nostro progetto, bello ma
umano, e di sperimentarne uno nuovo dettato dallo spirito, molto più
alto e per niente paragonabile al primo. Subito ci sembra azzardato
lasciare la certezza delle cose umane ben pianificate per lanciarci in
un altro percorso pieno di incognite e di rischi. C’è così poco tempo
che pensiamo di non farcela ad organizzare tutto. Ma quella nuova
prospettiva, carica di significato spirituale, ci spinge a lasciare il
certo per l’incerto. Sentiamo che si tratta del richiamo di Gesù che
per noi ha preparato una gioia più grande.
Bisogna fidarsi, avere coraggio e lasciarsi condurre da Lui che ci sta chiamando.
Decidiamo
di farci pellegrini e di affrontare anche i rischi di una sistemazione
precaria pur di incontrare Papa Francesco che compie la sua prima
Visita Pastorale a Lampedusa... Le parole del Santo Padre
vanno dritte al cuore e alla coscienza di ciascuno e ci mettono davanti
alle nostre azioni, alla nostra negligenza.
Ciascuno si sente faccia a faccia con se stesso.
E
al momento della Santa Comunione un segno inequivocabile ci dimostra
che se ci si svuota del proprio io per lasciar posto a Dio, il Padre ti
ricompenserà in abbondanza.
Mai avevamo sentito la presenza di Dio così vicina a noi e l’emozione è irrefrenabile.
A
chiudere quest’esperienza unica, il sorriso indirizzato da Papa
Francesco proprio a noi. Lo sentiamo posarsi su di noi, come se la
Carezza di Dio ci consolasse delle pene quotidiane che ogni giorno
affliggono tutti gli uomini. Sperimentiamo che l’amore del Signore è
grande e ci colma di gratitudine e riconoscenza.
Mi torna in mente l’espressione “Signore da chi andremo? Tu solo hai parole di vita eterna”.
Lascia tutto e seguimi di Nella Barbera
--------------------------------------------
... Ha fretta, papa Bergoglio, di rimettere al suo posto quel vangelo
che negli ultimi anni è stato sostituito con documenti, prolusioni,
encicliche e dottrina; è venuto per scrostare e ripulire quel
cristianesimo borghese e addomesticato dallo spirito mondano che ha
precipitato molti e la Chiesa stessa dentro a scandalosi compromessi di
potere, di denaro, di peccato. A denunciare con forza tutta la vanitas
vanitatis che ha alitato così tanto fra i cattolici al posto dello
Spirito.
Lo spirito mondano alimentato dal proprio interesse egoistico non è altro che “una bolla di sapone”, ha detto il papa a Lampedusa: fuori bellissima, leggera e lucente. Dentro, il vuoto totale...
Bolle di sapone di Mirella Camera
...
In questa visione i poveri non sono solamente i fratelli più piccoli da
aiutare perché non si perdano nel cammino, che dopotutto è un modo di
porsi umanitario tranquillamente condivisibile anche con tanti non
credenti; ma sono soprattutto il segno scelto da Cristo stesso per
re-incarnarsi nella Storia (In verità vi dico: ogni volta che avete
fatto queste cose a uno solo di questi miei fratelli più piccoli,
l'avete fatto a me, Mt 25,40) Così quando Francesco durante la veglia
pentecostale ha detto, papale papale: "I poveri sono la carne di
Cristo", ha fatto un enorme atto di Magistero e li ha fatti diventare a
tutti gli effetti l'ottavo sacramento, quasi equiparandolo
all'Eucarestia. (E come non pensare subito al calice da messa di
Lampedusa, ricavato dal legno delle barche dove erano ammassati gli
immigrati e destinato a contenere il corpo di Cristo?)
Aspettiamoci
lo scandalo, non appena lo ripeterà ancora e ancora, finché non sarà
chiaro. Perché fare dei poveri in carne e ossa - i barboni nelle strade
delle nostre città, gli immigrati che sbarcano sulle nostre coste, i
licenziati e i senza lavoro che abitano nei nostri quartieri - fare di
questi, dicevo, l'ottavo sacramento è duro da digerire.
Per
ora facciamo finta di non aver capito la portata delle parole di papa
Bergoglio, come da duemila anni abbiamo fatto con quelle chiarissime
del vangelo; continuiamo a pensare ai poveri in termini caritatevoli
(da buon prete), illuminati(da buon borghese), compassionevoli (da buon
neoliberista) e non come la carne di Cristo.
Perché
se salta fuori che è davvero questa la vela nuova che ha issato la
barca di Pietro, non ce n'è più per nessuno: bisogna davvero cambiare
rotta.
L'ottavo sacramento di Mirella Camera
--------------------------------------------
Il
viaggio simbolico a Lampedusa. La grande popolarità. La riforma della
curia. Il silenzio calcolato sui temi etici. Ma anche il primo errore
su una nomina IOR. La sfida di Francesco per cambiare la Chiesa
incontra ostacoli e nemici. Anche in Vaticano
Sandro Magister: Un papa come non s'era mai visto. Ce la farà?
Bene hanno fatto i politici a
non sgomitare più di tanto per avere un posto in prima fila nello
stadio di quest’isola bruciata dal sole. Ne sarebbero usciti coi
completi blu impiastrati di terra e la faccia rossa per la vergogna. Il
“no” di papa Francesco alla“globalizzazione
dell’indifferenza” riguardava proprio loro, prima di tutti. E la
responsabilità per i venticinquemila migranti che in questi anni non ce
l’hanno fatta a raggiungere le coste di Lampedusa e il mare se li è
portati via.
Altro che strette di mano, genuflessioni e faccette da offrire alle
telecamere. Questo è stato un viaggio di penitenza e senza sconti. Così
lo voleva “padre Bergoglio”. Semplice, sobrio, rigoroso. E così è
stato. Con tanti saluti a chi aveva raccontato di un’isola che sulla
visita papale aveva costruito un piccolo business di magliette e tutto
esaurito. Mentre Francesco parlava alla gente, non c’era un solo locale
aperto. I lampedusani erano con lui allo stadio.
Andrea Purgatori: Francesco a Lampedusa, la scossa del Papa che mette all'angolo i politici
Il viaggio a Lampedusa “è il
primo gesto che si rivolge alle ‘periferie’. Il Papa ha parlato di
periferie, ma non ne parla soltanto, ci ‘va’. E credo che nell’Italia e
nell’Europa di oggi non ci sia periferia ‘più periferia’ di Lampedusa,
non solo geograficamente ma umanamente, socialmente e storicamente”.
Così monsignor Mariano Crociata, segretario generale della
Conferenza episcopale italiana, ha commentato la visita lampo di Papa
Francesco.
Luigi Crimella: "Il Papa ci va in periferia per condividere il dolore"
Don Francesco
Soddu, direttore nazionale della Caritas, si augura che le parole di
Francesco da Lampedusa siano come una bomba nel mondo politico
italiano. Parlando da quel lembo di terra che unisce l’Africa
all’Europa, piangendo su quelle vittime innocenti seppellite sotto il
mare, il Papa ci ha preso per i capelli e ci ha riportati dentro la
storia. Ci ha detto delle lacrime necessarie a essere uomini. E ha
messo a nudo l’assurdità di una legge, quella che prevede il reato di
clandestinità, fatta “sulla pelle delle persone”, come ha detto il
ministro dell’Integrazione Kyenge. Una legge crudele, che trasforma una
condizione, quella di clandestino, in uno “stigma” e che solo il nostro
buon cuore di “italiani brava gente” ha impedito che facesse ancora più
danni di quelli che poteva fare. E che soprattutto non serve a nulla
sul piano della pretesa sicurezza.
FAMIGLIA CRISTIANA: ABOLIAMO IL REATO DI CANDESTINITA'
... "Da oggi i
religiosi, i volontari, i rifugiati, tutti gli uomini e le donne di
buona volontà che hanno fatto dell'accoglienza il loro stile di vita si
sentono meno soli"...
Francesco Rosati: «CON IL "MAI PIÙ" DEL PAPA SIAMO MENO SOLI»
---------------------------------------------------------------
SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA
NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
---------------------------------------------------------------
Abolizione dell’ergastolo,
stretta su corruzione, riciclaggio e terrorismo, inasprimento delle
pene riguardanti i delitti contro i minori nel solco della “tolleranza
zero” voluta dal predecessore.
Sono i punti principali della riforma del sistema penale per
lo Stato di Città del Vaticano varata da papa
Francesco con un Motu proprio pubblicato giovedì e che
prosegue la riforma iniziata daBenedetto XVI a fine 2010 per
dotare la Santa Sede di strumenti al passo con i tempi per prevenire e
contrastare la criminalità recependo diverse Convenzioni
internazionali. Le nuove norme entreranno in vigore il 1° settembre
prossimo.
Antonio Sanfrancesco: IL PAPA: STOP ALL'ERGASTOLO E PENE PIÙ DURE PER I REATI SUI MINORI
Il professor Cesare Mirabelli: "La Santa Sede con tutti i suoi
organismi si adegua a tutto ciò che c'è di più moderno sul piano
giuridico a livello internazionale"
Luigi Crimella: "Fine pena mai"? Abolito dal Papa
---------------------------------------------------------------
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non
sei iscritto ?
Iscriversi
è facile e gratuito.
ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER
riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3)
Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
|
|