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N.
B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate
appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
... Fatevi accompagnare da Gesù, Lui vi
ama.
Pasqua è Gesù vivo!
(dal
messaggio di auguri pasquali del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla
diocesi di Buenos Aires prima di partire per Roma)
*****
BUONA PASQUA!!!
Speciale
Pagina in continuo aggiornamento
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Ha
commosso prima gli spettatori di Ballarò e poi i tanti utenti del web
che hanno condiviso foto e video della sua storia. E ora lo vorrebbero
addirittura ministro dell'Istruzione. La storia di Antonio La Cava di
Ferrandina (Matera), è una di quelle che ridà fiducia nel futuro
dell'Italia. Antonio è stato per 42 anni maestro delle elementari.
Quando ha smesso il suo lavoro ha comprato un’Ape usata, l’ha
modificata, l’ha riempita di libri e l’ha chiamata “Biblio moto carro”.
Ora va in giro per i paesini della Basilicata e si fa annunciare dal
suono di un organetto. Nelle piazze lo aspettano i bambini.
Leggi tutto e guarda il video della dedica di Ballarò: Il maestro a domicilio commuove gli spettatori di Ballarò
Anche in Toscana...
... L´intuizione giusta l'ha avuta una ragazza di Palaia, Elena
Gallo, dell'associazione "Olifante", che in Valdera gestisce alcune
piccole biblioteche. "Mettiamo i libri dentro a un´Ape e andiamo in
giro a sponsorizzare la cultura". Detto fatto.
Un sacco di porte si sono subito spalancate. E il progetto "BiblioApe"
è partito. Illuminata dai riflettori della sala conferenze del Museo
Piaggio, dove è stata ufficialmente presentata, fa un figurone...
IL BATTESIMO DELLA BIBLIOAPE
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Una
ventina di secondi. Tanto è durata quattro anni fa, il 6 aprile del
2009, la scossa di magnitudo 6.3 che alle 3:32 devastò L’Aquila e
provincia, provocando 309 morti, circa 2.000 feriti. I numeri
complessivi rendono meglio la dimensione della tragedia: insieme alle
309 vittime ed ai circa 2000 feriti, oltre 67mila sfollati, 23mila
edifici danneggiati, oltre 600 milioni di euro di danni alle aziende.
A quattro anni da quei venti secondi di terrore e di morte sono ancora
tante le crepe nella ricostruzione: crepe nelle risorse economiche
impegnate e ancora da spendere, crepe nel territorio ancora
danneggiato, crepe nella vita delle famiglie. Oggi, in molti vorrebbero
rimuovere questa memoria, archiviare ciò che è accaduto. Sarebbe un
tragico errore, oltre che un insulto a chi ha sacrificato la propria
vita mentre affaristi e pseudo imprenditori ridevano al telefono.
LIBERA: Terremoto a L’Aquila, quattro anni dopo per non dimenticare
Con 154 voti a favore, 23 astenuti (fra cui Russia, Cina, Cuba e Venezuela) e 3 contrari (Corea del Nord, Iran e Siria, l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato ieri tra gli applausi ilTrattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty - qui il testo in inglese in .pdf; qui le dichiarazioni e le votazioni in .pdf).
Un risultato storico ottenuto grazie alla mobilitazione mondiale promossa fin dal 2003 dalla campagna Control Arms sostenuta nel nostro paese soprattutto dalla Rete italiana per il Disarmo.
“E’ un passo sicuramente importante per tutte quelle associazioni che
da dieci anni si battono per regolamentare i trasferimenti di
armamenti. Non è un caso che solo dopo un percorso lungo, diversi
momenti di discussione e anni dubbi, in particolare da parte degli Stati Uniti,
si sia arrivati a questa approvazione solamente grazie ad una forte
pressione internazionale delle associazioni della società civile” –
sottolinea il comunicato della Rete italiana per il disarmo.
UNIMONDO:
Commercio di armi: l’Onu approva il Trattato, contrari dittatori e lobby armiere
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“Ecco faccio una cosa
nuova”
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da
questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere
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CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
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L'amore non è...
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... il 4 aprile del 2005,
celebrando una messa a Buenos Aires in memoria di papa Giovanni Paolo
II a due giorni dalla sua morte, il futuro pontefice osservava: «È
stato un testimone coerente del Signore, che era in comunione con il
suo popolo, con la coerenza di un uomo di Dio. La coerenza -
sottolineava Bergoglio - non si compra, la coerenza non si studia. La
coerenza va coltivata nel cuore»...
La invoca e la attende tutta la
Polonia, la canonizzazione di Giovanni Paolo II, “e sarebbe
meraviglioso se avvenisse nell’Anno della Fede, ossia entro novembre”.
Parole di cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, storico
segretario particolare di Karol Wojtyla, che nega di avere parlato con
papa Francesco della santificazione del Pontefice polacco, ma non
nasconde la speranza che il rito si svolga a breve, “magari a ottobre,
a 35 anni dalla sua elezione al Soglio di S. Pietro”. È una richiesta
esplicita, quella del Porporato che ha vissuto accanto a Giovanni Paolo
II per quasi ventisette anni. Comunque, in ogni caso è “felice che sarà
Francesco a celebrarla”, perché Jorge Mario Bergoglio “farà come
Giovanni Paolo II: abbatterà muri, spalancherà le porte della Chiesa a
tutti, e avvicinerà il mondo alla Chiesa”.
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Riproponiamo il nostro post del 2011
Il 4 aprile del 1968, nella cittadina statunitense di Memphis, nel
Tennessee, viene assassinato Martin Luther King, pastore battista e
leader non violento dei neri americani. E' la naturale conclusione di
una vita totalmente spesa al servizio dell'Evangelo e dei propri
fratelli.
Se avremo aiutato...
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Dio ci giudica...
La croce di Gesù...
Allora continuiamo...
Coraggio, fratello...
Accetta che Gesù Risorto...
Chiediamo che...
Buona Pasqua...
L'amore deve essere...
Preghiamo insieme...
La tristezza...
Un altro mondo è...
La sera di Pasqua...
Sulla mia strada...
I libri, i documenti...
Toccare e guardare...
Tutto si può capire del cristiano...
Il Risorto è nella normalità...
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Proponiamo lo speciale di "A Sua Immagine" andato in onda nel giorno della morte di Cristo il 2/4/2010.
Com'è
morto esattamente? Che significato ha la sua morte? Perché è
avvenuta tra sofferenze atroci? Accanto a queste domande, le domande
dei telespettatori. Il Corpo, il Volto di Gesù nell'arte, le ferite
dell'Uomo della Sindone, le storie di chi passato per una passione, la
sua.
Domande su Gesù: il volto, il corpo, la passione
video
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SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO
di Don Tonino Bello
Solo quando avremo taciuto noi, Dio potrà parlare. Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.
Nel silenzio maturano le grandi cose della vita: la conversione, l'amore, il sacrificio. Quando il sole si eclissa pure per noi, e il Cielo non risponde al nostro grido, e la terra rimbomba cava sotto i passi, e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare, restaci accanto.
In quel momento, rompi pure il silenzio: per dirci parole d'amore. E sentiremo i brividi della Pasqua!
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"Obbedisce al cuore" di Enzo Bianchi
I
cristiani sanno esprimere, comunicare cosa festeggiano a Pasqua? Questo
è il caso serio. Ogni religione ha delle feste nelle quali i fedeli
celebrano eventi o particolari credenze e ha il il diritto di farle
conoscere a chi è estraneo a quella determinata fede. Allora, perché i
cristiani trovano nella Pasqua il fondamento della loro fede e perché
vogliono far conoscere la buona notizia contenuta nella Pasqua? Sono
domande legittime e doverose. È l’ansia missionaria, proselitistica che
fa parlare i cristiani e li spinge a questo annuncio fuori delle loro
comunità, nonostante le maggiori difficoltà che questo comporta ai
nostri giorni? I cristiani vogliono aumentare di numero e incrementare
i loro effettivi, aggregare altri uomini e donne impegnati nella stessa
avventura? Vogliono far crescere la loro casa, la chiesa? No, e va
detto con chiarezza, anche se molti atteggiamenti da parte di gruppi
presenti nella chiesa riducono il cristianesimo a propaganda e a
militanza, senza mai chiedersi se sono discepoli di Gesù.
In
verità nei cristiani c’è la convinzione – che non appartiene all’ordine
del sapere – che l’uomo Gesù di Nazareth, morto il 7 aprile dell’anno
30 della nostra era, ucciso dal potere religioso di Gerusalemme e per
convenienza del potere totalitario imperiale romano a causa del suo
messaggio e del suo stile di vita, aveva speso tutta una vita nel
servizio di chi incontrava, infondendo speranza e fiducia, vivendo un
amore pratico reale e quotidiano verso tutti, amici e nemici, poveri e
ricchi, notabili e persone anonime. Quest’uomo è stato richiamato dalla
morte a una vita per sempre dal suo Dio di cui era figlio inviato tra
gli uomini. Sicché la morte non è più l’ultima parola, non è più la
fine, il destino di ogni essere umano perché esiste una realtà che può
combatterla fino a vincerla: l’amore.
"Obbedisce al cuore" di Enzo Bianchi
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"La povertà che rende liberi" di mons. Bruno Forte
La povertà che rende liberi
di Bruno Forte
"In
questa Pasqua del 2013 vorrei riflettere su un tema, su cui ritorna con
insistenza Papa Francesco: la scelta della povertà e dei poveri. Mi
sembra che esso abbia molto da dire a tutti noi, e forse ancor più a
coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali, chiamati
come sono al servizio del bene comune. Ciò che colpisce nel nuovo
Vescovo di Roma è che le sue parole e i suoi gesti non hanno nulla di
retorico: si avverte che sono la punta di iceberg di una profonda
maturazione, vissuta nel silenzio e nell'eloquenza della carità.
Proprio così, è un soffio di vangelo quello che sta raggiungendo i
cuori di tanti attraverso questo Papa, «venuto dalla fine del mondo».
Da molte parti mi è stato testimoniato di un ritorno alla comunione con
Dio di persone lontane, che si sono sentite toccate dalla buona novella
di Francesco, che ricorda a tutti quanto siamo amati dal Padre e quanto
sia importante affidarsi senza riserve alla misericordia, rivelata e
donata in Gesù. ..."
La povertà che rende liberi
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SGUARDI DI SPERANZA
La
ferita è ancora aperta, e continua a sanguinare. Non può rimarginarsi
la ferita provocata dalla morte di un figlio di 11 anni travolto da un
camion su una pista ciclabile, mentre pedalava allegramente sulla
bicicletta che il padre gli aveva regalato due giorni prima. Ma quel
dolore ha generato frutti inattesi, e ancora continua a produrne. Come
il sacrificio di Cristo sulla croce.
«Non
è finita lì. È la cosa che continua a sorprenderci: la morte non è
l’ultima parola sulla vita di Andrea. Non siamo particolarmente forti o
bravi, mia moglie ed io, ma di fronte a quanto è accaduto dopo quel 23
giugno 2009 dobbiamo riconoscere che quel giorno ha segnato l’inizio di
qualcosa di nuovo, capace di ridare speranza alla vita nostra e di
tante persone». Felice Achilli, classe 1958, amante della pipa, è
sposato con Daniela, dalla quale ha avuto quattro figli, Andrea era
l’ultimo. Responsabile della Cardiologia all’ospedale San Gerardo di
Monza, ha fondato e presieduto per dieci anni Medicina e Persona,
un’associazione di professionisti che operano nel mondo della sanità.
In questi giorni ha pubblicato un libro ("Le infradito blu", Itaca
edizioni) che raccoglie gli incontri fatti dopo la morte del figlio,
nei quali legge una Presenza tanto misteriosa quanto evidente. «È stato
sorprendente vedere quante persone si sono strette a noi
testimoniandoci che Dio non ci lasciava soli col nostro dolore, e
quanti hanno incontrato o riscoperto la fede. Abbiamo toccato con mano
cosa significa che la Chiesa è una compagnia di persone che vive e
testimonia l’abbraccio misericordioso del Padre. Persone, volti,
incontri che ripropongono la verità della Resurrezione di Gesù. Questi
giorni sono per noi il tempo della ferita e della carezza di Cristo,
come ha detto Papa Francesco ai ragazzi del carcere di Casal del Marmo
quando è andato a trovarli il Giovedì santo. Vogliamo lasciarci
accarezzare da Cristo in questa ferita»...
Dalle ferite della morte il germe della rinascita
la scheda del libro "Le infradito blu"
I nuovi amici di Andrea marzo 2013 su "Tracce" (pdf)
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OREUNDICI IL QUADERNO DI APRILE 2013 POTERE E CREATIVITÀ
L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO
Quando
abbiamo iniziato a lavorare a questo quaderno, abbiamo messo insieme
due termini "potere e creatività" , sperando che essi potessero essere
coniugati negli avvenimenti importanti che stavano per accadere nella
Chiesa e nella società. La realtà ci ha sorpreso più volte e su tutti i
fronti. "Sono un semplice pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo
pellegrinaggio sulla terra" . Con queste parole Papa Benedetto ha
compiuto uno dei gesti più sorprendenti e innovativi che la Chiesa ha
vissuto negli ultimi tempi. Il " buonasera " con il quale Papa
Francesco ha iniziato il suo inedito stile comunicativo, dice lo stile
di usare "con tenerezza" il potere che gli è stato conferito su tutta
la Chiesa...
L'Editoriale di Mario De Maio
L’ESISTENZA È UNA SCELTA non serve più il “discorso su Dio” di Arturo Paoli
...
La vocazione cristiana deve passare dall’io al noi, altrimenti anche
coloro che sono assidui alle messe o ad altre liturgie, sentiranno un
senso di stanchezza e si sentiranno in crisi profonda. Impossibile, se
ci sentiamo di continuare a difendere il nostro individualismo, pensare
l’ideale di amorizzare il mondo. Bisogna cercare di dare alla parola
comunione il suo vero senso, metterci insieme con l’ideale di vivere
profondamente la nostra ragione di esistere: amorizzare il mondo...
L’ESISTENZA È UNA SCELTA non serve più il “discorso su Dio” di Arturo Paoli
Conosce realmente l’uomo chi conosce le sue capacità inedite.
Ernesto Balducci
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La storia vocazionale di Francesco Lo Presti: da futuro medico alla scelta di farsi frate
“Riconoscere l’amore di Dio per noi per dare spazio all'altro
Francesco
Lo Presti, è stato ospite nello "spazio Arancio" del programma di
TV2000 "Nel cuore dei giorni" del 22.03.2013. Francesco Lo Presti
è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e cresciuto in una famiglia
numerosa e cristiana. All’età di 19 anni si è trasferito a Roma per
motivi di studio e si è laureato in medicina. Durante il primo anno di
specialistica, all’età di 26 anni mentre seguiva un percorso
vocazionale al convento di San Bonaventura ha deciso di consacrarsi
alla vita francescana.
video
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"La tradizione tradita" di Silvano Fausti
L'ultima Parola Silvano Fausti Gesuita, biblista e scrittore
La tradizione tradita
«Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» (leggi Atti 7,1-54)
Stefano racconta ai Giudei la loro
storia comune, «radice santa» nella quale anche noi siamo innestati.
Come tutti i profeti, ne attualizza il filone rovente: la fedeltà di
Dio e le nostre infedeltà. Ricorda le tre figure fondamentali: Abramo,
Giuseppe e Mosè. Abramo è il nuovo Adamo, padre di tutti i credenti. In
lui è benedetta la sua discendenza e, in questa, ogni popolo della
terra. Giuseppe, «ucciso» come Abele da invidia fraterna, ricostruisce
la fraternità infranta. Mosè, infine, forma un popolo di fratelli,
liberi dalla schiavitù e in cammino verso la promessa.
Stefano accoglie la tradizione e
mostra la continuità e la novità del cristianesimo rispetto al
giudaismo: Gesù realizza l’attesa di Israele di un mondo nuovo dove
regni fiducia, fraternità e libertà.
La tradizione non è peso da
portare. È albero vivo, il cui frutto maturo è cibo per tutti. L’Antico
Testamento fiorisce ed è fecondo in chi lo guarda non come una mummia,
ma come il patrimonio di famiglia, sua promessa di vita. Tutto ciò che
siamo e abbiamo, ci è consegnato da altri. Tutto è tradizione. Chi la
ignora, perde la propria identità. La tradizione, come la vita, non si
inventa. C’è già. Ma va indagata e capita per realizzarne le infinite
possibilità. Per questo la tradizione non è tutto. Ha senso perché
produce un futuro sempre nuovo. Il pulsare del cuore e il ritmo del
respiro sono nuovi ogni attimo, altrimenti si è morti.
È l’anno della fede...
La tradizione tradita di Silvano Fausti
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Omelia - 30 marzo 2013: Veglia Pasquale nella Notte Santa
Angelus/Regina Cæli - 1° aprile 2013, Lunedì dell'Angelo
Udienza 3 aprile 2013
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
... Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così.
Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita!...
E
questo è un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella, a te caro
fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché
cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di
tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza,
nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!
Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita!...
Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita!
In
questa Notte di luce, invocando l’intercessione della Vergine Maria,
che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51),
chiediamo che il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci
apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle;
ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera
nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di
sentirlo come il Vivente, vivo ed operante in mezzo a noi; ci insegni,
cari fratelli e sorelle, ogni giorno a non cercare tra i morti Colui
che è vivo. Amen.
il testo integrale dell'omelia di Papa Francesco nella Veglia Pasquale
video
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Intorno
alle 10, Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro per la messa
del giorno di Pasqua: il Papa, vestito con semplici paramenti bianchi,
è uscito sul sagrato di San Pietro in processione dalla basilica
vaticana per dare inizio alla liturgia di cui è l’unico celebrante, si
è aperta con il rito del “Resurrexit”, che prevede l’apertura
dell’immagine del Risorto: si tratta di un’icona realizzata prestando
la debita attenzione al prototipo medievale. La nuova icona, come
quella antica, è costituita dall’immagine dipinta del Salvatore, seduto
in trono, con due sportelli laterali.
Dalle prime ore del giorno, piazza San Pietro si è andata riempiendo di
fedeli per la messa del giorno di Pasqua: sono circa 250mila, secondo
il Vaticano, le persone che hanno gremito la piazza in attesa
dell’arrivo del Pontefice.
Terminata la messa, Papa Francesco è salito sulla Campagnola scoperta
per fare il giro di piazza San Pietro: il Pontefice, con volto
sorridente, ha salutato e benedetto la folla, che lo ha acclamato a
gran voce... (fonte: IL SECOLO XIX)
*****
Ha commosso tutti domenica questo abbraccio di Papa Francesco a un
bambino affetto da paralisi cerebrale, cercato tra la folla in piazza
San Pietro. Dominic si chiama quel bambino. E ieri suo padre - che si
chiama Paul Gondreau, ed è un docente di teologia statunitense - ha
proposto una riflessione sull'abbraccio tra il Papa e suo figlio
pubblicata sul sito Catholic Moral Theology. La proponiamo qui in una
nostra traduzione dall'inglese.
*****
«Piccoli gesti con grande amore», raccontano che dicesse Madre
Teresa. Ieri Papa Francesco ha concesso una benedizione pasquale
straordinaria alla mia famiglia compiendo uno di questi gesti
abbracciando mio figlio Dominic, che ha una paralisi cerebrale.
L'abbraccio è arrivato quando, mentre percorreva la Piazza con la
papamobile dopo la Messa, in mezzo a 250 mila persone, ha visto mio
figlio. Questo momento di tenerezza, l'incontro di un moderno Francesco
con un moderno Domenico (come molti sanno, la tradizione riferisce che
san Francesco e san Domenico ebbero la gioia di uno storico incontro),
ha commosso non solo la mia famiglia (eravamo tutti in lacrime), non
solo quelli che erano vicini (molti dei quali piangevano con noi), non
solo le migliaia di persone che stavano guardando sui maxischermi sulla
Piazza, ma il mondo intero...
Se mio figlio mostra come si ama
*****
video
MESSAGGIO URBI ET ORBI
...
Come in tutta la settimana santa i gesti e le parole di Papa Francesco,
con profonda coerenza e dunque grande forza comunicativa, hanno
trasmesso un messaggio univoco: “Non chiudiamoci alla novità nella
nostra vita, non chiudiamoci in noi stessi, non rassegniamoci”. Sono le
parole di un padre: non dobbiamo avere paura della novità. Un padre per
ciascuno e per tutto il mondo. E tutti sappiamo quanto oggi ce n’è
bisogno, a tutte le latitudini...
Quello
che vale per l’uomo, gli uomini e le donne di oggi, vale anche per i
popoli. Così, con tratti essenziali, ci fa percorrere un itinerario tra
le sofferenze, le tensioni, le crisi del mondo di oggi, partendo dal
Medio Oriente, passando per l’Africa con le sue guerre e le sue
persecuzioni, per arrivare in Asia, alla nuova crisi in Corea. Ma oltre
ai conflitti tra gli Stati e dentro gli Stati, il Papa non manca di
ricordare, mentre invoca “pace e giustizia a tutto il mondo”, i grandi
problemi trasversali che erano stati definiti “strutture di peccato”...
La ripartenza del Papa
Leggi il testo integrale del "Urbi et Orbi" - Pasqua 2013
video
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“Avanti giovani!”.
L’ultima esclamazione di Papa Francesco scatena l’applauso, l’ennesimo,
degli oltre 30 mila assiepati nel colonnato del Bernini. L’appello che
scalda il cuore dei ragazzi, e non solo il loro, è lanciato in chiusura
della catechesi, con uno dei tipici crescendo di tono e intensità del
nuovo Pontefice. Dopo aver dato atto alla capacità tutta femminile di
accogliere con prontezza il messaggio della fede, come dimostrano i
Vangeli, Papa Francesco affida la propagazione di quel messaggio
soprattutto ai giovani, energie fresche capaci di entusiasmo in un
mondo vecchio dentro per via della violenza...
L’esortazione ai giovani segue la presa d’atto che Papa Francesco
compie, al pari dei suoi predecessori, nei riguardi delle donne, alle
quali viene riconosciuto un “ruolo particolare nell’aprire le porte al
Signore”. (fonte: RADIO VATICANA)
Cari fratelli e sorelle,
buongiorno,
oggi
riprendiamo le Catechesi dell’Anno della fede. Nel Credo ripetiamo
questa espressione: «Il terzo giorno è risuscitato secondo le
Scritture». E’ proprio l’evento che stiamo celebrando: la Risurrezione
di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e
trasmesso perché giunga fino a noi...
Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne...
Le
donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con
fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé, lo
trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che
riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire
anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani!...
Gli
evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le
donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i
criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori,
gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le
donne. E questo è bello. E questo è un po’ la missione delle donne:
delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che
Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa
testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se
siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su
come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e
abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al
Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo
di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo
dell’amore...
video
Ho
visto che ci sono tanti giovani nella piazza. Eccoli! A voi dico:
portate avanti questa certezza: il Signore è vivo e cammina a fianco a
noi nella vita. Questa è la vostra missione! Portate avanti questa
speranza. Siate ancorati a questa speranza: questa àncora che è nel
cielo; tenete forte la corda, siate ancorati e portate avanti la
speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che
Gesù è vivo e questo ci darà speranza, darà speranza a questo mondo un
po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti
giovani!
...
il testo integrale dell'udienza e guarda il video
Papa
Francesco non ha negato un fuori programma in occasione dell'udienza in
Piazza San Pietro. Al termine della cerimonia, avviandosi a rientrare
in Vaticano, il papa si è fermato vicino al braccio di Carlo Magno dove
per tradizione lo aspettano i fedeli disabili o malati.
Tra
loro una bambina con una gamba ingessata. Il papa sceso dalla jeep ha
prima salutato alcuni malati e poi ha messo la sua firma sul gesso
della bimba già decorato, come usa, da messaggi e disegnini. Ha firmato
il gesso della piccola sotto gli occhi commossi della mamma e lo
sguardo timido, dietro gli occhiali da vista, della ragazzina che era
adagiata su un passeggino per bambini.(fonte: ANSA)
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"Tra il dire e il fare" di Mirella Camera
Non
c’è dubbio che papa Francesco, in appena tre settimane, abbia portato
una rivoluzione. I giornali popolari si affannano a sottolineare i
gesti che lo avvicinano alla gente - baci ai più piccoli, telefonate
inaspettate agli amici, bagni di folla, persino la firma sul gesso di
una bambina - mentre quelli più seriosi si avventurano nell’esegesi
delle sue parole e nelle analisi dei suoi gesti, generalmente
proiettando le proprie aspettative ben al di là del legittimamente
immaginabile.
Qualcuno ha cominciato anche a lanciare frecce velenose ,
guarda caso dai siti tradizionalisti; e - non c’è da stupirsi - anche
Sandro Magister ha cominciato pian piano a prendere le distanze facendo
notare, acido, intanto cheBergoglio non è "dottore" e poi che le
sue scelte di povertà possono far nascere “dentro e fuori il
cattolicesimo cattive tentazioni: dalla liquidazione del governo
centrale della Chiesa alla scomparsa del titolo di papa, dall’avvento
di una “nuova Chiesa” spirituale alla umiliazione della bellezza che
celebra Dio, cioè della simbolica di riti, abiti, arredi, edifici
sacri. La modesta “ars celebrandi”, senza forza né splendore, della
messa inaugurale del 19 marzo non ha aiutato a fugare quest’ultima
tentazione”.
Secondo
me la rivoluzione più radicale è nascosta nelle poche e semplici parole
che ha pronunciato durante la benedizione Urbi et orbi...
Tra il dire e il fare di Mirella Camera
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“A volte, nella nostra vita – ha proseguito - gli occhiali per vedere
Gesù sono le lacrime”. Adesso, la Maddalena annuncia questo messaggio:
“Ho visto il Signore”. L’aveva visto durante la sua vita e ora ne dà
testimonianza: “un esempio per il cammino della nostra vita”, afferma
il Papa che aggiunge: “Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo sentito la
gioia, la tristezza, il dolore” ma “nei momenti più oscuri, abbiamo
pianto? Abbiamo avuto quella bontà delle lacrime che preparano gli
occhi per guardare, per vedere il Signore?”. Di fronte alla Maddalena
che piange – ha detto ancora Papa Francesco – “possiamo anche noi
domandare al Signore la grazia delle lacrime. E’ una bella grazia …
Piangere per tutto: per il bene, per i nostri peccati, per le grazie,
per la gioia, anche”. “Il pianto ci prepara a vedere Gesù"...
Un
Papa che promette veramente di essere rivoluzionario, resta da vedere
se riuscirà a mantenere le premesse di questi giorni. Queste le prime
impressioni del teologo Vito Mancuso
La luna di miele è
terminata, oggi comincia il vero pontificato di papa Francesco.
Concluse le celebrazioni della Pasqua, esauriti i bagni di folla -
l'ultimo ieri: in piazza San Pietro ad ascoltare il Regina Coeli, che
nel tempo pasquale sostituisce l'Angelus, c'erano 40mila fedeli -,
finita l'abbuffata mediatica, Bergoglio dovrà ora dare l'avvio
all'azione di governo della Chiesa.
I punti all'ordine del giorno, alcuni dei quali particolarmente
spinosi, sono numerosi: la sostituzione del cardinale Bertone alla
guida della Segreteria di Stato, le nomine dei capi dei dicasteri
curiali - ovvero i ministri del governo vaticano -, lo Ior e altre
questioni finanziarie. Da queste decisioni si capirà meglio se quello
di Bergoglio sarà un pontificato realmente riformatore oppure se il
papa venuto «dalla fine del mondo» si limiterà ad innovare le forme e
le apparenze lasciando però immutata la sostanza e le strutture
dell'istituzione ecclesiastica.
Luca Kocci: Francesco I alla prova di governo, il nodo della segreteria di stato
Il custode della memoria del
“Papa Buono”. All’altro capo del filo c’era papa Francesco; un
pontefice in cui la vox populi vede molti elementi di comunanza con
Angelo Roncalli. E non è un caso forse che la telefonata sia avvenuta
proprio mentre si celebrano i cinquant’anni dell’enciclica “Pacem in
Terris”, forse il più famoso documento di Giovanni XXIII.
"I gesuiti non cantano e non
sono amanti delle rubriche liturgiche". È un vecchio detto che padre
Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede e assistente generale
della Compagnia di Gesù, rispolvera per rispondere a domande sul fatto
che Francesco preferisce uno stile molto austero nelle liturgie e
finora non lo si è sentito cantare. Ma di teologia i seguaci di
Sant’Ignazio di Loyola sono maestri e non a caso Francesco, nel suo
primo Angelus, ha parlato proprio della Pontificia Università
Gregoriana.
È tra i suoi confratelli docenti dell’ateneo di piazza della Pilotta
che il gesuita Bergoglio ha individuato il suo principale consulente
teologico: l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario
dell’ex Sant’Uffizio.
Nei giorni scorsi mi ha scritto
dalla Germania (l’ultimo post è stato ripreso dal Müsteraner Forum
für Theologie und Kirche, per cui ha avuto una certa diffusione nei
paesi di lingua tedesca) una signora che esprimeva il suo sconcerto per
l’atteggiamento assunto dai media nei confronti del neo-eletto Papa
Francesco...
Cresce,
di giorno in giorno, l’emozione per un “pontificato iniziato in modo
spiazzante e affascinante”. Parole, gesti, immagini... si fa fatica a
tenere tutto insieme, con un filo rosso che colleghi quanto avviene
ogni giorno. C’è sempre il timore che qualche piccolo dettaglio possa
sfuggire. Anche perché “qualcosa di grande è successo, ma siamo solo
agli inizi”. Ne è convinto padre Ugo Sartorio, giornalista e
scrittore, direttore del “Messaggero di sant’Antonio”. Vincenzo
Corrado, per il Sir, lo ha intervistato.
Francesco
ha spiegato a un prete argentino perché non abita nell'appartamento
papale: vuole condividere la tavola, le notizie, i commenti
La melassa dolciastra di un progressismo mal digerito,
buonista, retorico, parecchio clericale e anche un po' bigotto, ha
sommerso papa Francesco, inondando i media. Che trattano l'Italia,
credente e no, come una comunità priva di autonoma capacità di giudizio
e alla quale si possa vendere un Papa come un detersivo. È mortificante
che una parte rilevante del Paese manifesti una tale incapacità di
guardare - con rispetto della religione, della Chiesa e della laicità
dello Stato - a un evento importante per credenti e no quale l'elezione
di un nuovo Pontefice. Il pauperismo ecclesiastico è la forma del
marketing della Chiesa, oltre che della sua missione di Carità,
dell'essenza politica della sua gerarchia.
Piero Ostellino: Troppa retorica su papa Francesco Diffidate dei suoi incauti imitatori
Caro
direttore, ho letto con interesse l'articolo di Piero Ostellino
sul Corriere della sera del 3 aprile, dal titolo «Troppa
retorica su papa Francesco. Diffidate dei suoi incauti imitatori». Non
desidero discutere la possibile (e per Ostellino non auspicabile)
ricaduta dei comportamenti di papa Francesco sulla politica e sulla
vita civile, ma sul presupposto che sorregge gli atti del nuovo
Pontefice.
Gabriele Semino: Lo stile semplice di papa Francesco non è marketing della povertà
Ha parlato delle donne e
del ruolo delle donne nella Chiesa, papa Bergoglio, durante l'udienza
generale di ieri, di nuovo in piazza San Pietro, davanti a 30mila
fedeli. Ma lo ha fatto in termini ambivalenti: da un lato c'è stato il
riconoscimento del loro ruolo fondamentale - anche superiore a quello
dei discepoli maschi - nei racconti evangelici della risurrezione;
dall'altro però, «la missione delle donne» - come titola a tutta pagina
L'Osservatore Romano di oggi - sembra limitata al tradizionale, se non
esclusivo, compito di madri e di testimoni della risurrezione «ai figli
e ai nipotini».
Luca Kocci:
Fondamentali le donne, ma fino ad un certo punto
Si sta limpidamente
disegnando una strada, questo Papa. Prima un nome, Francesco, da cui
non si può tornare indietro. Impossibile decidere liberamente di
chiamarsi Francesco e poi far finta di niente. E infatti. Poi, subito
dopo, i non credenti. Il nostro mondo ne è pieno e lui li ha
improvvisamente visti. Non come pecorelle da riportare al covile, ma
come espressione di una legittima, razionale, onesta possibilità della
nostra vita. E adesso le donne.
Mariapia Veladiano: Le donne di Papa Francesco
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