"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°14 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 30 marzo al 5 aprile 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 12 aprile 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili 
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








... Fatevi accompagnare da Gesù, Lui vi ama.
Pasqua è Gesù vivo!

(dal messaggio di auguri pasquali del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla diocesi di Buenos Aires prima di partire per Roma)

*****
BUONA PASQUA!!!



 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento





I NOSTRI TEMPI

  (GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)



Buone notizie - L'Italia che ci piace...


Ha commosso prima gli spettatori di Ballarò e poi i tanti utenti del web che hanno condiviso foto e video della sua storia. E ora lo vorrebbero addirittura ministro dell'Istruzione. La storia di Antonio La Cava di Ferrandina (Matera), è una di quelle che ridà fiducia nel futuro dell'Italia. Antonio è stato per 42 anni maestro delle elementari. Quando ha smesso il suo lavoro ha comprato un’Ape usata, l’ha modificata, l’ha riempita di libri e l’ha chiamata “Biblio moto carro”. Ora va in giro per i paesini della Basilicata e si fa annunciare dal suono di un organetto. Nelle piazze lo aspettano i bambini.

   Leggi tutto e guarda il video della dedica di Ballarò: Il maestro a domicilio commuove gli spettatori di Ballarò

Anche in Toscana...

... L´intuizione giusta l'ha avuta una ragazza di Palaia, Elena Gallo, dell'associazione "Olifante", che in Valdera gestisce alcune piccole biblioteche. "Mettiamo i libri dentro a un´Ape e andiamo in giro a sponsorizzare la cultura". Detto fatto. 
Un sacco di porte si sono subito spalancate. E il progetto "BiblioApe" è partito. Illuminata dai riflettori della sala conferenze del Museo Piaggio, dove è stata ufficialmente presentata, fa un figurone...

   IL BATTESIMO DELLA BIBLIOAPE


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Una ventina di secondi. Tanto è durata quattro anni fa, il 6 aprile del 2009, la scossa di magnitudo 6.3 che alle 3:32 devastò L’Aquila e provincia, provocando 309 morti, circa 2.000 feriti. I numeri complessivi rendono meglio la dimensione della tragedia: insieme alle 309 vittime ed ai circa 2000 feriti, oltre 67mila sfollati, 23mila edifici danneggiati, oltre 600 milioni di euro di danni alle aziende.
A quattro anni da quei venti secondi di terrore e di morte sono ancora tante le crepe nella ricostruzione: crepe nelle risorse economiche impegnate e ancora da spendere, crepe nel territorio ancora danneggiato, crepe nella vita delle famiglie. Oggi, in molti vorrebbero rimuovere questa memoria, archiviare ciò che è accaduto. Sarebbe un tragico errore, oltre che un insulto a chi ha sacrificato la propria vita mentre affaristi e pseudo imprenditori ridevano al telefono.

   LIBERA:  Terremoto a L’Aquila, quattro anni dopo per non dimenticare


Con 154 voti a favore, 23 astenuti (fra cui Russia, Cina, Cuba e Venezuela) e 3 contrari (Corea del Nord, Iran e Siria, l’Assemblea Generale dell’Onu ha approvato ieri tra gli applausi ilTrattato sul commercio delle armi (Arms Trade Treaty - qui il testo in inglese in .pdf; qui le dichiarazioni e le votazioni in .pdf).
Un risultato storico ottenuto grazie alla mobilitazione mondiale promossa fin dal 2003 dalla campagna Control Arms sostenuta nel nostro paese soprattutto dalla Rete italiana per il Disarmo. “E’ un passo sicuramente importante per tutte quelle associazioni che da dieci anni si battono per regolamentare i trasferimenti di armamenti. Non è un caso che solo dopo un percorso lungo, diversi momenti di discussione e anni dubbi, in particolare da parte degli Stati Uniti, si sia arrivati a questa approvazione solamente grazie ad una forte pressione internazionale delle associazioni della società civile” – sottolinea il comunicato della Rete italiana per il disarmo.

   UNIMONDO: Commercio di armi: l’Onu approva il Trattato, contrari dittatori e lobby armiere



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FEDE E
SPIRITUALITA'





“Ecco faccio una cosa nuova”

Convertirsi

HOREB n. 63 - 3/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Il termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre, accarezza, accompagna.
«Bruna sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato. 
Eppure confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella” perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe della sua bellezza.
Convertirsi, per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si incida nella sua esistenza e determini la sua storia. 
Convertirsi è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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  San Francesco di Paola (video)


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  L'amore non è...

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... il 4 aprile del 2005, celebrando una messa a Buenos Aires in memoria di papa Giovanni Paolo II a due giorni dalla sua morte, il futuro pontefice osservava: «È stato un testimone coerente del Signore, che era in comunione con il suo popolo, con la coerenza di un uomo di Dio. La coerenza - sottolineava Bergoglio - non si compra, la coerenza non si studia. La coerenza va coltivata nel cuore»...

  VATICAN INSIDER:   Francesco: " Wojtyla il papa che non aveva paura"

La invoca e la attende tutta la Polonia, la canonizzazione di Giovanni Paolo II, “e sarebbe meraviglioso se avvenisse nell’Anno della Fede, ossia entro novembre”. Parole di cardinale Stanislaw Dziwisz, Arcivescovo di Cracovia, storico segretario particolare di Karol Wojtyla, che nega di avere parlato con papa Francesco della santificazione del Pontefice polacco, ma non nasconde la speranza che il rito si svolga a breve, “magari a ottobre, a 35 anni dalla sua elezione al Soglio di S. Pietro”. È una richiesta esplicita, quella del Porporato che ha vissuto accanto a Giovanni Paolo II per quasi ventisette anni. Comunque, in ogni caso è “felice che sarà Francesco a celebrarla”, perché Jorge Mario Bergoglio “farà come Giovanni Paolo II: abbatterà muri, spalancherà le porte della Chiesa a tutti, e avvicinerà il mondo alla Chiesa”.

  Domenico Agasso jr:   "Sarebbe meravigliosa la canonizzazione di Wojtyla nell'anno della fede"

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Riproponiamo il nostro post del 2011
Il 4 aprile del 1968, nella cittadina statunitense di Memphis, nel Tennessee, viene assassinato Martin Luther King, pastore battista e leader non violento dei neri americani. E' la naturale conclusione di una vita totalmente spesa al servizio dell'Evangelo e dei propri fratelli.

  Ricordando Martin Luther King


  Se avremo aiutato...

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  Dio ci giudica...
  La croce di Gesù...
  Allora continuiamo...
  Coraggio, fratello...
  Accetta che Gesù Risorto...
  Chiediamo che...
  Buona Pasqua...
  L'amore deve essere...
  Preghiamo insieme...
  La tristezza...
  Un altro mondo è...
  La sera di Pasqua...
  Sulla mia strada...
  I libri, i documenti...
  Toccare e guardare...
  Tutto si può capire del cristiano...
  Il Risorto è nella normalità...


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Domande su Gesù: il volto, il corpo, la passione - video da "A Sua Immagine" del 2/4/2010


Proponiamo lo speciale di "A Sua Immagine" andato in onda nel giorno della morte di Cristo il 2/4/2010.
Com'è morto esattamente? Che significato ha la sua morte? Perché è avvenuta tra sofferenze atroci? Accanto a queste domande, le domande dei telespettatori. Il Corpo, il Volto di Gesù nell'arte, le ferite dell'Uomo della Sindone, le storie di chi passato per una passione, la sua.

Domande su Gesù: il volto, il corpo, la passione

  video


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SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO di Don Tonino Bello


SOLO QUANDO AVREMO TACIUTO
di Don Tonino Bello

Solo quando avremo taciuto noi,
Dio potrà parlare.
Comunicherà a noi solo sulle sabbie del deserto.

Nel silenzio maturano le grandi cose della vita:
la conversione, l'amore, il sacrificio.
Quando il sole si eclissa pure per noi,
e il Cielo non risponde al nostro grido,
e la terra rimbomba cava sotto i passi,
e la paura dell'abbandono rischia di farci disperare,
restaci accanto.

In quel momento, rompi pure il silenzio: 
per dirci parole d'amore.
E sentiremo i brividi della Pasqua!


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"Obbedisce al cuore" di Enzo Bianchi


I cristiani sanno esprimere, comunicare cosa festeggiano a Pasqua? Questo è il caso serio. Ogni religione ha delle feste nelle quali i fedeli celebrano eventi o particolari credenze e ha il il diritto di farle conoscere a chi è estraneo a quella determinata fede. Allora, perché i cristiani trovano nella Pasqua il fondamento della loro fede e perché vogliono far conoscere la buona notizia contenuta nella Pasqua? Sono domande legittime e doverose. È l’ansia missionaria, proselitistica che fa parlare i cristiani e li spinge a questo annuncio fuori delle loro comunità, nonostante le maggiori difficoltà che questo comporta ai nostri giorni? I cristiani vogliono aumentare di numero e incrementare i loro effettivi, aggregare altri uomini e donne impegnati nella stessa avventura? Vogliono far crescere la loro casa, la chiesa? No, e va detto con chiarezza, anche se molti atteggiamenti da parte di gruppi presenti nella chiesa riducono il cristianesimo a propaganda e a militanza, senza mai chiedersi se sono discepoli di Gesù.
In verità nei cristiani c’è la convinzione – che non appartiene all’ordine del sapere – che l’uomo Gesù di Nazareth, morto il 7 aprile dell’anno 30 della nostra era, ucciso dal potere religioso di Gerusalemme e per convenienza del potere totalitario imperiale romano a causa del suo messaggio e del suo stile di vita, aveva speso tutta una vita nel servizio di chi incontrava, infondendo speranza e fiducia, vivendo un amore pratico reale e quotidiano verso tutti, amici e nemici, poveri e ricchi, notabili e persone anonime. Quest’uomo è stato richiamato dalla morte a una vita per sempre dal suo Dio di cui era figlio inviato tra gli uomini. Sicché la morte non è più l’ultima parola, non è più la fine, il destino di ogni essere umano perché esiste una realtà che può combatterla fino a vincerla: l’amore.

  "Obbedisce al cuore" di Enzo Bianchi


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"La povertà che rende liberi" di mons. Bruno Forte


La povertà che rende liberi
di Bruno Forte 

"In questa Pasqua del 2013 vorrei riflettere su un tema, su cui ritorna con insistenza Papa Francesco: la scelta della povertà e dei poveri. Mi sembra che esso abbia molto da dire a tutti noi, e forse ancor più a coloro che hanno responsabilità politiche e istituzionali, chiamati come sono al servizio del bene comune. Ciò che colpisce nel nuovo Vescovo di Roma è che le sue parole e i suoi gesti non hanno nulla di retorico: si avverte che sono la punta di iceberg di una profonda maturazione, vissuta nel silenzio e nell'eloquenza della carità. Proprio così, è un soffio di vangelo quello che sta raggiungendo i cuori di tanti attraverso questo Papa, «venuto dalla fine del mondo». Da molte parti mi è stato testimoniato di un ritorno alla comunione con Dio di persone lontane, che si sono sentite toccate dalla buona novella di Francesco, che ricorda a tutti quanto siamo amati dal Padre e quanto sia importante affidarsi senza riserve alla misericordia, rivelata e donata in Gesù. ..."

  La povertà che rende liberi


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SGUARDI DI SPERANZA - Sembra la fine di tutto, e invece è l’inizio di una vita nuova...


SGUARDI DI SPERANZA

La ferita è ancora aperta, e continua a sanguinare. Non può rimarginarsi la ferita provocata dalla morte di un figlio di 11 anni travolto da un camion su una pista ciclabile, mentre pedalava allegramente sulla bicicletta che il padre gli aveva regalato due giorni prima. Ma quel dolore ha generato frutti inattesi, e ancora continua a produrne. Come il sacrificio di Cristo sulla croce. 
«Non è finita lì. È la cosa che continua a sorprenderci: la morte non è l’ultima parola sulla vita di Andrea. Non siamo particolarmente forti o bravi, mia moglie ed io, ma di fronte a quanto è accaduto dopo quel 23 giugno 2009 dobbiamo riconoscere che quel giorno ha segnato l’inizio di qualcosa di nuovo, capace di ridare speranza alla vita nostra e di tante persone». Felice Achilli, classe 1958, amante della pipa, è sposato con Daniela, dalla quale ha avuto quattro figli, Andrea era l’ultimo. Responsabile della Cardiologia all’ospedale San Gerardo di Monza, ha fondato e presieduto per dieci anni Medicina e Persona, un’associazione di professionisti che operano nel mondo della sanità. In questi giorni ha pubblicato un libro ("Le infradito blu", Itaca edizioni) che raccoglie gli incontri fatti dopo la morte del figlio, nei quali legge una Presenza tanto misteriosa quanto evidente. «È stato sorprendente vedere quante persone si sono strette a noi testimoniandoci che Dio non ci lasciava soli col nostro dolore, e quanti hanno incontrato o riscoperto la fede. Abbiamo toccato con mano cosa significa che la Chiesa è una compagnia di persone che vive e testimonia l’abbraccio misericordioso del Padre. Persone, volti, incontri che ripropongono la verità della Resurrezione di Gesù. Questi giorni sono per noi il tempo della ferita e della carezza di Cristo, come ha detto Papa Francesco ai ragazzi del carcere di Casal del Marmo quando è andato a trovarli il Giovedì santo. Vogliamo lasciarci accarezzare da Cristo in questa ferita»...

  Dalle ferite della morte il germe della rinascita

  la scheda del libro "Le infradito blu"

  I nuovi amici di Andrea marzo 2013 su "Tracce" (pdf)


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI APRILE 2013: POTERE E CREATIVITÀ' : L’ESISTENZA È UNA SCELTA non serve più il “discorso su Dio” di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -


OREUNDICI IL QUADERNO DI APRILE 2013 POTERE E CREATIVITÀ

L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

Quando abbiamo iniziato a lavorare a questo quaderno, abbiamo messo insieme due termini "potere e creatività" , sperando che essi potessero essere coniugati negli avvenimenti importanti che stavano per accadere nella Chiesa e nella società. La realtà ci ha sorpreso più volte e su tutti i fronti. "Sono un semplice pellegrino che inizia l'ultima tappa del suo pellegrinaggio sulla terra" . Con queste parole Papa Benedetto ha compiuto uno dei gesti più sorprendenti e innovativi che la Chiesa ha vissuto negli ultimi tempi. Il " buonasera " con il quale Papa Francesco ha iniziato il suo inedito stile comunicativo, dice lo stile di usare "con tenerezza" il potere che gli è stato conferito su tutta la Chiesa...

  L'Editoriale di Mario De Maio

L’ESISTENZA È UNA SCELTA non serve più il “discorso su Dio” di Arturo Paoli

... La vocazione cristiana deve passare dall’io al noi, altrimenti anche coloro che sono assidui alle messe o ad altre liturgie, sentiranno un senso di stanchezza e si sentiranno in crisi profonda. Impossibile, se ci sentiamo di continuare a difendere il nostro individualismo, pensare l’ideale di amorizzare il mondo. Bisogna cercare di dare alla parola comunione il suo vero senso, metterci insieme con l’ideale di vivere profondamente la nostra ragione di esistere: amorizzare il mondo...

  L’ESISTENZA È UNA SCELTA non serve più il “discorso su Dio” di Arturo Paoli

Conosce realmente
l’uomo
chi conosce
le sue capacità
inedite.
Ernesto Balducci


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“Riconoscere l’amore di Dio per noi per dare spazio all'altro” fr. Francesco Lo Presti - La storia della sua vocazione


La storia vocazionale di Francesco Lo Presti: da futuro medico alla scelta di farsi frate

“Riconoscere l’amore di Dio per noi per dare spazio all'altro

Francesco Lo Presti, è stato ospite nello "spazio Arancio" del programma di TV2000 "Nel cuore dei giorni" del 22.03.2013. Francesco Lo Presti  è nato a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) e cresciuto in una famiglia numerosa e cristiana. All’età di 19 anni si è trasferito a Roma per motivi di studio e si è laureato in medicina. Durante il primo anno di specialistica, all’età di 26 anni mentre seguiva un percorso vocazionale al convento di San Bonaventura ha deciso di consacrarsi alla vita francescana.

  video


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"La tradizione tradita" di Silvano Fausti



L'ultima Parola Silvano Fausti Gesuita, biblista e scrittore

La tradizione tradita

«Io sono il Dio dei tuoi padri, il Dio di Abramo, di Isacco e di Giacobbe» (leggi Atti 7,1-54)

Stefano racconta ai Giudei la loro storia comune, «radice santa» nella quale anche noi siamo innestati. Come tutti i profeti, ne attualizza il filone rovente: la fedeltà di Dio e le nostre infedeltà. Ricorda le tre figure fondamentali: Abramo, Giuseppe e Mosè. Abramo è il nuovo Adamo, padre di tutti i credenti. In lui è benedetta la sua discendenza e, in questa, ogni popolo della terra. Giuseppe, «ucciso» come Abele da invidia fraterna, ricostruisce la fraternità infranta. Mosè, infine, forma un popolo di fratelli, liberi dalla schiavitù e in cammino verso la promessa. 
Stefano accoglie la tradizione e mostra la continuità e la novità del cristianesimo rispetto al giudaismo: Gesù realizza l’attesa di Israele di un mondo nuovo dove regni fiducia, fraternità e libertà. 
La tradizione non è peso da portare. È albero vivo, il cui frutto maturo è cibo per tutti. L’Antico Testamento fiorisce ed è fecondo in chi lo guarda non come una mummia, ma come il patrimonio di famiglia, sua promessa di vita. Tutto ciò che siamo e abbiamo, ci è consegnato da altri. Tutto è tradizione. Chi la ignora, perde la propria identità. La tradizione, come la vita, non si inventa. C’è già. Ma va indagata e capita per realizzarne le infinite possibilità. Per questo la tradizione non è tutto. Ha senso perché produce un futuro sempre nuovo. Il pulsare del cuore e il ritmo del respiro sono nuovi ogni attimo, altrimenti si è morti.
È l’anno della fede...

  La tradizione tradita di Silvano Fausti


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 FRANCESCO
 



     Omelia - 30 marzo 2013: Veglia Pasquale nella Notte Santa

     Angelus/Regina Cæli - 1° aprile 2013, Lunedì dell'Angelo

     Udienza 3 aprile 2013


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Non rassegniamoci mai! - Omelia di Papa Francesco nella Veglia Pasquale


... Cari fratelli e sorelle, nella nostra vita abbiamo paura delle sorprese di Dio! Egli ci sorprende sempre! Il Signore è così.
Fratelli e sorelle, non chiudiamoci alla novità che Dio vuole portare nella nostra vita!...
E questo è un messaggio rivolto a me, a te, cara sorella, a te caro fratello. Quante volte abbiamo bisogno che l’Amore ci dica: perché cercate tra i morti colui che è vivo? I problemi, le preoccupazioni di tutti i giorni tendono a farci chiudere in noi stessi, nella tristezza, nell’amarezza… e lì sta la morte. Non cerchiamo lì Colui che è vivo!
Accetta allora che Gesù Risorto entri nella tua vita, accoglilo come amico, con fiducia: Lui è la vita!...
Impariamo a fare memoria di quello che Dio ha fatto nella nostra vita! 
In questa Notte di luce, invocando l’intercessione della Vergine Maria, che custodiva ogni avvenimento nel suo cuore (cfr Lc 2,19.51), chiediamo che il Signore ci renda partecipi della sua Risurrezione: ci apra alla sua novità che trasforma, alle sorprese di Dio, tanto belle; ci renda uomini e donne capaci di fare memoria di ciò che Egli opera nella nostra storia personale e in quella del mondo; ci renda capaci di sentirlo come il Vivente, vivo ed operante in mezzo a noi; ci insegni, cari fratelli e sorelle, ogni giorno a non cercare tra i morti Colui che è vivo. Amen.

   il testo integrale dell'omelia di Papa Francesco nella Veglia Pasquale

   video



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La prima Pasqua di Papa Francesco - cronaca, video e riflessioni


Intorno alle 10, Papa Francesco è arrivato in piazza San Pietro per la messa del giorno di Pasqua: il Papa, vestito con semplici paramenti bianchi, è uscito sul sagrato di San Pietro in processione dalla basilica vaticana per dare inizio alla liturgia di cui è l’unico celebrante, si è aperta con il rito del “Resurrexit”, che prevede l’apertura dell’immagine del Risorto: si tratta di un’icona realizzata prestando la debita attenzione al prototipo medievale. La nuova icona, come quella antica, è costituita dall’immagine dipinta del Salvatore, seduto in trono, con due sportelli laterali.
Dalle prime ore del giorno, piazza San Pietro si è andata riempiendo di fedeli per la messa del giorno di Pasqua: sono circa 250mila, secondo il Vaticano, le persone che hanno gremito la piazza in attesa dell’arrivo del Pontefice.
Terminata la messa, Papa Francesco è salito sulla Campagnola scoperta per fare il giro di piazza San Pietro: il Pontefice, con volto sorridente, ha salutato e benedetto la folla, che lo ha acclamato a gran voce... (fonte: IL SECOLO XIX)
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Ha commosso tutti domenica questo abbraccio di Papa Francesco a un bambino affetto da paralisi cerebrale, cercato tra la folla in piazza San Pietro. Dominic si chiama quel bambino. E ieri suo padre - che si chiama Paul Gondreau, ed è un docente di teologia statunitense - ha proposto una riflessione sull'abbraccio tra il Papa e suo figlio pubblicata sul sito Catholic Moral Theology. La proponiamo qui in una nostra traduzione dall'inglese.
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«Piccoli gesti con grande amore», raccontano che dicesse Madre Teresa. Ieri Papa Francesco ha concesso una benedizione pasquale straordinaria alla mia famiglia compiendo uno di questi gesti abbracciando mio figlio Dominic, che ha una paralisi cerebrale. L'abbraccio è arrivato quando, mentre percorreva la Piazza con la papamobile dopo la Messa, in mezzo a 250 mila persone, ha visto mio figlio. Questo momento di tenerezza, l'incontro di un moderno Francesco con un moderno Domenico (come molti sanno, la tradizione riferisce che san Francesco e san Domenico ebbero la gioia di uno storico incontro), ha commosso non solo la mia famiglia (eravamo tutti in lacrime), non solo quelli che erano vicini (molti dei quali piangevano con noi), non solo le migliaia di persone che stavano guardando sui maxischermi sulla Piazza, ma il mondo intero...

   Se mio figlio mostra come si ama
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   video

MESSAGGIO URBI ET ORBI
... Come in tutta la settimana santa i gesti e le parole di Papa Francesco, con profonda coerenza e dunque grande forza comunicativa, hanno trasmesso un messaggio univoco: “Non chiudiamoci alla novità nella nostra vita, non chiudiamoci in noi stessi, non rassegniamoci”. Sono le parole di un padre: non dobbiamo avere paura della novità. Un padre per ciascuno e per tutto il mondo. E tutti sappiamo quanto oggi ce n’è bisogno, a tutte le latitudini...
Quello che vale per l’uomo, gli uomini e le donne di oggi, vale anche per i popoli. Così, con tratti essenziali, ci fa percorrere un itinerario tra le sofferenze, le tensioni, le crisi del mondo di oggi, partendo dal Medio Oriente, passando per l’Africa con le sue guerre e le sue persecuzioni, per arrivare in Asia, alla nuova crisi in Corea. Ma oltre ai conflitti tra gli Stati e dentro gli Stati, il Papa non manca di ricordare, mentre invoca “pace e giustizia a tutto il mondo”, i grandi problemi trasversali che erano stati definiti “strutture di peccato”...

   La ripartenza del Papa

Leggi il testo integrale del "Urbi et Orbi" - Pasqua 2013

   video


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Udienza generale di Papa Francesco: missione di donne e giovani annunciare la speranza


“Avanti giovani!”.
L’ultima esclamazione di Papa Francesco scatena l’applauso, l’ennesimo, degli oltre 30 mila assiepati nel colonnato del Bernini. L’appello che scalda il cuore dei ragazzi, e non solo il loro, è lanciato in chiusura della catechesi, con uno dei tipici crescendo di tono e intensità del nuovo Pontefice. Dopo aver dato atto alla capacità tutta femminile di accogliere con prontezza il messaggio della fede, come dimostrano i Vangeli, Papa Francesco affida la propagazione di quel messaggio soprattutto ai giovani, energie fresche capaci di entusiasmo in un mondo vecchio dentro per via della violenza... 
L’esortazione ai giovani segue la presa d’atto che Papa Francesco compie, al pari dei suoi predecessori, nei riguardi delle donne, alle quali viene riconosciuto un “ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore”. (fonte: RADIO VATICANA)

Cari fratelli e sorelle,
buongiorno,
oggi riprendiamo le Catechesi dell’Anno della fede. Nel Credo ripetiamo questa espressione: «Il terzo giorno è risuscitato secondo le Scritture». E’ proprio l’evento che stiamo celebrando: la Risurrezione di Gesù, centro del messaggio cristiano, risuonato fin dagli inizi e trasmesso perché giunga fino a noi...
Anzitutto notiamo che le prime testimoni di questo evento furono le donne... 
Le donne sono spinte dall’amore e sanno accogliere questo annuncio con fede: credono, e subito lo trasmettono, non lo tengono per sé, lo trasmettono. La gioia di sapere che Gesù è vivo, la speranza che riempie il cuore, non si possono contenere. Questo dovrebbe avvenire anche nella nostra vita. Sentiamo la gioia di essere cristiani!...
Gli evangelisti invece narrano semplicemente ciò che è avvenuto: sono le donne le prime testimoni. Questo dice che Dio non sceglie secondo i criteri umani: i primi testimoni della nascita di Gesù sono i pastori, gente semplice e umile; le prime testimoni della Risurrezione sono le donne. E questo è bello. E questo è un po’ la missione delle donne: delle mamme, delle donne! Dare testimonianza ai figli, ai nipotini, che Gesù è vivo, è il vivente, è risorto. Mamme e donne, avanti con questa testimonianza! Per Dio conta il cuore, quanto siamo aperti a Lui, se siamo come i bambini che si fidano. Ma questo ci fa riflettere anche su come le donne, nella Chiesa e nel cammino di fede, abbiano avuto e abbiano anche oggi un ruolo particolare nell’aprire le porte al Signore, nel seguirlo e nel comunicare il suo Volto, perché lo sguardo di fede ha sempre bisogno dello sguardo semplice e profondo dell’amore...

   video

Ho visto che ci sono tanti giovani nella piazza. Eccoli! A voi dico: portate avanti questa certezza: il Signore è vivo e cammina a fianco a noi nella vita. Questa è la vostra missione! Portate avanti questa speranza. Siate ancorati a questa speranza: questa àncora che è nel cielo; tenete forte la corda, siate ancorati e portate avanti la speranza. Voi, testimoni di Gesù, portate avanti la testimonianza che Gesù è vivo e questo ci darà speranza, darà speranza a questo mondo un po’ invecchiato per le guerre, per il male, per il peccato. Avanti giovani!
...

   il testo integrale dell'udienza e guarda il video

Papa Francesco non ha negato un fuori programma in occasione dell'udienza in Piazza San Pietro. Al termine della cerimonia, avviandosi a rientrare in Vaticano, il papa si è fermato vicino al braccio di Carlo Magno dove per tradizione lo aspettano i fedeli disabili o malati.
Tra loro una bambina con una gamba ingessata. Il papa sceso dalla jeep ha prima salutato alcuni malati e poi ha messo la sua firma sul gesso della bimba già decorato, come usa, da messaggi e disegnini. Ha firmato il gesso della piccola sotto gli occhi commossi della mamma e lo sguardo timido, dietro gli occhiali da vista, della ragazzina che era adagiata su un passeggino per bambini.(fonte: ANSA)


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"Tra il dire e il fare" di Mirella Camera


Non c’è dubbio che papa Francesco, in appena tre settimane, abbia portato una rivoluzione. I giornali popolari si affannano a sottolineare i gesti che lo avvicinano alla gente - baci ai più piccoli, telefonate inaspettate agli amici, bagni di folla, persino la firma sul gesso di una bambina - mentre quelli più seriosi si avventurano nell’esegesi delle sue parole e nelle analisi dei suoi gesti, generalmente proiettando le proprie aspettative ben al di là del legittimamente immaginabile.
Qualcuno ha cominciato anche a lanciare frecce velenose , guarda caso dai siti tradizionalisti; e - non c’è da stupirsi - anche Sandro Magister ha cominciato pian piano a prendere le distanze facendo notare, acido, intanto cheBergoglio non è "dottore" e poi che le sue scelte di povertà possono far nascere “dentro e fuori il cattolicesimo cattive tentazioni: dalla liquidazione del governo centrale della Chiesa alla scomparsa del titolo di papa, dall’avvento di una “nuova Chiesa” spirituale alla umiliazione della bellezza che celebra Dio, cioè della simbolica di riti, abiti, arredi, edifici sacri. La modesta “ars celebrandi”, senza forza né splendore, della messa inaugurale del 19 marzo non ha aiutato a fugare quest’ultima tentazione”.
Secondo me la rivoluzione più radicale è nascosta nelle poche e semplici parole che ha pronunciato durante la benedizione Urbi et orbi...

   Tra il dire e il fare di Mirella Camera


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... “A volte, nella nostra vita – ha proseguito - gli occhiali per vedere Gesù sono le lacrime”. Adesso, la Maddalena annuncia questo messaggio: “Ho visto il Signore”. L’aveva visto durante la sua vita e ora ne dà testimonianza: “un esempio per il cammino della nostra vita”, afferma il Papa che aggiunge: “Tutti noi, nella nostra vita, abbiamo sentito la gioia, la tristezza, il dolore” ma “nei momenti più oscuri, abbiamo pianto? Abbiamo avuto quella bontà delle lacrime che preparano gli occhi per guardare, per vedere il Signore?”. Di fronte alla Maddalena che piange – ha detto ancora Papa Francesco – “possiamo anche noi domandare al Signore la grazia delle lacrime. E’ una bella grazia … Piangere per tutto: per il bene, per i nostri peccati, per le grazie, per la gioia, anche”. “Il pianto ci prepara a vedere Gesù"...

  RADIO VATICANA:   Papa Francesco: come la Maddalena, chiediamo la grazia delle lacrime per vedere il Cristo risorto

Un Papa che promette veramente di essere rivoluzionario, resta da vedere se riuscirà a mantenere le premesse di questi giorni. Queste le prime impressioni del teologo Vito Mancuso 

  GAZZETTA DI MODENA:   Francesco come Giovanni XXIII

La luna di miele è terminata, oggi comincia il vero pontificato di papa Francesco. Concluse le celebrazioni della Pasqua, esauriti i bagni di folla - l'ultimo ieri: in piazza San Pietro ad ascoltare il Regina Coeli, che nel tempo pasquale sostituisce l'Angelus, c'erano 40mila fedeli -, finita l'abbuffata mediatica, Bergoglio dovrà ora dare l'avvio all'azione di governo della Chiesa. 
I punti all'ordine del giorno, alcuni dei quali particolarmente spinosi, sono numerosi: la sostituzione del cardinale Bertone alla guida della Segreteria di Stato, le nomine dei capi dei dicasteri curiali - ovvero i ministri del governo vaticano -, lo Ior e altre questioni finanziarie. Da queste decisioni si capirà meglio se quello di Bergoglio sarà un pontificato realmente riformatore oppure se il papa venuto «dalla fine del mondo» si limiterà ad innovare le forme e le apparenze lasciando però immutata la sostanza e le strutture dell'istituzione ecclesiastica. 

   Luca Kocci:  Francesco I alla prova di governo, il nodo della segreteria di stato

Il custode della memoria del “Papa Buono”. All’altro capo del filo c’era papa Francesco; un pontefice in cui la vox populi vede molti elementi di comunanza con Angelo Roncalli. E non è un caso forse che la telefonata sia avvenuta proprio mentre si celebrano i cinquant’anni dell’enciclica “Pacem in Terris”, forse il più famoso documento di Giovanni XXIII.

  Marco Tosatti:   Il saluto di Francesco a Capovilla, nel nome di Giovanni XXIII

"I gesuiti non cantano e non sono amanti delle rubriche liturgiche". È un vecchio detto che padre Federico Lombardi, portavoce della Santa Sede e assistente generale della Compagnia di Gesù, rispolvera per rispondere a domande sul fatto che Francesco preferisce uno stile molto austero nelle liturgie e finora non lo si è sentito cantare. Ma di teologia i seguaci di Sant’Ignazio di Loyola sono maestri e non a caso Francesco, nel suo primo Angelus, ha parlato proprio della Pontificia Università Gregoriana.
È tra i suoi confratelli docenti dell’ateneo di piazza della Pilotta che il gesuita Bergoglio ha individuato il suo principale consulente teologico: l’arcivescovo Luis Francisco Ladaria Ferrer, segretario dell’ex Sant’Uffizio.

  Giacomo Galeazzi:   Un teologo per le omelie di Papa Francesco

Nei giorni scorsi mi ha scritto dalla Germania (l’ultimo post è stato ripreso dal Müsteraner Forum für Theologie und Kirche, per cui ha avuto una certa diffusione nei paesi di lingua tedesca) una signora che esprimeva il suo sconcerto per l’atteggiamento assunto dai media nei confronti del neo-eletto Papa Francesco...


  Giovanni Scalese:    Pontificati virtuali

Cresce, di giorno in giorno, l’emozione per un “pontificato iniziato in modo spiazzante e affascinante”. Parole, gesti, immagini... si fa fatica a tenere tutto insieme, con un filo rosso che colleghi quanto avviene ogni giorno. C’è sempre il timore che qualche piccolo dettaglio possa sfuggire. Anche perché “qualcosa di grande è successo, ma siamo solo agli inizi”. Ne è convinto padre Ugo Sartorio, giornalista e scrittore, direttore del “Messaggero di sant’Antonio”. Vincenzo Corrado, per il Sir, lo ha intervistato.

  Ugo Sartorio:  Francesco è la primavera

Francesco ha spiegato a un prete argentino perché non abita nell'appartamento papale: vuole condividere la tavola, le notizie, i commenti

  Andrea Tornielli:   «Resto a Santa Marta per non isolarmi»

La melassa dolciastra di un progressismo mal digerito, buonista, retorico, parecchio clericale e anche un po' bigotto, ha sommerso papa Francesco, inondando i media. Che trattano l'Italia, credente e no, come una comunità priva di autonoma capacità di giudizio e alla quale si possa vendere un Papa come un detersivo. È mortificante che una parte rilevante del Paese manifesti una tale incapacità di guardare - con rispetto della religione, della Chiesa e della laicità dello Stato - a un evento importante per credenti e no quale l'elezione di un nuovo Pontefice. Il pauperismo ecclesiastico è la forma del marketing della Chiesa, oltre che della sua missione di Carità, dell'essenza politica della sua gerarchia.

   Piero Ostellino:  Troppa retorica su papa Francesco Diffidate dei suoi incauti imitatori

Caro direttore, ho letto con interesse l'articolo di Piero Ostellino sul Corriere della sera del 3 aprile, dal titolo «Troppa retorica su papa Francesco. Diffidate dei suoi incauti imitatori». Non desidero discutere la possibile (e per Ostellino non auspicabile) ricaduta dei comportamenti di papa Francesco sulla politica e sulla vita civile, ma sul presupposto che sorregge gli atti del nuovo Pontefice.

  Gabriele Semino:  Lo stile semplice di papa Francesco non è marketing della povertà

Ha parlato delle donne e del ruolo delle donne nella Chiesa, papa Bergoglio, durante l'udienza generale di ieri, di nuovo in piazza San Pietro, davanti a 30mila fedeli. Ma lo ha fatto in termini ambivalenti: da un lato c'è stato il riconoscimento del loro ruolo fondamentale - anche superiore a quello dei discepoli maschi - nei racconti evangelici della risurrezione; dall'altro però, «la missione delle donne» - come titola a tutta pagina L'Osservatore Romano di oggi - sembra limitata al tradizionale, se non esclusivo, compito di madri e di testimoni della risurrezione «ai figli e ai nipotini».

   Luca Kocci: Fondamentali le donne, ma fino ad un certo punto

Si sta limpidamente disegnando una strada, questo Papa. Prima un nome, Francesco, da cui non si può tornare indietro. Impossibile decidere liberamente di chiamarsi Francesco e poi far finta di niente. E infatti. Poi, subito dopo, i non credenti. Il nostro mondo ne è pieno e lui li ha improvvisamente visti. Non come pecorelle da riportare al covile, ma come espressione di una legittima, razionale, onesta possibilità della nostra vita. E adesso le donne.

   Mariapia Veladiano:  Le donne di Papa Francesco


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