"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°26 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 22 al 28 giugno 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 5 luglio 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



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Lunedì 24 giugno: sit-in a Montecitorio per fermare gli F-35



"COME CITTADINO HO DIRITTO ALL'ISTRUZIONE, AL LAVORO, ALLA PENSIONE ED ALLA SANITA' ... 
POSSO FARE A MENO DI 131 CACCIABOMBARDIERI F-35 JSF!"

Lunedì 24 giugno la Camera dei Deputati inizia a discutere una mozione che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al programma dei cacciabombardieri F-35 Joint Strike Fighter, firmata da 158 parlamentari di SEL, PD e M5S.

La campagna “Taglia le ali alle armi”, promossa dalla Campagna Sbilanciamoci!, la Rete Italiana per il Disarmo e la Tavola per la pace, ti invita a scendere in piazza per sostenere questa nuova iniziativa parlamentare e tutte quelle che si renderanno necessarie per bloccare una scelta sbagliata e dannosa.
I 14 miliardi di euro per comprare (e gli oltre 52 miliardi per l’intera vita del programma) un aereo con funzioni d’attacco, capace di trasportare ordigni nucleari, possono essere spesi meglio: per creare nuovi posti di lavoro, per finanziare la scuola pubblica, i servizi sanitari e sociali.

  Sit-in a Montecitorio per fermare gli F-35

Don Ciotti: "Non abbiamo bisogno di 95 cacciabombardieri F-35"

  video

F-35 insicuri e anti-economici. 

Ma il Parlamento discute se acquistarne altri
Un anno fa il governo Monti decise di ridurre da 131 a 90 il numero dei contestatissimi velivoli. Ora il ministro della Difesa Mauro dice che il "Parlamento è sovrano" e potrebbe ripristinare l'intero programma. Che non ci serve, è antieconomico e ci mette sotto "tutela" americana, visto che le "chiavi elettroniche" degli aerei resteranno in mano Usa.

  F-35 insicuri e anti-economici
 

L'appello di don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, Umberto Veronesi, Chiara Ingrao, Cecilia Strada, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Riccardo Iacona, Gad Lernerapre una nuova campagna di pressione sui parlamentari coordinata dalla Rete Italiana Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della pace. La campagna "Taglia le ali alle armi" raccoglierà le adesioni dei cittadini, esponenti della società civile e degli Enti Locali.

  "LA CAMERA VOTI LA CANCELLAZIONE DEL PROGRAMMA F- 35", UN NUOVO APPELLO AL PARLAMENTO


Quello che si può fare con 131 cacciabombardieri F-35 JSF

  video


Leggi anche i nostri post precedenti:
  • CRISI E SACRIFICI PER LE FAMIGLIE, MA I CACCIABOMBARDIERI F35 COSTERANNO IL DOPPIO
  • Niente tagli per i cacciabombardieri F35


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IL DIO DELLA PACE O DELLA GUERRA?: "SI VIS PACEM... PARA PACEM" e "IL DIO IN CUI NON CREDO" di Santino Coppolino


IL DIO DELLA PACE O DELLA GUERRA?

L'attuale ministro della Difesa, Mario Mauro, dopo il sì della Camera alla mozione della maggioranza sull'acquisto dei nuovi caccia F35, così ha esordito: "Il Parlamento ha compreso che per AMARE LA PACE, in alcune circostanze già fissate dalla Costituzione, NON BISOGNA ESITARE AD ARMARE LA PACE

SI VIS PACEM... PARA PACEM di Santino Coppolino

SI VIS PACEM PARA BELLUM - SE VUOI LA PACE PREPARA LA GUERRA.
E' una delle frasi più memorabili e famose sulla necessità di prepararsi alla guerra, ricavata dal Prologo del III Librodell'Epitoma rei militaris-L'Arte della guerra, di Publio Flavio Vegezio, autore latino del V sec. d.C. Credo che a quest'opera si sia ispirato il Ministro della Difesa Mario Mauro quando in Parlamento, dopo il sì
della Camera alla mozione della maggioranza sull'acquisto dei nuovi caccia F35, così ha esordito: 
"Il Parlamento ha compreso che per AMARE LA PACE, in alcune circostanze già fissate dalla Costituzione, NON BISOGNA ESITARE AD ARMARE LA PACE".
Ma chi è il Ministro Mauro ?
Mario Mauro nasce in terra di Puglia, a San Giovanni Rotondo, nel 1961.
Si laurea in Filosofia presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore dove studia nel Collegio Augustinianum. Nel 1999 viene eletto al Parlamento Europeo nelle fila di Forza Italia e così nel 2004. Nel 2009 viene rieletto nella lista del Popolo delle Libertà. Attualmente è Senatore della XVII Legislatura eletto con Scelta Civica e dal 28 Aprile 2013 è Ministro della Difesa del governo Letta.
Fin da giovane è membro del Movimento Cattolico fondato da Don Giussani "Comunione e Liberazione", "Movimento ecclesiale il cui scopo è l'educazione cristiana dei propri aderenti per collaborare alla missione della Chiesa in tutti gli ambiti della società", come recita la definizione di CL tratta dal sito ufficiale del Movimento.
Ora le cose sono 2 : o don Giussani è stato un guerrafondaio e non un uomo di pace -cosa di cui dubito- oppure il Ministro Mauro è stato un cattivo allievo e non ha compreso bene cosa significhi collaborare alla missione della Chiesa. "La Chiesa è in Cristo Sacramento, segno e strumento dell'intima unione con Dio e dell'unità di tutto il genere umano", così ci dice il Concilio Vaticano II nella Costituzione "Lumen Gentium", l'intimità con Dio avviene nella ricerca dell'unità diTUTTO il genere umano. TUTTO caro Ministro, non solo degli amici, o degli amici degli amici ma di T U T T O. E come fa allora ad accordare la collaborazione alla missione della Chiesa con l'approvazione dell'acquisto di strumenti di morte quali sono gli F35 ?
...

  SE ARMI LA PACE, AMI LA GUERRA di Nigrizia

L'11 giugno 2013 si sono tenuti a Barcellona P.G. (ME), nella Basilica di S. Sebastiano, i funerali del Maggiore Giuseppe La Rosa, ucciso in Afghanistan.

IL DIO IN CUI NON CREDO di Santino Coppolino

"A TE, ETERNO IDDIO, SIGNORE DELLA PACE E DELLA GUERRA, NOI BERSAGLIERI DI LAMARMORA INNALZIAMO LA NOSTRA PREGHIERA".
E' l'inizio della preghiera letta da un bersagliere il giorno del funerale del Maggiore La Rosa nella Basilica stracolma di San Sebastiano. E poi di seguito ancora benedizioni alle armi, ovviamente italiane, e "che la terra tremi sotto il nostro piede veloce". 
Non che mi aspettassi altro da parte dei militari (fanno il loro mestiere), ma che la Chiesa -nelle persone del nostro Arcivescovo e dei tanti presbiteri presenti- rimanesse in complice silenzio, questo ha dell'incredibile, è inammissibile tacere di fronte a tale bestemmia, "non possiamo essere cani muti di fronte all'ingiustizia e alla menzogna", come direbbe il Beato Charles de Foucauld. Il Signore è soltanto il Dio della Pace e mai della guerra. Ed allora faccio mia l'indignazione di quanti credono in un Dio diverso, in un Dio-Altro, nel Dio di Gesù Cristo, e vi trasmetto una riflessione tratta liberamente da uno scritto di don Farinella, prete di frontiera.
IO NON CREDO nel dio dell'identità nazionale e/o Europea.
...
IO NON CREDO nel dio in qualunque modo e da chiunque invocato per giustificare guerre e violenza.

CREDO nel Dio di Gesù Messia, figlio di Dio e dell'Uomo, ultimo fra gli ultimi.
...
CREDO nel Dio che ci giudicherà solo sull'Amore.

Shalom.


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F-35 - Il Parlamento rinvia la decisione - per saperne di più...


Giornata importante ieri (ndr 26/6/2013) alla Camera. Si è votato infatti in merito alla partecipazione italiana al programma di realizzazione del cacciabombardiere Joint Strike Fighter-F35. Il risultato è stato di fatto quello di un ennesimo rinvio della decisione. La mozione della maggioranza, votata da 381 deputati, impegna però il Governo “a non procedere a nessuna fase di ulteriore acquisizione senza che il Parlamento si sia espresso nel merito”. “E’ un primo passo, ma non è sufficiente” – commenta la campagna ‘Taglia le ali alle armi’ che aveva promosso la mozione presentata da SEL, M5S e altri parlamentari che chiedeva invece di “cancellare la partecipazione italiana al programma del caccia F-35”.
“Il Parlamento – riporta la nota della campagna – avrebbe potuto fare oggi la cosa giusta: decidere la cancellazione del programma, oppure una sospensione immediata e definita nel tempo. E avrebbe potuto decidere oggi l’istituzione di una Commissione di indagine. In questo modo avrebbe tenuto conto delle richieste avanzate da quattro anni dalla campagna ‘Taglia le ali alle armi’ e dalle migliaia di cittadine e cittadini che in questi anni hanno sostenuto le sue iniziative chiedendo che le scarse risorse a disposizione venissero impiegate per finanziare la creazione di posti di lavoro, scuole, asili e servizi sociali. Non è stato così”...

  Taglia le ali: il voto sugli F-35 non ci soddisfa, ma la campagna continua

  F-35: chi vota no, chi sì, chi straparla e chi ha il mal di pancia



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Il voto della Camera non risolve il problema di fondo. Lo rimanda soltanto a dopo l’estate. In realtà l’acquisto dei cacciabombardieri va bocciato. Per motivi economici. E per motivi etici. La mobilitazione continua.

  Alberto Chiara: F-35, PARLAMENTO IPOCRITA

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Alessandro D'Avenia, Massimo Gramellini e "il segreto dei bambini"


Nell’atrio della mia scuola alla fine dell’anno è apparso un albero, con il tronco e i rami di compensato e le foglie di carta multicolore. In cima all’albero è scritto: «Felicità è...». In ogni foglia è contenuta la risposta di un bambino della scuola materna. 
Mi sono fermato a leggere una per una quelle foglie, quasi fosse il responso nell’antro della Sibilla cumana. E ho scoperto che la felicità per i bambini non solo è semplicissima, ma è soltanto relazionale. Tutte le foglie sono dedicate ad altri: familiari e amici. Nessuno di quei bimbi è felice da solo. Le foglie sono, per la maggior parte, dedicate ai genitori, ai padri in particolare: felicità è «quando papà mi gonfia un palloncino e giochiamo insieme», «quando papà mi fa il solletico». Felicità è: padri che giocano con i figli. 
Mi sono reso conto che la mia felicità non era all’altezza di quella di quei bambini...

  Semplicissima felicità di Alessandro D'Avenia

Il lettore M. di Alessandria ha un figlio di due anni e mezzo che, appena incrocia una persona per strada, le getta la voce al collo: «Ciao ciao signore!», «Ciao ciao signora!». Poi si ferma ad aspettare dallo sconosciuto un cenno che lo rassicuri sul fatto di essere considerato con analoga attenzione. Il quartiere dove M. passeggia con suo figlio è frequentato da una fauna variopinta e stratificata: puoi trovarvi la donna col chador e l’indigeno anziano che rimembra ancora di quando i Grigi dell’Alessandria sconfissero per due a zero il Grande Torino (era il 1947). Ma per il piccolo inesausto salutatore non esistono differenze. Alla donna col chador e all’indigeno anziano affida lo stesso «ciao ciao» ecumenico, da non confondersi col «ciaociao» nevrotico che gli adulti sputano nei loro telefonini al termine di una conversazione. 
M. contempla il mondo con gli occhi di suo figlio e pensa al giorno, ormai prossimo, in cui l’incanto finirà...

  Ciao ciao signore! di Massimo Gramellini


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26 giugno - Giornata mondiale a sostegno delle vittime di tortura


Mettiamo la parola fine alla tortura nel mondo, sosteniamo e assistiamo tutti coloro che l’hanno subita e sollecitiamo affinché i paesi provvedano a riparare quanto sopportato dalle vittime. E’ la sintesi del messaggio che il segretario generale dell’Onu Ban Ki Moon ha inviato in occasione dell’odierna Giornata a sostegno delle vittime di tortura, aberrante pratica distribuita ad oggi in 112 Paesi del mondo, ben 11 in più dello scorso anno, come indicato da Amnesty International. Le vittime, chiunque esse siano, bambini donne o uomini, restano marchiate da ferite e traumi indelebili, annichilite dalla perdita della loro identità sociale, politica e culturale. 
La tortura si pratica in molti Paesi preda di conflitti, ma si insinua anche nelle pieghe più nascoste delle nazioni più democratiche. Si pensi all’Italia che non ha ancora introdotto la tortura come reato specifico del suo codice penale, una grave mancanza giuridica che continua da tempo ad essere denunciata dalle associazioni che si battono per la difesa dei diritti umani. Tra queste vi è il Cir, Consiglio Italiano per i Rifugiati, che dal 1996 gestisce progetti mirati alla riabilitazione dei sopravvissuti alla tortura. Un rifugiato su tre di coloro che arrivano in Italia ha subito esperienza di tortura. E fino ad oggi il Cir ha assistito circa tremila persone. Fiorella Rathaus, responsabile dei progetti Cir diretti alle vittime di tortura:

  Ascolta il servizio di Francesca Sabatinelli per Radio Vaticana: Giornata contro la tortura: si pratica in oltre 110 Paesi (audio)

Nella Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura, stride ancor di più il vuoto legislativo del nostro Paese: il codice penale italiano non prevede ancora il reato di tortura

... Nella Giornata internazionale a sostegno delle vittime di tortura, che cade il 26 giugno, il caso dell'Italia è emblematico. Nel 2013 il nostro Paese non ha ancora introdotto la tortura come reato specifico previsto nel Codice penale, nonostante l'obbligo direttamente derivante dalle Convezioni internazionali. Violenza esercitata volontariamente da uomini su altri uomini, di questo si tratta quando si parla di tortura.
In Italia il problema della tortura è evidentemente (o volutamente) sottovalutato, e troppo spesso è ancora avvolto da un silenzio che infierisce ulteriormente su chi della tortura è stato vittima. E solo terribili episodi di cronaca nera, come i recenti casi Cucchi e Uva o le violenze nella scuola Diaz e nella caserma di Bolzaneto durante il G8 di Genova nel 2001, portano il tema all'attenzione dell'opinione pubblica. 
E se un trattamento inumano e degradante si qualifica come tortura, come si può chiamare il trattamento a cui sono sottoposti migliaia di detenuti in Italia? Inoltre, la tortura è un tema di strettissima attualità, anche da un altro punto di vista: per esempio un rifugiato su tre, fra quelli che arrivano in Italia, ha personalmente subito esperienze di tortura. Spesso, proprio per sfuggire a persecuzioni disumane nel loro Paese, uomini e donne hanno intrapreso un viaggio senza certezze e proprio a causa delle torture subite ricevono lo status di rifugiati quando sono in esilio.
Tortura quindi non è solo violenza fisica. Anzi, spesso sono altre le ferite più profonde e le più difficili da rimarginare: la perdita dell'identità familiare, legale, economica, politica, culturale, sociale. La perdita della dignità personale...

  QUEL SILENZIO CHE INFIERISCE SULLE VITTIME DI TORTURA

Guarda anche il nostro precedente post:

  DIGNITÀ E DIRITTI UMANI Campagna per tre leggi di civiltà: Tortura, Carcere, Droghe - Appello di don Ciotti


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Sulle sedie vuote di questi giorni... di Roberto Beretta


Sì, qualche volta bisogna proprio andarsene, lasciar vuota la sedia, sfuggire alle gabbie gentili di chi vuol mantenere lo status quo

Ci sono due sedie vuote nelle cronache di questi giorni, ritratte anche figurativamente sulle pagine dei giornali. Una è il seggiolino d'aereo lasciato vuoto da Edward Snowden, il giovane informatico che ha rivelato agli americani di essere spiati e intercettati ogni momento e che doveva imbarcarsi a Mosca su un volo per sfuggire agli agenti della Cia, bramosi soltanto di mettergli le mani addosso. La seconda è la poltrona bianca disertata da papa Francesco all'ormai famoso concerto vaticano di Beethoven.
«Si parva licet componere magnis», dicevano gli antichi: se possiamo paragonare tra loro cose grandi e altre più piccole... (Ma quali sono grandi e quali piccine, in questi due casi?). Il parallelo mi è venuto in mente anche perché mi sembra comunque di vedere nelle due vicende -­ diversissime tra loro, è evidente ­- una medesima lotta del singolo contro il «potere»: Snowden quello della democrazia più grande del mondo, che però ci ha abituato da decenni alle ipocrisie e agli abusi sui quali si regge; Bergoglio nei confronti di un apparato curiale e burocratico che incombe come un soffocante moloch sopra il desiderio di molti di una Chiesa «diversa»...

  Sulle sedie vuote di questi giorni...



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Siria uccisi monaci francescani
Siria, orrore continuo: in ospedale cadaveri torturati e decapitati
I corpi di 16 uomini, uccisi dalle forze di sicurezza siriane, sono stati ritrovati in un ospedale di Damasco. Tre monaci fracescani sono invece stati uccisi dal Fronte al Nusra
NON POSSIAMO RESTARE INDIFFERENTI

  Siria, orrore continuo: in ospedale cadaveri torturati e decapitati

Già,.. si spera almeno che non sia vera la notizia dei francescani

  Siria Ghassenieh, forti dubbi sulla decapitazione dei tre frati francescani

Anche padre Pierbattista Pizzaballa, custode di Terra Santa, smentisce al Sir la notizia della decapitazione di tre religiosi francescani del convento di Ghassanieh

  Siria: P. Pizzaballa al SIR, non abbiamo notizia della morte dei nostri frati

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Internet non significa tout-court allargamento della coscienza, perché le differenze, il dibattito e le critiche hanno fatto da sempre la forza nobile e democratica dei partiti e delle organizzazioni
  Marco Testi: La solitudine del web



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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO




FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013

  • LECTIO DIVINA 
17-22 LUGLIO

Lettere di Giacomo, Giuda e 1Pietro
con p. Pino Stancari sj


*****

  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"


  il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf)



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  Tacere di sè...
  La riuscita...
  Nessuno può diventare...
  Non dobbiamo...
  C'è bisogno...
  Dal Battista...
  ... non è un fardello...
  Ogni prossimo...
  Questa è la fede...
  Tutti siamo uguali...
  L'amore deve...
  Dio che ama...
  E' sulla sabbia...
  Chi vuole essere...
  Ecco il linguaggio...

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  NATIVITÀ DI SAN GIOVANNI BATTISTA  (video)


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Le pietre d'inciampo del Vangelo

"Dalla pienezza di Lui
noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia"
(Giovanni 1,16)


  Gianfranco Ravasi: La ricchezza del dono divino



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RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 9,18-24

"Le folle chi dicono che io sia ?"
E' la domanda che risuona da più di 2000 anni nella testa e nel cuore degli uomini, credenti o non credenti che siano. Il Battista, Elia, uno degli antichi profeti, sono soltanto immagini parziali e imperfette della perfezione che in Gesù manifesta il volto di Colui che nemmeno Mosè è riuscito a vedere se non di spalle .
"Signore, mostraci il Padre e ci basta... chi ha visto me ha visto il Padre"(Gv 14,8-9)
E' il Signore Gesù la vera Icona del Padre e solo in Lui possiamo contemplare "tutta la pienezza della divinità"...



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Chi sono per te? 
La domanda sull'identità di Gesù.
Una domanda cruciale.

Omelia di don Angelo Casati 
nella 12ª Domenica del Tempo Ordinario
 
"... Ma voi chi dite che io sia?".

Prova a dirlo usando -forse scandalizzo qualcuno- uscendo dalle formule sacre, quelle canoniche, che sono vere, ma spesso logore, fatte d'abitudine, prova a dirlo con parole tue. Chi sono io per te?
Ecco questo è il punto.
E Pietro risponde: "Sei il Cristo di Dio". Sei l'Unto, -Cristo significa unto- sei l'Unto di Dio, sei il Messia. Non sei uno della serie dei profeti, o, sì lo sei anche, ma tu sei uno fuori dalla serie, sei il Messia. Per secoli i nostri padri hanno parlato di un giorno futuro, quello del Messia. Verrà il giorno... ebbene quel giorno è venuto, è oggi per noi.
Ma proprio perché la professione di fede non è una questione di parole, Gesù, sconcertando, mette silenzio anche sulla definizione giusta, ortodossa, di Pietro: "Ammonendoli ingiunse di non dirlo a nessuno, dicendo: "Il Figlio dell'uomo deve patire molte cose ed essere riprovato dagli anziani e gran sacerdoti e scribi ed essere ucciso e risuscitare il terzo giorno"".
Come se Gesù volesse metterci in guardia dalle professioni di fede che sono "dire il suo nome", ma staccandolo dalla sua storia. Diventa ambiguo anche il termine più ortodosso, se stacchiamo Gesù dalla sua storia, dalla sua storia di "trafitto". Ma perché trafitto? Perché riprovato dal potere religioso, politico, culturale? Che cosa difendeva Gesù? Chi difendeva?
Sono le cose che difendiamo noi? O noi ci accontentiamo di dire: è il Messia, è il Figlio di Dio e difendiamo altre cose? Però ci proclamiamo cattolici ortodossi...

  Chi sono per te? 


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Giovanni: lampada che arde e splende!



NATIVITÀ DI GIOVANNI BATTISTA

E’ appena iniziata l‘estate, ed ecco la festa della natività di Giovanni il Battista, una ricorrenza antichissima, già celebrata da sant’Agostino in Africa. Accanto a Maria, la madre del Signore, Giovanni il Battista è il solo santo di cui la chiesa celebri non solo il giorno della morte, il dies natalis alla vita eterna, ma anche il dies natalis in questo mondo: di fatto, Giovanni è il solo testimone di cui il Nuovo Testamento ricorda la nascita, così intrecciata con quella di Gesù. Ed è proprio questo intersecarsi di vicende che ha portato alla scelta della data del 24 giugno per celebrarne la memoria: se la chiesa ricorda la nascita di Gesù il 25 dicembre, non può che ricordare quella di Giovanni al 24 giugno, essendo essa avvenuta, come testimonia il Vangelo di Luca, sei mesi prima. E il parallelismo di queste date contiene anche una simbologia, almeno nel bacino del Mediterraneo che è stato il crogiolo della fede ebraico-cristiana: se il 25 dicembre è la festa del sole vincitore, che comincia ad accrescere la sua declinazione sulla terra, il 24 giugno è il giorno in cui il sole comincia a calare di declinazione, proprio come è avvenuto nel rapporto del Battista con Gesù, secondo le parole dello stesso Giovanni: “Egli deve crescere e io diminuire” (Gv 3,30). Giovanni è il lume che decresce di fronte alla luce vittoriosa, è la lampada preparata per il Messia (cf. Sal 132,17 e Gv 5,35), è il suo precursore nella nascita, nella missione e nella morte, è il maestro di Gesù, suo discepolo che lo segue, è l’amico di Gesù, lo sposo veniente, come dice giustamente il quarto Vangelo...

  "Il Signore fa grazia" di Enzo Bianchi


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Vita eterna: la gloria della nostra carne di Enzo Bianchi



Sembra che la resurrezione della carne, la resurrezione dei nostri corpi, sia l’elemento più strano che la fede cristiana chiede di credere. Non a caso, dalle analisi sociologiche condotte sulla fede degli italiani risulta che, se la maggior parte della popolazione crede in Dio, neanche il 20% crede nella resurrezione della carne. Occorrerebbe domandarsi che qualità cristiana ha questa fede, che in verità sembra piuttosto una certa credenza in un Dio, in un essere superiore, credenza neppure degna di essere classificata come teista. Eppure ogni domenica nella professione di fede che i cattolici fanno all’interno della celebrazione eucaristica si confessa: “Credo la resurrezione della carne, la vita eterna” (Simbolo apostolico), oppure: “Aspetto la resurrezione dei morti” (Simbolo niceno-costantinopolitano)…
Quando poi si ascoltano i pensieri dei cristiani sull’aldilà, sovente si resta imbarazzati sentendoli parlare di reincarnazione (espressione sconosciuta fino a un secolo fa e introdotta con il fenomeno dello spiritismo), come se questo fosse il vero desiderio che li abita: vivere altre vite, altre esperienze. È questo un modo per rimuovere la verità della morte, oppure è un sogno di immortalità? Questi cristiani che spesso pensano la reincarnazione come una credenza religiosa orientale non sanno, tra l’altro, che nell’induismo e nel buddhismo la reincarnazione significa una condanna, perché la salvezza si attua proprio attraverso una lunga disciplina durante la vita, la quale permette di uscire dal ciclo delle reincarnazioni che rappresentano sempre un fallimento! Questi cristiani si ispirano forse alla migrazione delle anime, concepita da Platone all’interno di un’ideologia dualista secondo cui l’essere umano sarebbe composto di un elemento immortale, l’anima, e di uno corruttibile, il corpo? 
Certamente i novissimi, le realtà ultime, cioè morte, giudizio, inferno e paradiso, non sono molto presenti nella predicazione e nella catechesi, e per questo si fa urgente la riproposizione di questi temi essenziali per la fede cristiana, anche per impedire derive spiritualiste e devote, che rispondono alle curiosità e non agli autentici bisogni di fede dei cristiani. La fede nella resurrezione della carne è il cuore della fede cristiana, perché indissolubilmente legata alla fede nella resurrezione di Gesù Cristo. Già l’Apostolo Paolo, di fronte alle difficoltà mostrate a questo riguardo dai primi cristiani provenienti dal mondo greco, asseriva con forza: “Se i morti non risorgono, neanche Cristo è risorto; ma se Cristo non è risorto, vana è la vostra fede … Se noi abbiamo avuto speranza in Cristo soltanto in questa vita, siamo da compiangere più di tutti gli uomini” (1Cor 15,16-17.19). 
Di fronte a questa fede dei cristiani, la critica di chi non crede può anche essere feroce: il credere alla resurrezione sarebbe soltanto un artificio per negare la realtà della morte; sarebbe soprattutto, per gli spiriti deboli, un modo di raggiungere nell’aldilà ciò che non hanno saputo essere nell’al di qua; sarebbe una preoccupazione egocentrica, una non accettazione del fatto che nel mondo tutto nasce, cresce e muore. Oppure sarebbe una forma di rassegnazione, una via per evadere dal duro mestiere di vivere, mettendo la speranza solo nell’aldilà… Queste critiche dovrebbero essere prese sul serio, dovrebbero stimolarci a un esame approfondito della nostra fede e del modo in cui la presentiamo. Perché sovente la nostra attuale non-fede nelle verità cristiane essenziali dipende anche dal modo in cui per secoli sono state presentate: a volte dando a Dio un volto perverso, a volte immaginando una giustizia di Dio secondo i nostri sentimenti, a volte finendo per disprezzare questo mondo, la vita terrestre, e generando nel cuore dei credenti paura e angoscia, invece che fiducia e franchezza...

  Vita eterna: la gloria della nostra carne


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CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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"TRENO DEI BAMBINI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA BELLEZZA" oggi dal Papa una festa nel cuore del Vaticano


Il “Treno dei bambini: Un viaggio attraverso la bellezza” è l’iniziativa che il Pontificio Consiglio della cultura promuove domenica 23 giugno a Roma, nell’ambito del Cortile dei gentili. Un “Cortile” molto speciale e dedicato a bambini con disagio e difficoltà psico-sociali. Un treno FrecciaArgento, spiega padre Laurent Mazas, direttore del Cortile dei gentili, porterà “nel cuore del Vaticano, da Papa Francesco, 300 piccoli disagiati di diverse nazionalità - alcuni provenienti da Paesi Arabi, India, Cina, Africa - pur residenti in Italia, e di età compresa tra i 6 e i 10 anni”; bimbi che “non hanno mai viaggiato”. Da Milano a Roma con fermate intermedie a Bologna e Firenze, per arrivare a San Pietro ed essere accolti all’Angelus dal Pontefice. “Un viaggio attraverso la bellezza”, prosegue padre Mazas, che “toccherà le opere d’arte a Milano, Bologna e Firenze” e “costituisce per questi bambini un Cortile, un luogo d’incontro tra gioie e difficoltà. Dall’ospedale Bambino Gesù, i bambini romani dispiegheranno striscioni d’accoglienza”. (fonte: SIR)

Un viaggio in treno con partenza da Milano, tappe a Bologna e Firenze, e arrivo a Roma, in una stazione del tutto particolare: quella vaticana. Protagonisti oltre 300 ragazzi, oltre ai loro accompagnatori, coinvolti da una iniziativa studiata per loro dal “Cortile dei Gentili”. Momento culminante, oggi subito dopo l’Angelus, sarà l’incontro del “Treno dei bambini” con Papa Francesco, che arriverà di persona a salutare i ragazzi alla stazione. Fabio Colagrande ha chiesto al cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, di descrivere la finalità di questo evento...
"L’iniziativa l’ho proposta direttamente al Papa stesso, che ne è stato subito coinvolto, che ha accettato subito, anche in questa maniera piuttosto informale, perché inizialmente si pensava di portare questi bambini all’interno della piazza ad ascoltare l’Angelus del Papa. Però, non dimentichiamo che qui siamo in presenza di un numero di almeno 500 persone, che dobbiamo muovere: 300 bambini e 164 educatori. Perciò, la complessità della vicenda richiedeva che fosse il Papa stesso, in qualche modo, ad avallare un incontro di questo genere, perché loro rimarranno poi tutta la giornata, prima di ripartire per le loro città con il treno di Trenitalia: rimarranno nell’atrio dell'Aula Paolo VI dove avranno giochi, avranno rappresentazioni teatrali, dove pranzeranno. Entreranno e conosceranno la Basilica di San Pietro: una molteplicità delle cose che si svolge tutta all’interno della Santa Sede"... 

  "Il Treno dei bambini" oggi dal Papa. Il card. Ravasi: una festa nel cuore del Vaticano (audio)

Per saperne di più:

  CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL "TRENO DEI BAMBINI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA BELLEZZA"

  Guarda le interviste video realizzate a margine della conferenza stampa di presentazione dell'iniziativa "Treno dei Bambini", realizzato in collaborazione con Ferrovie dello Statocon il Card. Ravasi, P.Laurent Mazas e l'Ing. Mauro Moretti (video)



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"TRENO DEI BAMBINI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA BELLEZZA" - L'accoglienza del Papa in Vaticano


Subito dopo la preghiera dell’Angelus Papa Francesco ha raggiunto stamani la Stazione ferroviaria vaticana per incontrare più di trecento bambini, provenienti da case famiglia, istituti, associazioni, arrivati poco prima con uno speciale treno, Frecciargento, partito da Milano. L’iniziativa, denominata ‘Il treno dei bambini, un viaggio attraverso la bellezza’, fa parte degli eventi riservati ai più piccoli nell’ambito del "Cortile dei Gentili", la struttura del Pontificio Consiglio della Cultura che promuove il dialogo con i non credenti.

 
Il Papa saluta i ragazzi del "Treno dei bambini". Per loro una festa nel cuore del Vaticano (testo+video)

Bagno di folla tra i bambini per papa Francesco. 
E' stata un'accoglienza speciale quella che il Papa ha riservato dopo l'Angelus ai 250 giovani del ''treno dei bambini'' arrivati con un Freccia argento in Vaticano. 
Francesco si e' intrattenuto a lungo con i giovani provenienti da case famiglia di Milano, Bologna, e Firenze, ai quali non ha risparmiato saluti calorosi, abbracci e baci.
''Benvenuti'' ha detto il papa acclamato dai bambini che urlavano ''Francesco! Francesco!''. ''Vi saluto tutti - ha aggiunto il papa - grazie della visita, sono contento. E voi siete contenti?''. 
Francesco ha continuato con un dialogo informale e scherzoso con i giovani: ''A che ora siete partiti? - ha chiesto - E' stato lungo il viaggio? Noioso? Quale e' il vostro programma dopo?'. ''Che bello, vi auguro una bella giornata - ha quindi concluso - sara' un po' calda. Non avete paura del caldo voi?''. 
A queste parole un bambino e' spuntato dalla folla rispondendo: ''Per venire da te no!''.
Ad accogliere i bambini e Papa Francesco, sulla banchina della stazione ferroviaria di San Pietro, c'erano il presidente del Gruppo FS Lamberto Cardia e all'ad Mauro Moretti. A bordo del treno - hanno reso noto, in un comunicato - le FS - i bambini sono stati impegnati in percorsi educativi ed artistici. 
Ai piccoli viaggiatori sono stati donati anche cappellini rossi e matite colorate. I bambini hanno viaggiato a ritmo di musica, grazie alla presenza a bordo dell'Orchestra Popolare diretta dal maestro Sparagna. (fonte: ANSA)

Vedi anche il nostro recedente post:

  "TRENO DEI BAMBINI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA BELLEZZA" oggi dal Papa una festa nel cuore del Vaticano



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Il Vangelo ai lontani di Silvano Fausti



L'ultima Parola
di Silvano Fausti
Gesuita, biblista e scrittore

Il Vangelo ai lontani
«Cosa mi impedisce di essere battezzato?»(leggi Atti 8, 26-40)

«Mi sono fatto un punto d’onore di non annunziare il Vangelo se non dove ancora non era giunto», scrive Paolo (Rm 15,20). L’annuncio ai lontani è il cuore del cristianesimo. Mette in gioco la verità di Dio e dell’uomo: Dio è padre di tutti e ciascuno diventa figlio se accoglie ogni altro come fratello. 
Perché la Chiesa attuale non evangelizza i lontani e anche i vicini si allontanano? Dobbiamo chiederci se presentiamo il Nazareno crocifisso e risorto, oppure il Messia potente, sognato anche da Pietro, che Gesù chiama satana (Mc 8,33). Quando usiamo il potere per imporre il «bene» - ideale di ogni «religione di Stato» -, Cristo diventa l’attaccapanni dei nostri interessi. Lo onoriamo con le labbra, ma il nostro cuore è lontano da lui. Se cerchiamo danaro, potere e onore, «seguiamo il diavolo, non Gesù». Usiamo come mezzi ciò che lui scartò come tentazioni. La nostra cattiva testimonianza allontana da lui tutti, vicini e lontani ...
Nonostante la «sporcizia» evidente, la Chiesa esiste ancora e va avanti grazie a monaci, religiosi, sacerdoti e, soprattutto, semplici cristiani che hanno cercato di essere testimoni di Gesù. La sua carta d’identità è la povertà delle beatitudini; il suo volto quello di ogni affamato, assetato, immigrato, nudo, malato e carcerato (cfr Mt 5,1ss; 25,31ss). 
Lo stile di vita del nuovo vescovo di Roma presenta un volto di Cristo che attira tutti. Infatti il modo di vivere e di vestire è più eloquente di ogni parola. Le «cinque piaghe della Chiesa» sono quelle che ogni «potere temporale» infligge a Cristo e a tutti i poveri cristi. Questo scandalo finisce quando ci convertiremo ai poveri. Solo la testimonianza evangelica è «un fuoco che accende altri fuochi». ...

  Il Vangelo ai lontani di Silvano Fausti



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Il Santo Padre ha istituito una Pontificia Commissione Referente sull’Istituto per le Opere di Religione (IOR)
Come si noterà dal testo del Chirografo pubblicato oggi, l’opportunità di stabilire una Commissione Referente è sorta dal desiderio del Santo Padre di conoscere meglio la posizione giuridica e le attività dell’Istituto per consentire una migliore armonizzazione del medesimo con la missione della Chiesa universale e della Sede Apostolica, nel contesto più generale delle riforme che sia opportuno realizzare da parte delle Istituzioni che danno ausilio alla Sede Apostolica.La Commissione ha lo scopo di raccogliere informazioni sull’andamento dell’Istituto e di presentare i risultati al Santo Padre.

  CHIROGRAFO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER L’ISTITUZIONE DI UNA PONTIFICIA COMMISSIONE REFERENTE SULL’ISTITUTO PER LE OPERE DI RELIGIONE

Arrestati un alto prelato, uno 007 e un broker. Accuse di corruzione e truffa. La Banca attende la riforma del papa.
Il religioso, secondo quanto si apprende, è monsignor Nunzio Scarano, responsabile del servizio di contabilità analitica dell'Amministrazione del patrimonio della Sede apostolica (Apsa), l'organismo che gestisce i beni della Santa Sede. Scarano, tra l'altro, è coinvolto a Salerno in un'altra indagine per ricettazione.
Lo 007 è Giovanni Maria Zito, ex funzionario dell'Aisi (Agenzia informazioni e sicurezza interna), mentre il broker si chiama Giovanni Carenzio.

  Indagine Ior, tre arresti

La Santa Sede non ha ancora ricevuto alcuna richiesta sulla questione dalle competenti autorità italiane, ma conferma la sua disponibilità a una piena collaborazione.

  DICHIARAZIONE DEL DIRETTORE DELLA SALA STAMPA DELLA SANTA SEDE, P. FEDERICO LOMBARDI, S.I.

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La "Commissione referente" istituita da Papa Francesco è l'ultimo atto della travagliata storia dell'Istituto. Che ora giunge a una svolta. Auspicabile.

  Francesco Anfossi:  PERCHÉ IL VATICANO NON HA BISOGNO DI (QUESTO) IOR


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Missionari sulla stessa metropolitana che Jorge Mario Bergoglio fino a qualche mese fa utilizzava per i suoi spostamenti in città. E divenuta in fretta un’icona di quelle periferie esistenziali di cui anche ora da Roma Papa Francesco ama parlare come faceva sempre con loro a Buenos Aires.  I giovani cattolici della capitale argentina vivranno così sabato 29 giugno la festa dei Santi Pietro e Paolo. Convocati dall’arcidiocesi si sono dati appuntamento per celebrare la Giornata del Papa, che inizierà nelle stazioni della metropolitana e culminerà poi in una Messa durante la quale - alla sera in cattedrale - riceveranno il mandato coloro che il mese prossimo parteciperanno alla Giornata mondiale della Gioventù di Rio de Janeiro.

  Giorgio Bernardelli:  In missione (sulla metro) come Jorge

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Il dialogo tra i cristiani non deve essere un esercizio meramente teorico, né deve limitarsi ad uno scambio di informazioni per conoscersi meglio gli uni gli altri, ma deve portare alla capacità di “apprendere” gli uni dagli altri, soprattutto sui temi spinosi dell'autorità e del governo della Chiesa.

  Alessandro Speciale: "I cattolici possono imparare la sinodalità dai fratelli ortodossi"


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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 23 giugno 2013

     Udienza - 26 giugno 2013

     Discorso - Al Pellegrinaggio della Diocesi di Brescia (22 giugno 2013)

     Discorso - Parole inviate dal Santo Padre in occasione del "Concerto dell'Anno della fede" (22 giugno 2013)

    Discorso - All'Associazione dei Santi Pietro e Paolo (23 giugno 2013)

    Discorso - Alla Delegazione dell'International Jewish Committee on Interreligious Consultations (24 giugno 2013)

     Discorso - Alla Delegazione del Patriarcato Ecumenico di Costantinopoli (28 giugno 2013)



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   Omelie a Santa Marta:

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - passato, presente e futuro - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 22 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.


Papa Francesco: ricchezze e preoccupazioni soffocano la vita

Le ricchezze e le preoccupazioni del mondo “soffocano la Parola di Dio”. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che la nostra vita è fissata su tre pilastri:elezione, alleanza e promessa, aggiungendo che dobbiamo affidarci al Padre nel vivere il presente senza aver paura per quello che accadrà.

“Nessuno può servire due padroni”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dalle parole di Gesù che, nel Vangelo odierno, si sofferma sul tema delle ricchezze e delle preoccupazioni...
“Dimenticare il passato, non accettare il presente, sfigurare il futuro: questo è quello che fanno le ricchezze e le preoccupazioni. Il Signore ci dice: ‘Ma, tranquilli! Cercate il Regno di Dio e la sua giustizia, tutto l’altro verrà’. Chiediamo al Signore la grazia di non sbagliarci con le preoccupazioni, con l’idolatria della ricchezza e sempre avere memoria che abbiamo un Padre, che ci ha eletti; avere memoria che questo Padre ci promette una cosa buona, che è camminare verso quella promessa e avere il coraggio di prendere il presente come viene. Questa grazia chiediamo al Signore!”

  Il Papa: Il Papa: serviamo la Parola di Dio, non l’idolatria della ricchezza e le preoccupazioni del mondo

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - andare avanti con gioia - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 23 giugno 2013

Papa Francesco: rispondete a Gesù con il cuore

Stamani, alle ore 9.30, Papa Francesco ha presieduto la Santa Messa nella Domus Sanctae Marthae. Erano presenti circa 40 nunzi apostolici, rimasti in Vaticano dopo l’incontro avuto con il Pontefice venerdì scorso. Commentando il Vangelo domenicale di Luca, che riporta la domanda di Cristo agli Apostoli, “ma voi chi dite che io sia?”, il Santo Padre ha sottolineato che bisogna rispondere a Gesù con il cuore, ispirati dalla venerazione per Lui e dalla roccia del Suo Amore.
“Chi dite che io sia?”. Una domanda alla quale Pietro risponde: “Tu sei il Cristo di Dio, l’Unto del Signore”, che anche duemila anni dopo ci coinvolge, che ci mette in crisi, una prova del nove del nostro cammino di fede. Una domanda diretta al cuore – afferma Papa Francesco, parlando nell’omelia ai nunzi apostolici – alla quale rispondere con l’umiltà del peccatore, al di là delle frasi fatte o di convenienza, che quasi ne contiene un’altra, speculare e altrettanto decisiva: “Chi noi pensiamo di essere per Gesù?”: "Noi, anche noi, che siamo apostoli e servi del Signore dobbiamo rispondere, perché il Signore ci domanda: 'Cosa pensi tu di me?'. Ma lo fa, eh? Lo fa tante volte! 'Cosa pensi tu di me?', dice il Signore. E noi non possiamo farci quelli che non capiscono bene. 'Ma, tu sei l’unto! Sì, ho letto'. Con Gesù non possiamo parlare come con un personaggio storico, un personaggio della storia, no? Gesù è vivo davanti a noi. Questa domanda la fa una persona viva. E noi dobbiamo rispondere, ma dal cuore"...
"Lui è più grande, Lui è più grande! E quando noi diciamo, dalla venerazione e dall’amore, sicuri, sicuri sulla roccia dell’amore e sulla guida di Lui: 'Tu sei l’unto', questo ci farà tanto bene e ci farà andare avanti con sicurezza e prendere la Croce di ogni giorno, che alle volte è pesante. Andiamo avanti così, con gioia, e chiedendo questa grazia: dona al Tuo popolo, Padre, di vivere sempre nella venerazione e nell’amore per il Tuo santo nome! E con la certezza che Tu non privi mai della Tua guida coloro che hai stabilito sulla roccia del Tuo amore!".

  Messa del Papa con i nunzi apostolici: Gesù ci chiede chi sia per noi, rispondiamo col cuore

  video
 

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Voce ma... non Parola, luce ma... riflessa - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 24 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: La Chiesa sia una voce che indica la Parola.

Come San Giovanni, la Chiesa è chiamata a proclamare la Parola di Dio fino al martirio. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta, nell’odierna Solennità della Nascita di San Giovanni Battista. Il Papa ha ribadito che la Chiesa non deve mai prendere niente per se stessa, ma essere sempre al servizio del Vangelo.
Nel giorno in cui la Chiesa celebra la nascita di San Giovanni Battista, Papa Francesco ha iniziato la sua omelia rivolgendo gli auguri a tutti coloro che portano il nome Giovanni. La figura di Giovanni Battista, ha detto il Papa, non è sempre facile da capire. “Quando pensiamo alla sua vita – ha osservato – è un profeta”, un “uomo che è stato grande e poi finisce come un poveraccio”. Chi è dunque Giovanni? Lui stesso, ha detto il Papa, lo spiega: “Io sono una voce, una voce nel deserto”, ma “è una voce senza Parola, perché la Parola non è Lui, è un Altro”...
“la figura di Giovanni a me fa pensare tanto alla Chiesa”:
“La Chiesa esiste per proclamare, per essere voce di unaParola, del suo sposo, che è la Parola…”.
La Chiesa, ha soggiunto, deve ascoltare la Parola di Gesù e farsi voce, proclamarla con coraggio. “Quella – ha detto – è la Chiesa senza ideologie, senza vita propria: la Chiesa che è il mysterium lunae, cha ha luce dal suo Sposo e deve diminuire, perché Lui cresca”:
“Questo è il modello che ci offre oggi Giovanni, per noi e per la Chiesa. Una Chiesa che sempre sia al servizio della Parola. Una Chiesa che mai prenda niente per se stessa. Oggi nella preghiera abbiamo chiesto la grazia della gioia, abbiamo chiesto al Signore di allietare questa Chiesa nel suo servizio alla Parola, di essere voce di questa Parola, predicare questa Parola. Chiediamo la grazia di imitare Giovanni, senza idee proprie, senza un Vangelo preso come proprietà, soltanto una Chiesa voce che indica la Parola, e questo fino al martirio. Così sia!”.

  Il Papa: la Chiesa sia come San Giovanni, voce che indica la Parola senza idee proprie

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Dio ci parla al singolare - (video e testo)



"Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo"
Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta (video e testo) - 25 giugno 2013


Papa Francesco: "Dio ci accompagna e ci chiama per nome".

Essere cristiano è una chiamata d’amore, una chiamata a diventare figli di Dio. E’ quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha quindi ribadito che la certezza del cristiano è che il Signore non ci lascia mai soli e ci chiede di andare avanti, anche in mezzo ai problemi. 

Papa Francesco ha incentrato l’omelia sulla Prima Lettura, tratta dal Libro della Genesi, dove si racconta della discussione tra Abram e Lot per la divisione della terra. “Quando io leggo questo – ha detto il Papa – penso al Medio Oriente e chiedo tanto al Signore che ci dia a tutti la saggezza, questa saggezza – non litighiamo, io di qua e tu di là… - per la pace”. Abram, ha osservato il Papa, “continua a camminare”. “Lui – ha affermato – aveva lasciato la sua terra per andare, non sapeva dove, ma dove il Signore gli dirà”. Continua a camminare, dunque, perché crede nella Parola di Dio che “lo aveva invitato ad uscire dalla sua terra”. Quest’uomo, forse novantenne, ha detto ancora il Papa, guarda la terra che gli indica il Signore e crede...
“… qualcuno dirà ‘Padre, io sono peccatore’… Ma tutti lo siamo. Quello si sa. Il problema è: peccatori, andare avanti col Signore, andare avanti con quella promessa che ci ha fatto, con quella promessa di fecondità e dire agli altri, raccontare agli altri che il Signore è con noi, che il Signore ci ha scelto e che Lui non ci lascia soli, mai! Quella certezza del cristiano ci farà bene. Che il Signore ci dia, a tutti noi, questa voglia di andare avanti, che ha avuto Abram, in mezzo ai problemi; ma andare avanti, con quella sicurezza che Lui che mi ha chiamato, che mi ha promesso tante cose belle è con me!”.

  Il Papa: essere cristiano non è una casualità, ma una chiamata d’amore

  video


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S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
26 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: Il sacerdote sia un padre spirituale.

Dio vuole che i sacerdoti vivano con pienezza una speciale grazia di “paternità”: quella spirituale nei riguardi delle persone loro affidate. Lo ha affermato Papa Francesco nella Messa di questa mattina, presieduta nella cappella di Casa S. Marta. Con il Pontefice erano presenti prelati e sacerdoti che accompagnavano il cardinale arcivescovo emerito di Palermo, Salvatore De Giorgi, che oggi celebra il 60.mo anniversario di ordinazione sacerdotale, circostanza alla quale il Papa ha fatto cenno con parole di grande stima all’omelia, per poi ritornarvi più tardi all'udienza generale.

La “voglia di paternità” è iscritta nelle fibre più profonde di un uomo. E un sacerdote, ha affermato Papa Francesco, non fa eccezione, pur essendo il suo desiderio orientato e vissuto in modo particolare:
“Quando un uomo non ha questa voglia, qualcosa manca, in quest’uomo. Qualcosa non va. Tutti noi, per essere, per diventare pieni, per essere maturi, dobbiamo sentire la gioia della paternità: anche noi celibi. La paternità è dare vita agli altri, dare vita, dare vita… Per noi, sarà la paternità pastorale, la paternità spirituale: ma è dare vita, diventare padri”.
Lo spunto di riflessione è offerto a Papa Francesco dal brano della Genesi di oggi, nel quale Dio promette al vecchio Abramo la gioia di un figlio, assieme a una discendenza fitta come le stelle del cielo.

Leggi tutto: Il Papa: i preti abbiano la grazia della paternità spirituale. Gli auguri al card. De Giorgi

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - cristiani di parole e cristiani di azione - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
27 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "No ai cristiani senza Cristo".

Ci sono persone che “si mascherano da cristiani” e peccano o di eccessiva superficialità o di troppa rigidità, dimenticando che un vero cristiano è un uomo della gioia che poggia la fede sulla roccia di Cristo. È stato questo il pensiero di fondo di Papa Francesco alla Messa di stamattina in Casa S. Marta.
Rigidi e tristi. O allegri ma senza avere idea della gioia cristiana. Sono due “case”, in certo modo opposte, in cui abitano due categorie di credenti e che in entrambi casi hanno un difetto grave: si fondano su un cristianesimo fatto di parole e non si basano sulla “roccia” della Parola di Cristo. Papa Francesco individua questo duplice gruppo commentando il Vangelo di Matteo del giorno, il celeberrimo brano delle case sulla sabbia e sulla roccia.
“Nella storia della Chiesa ci sono state due classi di cristiani: i cristiani di parole – quelli “Signore, Signore, Signore” – e i cristiani di azione, in verità. Sempre c’è stata la tentazione di vivere il nostro cristianesimo fuori della roccia che è Cristo. L’unico che ci dà la libertà per dire ‘Padre’ a Dio è Cristo o la roccia. E’ l’unico che ci sostiene nei momenti difficili, no? Come dice Gesù: cade la pioggia, straripano i fiumi, soffiano i venti, ma quando è la roccia è sicurezza, quando sono le parole, le parole volano, non servono. Ma è la tentazione di questi cristiani di parole, di un cristianesimo senza Gesù, un cristianesimo senza Cristo. E questo è accaduto e accade oggi nella Chiesa: essere cristiani senza Cristo”...
“I primi hanno una certa ‘allegria’ superficiale. Gli altri vivono in una continua veglia funebre, ma non sanno cosa sia la gioia cristiana. Non sanno godere la vita che Gesù ci dà, perché non sanno parlare con Gesù. Non si sentono su Gesù, con quella fermezza che dà la presenza di Gesù. E non solo non hanno gioia: non hanno libertà. Questi sono schiavi della superficialità, di questa vita diffusa, e questi sono schiavi della rigidità, non sono liberi. Nella loro vita, lo Spirito Santo non trova posto. E’ lo Spirito che ci dà la libertà! Il Signore oggi ci invita a costruire la nostra vita cristiana su Lui, la roccia, quello che ci dà la libertà, quello che ci invia lo Spirito, quello che ti fa andare avanti con la gioia, nel suo cammino, nelle sue proposte”.

  Il Papa: fondate con gioia la vita su Gesù Roccia, no ai “cristiani senza Cristo”

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Nessun "protocollo" d’azione di Dio nella nostra vita - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
28 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "Il Signore prende il suo tempo e ci aspetta"

Il Signore ci chiede di essere pazienti e irreprensibili, camminando sempre alla sua presenza. E’ quanto affermato, stamani, da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che il Signore sceglie sempre il suo modo per entrare nella nostra vita e questo richiede pazienza da parte nostra, perché non sempre si fa vedere da noi. 
Il Signore entra lentamente nella vita di Abramo, ha 99 anni quando gli promette un figlio. Entra invece subito nella vita del lebbroso: Gesù ascolta la sua preghiera, lo tocca ed ecco il miracolo. Papa Francesco ha preso spunto dalla Prima Lettura e dal Vangelo odierno per soffermarsi su come il Signore scelga di coinvolgersi “nella nostra vita, nella vita del suo popolo”. Abramo e il lebbroso. “Quando il Signore viene – ha osservato il Papa – non sempre lo fa nella stessa maniera. Non esiste un protocollo d’azione di Dio nella nostra vita”, “non esiste”. Una volta, ha aggiunto, “lo fa in una maniera, un’altra volta lo fa in un’altra maniera” ma sempre lo fa. “Sempre – ha ribadito – c’è questo incontro tra noi e il Signore”...
"Chiediamo questa grazia al Signore: camminare sempre nella sua presenza, cercando di essere irreprensibili".

    Il Papa: il cristiano sia paziente e irreprensibile, camminando sempre alla presenza del Signore

  video


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... "Il grandissimo interesse suscitato dalle brevi omelie del Papa nel corso delle messe celebrate al mattino nella cappella della Casa Santa Marta fa sì che si sia posta e si continui a porre spesso, da diverse parti, la domanda sulla possibilità di accedere a tale celebrazione o a tale omelia in modo completo e non solo tramite le sintesi pubblicate ogni giorno da Radio Vaticana e Osservatore Romano.
La domanda è comprensibile ed è stata più volte presa in considerazione e fatta oggetto di una riflessione approfondita, e merita una risposta chiara...

  Alberto Bobbio:  Il Papa, Santa Marta e il Web

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(22 giugno) Tweet di Papa Francesco lanciato dal suo account @Pontifex: 

  Se abbiamo trovato il senso della vita in Gesù, non possiamo essere indifferenti davanti a uno che soffre, a uno che è triste

Tweet domenicale (23 giugno) di Papa Francesco, lanciato oggi dal suo account @Pontifex:

  Siamo tutti peccatori. Ma chiediamo al Signore di non essere ipocriti. Gli ipocriti non sanno cosa sia il perdono, la gioia, l’amore di Dio

Tweet di Papa Francesco, lanciato oggi (26 giugno) dal suo account, in 9 lingue, @Pontifex:

  La carità, la pazienza e la tenerezza sono tesori bellissimi. E quando li hai, vuoi condividerli con gli altri.

Nuovo tweet di Papa Francesco, lanciato oggi (28 giugno):

  Gesù non ci ha salvato con un’idea. Si è abbassato e si è fatto uomo. La Parola si è fatta carne.

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"Scegliete i vescovi tra chi non è ambizioso" - Papa Francesco ai nunzi della Santa Sede -21.06.2013



"....Nel delicato compito di realizzare l’indagine per le nomine episcopali siate attenti che i candidati siano Pastori vicini alla gente: questo è il primo criterio. Pastori vicini alla gente. E’ un gran teologo, una grande testa: che vada all’Università, dove farà tanto bene!. Pastori! Ne abbiamo bisogno! Che siano, padri e fratelli, siano miti, pazienti e misericordiosi; che amino la povertà, interiore come libertà per il Signore e anche esteriore come semplicità e austerità di vita, che non abbiano una psicologia da “Principi”. Siate attenti che non siano ambiziosi, che non ricerchino l’episcopato; si dice che il Beato Giovanni Paolo II in una prima udienza che aveva avuto con il Cardinale Prefetto della Congregazione dei Vescovi, questi gli ha fatto la domanda sul criterio di scelta dei candidati all’Episcopato e il Papa con la sua voce particolare: «Il primo criterio: volentes nolumus». Quelli che ricercano l’Episcopato… no, non va. E che siano sposi di una Chiesa, senza essere in costante ricerca di un’altra. Siano capaci di “sorvegliare” il gregge che sarà loro affidato, di avere cioè cura per tutto ciò che lo mantiene unito; di “vigilare” su di esso, di avere attenzione per i pericoli che lo minacciano; ma soprattutto siano capaci di “vegliare” per il gregge, di fare la veglia, di curare la speranza, che ci sia sole e luce nei cuori, di sostenere con amore e con pazienza i disegni che Dio attua nel suo popolo. Pensiamo alla figura di san Giuseppe che veglia su Maria e Gesù, alla sua cura per la famiglia che Dio gli ha affidato, e allo sguardo attento con cui la guida nell’evitare i pericoli. Per questo i Pastori sappiano essere davanti al gregge per indicare la strada, in mezzo al gregge per mantenerlo unito, dietro al gregge per evitare che qualcuno rimanga indietro e perché lo stesso gregge ha, per così dire, il fiuto nel trovare la strada. Il pastore deve muoversi così!  ..." (Papa Francesco)

  il testo integrale: DISCORSO AI PARTECIPANTI ALLE GIORNATE DEDICATE AI RAPPRESENTANTI PONTIFICI

Guarda anche i nostri post sullo stesso argomento:
  • IL RUOLO DEL VESCOVO - "Pastori, non funzionari" - “Non solo vescovi”
  • Enzo Bianchi, “I vescovi stiano fuori dalla politica”


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L'intensa domenica di Papa Francesco: dalla Messa coi Nunzi all'incontro con 250 bambini


La Messa a Santa Marta, l'Udienza all'associazione dei Santi Pietro e Paolo, l'Angelus e l'incontro con i piccoli viaggiatori del "Treno dei bambini" promosso dal Dicastero per la Cultura

Mentre il mondo si gode il riposo domenicale, il Santo Padre è a “lavoro” dalle prime luci dell’alba. Dopo le personali preghiere mattutine, il Papa ha celebrato la Messa, questa mattina alle 9.30, a Santa Marta, con 40 nunzi apostolici rimasti in Vaticano dopo l’udienza venerdì scorso. Alle 11.15, si è poi spostato nell’Aula delle Benedizioni del Palazzo Apostolico, dove ha ricevuto in Udienza i Membri dell’Associazione dei Santi Pietro e Paolo. Alle 12, era già affacciato dallo studio del terzo piano per salutare i fedeli in piazza San Pietro per il tradizionale appuntamento dell’Angelus.
Terminata la preghiera mariana, è corso verso la Stazione ferroviaria vaticana, dove ad attenderlo c’erano i 250 bambini partecipanti all’iniziativa del "Treno dei Bambini, un viaggio attraverso la bellezza", promossa dal Pontificio Consiglio della Cultura nell’ambito del Cortile dei Bambini.
Una mattinata intensissima quindi per Papa Francesco...

  L'intensa domenica di Papa Francesco: dalla Messa coi Nunzi all'incontro con 250 bambini

Udienza all'associazione dei Santi Pietro e Paolo
"Gesù ci ha servito tutti e non ha chiesto nulla in cambio". Fate anche voi le cose con gratuità, la vostra ricompensa sarà "la gioia di servire il Signore, e di farlo insieme". E' un saluto pieno di riconoscenza quello che stamani Papa Francesco ha rivolto ai membri dell'Associazione Santi Pietro e Paolo, formata da cattolici residenti a Roma che, al di là di impegni familiari e professionali, dedicano il proprio tempo a diverse iniziative di volontariato organizzato. "La carità, l'attenzione concreta verso gli altri -- ha insistito il Pontefice -- verso i più poveri, deboli e bisognosi è un segno distintivo del cristiano". Di qui l'invito a conoscere sempre di più il Figlio di Dio, "con la preghiera, con le giornate di ritiro, con la meditazione sulla Parola, con lo studio del catechismo...

Siate magnanimi con il prossimo e amate tutti.
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Angelus
Andate controcorrente con coraggio, servite la verità di Cristo e non accettate i "valori avariati" della società, che "rovinano la vita e tolgono la speranza". E' il pressante appello che Papa Francesco ha rivolto oggi ai fedeli radunati in piazza San Pietro per la recita dell'angelus, soprattutto ai giovani. Commentando il Vangelo il Pontefice ha chiarito che "perdere la propria vita per causa di Gesù" può "significare confessare esplicitamente la fede, ma può significare anche, in modo implicito, difendere la verità". Come dimenticare, tra passato e presente, gli esempi dei martiri, "uomini e le donne che hanno sacrificato la vita per rimanere fedeli a Gesù Cristo e al suo Vangelo".

Servite Cristo, non i valori avariati del mondo
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Guarda anche i nostri precedenti post:
  • Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - andare avanti con gioia - (video e testo)
  • "TRENO DEI BAMBINI: UN VIAGGIO ATTRAVERSO LA BELLEZZA" - L'accoglienza del Papa in Vaticano


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Parla l’arcivescovo di Sydney, uno degli otto consiglieri di Francesco: “Vedrete, ci sarà una mega riorganizzazione della Curia”.

  Gerard O'Connell:   Pell: “Il Papa non vuole che il Vaticano sia visto come una corte rinascimentale”

Nominati cinque fedelissimi: dovranno svelare irregolarità e veleni
Il segnale è inequivocabile: il Papa vuole vederci chiaro sullo Ior (l’Istituto per le Opere di Religione) ed essere personalmente informato su tutte le sue attività, perché i principi del Vangelo devono «permeare anche le attività di natura economica e finanziaria».
E così ieri, con un «chirografo», cioè un suo documento autografo, papa Francesco ha istituito una «commissione referente», con ampi poteri, per compiere un’inchiesta approfondita sulla «posizione giuridica» e sulle attività dell’Istituto per le Opere di Religione.

  Andrea Tornielli: Il Papa vuole trasparenza. Commissione d’inchiesta per lo Ior

Tempi duri per la vecchia curia vaticana:  riti e protocolli sono stati sbriciolati in tre mesi dal papa argentino, ma per la Chiesa di Roma tutto sommato ne valeva la pena: era da molto tempo infatti che piazza San Pietro non si riempiva – ogni domenica e ogni mercoledì – di decine di migliaia di fedeli entusiasti. Via della Conciliazione bloccata, un tifo da stadio intorno per l’uomo vestito di bianco.

  Francesco Peloso:  Tutto il potere al sinodo, ecco la rivoluzione di Bergoglio

«Noi che abbiamo la gioia di accorgerci che non siamo orfani, che abbiamo un Padre, possiamo essere indifferenti verso questa città che ci chiede, forse anche inconsapevolmente, senza saperlo, una speranza?». Le parole del Papa alla Chiesa di Roma, lunedì scorso, devono essere rimaste in mente, come incise, a molti di quelli che le hanno ascoltate. Parole come un grido, come di uno che ti urti e ti riscuota dal sopore. Siamo responsabili di testimoniare la nostra speranza a chi non ce l’ha, ha detto Francesco alla città di Roma, ma in realtà la sua esortazione vale per la città dell’uomo, per ognuna e per tutte.

  Marina Corradi:  Il compito di ogni giorno


Le cure del suo ministero riducono le apparizioni in pubblico del Pontefice. La sedia bianca al centro della prima fila dell'Aula Nervi è rimasta vuota: qualcuno ha visto nell'assenza del Vescovo di Roma dal concerto in suo onore una presunta dissociazione da una altrettanto presunta “mondanità” del Vaticano...

  Alfonso M. Bruno:  Il concerto senza il Papa


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            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm