"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
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NEWSLETTER n°15 del 2013
Aggiornamento della settimana -
dal 6 al 12 aprile 2013 -
Prossima NEWSLETTER prevista per il 19 aprile 2013 |
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N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
... Fatevi accompagnare da Gesù, Lui vi
ama.
Pasqua è Gesù vivo! (dal
messaggio di auguri pasquali del cardinale Jorge Mario Bergoglio alla
diocesi di Buenos Aires prima di partire per Roma)
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BUONA PASQUA!!!
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)video “I
primi 100 giorni del nuovo Parlamento stanno volando via. Dobbiamo fare
in fretta e modificare il voto di scambio. E’ un primo passo
importante, per arrivare a una legge sulla corruzione più forte e
incisiva. Come la definì nel 1984 il cardinale Carlo Maria Martini la
corruzione è una peste. Dobbiamo metterci tutti in gioco per produrre
un cambiamento e dare speranza . La lotta alla corruzione impone un
cambiamento che impegna ciascuno di noi. Riparte il Futuro è un
progetto che vuole ridare speranza”, così Don Luigi Ciotti, in un
video appello rilancia la campagna Riparte il Futuro, promossa da
Libera e Gruppo Abele.
“Ancora una volta”, evidenzia Don Ciotti, “ dobbiamo dirci che la strada è in salita. Ma contro la corruzione ci sono tre parole che non possiamo solo leggere con gli occhi, le dobbiamo fare nostre. Sono continuità. Da parte di tutti, non possiamo essere cittadini a intermittenza. La seconda parola è condivisione. E’ il noi che vince, costruire insieme, camminare insieme. La terza è corresponsabilità. Il cambiamento ha bisogno di ciascuno di noi. Noi chiediamo alle istituzioni, ai parlamentari, alla politica di fare la propria parte. Ma anche ogni cittadino ha il suo compito da svolgere. E oggi non possiamo fermare questo cammino. Oltre 162mila cittadini, avete messo il vostro volto, la vostra firma, sul sito www.riparteilfuturo.it. Non ci possiamo fermare, dovete contaminare, interloquire con quei politici che hanno scelto di giocare a carte scoperte. Riparte il futuro deve diventare la vostra voce, il nostro punto di riferimento, uno strumento che entra nelle nostre coscienze. Questo sito ci accompagnerà in questa grande scommessa, che ci serve per voltare pagina.” FIRMA ADESSO LA PETIZIONE Vedi anche i nostri precedenti post:
-------------------------------------------- Non di soli slogan vive l'uomo. Il "patto di stabilità" che ci viene martellato nelle coscienze come fosse una legge di natura elude il solo punto essenziale: quale stabilità ci preme di più, quella dei conti pubblici o quella della società? Per sanare il bilancio dobbiamo comprimere la spesa sociale, esiliare la cultura, mortificare la sanità, emarginare i più giovani e i più vecchi? Davvero non ci sono alternative? "Stabilità" non descrive forse un Paese immobile, incapace di crescere? Assediati dallo spread e dai suoi capricci, abbiamo perduto la libertà (e la lucidità) di vedere quel che accade. Tristi primati soffocano l'Italia, ne determinano l'immagine nel mondo, erodono la nostra credibilità... Rimettere in circolo la speranza Quando
si parla di un milione di disoccupati in più nel 2012, mi sarei
aspettato entro 12 secondi le dimissioni del ministro del Lavoro". Lo
ha detto il fondatore di Emergency Gino Strada. "Sei il ministro del
Lavoro o il ministro dei Licenziamenti? -- si domanda Strada -- Se sei
il ministro del Lavoro, hai l'obbligo di dimetterti dicendo di non
avercela fatta. Almeno ci fai più bella figura".
video Un'analisi
Coldiretti-Swg prova a guardare oltre i dati negativi Istat e avverte:
il crollo record del potere di acquisto nel 2012 ha messo in difficoltà
economiche quasi una famiglia su quattro
Crolla il potere d'acquisto, una famiglia su 4 in difficoltà ...
In tempi di crisi, la rabbia della gente onesta verso una classe
politica inetta e famelica di soldi e privilegi, è montata a ragione.
Quando si chiede ai cittadini di tirare la cinghia, non è facile
accettare le resistenze che ancora ci sono sui tagli ai costi assurdi
degli armamenti e per gli F35, rivelatisi difettosi oltre che inutili e
costosissimi. Così come sono un pugno allo stomaco le allegre spese di
politici con uso incontrollato di montagne di soldi pubblici, quando
sempre più numerosi anziani e pensionati si contendono gli avanzi di
frutta e verdura tra gli scarti dei mercati o nei cassonetti
dell’immondizia...
L'esempio dei politici -------------------------------------------- «Il
pane no, costa troppo». L’oro, poi, è già stato venduto da un pezzo.
Restano i mobili, pochi, messi all’asta su internet: «Il salotto è
buono, tutto in legno di castagno».
Marcello
Mucci, 54 anni, lo hanno condannato ieri mattina per direttissima.
Un’intera notte passata con la moglie a rubare rame. Bottino, 50 euro.
«Uno così dev’essere un povero disgraziato», ha pensato l’imprenditore
che ha subìto il furto. Perciò, a sorpresa, ha offerto al ladro un
lavoro. E a Marcello Mucci non è sembrato vero. Entusiasta, ha
dichiarato di voler accettare senza riserve l’offerta di Paolo
Pedrotti, il manager che lo aveva fatto ammanettare in flagranza,
mentre rubava rame dal cantiere residenziale a Cerreto Guidi, in
provincia di Firenze...
Offre un lavoro al ladro che gli ruba il rame Paolo
Pedrotti, direttore dell'ufficio-vendite di un residence a Lazzeretto
nel comune di Cerreto Guido, racconta il furto nel suo cantiere e cosa
l'ha spinto a perdonare il ladro, tanto da offirgli un impiego
video -------------------------------------------- LAURA BOLDRINI Lezione inaugurale della Biennale Democrazia 2013 “Utopico. Possibile?” Torino 10 aprile 2013
Presidente Zagrebelsky, gentili ospiti, care amiche ed amici,
se
c’è una parola a cui la storia dell’umanità deve molto, una parola a
cui devo molto anch’io, il mio impegno professionale e oggi questa
carica che ho l’onore di ricoprire, bene, quella parola è proprio
utopia.
Perché
l’utopia racconta il dubbio. E senza dubbi, la politica sarebbe solo un
fotogramma immobile, un esercizio di vanità, una condizione di
solitudine.
L’utopia
è ricerca. Cioè misurarsi con i propri limiti, averne rispetto e
pudore, mai paura. Accettare la sfida del cambiamento che è la promessa
più alta della democrazia.
L’utopia
è il viaggio: l’irrequietezza del mettersi in cammino, lasciare porti
sicuri per spingere lo sguardo oltre la linea dell’orizzonte. Perché
ciò che conta, come scriveva il poeta greco Kavafis, è partire:
“…quando ti metterai in viaggio per Itaca devi augurarti che la strada
sia lunga, fertile in avventure e in esperienze…”
Senza
questa condizione faticosa e stimolante, senza l’utopia di un prossimo
viaggio, che cosa sarebbe stato della nostra storia? Come avremmo
potuto immaginare che un giorno il presidente della più importante
nazione del mondo sarebbe stato il figlio di un africano, senza il
dovere di quell’utopia?
E
se la mia storia mi porta oggi a presiedere la Camera dei Deputati,
forse è anche il frutto delle molte silenziose e tenaci utopie a cui ho
cercato di dar voce per più di vent’anni, dal diritto degli ultimi e
dei perseguitati di non essere per sempre ultimi e vittime, alla fame
di speranza e di vita di chi si è messo in viaggio senza sapere se mai
sarebbe arrivato. Penso al viaggio di centinaia di migliaia di migranti
e rifugiati a cui l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite e altre
organizzazioni provano ogni giorno a restituire dignità e futuro.
Certo,
la storia ci insegna che spesso in politica l’utopia appare come
un’eresia. Eppure, quale utopia è oggi più necessaria se non immaginare
un’Italia in cui diritti, eguaglianze, dignità civili siano finalmente
parole certe, regole riconosciute, principi rispettati?
Viviamo
in un tempo che non è affatto equo. Nel mondo l’1% degli uomini
possiede il 40% di tutte le risorse del pianeta. Le tre persone più
ricche del mondo hanno lo stesso peso economico dei 600 milioni di
essere umani più poveri. Senza andar lontano, il patrimonio dei dieci
italiani più ricchi è uguale alle risorse degli otto milioni di
italiani più poveri.
Se
la politica non assume su di sé la sfida di curare queste ferite di
civiltà, se non saremo capaci di affrontare l’utopia urgente e
possibile di un paese e di un mondo più equi, di quale buona politica
staremmo parlando?
La
crisi in corso ha prodotto conseguenze drammatiche sulla vita delle
persone, ma nella sua durezza ci costringe a ridefinire i nomi e i
giudizi che attribuiamo ai fatti della politica e della società. Ci
spinge ad accorciare la distanza che separa l’utopia dalla possibilità.
Faccio tre esempi soltanto, tra i molti che ci offre il contesto nazionale ed internazionale.
Il tema delle spese militari...
Secondo esempio. Il dibattito sul sistema bancario...
E
non era forse considerata un’utopia, fino a pochi mesi fa, affrontare
il nodo dei costi della politica come sto provando a fare adesso da
presidente della Camera?...
Romeo
Dionisi, Anna Maria Sopranzi, suo fratello Giuseppe, tre persone per
bene, oneste, che si sono trovate da sole a sopportare il peso
materiale e morale della loro povertà.
Morire per miseria e per dignità ferita è un’ingiustizia intollerabile!...
Eppure,
scolpito nello spirito profondo della nostra Repubblica, c’è
quell’articolo 3 della Costituzione che ho scelto come bussola per il
mio operare...
Questo
articolo non ci ricorda soltanto che tutti siamo uguali: ci dice anche
che la Repubblica deve rimuovere gli ostacoli che impediscono alla
persona di realizzarsi e di partecipare alla vita del Paese. E la
Repubblica non è una entità astratta: siamo noi, siete voi, sono le
nostre istituzioni, le forze politiche e sociali, le scuole, le
Università, i luoghi del lavoro e della produzione.
Purtroppo
le diseguaglianze sono aumentate negli ultimi anni, non diminuite. E la
crisi in corso ha moltiplicato e ingigantito gli ostacoli da
rimuovere...
tutto
avrei potuto immaginare, appena un mese fa, tranne che sarei stata
chiamata all’alto compito che oggi mi onora. Dopo i primi momenti di
sorpresa e, perché negarlo, di spavento, ho cercato di concentrare
tutte le mie energie su una missione che considero prioritaria su ogni
altra: dare il mio contributo per ricucire il rapporto profondamente
lacerato tra i cittadini e le istituzioni...
Perché la buona politica sta nell’esercizio responsabile delle proprie funzioni: liberi, anzitutto, da ogni condizionamento.
Mi
sembra invece un’utopia necessaria, alla quale guardare con grande
attenzione, quella di una partecipazione sempre più estesa dei
cittadini, grazie anche agli strumenti della Rete...
La
rete offre nuove e grandi possibilità di informazione e di
coinvolgimento, ma non mi attrae una presunta democrazia diretta che
funzioni secondo lo schema “uno schermo, un voto”. Molto può essere
fatto per potenziare gli strumenti della democrazia parlamentare,
accorciando le distanze che separano rappresentanti e rappresentati...
E dobbiamo impegnarci a ritrovare un rapporto fecondo, intenso, leale con l’Europa...
Anche
in questo sento forte il dovere della politica e delle sue istituzioni:
dobbiamo affrancare i cittadini dalla rassegnazione e dall’abitudine,
far sentire loro che partecipare, proporre, scegliere, decidere,
vigilare rappresentano il pieno esercizio del diritto di cittadinanza.
Dal quale nessuno di noi può prescindere.
In
conclusione, lasciatemelo dire: anche la democrazia, nella sua
concezione più alta e compiuta, rischia di apparire un’utopia...
Ecco, ragazzi, cos’è la nostra saggia utopia!
Vi
chiedo di mettere da parte ogni cinismo e di osare! Volate alto, non
abbiate paura! Non abbiate timore di esporre il vostro sguardo alle
cose di questo mondo. Riprendetevi il sogno, i valori della
solidarietà, dell’eguaglianza, della dignità umana. Perché questi
principi non sono solo parole virtuose: è in essi, dentro di essi, il
segno della vita che verrà. Di una politica responsabile. Di una felice
democrazia.
Non abbiate paura di riprendere a sognare. Laura Boldrini ai giovani -------------------------------------------- La Giornata Internazionale per i bambini di strada si celebra ogni anno il 12 aprile. La giornata costituisce un'occasione per i milioni di bambini di strada di tutto il mondo e per i loro paladini di far sentire le loro voci in modo che i loro diritti non vengano ignorati. Il tema di quest'anno è "la percezione" dei bambini di strada. Le persone sono incoraggiate a mettere in discussione ciò che pensano di sapere sui questi bambini. In occasione della giornata, il Consorzio per i Bambini di Strada (CSC), la più importante rete internazionale dedicata alla realizzazione dei diritti dei bambini di strada in tutto il mondo, vuole garantire che questi bambini non vengano ignorati e chiedono ai governi, alle ONG e al pubblico di firmare QUI per impegnarsi a lottare per i diritti dei bambini di strada. 12 aprile: giornata Internazionale dei bambini di strada Dal 2011 il 12 aprile è la Giornata mondiale dei bambini di strada. L'iniziativa è nata dal Consortium for Street Children, un gruppo di organismi e personalità impegnate in favore dei milioni di minori che tuttora nel mondo si trovano a vivere in questa condizione. In occasione di questa terza edizione hanno lanciato una petizione affinché l'Onu inserisca questa Giornata nel suo calendario ufficiale, in modo da dare più visibilità a questo dramma che accomuna tante periferie del mondo. Anche
i missionari del Pime in molte delle realtà in cui sono presenti si
trovano a vivere il loro ministero con i bambini di strada. Di una di
queste esperienze parla il video che proponiamo qui sotto: a Dhaka, in
Bangladesh, fratel Lucio Beninati, missionario del Pime, ha portato
l'esperienza maturata negli in Brasile, tra i bambini delle favelas. Ha
fondato un'associazione che aiuta questi ragazzi, proponendo anche una
forma di dialogo interreligioso basata sui gesti concreti. (fonte: MissOnLine.org)
A Dhaka coi bambini di strada
video -------------------------------------------- “Se serve faremo la guerra… e serve, serve…”.
Verrebbe da pensare che sono parole pronunciate dal dittatore Nord
coreano, Kim Jong-Un. Oppure da qualcuna delle parti che stanno
combattendo in Siria. O da qualche esponente Nato dopo i bombardamenti
di questi giorni che hanno ucciso (‘No, solo ferito’, precisa la Nato)
almeno 10 bambini e 2 donne.
E invece, queste frasi che invocano la guerra sono arrivate domenica scorsa dal palco di Pontida, durante il raduno della Lega Nord. Renato Sacco: Se serve faremo la guerra E'
impressionante e, diciamolo, fa paura lo stallo e il senso di impotenza
in cui giace il nostro paese in questo momento. Imputabile si dice
all'esito delle elezioni politiche che non hanno configurato una
possibile governabilità. Ma quella che fa più paura è la crisi
economico finanziaria che vuol dire caduta di intere e numerose
famiglie in stato di povertà, disoccupazione dilagante, imprese che
quotidianamente chiudono e i rispettivi imprenditori sull'orlo del
precipizio e in preda alladisperazione non raramente sfociante nel suicidio.
Vittorio Cristelli: Agire in emergenza (pdf) "Debutto" pubblico oggi a Roma
per l'Osservatorio di mediaetica dell'Ucsi. In un incontro è stato
rilanciato "il dibattito sulle pratiche dei giornalisti e degli altri
professionisti dell'informazione riguardo alla politica". Melodia,
Occhetta, Tarquinio, Maggioni, Barbano: spezzare il "circolo vizioso
dell'autoreferenzialità" per promuovere "un racconto della politica più
equilibrato"
SIR: Spezzare il circolo vizioso La rete e la carta. Due
modalità di comunicazione il cui rapporto può apparire problematico e
che in più di un caso vivono un conflitto. Ma nessuno può negare che il
futuro della comunicazione passa attraverso un rapporto sempre più
virtuoso tra la stampa e Internet. A dirlo sono le 186 testate
cattoliche aderenti alla Fisc (Federazione italiana dei settimanali
cattolici), riunite in convegno a Chioggia da oggi a sabato sul tema
“Informazione in rete: carta stampata e web”
Francesco Rossi: Nella rete. Con la saggezza dei cattolici ---------------------------------------------------------------
“Ecco faccio una cosa nuova” Convertirsi HOREB n. 63 - 3/2012TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI "Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da
questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf) E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"O Vergine... --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)Non
è infrequente posticipare per ragioni di calendario e di tempo
liturgico la solennità dell’Annunciazione del Signore, visto che
quest’anno la sua celebrazione, il 25 marzo, cadeva di Lunedì santo,
primo giorno della grande settimana che porta la Chiesa a rivivere la
Pasqua del Signore. Ma tale solennità è talmente importante e
significativa per la fede che non la si può sopprimere o trascurare: si
tratta, infatti, dell’evento primordiale e storico-salvifico del fiat
del Dio-con-noi a cui si è congiunto, nella “pienezza del tempo”
(Gàlati, 4, 4), quello di una di noi, Maria di Nazaret; avvenimento
trasmessoci con grande maestria letteraria, teologica e poetica dal
Vangelo (cfr. Luca, 1, 26-38). Questo notissimo brano, redatto alla
stregua di un formulario tipico dei riti di alleanza fra Dio e il suo
popolo, allo stesso tempo è annuncio di nascita messianica e di
missione.
Il sì a Dio Nazareth, dove il Verbo si fece carne
video --------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"Che io cammini... Non imbalsamatori di cadaveri... Dobbiamo essere... Spalancate le porte... Che bello è lo sguardo... Siamo proprio noi... La Chiesa è Chiesa... La croce va guardata... Credere è scoprire... Il Signore ci salva con... Ha tanto amato il mondo... Solo l'amore... Obbedire a Dio... Il vero amore... Chiediamo la grazia... Quel ragazzo è figura... --------------------------------------------------------------- (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.16 di Santino Coppolino RUBRICA Un cuore che ascolta - lev shomea' "Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9) Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
II DOMENICA DI PASQUA (ANNO C)
"SHALOM
ALEICHEM, PACE A VOI" è il saluto di Gesù, è il dono della Shalom
che non è solo assenza di conflitti, magioia, benessere, pienezza di
vita per
coloro che si lasciano abitare dalla Vita del Risorto, è la creazione
dell'uomo nuovo. Per questo il Signore soffia sui suoi riuniti attorno
a Lui, così come il Creatore soffiò nelle narici di Adamo l'alito della
vita. Gesù "insuffla" nella vita di coloro che credono in Lui il suo
stesso Spirito, la sua stessa capacità di amare i fratelli, consegna
loro lo Spirito Santo, la Vita stessa di Dio. Non è un potere ciò
che la Chiesa riceve, non è una autorità da far valere sugli
uomini,piuttosto è responsabilità, impegno nella carità per ogni
fratello che fa l'esperienza del peccato e che da esso deve essere
liberato, è la responsabilità di
manifestare la luce della Vita, dell'Amore e della Misericordia del
Padre nel cuore della comunità di coloro che credono in Lui...
--------------------------------------- Mons. Giancarlo Bregantini
arcivescovo di Campobasso-Bojano "Il Seme della Speranza" - TeleMolise - Puntata del 04-04-2013 Una
bella e interessante riflessione di mons. Giancarlo Bregantini a tutto
campo: dalla Pasqua alla Sindone, dalla contemplazione del Sacro Volto
a quella dell'uomo, ed al termine un'analisi dell'attuale situazione
critica sociale e politica italiana...
video --------------------------------------- L’11
aprile del 1963 – dopo essere stata firmata la mattina del 9 davanti
alle telecamere e ai fotografi in una cerimonia pubblica che,
scardinando un protocollo secolare, contribuì alla sua diffusione
planetaria – venne pubblicata la Pacem in terris di Giovanni XXIII...
Giovanni della pace La
“Pacem in Terris”, l’ultima enciclica di Angelo Roncalli, scritta
quando già il male che minava il Papa stava giungendo al suo punto
finale, rappresenta il grido del cuore del “Papa Buono”. E forse il
ricordo più esatto del significato di quel documento lo ha dato, un
anno fa, Benedetto XVI: “Al culmine della guerra fredda, quando il
mondo stava ancora venendo a patti con la minaccia costituita
dall'esistenza e dalla proliferazione di armi di distruzione di massa,
Papa Giovanni scrisse quella che è stata definita "una lettera aperta
al mondo". Era un appello sentito di un grande Pastore, vicino al
termine della propria vita, affinché la causa della pace e della
giustizia venisse promossa con vigore in ogni settore della società, a
livello nazionale e internazionale”.
La Pacem in terris è stata pubblicato l’11 aprile del 1963...
Le
encicliche sono un genere letterario votato, nella gran parte dei casi,
all’oblio. Anche perché spesso la loro compilazione risponde a
necessità o situazioni contingenti. Questo destino non sembra però
riguardare la Pacem in terris, la cui attualità non sembra toccata dal
mezzo secolo di vita.
Il
documento offre quattro linee principali per procedere sulla via della
pace. La centralità della persona inviolabile nei suoi diritti;
l'universalismo del bene comune; il fondamento morale della politica;
la forza della ragione e il faro della fede...
La "Pacem in Terris" fu una lettera aperta al mondo L'Accademia
Pontificia di Scienze Sociali si è riunita in questi giorni a Roma per
discutere, durante la sua diciottesima sessione plenaria, del
contributo apportato dall'enciclica "Pacem in Terris" alla dottrina
sociale della Chiesa, in occasione del cinquantesimo anniversario dalla
sua pubblicazione .
Nel
pieno apogeo della Guerra Fredda, quando l' opinione pubblica si
domandava come affrontare la proliferazione di armi di distruzione di
massa, Papa Giovanni XXIII scrisse una "lettera aperta al mondo"; un "
richiamo incalzante (...) per promuovere in tutti gli ambiti sociali,
nazionali e internazionali le cause di pace e giustizia". Così lo ha
ricordato Benedetto XVI ...
PERENNE ATTUALITÀ DELL'ENCICLICA "PACEM IN TERRIS" Nel
messaggio per la quarantaseiesima giornata della pace, il 1° gennaio
2013, Benedetto XVI ricordando la ricorrenza del cinquantesimo
dell’enciclica Pacem in terris, ha ripreso la tesi fondamentale di
questo documento, e cioè che condizione della pace sia lo stabilirsi di
condizioni di verità, giustizia e amore. Per la tradizione cristiana
infatti pace non significa solo assenza di guerra fra le nazioni, ma
armoniosa convivenza fra tutti gli esseri umani, e di ciascuno con se
stesso...
Pacem in terris - Cinquant’anni dopo. Non può esistere senza verità --------------------------------------- L’«utopia» della "Pacem in terris" è ancora in cammino.
"Forse solo a 50 anni di distanza si può apprezzare pienamente la visione profetica dell’enciclica Pacem in terris, pubblicata l’11 aprile 1963 e indirizzata da Giovanni XXIII ai fedeli di tutto il mondo, «nonché a tutti gli uomini di buona volontà, sulla pace fra tutte le genti nella verità, nella giustizia, nell’amore, nella libertà». Mentre all’epoca non fu pienamente capita .... fu accusata di astrattezza o abbassata al rango di una «paterna esortazione del papa buono» –, la Pacem in terris ha nel tempo offerto la struttura portante che ha consentito un impegno diretto della Chiesa nelle questioni globali per gli anni a venire. Questa partecipazione è stata fondamentale per il dispiegarsi di sviluppi quali il movimento per i diritti umani, il concetto di comunità internazionale, il principio della responsabilità di proteggere e l’idea di una governance globale per affrontare problemi globali. L’«utopia» della Pacem in terris è ancora in cammino, con la sua aspirazione alta che dev’essere ulteriormente realizzata. ..." Rileggere la Pacem in terris 50 anni dopo di Drew Christiansen il documento integrale: PACEM IN TERRIS
Pacem in Terris STIAMO CAMMINANDO Incontro con Mons. Loris Capovilla
di Nandino Capovilla e Piero Fontana
VIDEO
Punti teologici fondamentali della Pacem in terris
di don Gianni Mazzillo
Un
compito che a 50 anni occorre verificare. Intanto ecco il testo, a
partire dal quale possiamo soffermarci sugli elementi teologici
strutturali del documento.
Nr. 87: A tutti gli uomini di buona volontà spetta un compito immenso.. . (la pace)
TUTTI GLI UOMINI DI BUONA VOLONTÀ (inizialmente bonae voluntatis hominibus, talvolta nel testo magnanimi viri) 1.Sono gli uomini dall’animo grande. La frase intera è Gloria in excelsis (vulgata: altissimis) Deo et in terra pax hominibus bonae voluntatis. È l’annuncio degli angeli della nascita di Gesù. Ritroviamo la prima parte, di solito, nei nostri presepi. Ritroviamo la seconda parte nei nostri programmi di pace. La ritroviamo come titolo, sebbene leggermente modificato, in una delle encicliche più importanti della storia e che hanno fatto storia. La pace non è sulla terra, ma in (tutte) le terre, nei vari luoghi dove la vita umana è presente. Gloria a Dio nel più alto dei cieli e pace sulla terra. La PT sviluppa la seconda parte dell’annuncio, non perché dia per scontata la prima (la gloria a Dio) ma quasi a dire – ed è questa la nostra tesi conclusiva – che la vera gloria a Dio si rende praticando la pace sulla terra. Insomma trasformando – implicitamente – la congiunzione in una affermazione verbale. La gloria di Dio è la pace sulla terra". Come a dire: Si dà gloria a Dio nei cieli se si compie la pace sulla terra. Ma non solo in senso etico, ma come vero e proprio annuncio salvifico. Nel senso che Dio vuole la pace e pertanto la storia della salvezza è anche salvezza della storia e su questa scia il corpo mistico di Cristo, che è la Chiesa allargata all’intera umanità, è anche il corpo storico di Cristo, corpo spesso ferito, vilipeso, sofferente e tuttavia corpo destinato alla gloria e che porta una dignità inalienabile. Ma intanto la pace sulla terra è collegata alla «buona volontà». ...
Punti teologici fondamentali della Pacem in terris di don Gianni Mazzillo Leggi anche il nostro post precedente:
--------------------------------------- Ricorre oggi il 50.mo dell’Enciclica Pacem in Terris di
Giovanni XXIII. Un documento profetico, di grande forza, nel quale il
Beato Roncalli, all’indomani della crisi di Cuba, esortava tutti gli
uomini di buona volontà, e non solo i cristiani, a impegnarsi per la
pace nel mondo. in occasione di questo anniversario, il cardinale Peter
Turkson, presidente del Pontificio Consiglio Giustizia e Pace, ha
tenuto una relazione al convegno “Peacebuilding 2013: 50 anni della
Pacem in Terris” in corso presso la Catholic University of America di
Washington, negli Stati Uniti.
RADIO VATICANA: 50.mo della "Pacem in Terris", prima Enciclica rivolta anche ai non cristiani. Intervento del card. Turkson (testo+audio)
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FRANCESCO |
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1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm