"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°24 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dall'8 al 14 giugno 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 21 giugno 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 


LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo




OMELIA 

  di P. Gregorio Battaglia
  di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio viene sospesa nel periodo estivo



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 








I NOSTRI TEMPI



  (GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)


Rapporto sui diritti globali 2013: l'austerity non risolve la crisi e colpisce i più deboli.


«L’austerità è una condanna a morte per i più poveri» (Joseph Stiglitz)

Il Rapporto sui diritti globali compie undici anni. Undici anni di passi indietro, di arretramento dei diritti, di riduzione della ricchezza, di indebolimento della democrazia, di demolizione del sistema di welfare. L’austerità sta aggravando decisamente la crisi e sono ormai in molti a chiedere a gran voce che si intraprenda la strada della ripresa, degli investimenti e della spesa sociale. Ma cosa si nasconde dietro l’apparente asetticità e inevitabilità delle misure che la Troika impone all’Europa?
Macro-capitoli tematici documentano la situazione e delineano possibili prospettive future. L’analisi e la ricerca sono corredate da cronologie dei fatti, da schede tematiche, da quadri statistici, da un glossario, da una bibliografia e sitografia, dalle sintesi dei capitoli e dall’indice dei nomi e delle organizzazioni citate. Uno strumento fondamentale d’informazione e formazione per quanti operano nella scuola, nei media e nell’informazione, nella politica, nelle amministrazioni pubbliche, nel mondo del lavoro, nelle professioni sociali, nelle associazioni.
ALCUNI DATI
...
WELFARE «VITTIMA SACRIFICALE».
...
COOPERAZIONE SOCIALE SETTORE TRAINO.
...
IMPOVERIMENTO CRESCE A RITMO SOSTENUTO.
...
Intervista a don Luigi Ciotti
"....Il problema è che in questi anni "crescita" è stata una parola sequestrata dalla dimensione etico-culturale per diventare ostaggio del lessico economico. Ci si è occupati di crescere solo in quel senso, come Pil, senza renderci conto che una ricchezza non distribuita, non adeguatamente destinata ai beni comuni ci avrebbe reso tutti più poveri e più fragili. Ecco allora che una nuova politica sulle droghe, così come misure più coraggiose ed efficaci per le nuove dipendenze che si vanno affermando - a partire dal gioco d'azzardo - devono inserirsi in un più ampio disegno di rinnovamento della politica come servizio alla persona. Altrimenti la pur necessaria riforma di certe leggi dissennate rischia di essere insufficiente..." (don Luigi Ciotti)

  Giustizia sociale e diritti, le parole di don Luigi Ciotti

CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE

4 giugno ore 11.30 CGIL nazionale, Sala Simone Weil, Corso d’Italia 25
Con un intervento di Moni Ovadia
Partecipano Danilo Barbi (segretario nazionale Cgil), Paolo Beni (presidente nazionale Arci, deputato), Marco De Ponte (segretario Generale ActionAid Italia), Maurizio Gubbiotti (coordinatore nazionale Legambiente), Grazia Naletto (portavoce Sbilanciamoci!), Mauro Palma (presidente onorario Antigone), Ciro Pesacane (portavoce nazionale Forum Ambientalista), Sergio Segio (curatore del Rapporto, direttore di Associazione Società Informazione), Don Armando Zappolini (presidente nazionale Cnca)

  AUDIO


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A scuola niente armi, ma…


A scuola niente armi, ma…
don Renato Sacco (coordinatore nazionale Pax Christi Italia)

Uno studente di 17 anni si presenta a scuola con la mimetica, un fucile con il colpo in canna nella custodia della chitarra e 30 munizioni. È successo qualche giorno fa a Desenzano. Non sono mancati, giustamente, i commenti di condanna del gesto, di preoccupazione, di paura per quel che poteva succedere. E così via. Certo un episodio isolato ma inquietante, e per fortuna finito bene, senza morti o feriti. Sì, perché a scuola non si va con le armi! ...

  A scuola niente armi, ma… di don Renato Sacco

Il 26 aprile 2013, con una conferenza stampa a Roma, è stata lanciata la Campagna “Scuole Smilitarizzate”. Da anni il movimento per al pace registrava una intrusione sempre più pesante delle forze armate nei programmi formativi delle scuole italiane. Finalmente è attiva una Campagna che aiuterà docenti e studenti a difendere con più forza l’educazione alla pace per i nostri giovani.

  Campagna Scuole Smilitarizzate

Incredibile: l'esercito italiano fa auto-promozione all'interno della scuola!

LA SCUOLA RIPUDIA LA GUERRA

  video

Guarda anche il nostro precedente post
  • “Allenati per la vita”?


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Giornata mondiale contro il lavoro minorile


Giornata mondiale contro il lavoro minorile 12 giugno 2013

Il 12 giugno si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, quest’anno dedicata al tema del lavoro domestico. 
Secondo l’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO) il numero totale di minori lavoratori a livello mondiale è di 215 milioni. Di questi, 115 milioni svolgono lavori considerati pericolosi, incluse le forme peggiori di lavoro minorile. Il lavoro domestico dei minori è un fenomeno largamente diffuso e in costante aumento. Almeno 15,5 milioni di bambini — perlopiù femmine — sono vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, rischi per la salute e violenze.
In questa Giornata l’ILO rivolge un appello alla comunità internazionale per:
Avviare riforme della normativa e delle politiche dirette all’eliminazione del lavoro domestico minorile e a stabilire condizioni di lavoro dignitose e protezione adeguata per i giovani e le giovani lavoratrici di questo settore che abbiano raggiunto l’età minima di ammissione al lavoro.
Avviare le procedure di ratifica della Convenzione 189 dell’ILO sul lavoro dignitoso per i lavoratori e le lavoratrici domestiche, e assicurarne l’applicazione insieme alle Convenzioni dell’ILO sul lavoro minorile (n. 182 sulle peggiori forme di lavoro minorile e n. 138 sull’età minima)
Prendere misure adeguate per rafforzare il movimento globale contro il lavoro minorile e costruire le capacità delle organizzazioni sindacali del settore domestico per affrontare il problema del lavoro minorile.

  Leggi tutto dal sito dell'Ilo dove leggere e scaricare numeroso materiale: Giornata mondiale contro il lavoro minorile 2013

  video

«Il lavoro minorile è sia causa che conseguenza della povertà e del disagio sociale» ha dichiarato Giacomo Guerrera, Presidente dell’UNICEF Italia, alla vigilia della Giornata contro il lavoro minorile (12 giugno). 
«Nei Paesi in via di sviluppo, molti bambini sono costretti a lavorare perché sono orfani o separati dalle famiglie, o perché devono sostenere il reddito familiare. La crisi finanziaria globale ha ulteriormente spinto i minori ad avviarsi precocemente al lavoro, specie verso le forme di lavoro più pericolose. 
E per le bambine la situazione è ancora più pesante, perché oltre a lavorare, esse devono occuparsi dei lavori domestici e della cura dei fratellini più piccoli, rinunciando alla scuola. Se è vero che la povertà è il seme del problema, bisogna intervenire per spezzare il circolo vizioso povertà-lavoro minorile-ignoranza-povertà» ha concluso Guerrera...Leggi tutto dal sito dell'Unicef: Lavoro minorile, 115 milioni i bambini da liberare
Oggi a Roma hanno spiegato che in Italia lavora più di 1 ragazzino su 20 sotto i 16 anni: il 5,2% dei minori fra i 7 e i 15 anni, per un totale di 260 mila ragazzini. I numeri sono dell’Associazione Bruno Trentin eSave the Children. Motivo, le “condizioni familiari” (ovvero la miseria dei genitori), un rapporto con la scuola che non funziona o per far fronte da soli ai loro bisogni. E il dato più penoso è forse questo: 30.000 14-15enni italiani «fanno un lavoro pericoloso per la salute, la sicurezza o l’integrità morale», anche «lavorando di notte o in modo continuativo», con la conseguenza di impedire gli studi, il divertimento, il riposo...

  I piccoli schiavi d’Italia

All'Udienza generale in piazza S. Pietro oggi Papa Francesco:
Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale contro il lavoro minorile, con un riferimento particolare allo sfruttamento dei bambini nel lavoro domestico: un deprecabile fenomeno in costante aumento, specialmente nei Paesi poveri. Sono milioni i minori, per lo più bambine, vittime di questa forma nascosta di sfruttamento che comporta spesso anche abusi, maltrattamenti e discriminazioni. E' una vera schiavitù questa!
Auspico vivamente che la Comunità internazionale possa avviare provvedimenti ancora più efficaci per affrontare questa autentica piaga. Tutti i bambini devono poter giocare, studiare, pregare e crescere, nelle proprie famiglie, e questo in un contesto armonico, di amore e di serenità. È un loro diritto e un nostro dovere. Tanta gente invece di farli giocare li fa schiavi: è una piaga questa. Una fanciullezza serena permette ai bambini di guardare con fiducia verso la vita e il domani. Guai a chi soffoca in loro lo slancio gioioso della speranza!

  video


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“La Camera voti la cancellazione del programma F-35” un nuovo appello al Parlamento.



L’appello di don Luigi Ciotti, padre Alex Zanotelli, Umberto Veronesi, Chiara Ingrao, Cecilia Strada, Savino Pezzotta, Roberto Saviano, Riccardo Iacona, Gad Lerner apre una nuova campagna di pressione sui parlamentari coordinata dalla Rete Italiana Disarmo, Sbilanciamoci e Tavola della pace. La campagna “Taglia le ali alle armi” raccoglierà le adesioni dei cittadini, esponenti della società civile e degli Enti Locali.
Dopo le dichiarazioni critiche sul progetto in campagna elettorale (provenienti dalla stragrande maggioranza dei gruppi politici), dopo che la campagna “Taglia le ali alle armi” aveva sottolineato l’esistenza in linea di principio di una maggioranza parlamentare per il “NO” al progetto Joint Strike Fighter, sono oggi nove personalità di rilievo nazionale a lanciare un appello che si allinea alle richieste del movimento che si oppone ai caccia F-35.
Un appello diffuso in vista della discussione alla Camera dei Deputati di una mozione (sostenuta da 158 deputati SEL, PD e M5S) che chiede la cancellazione della partecipazione italiana al progetto di costruzione ed acquisto dei caccia di quinta generazione...

  “La Camera voti la cancellazione del programma F-35”, un nuovo appello al Parlamento.


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Entro la fine del mese si discuterà in Aula la mozione che impegna l'esecutivo a rivedere la partecipazione italiana al progetto dei cacciabombardieri di nuova generazione. Anche per sollecitare la Camera a votarla nasce una petizione che ha già le firme, tra gli altri, di Umberto Veronesi, Gad Lerner, Alex Zanotelli

  Carmine Saviano: F35, appello da don Ciotti a Saviano: "Governo riveda decisione sui caccia"

Roberto Saviano spiega perché ha firmato l'appello contro la spesa in F35, che in un momento di scarsità di risorse e ingiustizia sociale appare come un'offesa al Paese

  Roberto Saviano: F35, un insulto al paese (video)



Il Garante per l'Infanzia e l'adolescenza ha presentato in Senato la Relazione annuale al Parlamento dell'Autorità Garante Infanzia Adolescenza. il dato che più di altri ci aiuta ad individuare il fallimento delle politiche sinora adottate è quello relativo al rischio di povertà ed esclusione sociale per i bambini e gli adolescenti che vivono in famiglie con tre o più minorenni: esso è pari al 70% nel Mezzogiorno

  REPUBBLICA: Infanzia, la povertà assoluta riguarda 723 mila bambini

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13 giugno: blogging day #NoSlot
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Oggi la giornata di mobilitazione web contro la piaga del gioco d'azzardo patologico che, grazie alle slot machine situate un po' ovunque e alle varie opportunità di “gioco” online e nei punti vendita preposti, coinvolge circa 17 milioni d'italiani 
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Condividiamo l'iniziativa di vita.it
Per saperne di più sulla campagna:

  Ribelliamoci alle slot machine


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Notizie dal mondo



Tredicesimo giorno di scontri. Le violenze risparmiano le chiese cattoliche situate nelle immediate vicinanze. I giovani vi entrano con rispetto, pregano e poi tornano a manifestare. "Quando è capitato che diversi di loro sono entrati in chiesa per restarvi così da trovare riparo - racconta padre Nicola Masedu, parroco della cattedrale dello Spirito Santo -, all'invito di non fare della chiesa un rifugio non hanno obiettato uscendo di nuovo in strada"

  SIR: Piazza Taksim: le proteste viste dalle parrocchie vicine

Piazza Taksim sorvegliata a vista, il centro di Ankara in stato di assedio, mezzi blindati e centinaia di agenti attorno agli uffici del premier, il presidente Abdullah Gül che getta acqua sul fuoco e invita al dialogo mentre Recep Tayyip Erdogan liquida come «gentaglia» il popolo degli “indignados” di Gezi Park ma riceve nella capitale una delegazione di figure pubbliche tra cui l’attore Ahmet Mumtaz Taylan, l’esperta di social media Zehra Oney, e il portavoce della “Piattaforma Taksim” Betul Tanbay, che a suo dire dovrebbero rappresentare i manifestanti dopo due settimane di proteste, cinquemila feriti, quattro morti e un’immagine della Turchia semplicemente a pezzi, sia nell’opinione pubblica internazionale sia sui mercati. 

  Giorgio Ferrari: La Turchia «blindata» mette in scena il dialogo

A Istanbul è saltato un patto sociale decennale. Ora la gente reclama i propri diritti, non solo il benessere. E a guidare il movimento è l'altra metà del cielo.

  FAMIGLIA CRISTIANA: Turchia, la protesta è donna

Pochi mesi fa è stato celebrato in sordina il secondo anniversario della “rivoluzione” del 17 febbraio che ha provocato la caduta del regime di Gheddafi. E poco meno di un anno fa sono state indette le prime elezioni “libere” in Libia. Oggi, da come viene trattata la questione libica nei media mainstream, si potrebbe pensare che il paese sia entrato nella “normalità” e che i vari episodi di violenza siano effetti collaterali della fase di transizione verso la democrazia.
In realtà, questa “normalità” è un po’ simile a quella dell’Iraq, che sta durando da 10 anni, dove regna il caos totale e dove si continua a morire nell’indifferenza della “comunità internazionale”.

  Mostafa El Ayoubi: Libia, quel che resta della "rivoluzione"

Dopo il riconoscimento Unesco a François Hollande, la reazione di un sacerdote che lavora sul campo, in Niger, e che si stupisce delle mancate reazioni degli intellettuali e della società civile globale. Un invito ad non essere complici, neppure passivi, della falsità e dell’ipocrisia. Col risultato di fare della politica una guerra.

  Mauro Armanino: Un premio alla guerra truccata da pace

Potrebbero causare ulteriori tensioni tra Egitto ed Etiopia le dichiarazioni di esponenti politici egiziani che nel corso di un incontro con il presidente Morsi – non consapevoli di essere in diretta televisiva – hanno proposto di adottare azioni militari contro l’Etiopia impegnata nella costruzione della Grande diga della Rinascita sul Nilo Azzurro, il principale affluente del fiume Nilo.

  NIGRIZIA: Nilo, lite di condominio Egitto-Etiopia

Da più di un mese non si hanno notizie certe sullo stato di salute di Abdelaziz Bouteflika, il presidente dell’Algeria. Ricoverato il 30 aprile nell’ospedale francese di Val-de-Grâce per poi essere successivamente trasferito all’Hôpital militaire des Invalides, di lui non si è saputo più nulla. Ischemia cerebrale transitoria è la diagnosi ufficiale. Per settimane non sono state più diffuse né foto, né video, né bollettini medici sulle sue condizioni. Ciò ha alimentato una ridda di voci e supposizioni.

  Enrico Casali: Il mistero di Bouteflika e il futuro dell'Algeria

Il presidente in carica dal 1999, malato da tempo, è ricoverato in un ospedale di Parigi. L’opposizione ne chiede la destituzione. Ed è partita la lotta di successione, in vista del voto del 2014. Sempre sotto il controllo dei vertici dell’esercito.

  Laura De Santi: Algeri si prepara al dopo-Bouteflika

La Hidalgo a sinistra e la Morizet a destra: il futuro sindaco di Parigi sarà una donna, per di più di origini straniere. Due candidate forti.

  Paolo Romani: Le donne alla conquista di Parigi


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FEDE E
SPIRITUALITA'





DA UNA CHIESA TRIONFANTE

AD UNA CHIESA MENDICANTE

A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II

HOREB n. 64 - 1/2013


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Sono passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo, perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel mondo.
Il Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici, dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona umana e della sua coscienza.
Gli orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale, purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante, accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa  popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13 novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a quelle del passato»...  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO




FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO

INCONTRI PER L’ESTATE – 2013

  • LECTIO DIVINA 
17-22 LUGLIO

Lettere di Giacomo, Giuda e 1Pietro
con p. Pino Stancari sj


*****

  • SETTIMANA DI SPIRITUALITÀ
5-10 AGOSTO
"DALLA PARTE DEI POVERI, I VICARI DI CRISTO"


  il programma degli INCONTRI PER L’ESTATE – 2013 della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO (pdf)



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  La vita ci è data...
  Non si è mai soli...
  Il vero mistero è la vita...
  Apro la Bibbia...
  Quel giorno...
  Barnaba ci richiama...
  Gesù, che è stato...
  Sperare in Dio...
  Il compimento della legge...
  Prenditi a cuore...
  Abbiamo imparato...
  Con la nostra capacità...
  Dritto al cuore...


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  Sant'Antonio di Padova (video)


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Le pietre d'inciampo del Vangelo


  "Non da sangue né da volere di carne,
né da volere di uomo,
ma da Dio sono stati generati
"
(Giovanni 1,13)



  Gianfranco Ravasi: I figli generati da Dio


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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n. 23 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea' 
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

Vangelo: Lc 7,11-17

"Figlio unico di madre vedova".
Nè il figlio nè la madre dell'episodio narrato da Luca hanno un nome. Con questo artifizio l'Evangelista vuol dirci che, nei due personaggi, tutti possiamo identificarci. La madre, che nella simbologia biblica rappresenta la comunità, la Chiesa diremmo oggi, è vedova, privata dello sposo, ed il suo unico figlio è morto.
E' una comunità destinata a scomparire perchè senza lo Sposo - incapace cioè di generare - e senza figli cioè senza un futuro. Ma è giunto lo Sposo Vero, l'unico che ha il diritto di prendere in sposa la comunità, di fecondarla con il Suo Spirito e di darle un futuro...


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X DOMENICA DEL TEMPO ORDINARIO (C-2013) Riflessione di Gianfranco Ravasi


X DOMENICA T. O. (C-2013) 
Riflessione di Gianfranco Ravasi

Letture: 1Re 17,17-24 
             Sal 29 (30)
             Gal 1,11-19 
             Lc 7,11-17


Il card. Gianfranco Ravasi inizia la sua interessante riflessione soffermandosi sul tema della Fede, ricordando il canto XXIV del Paradiso quando Dante viene interrogato da Pietro:
"Eccoci dunque al dialogo-interrogazione. Esso si apre con la domanda di base, radicale e fondamentale: «fede che è?» (v. 53), qual è la sua «quiditate» (v. 66), la sua essenza? La risposta è formulata attraverso la citazione della definizione offerta dalla Lettera agli Ebrei (11, 1) che la tradizione riteneva fosse dell’apostolo Paolo, anche se in realtà questa, che è una sorta di grandiosa omelia, è da assegnare a un autore e a un orizzonte letterario e teologico differente. «Fede è sustanza di cose sperate / e argomento delle non parventi» (vv. 64-65): è la resa puntuale della versione latina della Vulgata che Dante possiede, Est autem fides sperandarum substantia rerum, argumentum non apparentium. Questa resa ha i due cardini nelle parole «sustanza» (nell’originale greco hypòstasis) e «argomento» (élenchos)...

 
VIDEO


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"Desiderare il papato" di Enzo Bianchi


Desiderare il papato di Enzo Bianchi (la Repubblica, 8 giugno 2013)

“Se uno aspira all’episcopato, desidera un nobile lavoro”, così scriveva san Paolo al discepolo Timoteo. Ma allora episcopato significava esporsi a diffidenze e ostilità da parte della società, mettersi al servizio di povere comunità emarginate e a volte perseguitate, porre al proprio orizzonte l’eventualità per nulla remota del martirio. Da tempo la situazione è profondamente mutata e oggi l’episcopato appare una carica ricca di privilegi, per cui le parole usate papa Francesco – “Dio non benedice chi vuole diventare papa!” – possono suonare molto forti. E forti lo sono, esigenti, come esigente è il vangelo. Papa Francesco non perde occasione per riaffermare in modo efficace la sua preoccupazione che nella chiesa prevalga una visione mondana del potere, un carrierismo e una ricerca di vantaggi e privilegi che mal si addicono ai discepoli di un Signore condannato dal potere civile e religioso del suo tempo. Papa Francesco non teme di apparire controcorrente, di usare parole poco diplomatiche, di forzare i toni per salvaguardare al ministero episcopale la sua dimensione fondamentale di servizio reso ai fedeli, a cominciare dai più poveri, dai piccoli, dagli indifesi. 
...
ENZO BIANCHI

Vedi anche il nostro post precedente:
  • Papa Francesco incontra (7 giugno) studenti, genitori, educatori, ex alunni e amici delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania (testi e video)


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“10 Piazze per 10 Comandamenti” - Milano “Ricordati di santificare le feste” - Video messaggio del Papa


Un gesto di affetto, di amicizia e di profonda stima da parte di Papa Francesco: alla vigilia dell'appuntamento di Milano con 10 Piazze per 10 Comandamenti, il Santo Padre ha fatto recapitare al Rinnovamento nello Spirito Santo un video messaggio con cui il Pontefice si fa presente in tutte le Piazze d'Italia impegnate in questo grande evento di evangelizzazione, organizzato dal RnS in collaborazione con il Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, sotto l'egida della CEI.
Un video registrato appositamente a sostegno del progetto 10 Piazze per 10 Comandamenti, su richiesta del presidente Salvatore Martinez. «È un gesto di enorme fiducia e amicizia che il Papa ha voluto tributare al Rinnovamento e, per il nostro tramite, al Paese tutto - ha commentato il Presidente RnS. Un video splendido in cui si sente tutto l'amore e la considerazione del Santo Padre».
L'iniziativa è una "prima assoluta": si tratta, infatti, del primo video di Papa Francesco a sostegno di un evento ecclesiale pubblico. Il video di Papa Francesco sarà proiettato in anteprima a Milano sabato 8 giugno e a seguire, nelle prossime date, nelle Piazze di Bari, Genova, Cagliari, Firenze, Palermo, Bologna, Torino. (fonte: Rinnovamento nello Spirito Santo)

... Chiediamoci allora: Che senso hanno per noi queste Dieci Parole? Che cosa dicono al nostro tempo agitato e confuso che sembra voler fare a meno di Dio?
I Dieci Comandamenti sono un dono di Dio. La parola "comandamento" non è di moda; all’uomo d’oggi richiama qualcosa di negativo, la volontà di qualcuno che impone limiti, che mette ostacoli alla vita. E purtroppo la storia, anche recente, è segnata da tirannie, da ideologie, da logiche che hanno imposto e oppresso, che non hanno cercato il bene dell’uomo, bensì il potere, il successo, il profitto. Ma i Dieci Comandamenti vengono da un Dio che ci ha creati per amore, da un Dio che ha stretto un’alleanza con l’umanità, un Dio che vuole solo il bene dell’uomo. Diamo fiducia a Dio! Fidiamoci di Lui! I Dieci Comandamenti ci indicano una strada da percorrere, e costituiscono anche una sorta di "codice etico" per la costruzione di società giuste, a misura dell’uomo. Quante diseguaglianze nel mondo! Quanta fame di cibo e di verità! Quante povertà morali e materiali derivano dal rifiuto di Dio e dal mettere al suo posto tanti idoli! Lasciamoci guidare da queste Dieci Parole che illuminano e orientano chi cerca pace, giustizia e dignità...
Leggi il testo integrale del VIDEO MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER L’INIZIATIVA "10 PIAZZE PER 10 COMANDAMENTI" PROMOSSA DAL RINNOVAMENTO NELLO SPIRITO SANTO , 08.06.2013


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«Qui è in gioco qualcosa che riguarda in profondità l’esperienza umana: nessun uomo in ogni tempo e luogo può fare a meno del riposo. Questo fatto ci dice che non siamo onnipotenti». Lo ha detto l’Arcivescovo, cardinale Angelo Scola, alla festa in Piazza Duomo alla manifestazione svoltasi sabato sera in Piazza Duomo a Milano, nell’ambito di “10 Piazze per 10 Comandamenti”, organizzato dal movimento ecclesiale Rinnovamento nello Spirito Santo (che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in quasi duemila gruppi e comunità), in collaborazione con il Pontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazione e sotto l’egida della Cei.
Tre ore di festa e coinvolgimento popolare (aperto da decine di palloncini bianchi liberati nell’aria ancora con la luce del giorno di fronte al Duomo, uno spettacolo sempre emozionante), ma anche una testimonianza di fede e spettacolo, per ritrovare il senso del vivere comune attraverso la riproposizione del Decalogo quale “codice etico” di tutte le legislazioni civili e democratiche.

  Loris Cantarelli:  Liberare la domenica per santificare la festa

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"Papa Francesco, facci sognare: un’altra chiesa è possibile" di Enzo Bianchi



Dall’attenzione per gli ultimi all’unità dei cristiani: con il nuovo Pontefice “è cambiata l’aria” e crescono le attese. 
L’analisi del teologo di Bose

Da quasi cento giorni risuona l’espressione «papa Francesco», un’espressione che accende una serenità e a volte anche una gioia in chi la pronuncia e in chi l’ascolta. Ho la chiara memoria che questo avveniva già più di cinquant’anni fa quando si evocava papa Giovanni (semplicemente, senza l’indicazione del numero che lo seguiva).
Va riconosciuto: nella Chiesa cattolica «è cambiata l’aria», «c’è un nuovo respiro». Queste sono parole molto significative che si ascoltano dalle labbra di vescovi, presbiteri e semplici fedeli. Negare il mutamento che si è verificato sarebbe non voler aderire alla realtà nuova che si è configurata. Ora, molti temono che affermare il cambiamento, la novità di questo pontificato possa coincidere con una critica o addirittura con una contrapposizione rispetto al Papa precedente, ma questo è dovuto a una «mitologia» persistente nei confronti del papato, che si vorrebbe segnato da assoluta continuità. La continuità riguarda in verità la fede professata, ma gli stili, i modi di presiedere e di essere pastore devono essere diversissimi, perché i doni del Signore sono diversi tra loro e non solo abbondanti. È tempo che i cattolici comprendano che il ministero di Pietro assunto dai vescovi di Roma è nel suo contenuto sempre lo stesso – confermare nella fede i fratelli ed essere al servizio della comunione tra le Chiese –, mentre la forma di questo ministero, come è mutata nei venti secoli della vicenda della Chiesa, così muta ancora, anzi dovrà mutare, se tra le Chiese si opererà una convergenza ecumenica verso una comunione visibile...

  Papa Francesco, facci sognare: un’altra chiesa è possibile


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IL RUOLO DEL VESCOVO - "Pastori, non funzionari" - “Non solo vescovi”


IL RUOLO DEL VESCOVO

Pastori, non funzionari
di Alberto Laggia

Il nuovo stile pastorale introdotto da papa Francesco sta riportando d'attualità un dibattito a lungo sopito sul modo di concepire la figura del vescovo nella Chiesa cattolica. Se ne è discusso a un interessante convegno all'eremo di Fonte Avellana.

«Bisogna chiamarlo "Sua Eccellenza". Come il prefetto. Ma com'è possibile? Abbiamo gerarchizzato tutto. Quanto mi piacerebbe salutarlo con un "Buongiorno, fratello vescovo". Non sarebbe un modo per prendere sul serio il Vangelo e le parole di Gesù?».
Quella di padre Alessandro Barban, priore generale dei monaci camaldolesi, non è una battuta. Riassume in modo felicemente epigrafico la questione riguardante l'identità del vescovo, del suo ruolo in seno alla comunità dei credenti, del senso del suo mandato. Vale come presa di posizione ecclesiologica.
È una questione seria, quella della figura e dell'autorità episcopale, per troppo tempo messa in sordina, rimandata o semplicemente rimossa, e che oggi, in modo prepotente e inaspettato, papa Francesco ha voluto riaprire. Già dalle sue prime parole s'è capito che il nuovo Pontefice aveva in mente un'idea di Chiesa più sinodale e meno gerarchica; e con l'autodefinizione di «Vescovo di Roma», pastore di una diocesi, ha voluto subito sottolineare lo stretto legame che c'è tra lui e il suo popolo, tra l'episcopo e la Chiesa locale.
La riflessione pastorale sulla figura del vescovo, così, rientra nell'agenda della Chiesa universale (compresa quella italiana, dunque) e promette novità sul versante della collegialità e della corresponsabilità, e perfino sulla stesse identità e ruolo del pastore dentro il cambiamento. Intanto nella quiete claustrale dell'eremo camaldolese di Fonte Avellana, nel cuore dell'Appennino umbromarchigiano, il tema è stato messo a fuoco, qualche settimana fa, per iniziativa della stessa comunità monastica e dell'editore veronese Gabrielli, che insieme hanno promosso la prima «Agorà tra fede e laicità», proprio sulla figura del vescovo.
L'occasione è venuta dalla recente pubblicazione del libro di Giovanni Panettiere, Non solo vescovi. La gerarchia cattolica e le sfide della Chiesa (Gabrielli editori): 14 interviste ad altrettanti vescovi italiani, dalle quali emerge un volto diverso, più feriale, dei pastori; e soprattutto una varietà di posizioni su tematiche importanti, come ad esempio il rapporto con i laici, i compiti urgenti dell'episcopo, la pedofilia dei preti, che poco in genere traspare nei collegi episcopali...
Leggi tutto: Pastori, non funzionari


La gerarchia cattolica e le sfide della Chiesa, nel racconto dei protagonisti intervistati dal giornalista Panettiere

Parliamo di un libro che rappresenta una bacchettata sulle dita di noi giornalisti, eterni semplificatori colpevoli però – ed è questo il peccato – di credere alle proprie semplificazioni.
E’ “Non solo vescovi”, autore Giovanni Panettiere, un collega non vaticanista, e che ha pensato di andare a sentire direttamente, dal Nord al Sud del paese, che cosa i presuli pensavano, in prima persona, non solo come posizione collettiva della Conferenza Episcopale, su una quantità di problemi, di Chiesa e non. Ne è venuto fuori un mosaico molto interessante e vivace, da cui si vede con chiarezza che la comoda e straabusata distinzione fra “progressisti” e “conservatori”, quando si parla della Chiesa e dei vescovi, fatti salvi casi estremi, non corrisponde alla realtà.
Il libro si orna di una breve prefazione, una ventina di righe, del cardinale Carlo Maria Martini, scritta nel giugno del 2012...

    “Non solo vescovi” di Marco Tosatti


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"Ciao, Andrea" di Alex Zanotelli - Mosaico di Pace Editoriale di Giugno dedicato al ricordo di Don Andrea Gallo



Ciao, Andrea di Alex Zanotelli

Ho conosciuto per la prima volta don Gallo solo nel 1985, quando arrivò una sua telefonata di solidarietà per l’editoriale di Nigrizia: “Il volto italiano della fame africana”, che aveva scatenato la rabbia dei grandi politici di allora. Don Gallo mi invitò a Genova a parlare alla sua comunità. Accettai e ne nacque un’amicizia che è durata una vita. 
Mi fu molto vicino quando nel 1987 fui silurato dalla direzione di Nigrizia. E mi fu ancora più vicino quando vissi per 12 anni nei sotterranei della vita e della storia a Korogocho, baraccopoli di Nairobi. Ho potuto conoscerlo più profondamente quando andai a Genova nel 2011, per il 10° anniversario del G8 (don Gallo era stato a fianco del grande movimento di cittadinanza attiva, venuto a Genova nel 2001 per urlare che un altro mondo è possibile). A Genova fui ospite suo e della sua simpatica comunità di S. Benedetto del Porto, animata da quella ‘colonna’ che è Lilly. Raramente nella mia vita mi sono sentito così a casa in una comunità composta da persone così diverse. Era questo il carisma straordinario di don Gallo: accogliere tutti. “Se ciascuno di noi riconosce la sua appartenenza a questa comunità, senza nessuna distinzione di razza, di religione, di sesso, superando tutte le discriminazioni – diceva qualche mese fa don Andrea – allora diventiamo veramente uomini e camminiamo insieme verso l’obiettivo comune di una civiltà che, grazie all’impegno personale, rendiamo a misura d’uomo”. 
Per questo, don Gallo ritiene fondamentale la scelta della nonviolenza, svolta fondamentale dell’umanità, nonviolenza che vuol dire pacifismo attivo, l’unica strada per vincere. 
E don Gallo aggiungeva: “Il male grida forte e tutti si accorgono della realtà, ma la speranza in un mondo migliore è ancora più forte e proprio attraverso l’umano, donando la propria vita”. 
Accogliere l’altro, il diverso, la nonviolenza attiva sono le parole che più raccolgono il pensiero e la vita di quest’uomo appassionato di Gesù e del Vangelo...

  Ciao, Andrea

Vedi anche i nostri post precedenti:
  • Addio a don Gallo il “prete di strada”
  • La speranza vince sul male. Grazie don Gallo. Il saluto di don Luigi Ciotti, don Vitaliano Della Sala e Carmelo Musumeci.


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Nel ricordo di Don Tonino: "Il carisma della comunicazione" di Rosa Serrone


“Mosaico di Pace” giugno 2013
POTERE DEI SEGNI

Il carisma della comunicazione di Rosa Serrone

Don Tonino aveva, tra gli altri, il dono del linguaggio e la capacità di parlare con immagini e gestualità convincenti e coinvolgenti.

Nel settembre 1992 don Tonino detta le linee dell’ultimo programma pastorale (Diari e scritti pastorali, ed Mezzina). Pone “tre parole–cardine: la comunione come valore, la comunità come versante visibile della comunione, la comunicazione come strumento di crescita dell’una e dell’altra”. Scrive “la necessità di raggiungere la gente che non passa dalla chiesa, comprendendo meglio la forza d’urto pastorale insita nei mezzi di comunicazione… per gettare con garbo, con discrezione e con stile, semi d’inquietudine e stimoli di approccio che si risolvano poi nell’incontro diretto con la Parola”. Aggiunge: “Rendere accessibile il linguaggio… interrogarsi sui moduli espressivi… sono tutte espressioni d’amore che la comunità cristiana, dal vescovo al più piccolo catechista, deve mettere in atto con atteggiamento critico e con fantasia. La comunicazione è, soprattutto, ministero della ‘misericordia’”. 
È un’intuizione profetica che oggi salutiamo in papa Francesco. Don Tonino ha il carisma della comunicazione: la parola fiorita di immagini, la gestualità convincente, lo sguardo fisso sull’interlocutore...

  Il carisma della comunicazione


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Ricordando Chiara Corbella Petrillo ad un anno dalla sua salita in cielo...


Giovedì 13 Giugno 2013 alle ore 17.00, a un anno dalla salita in cielo di Chiara è stata celebrata la Santa Messa. a Roma al Santuario del Divino Amore

Chiara Corbella ci mostra, ancora oggi, che si può trasformare il dolore in un'opera d'arte, in un capolavoro. (Gigi De Palo)

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(13 Giugno 2013, da papà e mamma)
Cara Chiara,
vorrei averti ancora seduta sulle mie ginocchia come facevi spesso alla fine del pranzo, quel gesto semplice mi riempiva di gioia mi faceva sentire che mi volevi bene e che potevo essere per te un punto di appoggio...
La tua eccezionalità è stata nell’arrivare fino in fondo preoccupandoti degli altri quando chiunque si sarebbe adagiato nell’autocommiserazione cercando conforto che tu hai al contrario dato a tutti noi. Al ritorno dal tuo funerale eravamo orgogliosi di una figlia come te ma anche felici e questo non è normale, ma è stato normale per noi perché tu ci hai accompagnato e preparato...

  Lettera a Chiara..

Enrico Petrillo  racconta la vita di sua moglie Chiara Corbella, il 13 ottobre a soli 4 mesi dalla sua "salita al cielo", in una bellissima testimonianza ai giovani della Comunità Gesù Risorto durante il Corso Giovani 2012 a Fiuggi. 

  Testimonianza di Enrico e Chiara Corbella Petrillo

Ve ne proponiamo un estratto
"Vi racconto Chiara"

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Per saperne di più rivedi i nostri precedenti post:
  • Una storia di ordinaria santità: il coraggio di Chiara Corbella che rinvia le cure e muore per far nascere il suo bimbo!
  • Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella ed Enrico Petrillo ci mostrano che anche oggi il Vangelo può essere vissuto.
  • Una storia di ordinaria santità - Chiara Corbella, la regola delle 3P e le testimonianze in rete
  • "Il nostro amore speciale": il ricordo di Chiara Corbella nelle parole del marito Enrico Petrillo
  • Ricordiamo Chiara Corbella Petrillo e la sua lezione di vita raccontata dal padre.
  • Alle madri d’Europa il Premio europeo per la vita «Madre Teresa di Calcutta» Consegnato simbolicamente a mamma Irene di Nomadelfia, all’associazione La quercia millenaria, e alla memoria di Chiara Corbella.


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Ad un anno dalla scomparsa, il ricordo di Chiara Corbella è più vivo che mai. Soprattutto nel cuore del marito Enrico e della famiglia che vive oggi la sua dipartita con serenità, perché “era questo ciò che voleva: che non fossimo tristi, ma gioissimo con lei perché raggiungeva il suo Sposo”.
Lo affermano le cugine Giulia, Elena e Laura che hanno condiviso con ZENIT i loro personali ricordi.

  Salvatore Cemuzio:  Chiara Corbella, l'esperienza di vivere vicino ad una santa del nostro tempo






CHIESA E SOCIETA' /

 interventi ed opinioni


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L'Ospedale Psichiatrico di Barcellona Pozzo di Gotto - "Non nominare il nome di Dio Invano"



E’ il secondo Comandamento "Non nominare il nome di Dio invano"  il filo conduttore della quinta puntata della trasmissione "i dieci comandamenti" trasmessa da Raitre il 10 giugno 2013

Il racconto ricomincia dall’ospedale psichiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto, in provincia di Messina. Basta entrare in questo vecchio carcere degli anni trenta, riconvertito a manicomio e poi ad o.p.g., perché tutte le contraddizioni della problematica sulla salute mentale diventino concrete e tangibili.
In nome di quale dio è possibile l’esistenza di luoghi nei quali la gente resta rinchiusa per anni, nell’attesa di una cura, di giustizia, di un reinserimento sociale che non avverrà mai?
E’ proprio da questi interrogativi che emergono le storie dei cosiddetti “internati”, molto spesso uomini privi di una rete sociale di solidarietà, rinchiusi per reati minimi e poi in custodia perché ritenuti “socialmente pericolosi”. Accanto a loro, nell’assenza di stanziamenti e strutture adeguate, ci sono operatori ed agenti volenterosi che si improvvisano assistenti sociali, psicologi, familiari, amici.
A seguire, l’incontro di Domenico Iannacone con Giancarlo Parretti, il settantenne di Orvieto che nel 1990 ha acquisito la leggendaria Metro Goldwyn Mayer.
Parretti, che ha sempre sostenuto che la fortuna “nasce con gli individui, non si crea, non si distrugge”, è diventato negli anni da lavapiatti e cameriere, proprietario di alberghi, squadre di calcio, compagnie assicurative e miniere africane. Chi è questo vivace e veloce signore italiano che la rivista americana Fortune ha definito“The predator”? - 

UNA PARTE DELLA PUNTATA IL PROGETTO DI PADRE PIPPO INSANA

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IL VIDEO DELLA PUNTATA INTEGRALE

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Dovevano già chiudere. Chiuderanno. Parliamo degli ospedali psichiatrici giudiziari. Inferni e luoghi di pena senza fine. La data di chiusura (irreale) del 31 marzo scorso è passata liscia. Il legislatore, allora, si è affannato e ne ha stabilita un’altra: il 1° aprile del 2014. Sono scettici però i medici della Società Italiana di Psichiatria. Il loro presidente, Claudio Mencacci, è lapidario: «Le strutture alternative agli Opg da realizzarsi ai sensi della legge 9/2012 non potranno essere funzionanti prima del 2015».

  Giovanni Ruggiero:  Claudio Mencacci: «Chiudere gli Opg? Non siamo pronti»

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 FRANCESCO
 


     Angelus/Regina Cæli - Angelus, 9 giugno 2013

     Udienza - 12 giugno 2013

     Discorso - Al Presidente della Repubblica Italiana Giorgio Napolitano (8 giugno 2013)

     Discorso - Ai Membri del XIII Consiglio Ordinario della Segreteria Generale del Sinodo dei Vescovi (13 giugno 2013)

    Discorso - A Sua Grazia Justin Welby, Arcivescovo di Canterbury e Primate della Comunione Anglicana (14 giugno 2013) 

  


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   Omelie a Santa Marta:

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Leggere la vita con la Parola di Dio - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 8 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: la Parola cresca in noi

Come Maria, impariamo a ricevere e custodire la Parola di Dio. E’ quanto affermato da Papa Francesco nella Messa alla Casa Santa Marta, nell’odierna memoria del Cuore Immacolato della Beata Vergine Maria. Il Papa ha sottolineato che Maria leggeva la vita con la Parola di Dio e questo significa proprio custodire.

Stupore e custodia: Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo da questo binomio. L’occasione l’ha offerta il Vangelo odierno, che narra dello stupore dei dottori nel Tempio nell’ascoltare Gesù e del custodire di Maria, nel suo cuore, la Parola di Dio. Lo stupore, ha osservato il Papa, “è più della gioia: è un momento nel quale la Parola di Dio viene, è seminata nel nostro cuore”. Ma, ha avvertito, “non si può vivere sempre nello stupore”, questo infatti va portato “nella vita con la custodia”. Ed è proprio quello che fa Maria, di cui si dice che è “meravigliata” e che custodisce la “Parola di Dio”:
“Custodire la Parola di Dio: cosa vuol dire questo?... 
Chiediamo al Signore la grazia di ricevere la Parola di Dio e custodirla, e anche la grazia di avere un cuore affaticato in questa custodia. Così sia”.

  Il Papa: impariamo da Maria a leggere la vita con la Parola di Dio, a riceverla e custodirla

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - Il cuore aperto - (video e testo)



S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 10 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: la vera conversione è opera dello Spirito

La vera conversione consiste nell'aprire la porta al Signore, superando egoismi, ipocrisie, falsità. Lo ha detto Papa Francesco nell'omelia della messa del mattino.

Cos’è la consolazione per un cristiano? Papa Francesco ha iniziato la sua omelia osservando che San Paolo, all'inizio della seconda Lettera ai Corinzi, utilizza numerose volte la parola consolazione. L’Apostolo delle Genti, ha aggiunto, “parla ai cristiani giovani nella fede”, persone che “hanno incominciato da poco la strada di Gesù”. E insiste proprio su questo, anche se “non erano tutti perseguitati”. Erano persone normali, “ma avevano trovato Gesù”. Proprio questo, ha affermato, “è un cambiamento di vita tale che era necessaria una forza speciale di Dio” e questa forza è la consolazione. La consolazione, ha detto ancora, “è la presenza di Dio nel nostro cuore”. Ma, ha avvertito, perché il Signore “sia nel nostro cuore, è necessario aprire la porta”, è necessaria la nostra “conversione”:
“La salvezza è questo: vivere nella consolazione dello Spirito Santo, non vivere nella consolazione dello spirito del mondo. No, quella non è salvezza, quello è peccato. La salvezza è andare avanti e aprire il cuore, perché venga questa consolazione dello Spirito Santo, che è la salvezza. Ma non si può negoziare un po’ di qua e un po’ di là? Fare un po’ una macedonia, diciamo, no? Un po’ di Spirito Santo, un po’ di spirito del mondo... No! Una cosa o l’altra”...

  Il Papa: le Beatitudini non sono un mero elenco, per capirle bisogna aprire il cuore

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"Gratuità, povertà e lode" Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 11 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: la Chiesa deve camminare con cuore di povertà

Il Vangelo va annunciato con semplicità e gratuità: è quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha inoltre ribadito che, nella Chiesa, la testimonianza della povertà ci salva dal diventare dei meri organizzatori di opere. Ed ha avvertito che quando vogliamo fare una “Chiesa ricca”, la Chiesa “invecchia”, “non ha vita”. 

“Non procuratevi oro né argento né denaro nelle vostre cinture”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia partendo dall’esortazione rivolta da Gesù agli Apostoli inviati ad annunciare il Regno di Dio. Un annuncio, ha detto, che il Signore “vuole che si faccia con semplicità”. Quella semplicità “che lascia posto al potere della Parola di Dio”...
“Tutto è grazia. Tutto. E quali sono i segni di quando un apostolo vive questa gratuità? Ce ne sono tanti, ma ne sottolineo due soltanto: primo, la povertà. L’annunzio del Vangelo deve andare per la strada della povertà. La testimonianza di questa povertà: non ho ricchezze, la mia ricchezza è soltanto il dono che ho ricevuto, Dio. Questa gratuità: questa è la nostra ricchezza! E questa povertà ci salva dal diventare organizzatori, imprenditori… Si devono portare avanti le opere della Chiesa, e alcune sono un po’ complesse; ma con cuore di povertà, non con cuore di investimento o di un imprenditore, no?”
“La Chiesa – ha aggiunto - non è una ong: è un’altra cosa, più importante, e nasce da questa gratuità. Ricevuta e annunziata”. La povertà, ha quindi ribadito, “è uno dei segni di questa gratuità”. L’altro segno, ha aggiunto Papa Francesco, “è la capacità di lode: quando un apostolo non vive questa gratuità, perde la capacità di lodare il Signore”. Lodare il Signore, infatti, “è essenzialmente gratuito, è un’orazione gratuita: non chiediamo, soltanto lodiamo”: 
“Questi due sono i segni del fatto che un apostolo vive questa gratuità: la povertà e la capacità di lodare il Signore. E quando troviamo apostoli che vogliono fare una Chiesa ricca e una Chiesa senza la gratuità della lode, la Chiesa invecchia, la Chiesa diventa una ong, la Chiesa non ha vita. Chiediamo oggi al Signore la grazia di riconoscere questa gratuità: ‘Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date’. Riconoscere questa gratuità, quel dono di Dio. E anche noi andare avanti nella predicazione evangelica con questa gratuità”.

  Il Papa: una Chiesa ricca è una Chiesa che invecchia, il Vangelo si annuncia con gratuità

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"Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo" Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - (video e testo)


"Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo"
Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta (video e testo) - 12 giugno 2013


Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo: è quanto sottolineato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che in questo momento la Chiesa deve guardarsi da due tentazioni: quella di andare indietro e quella del “progressismo adolescente”. 
"...“L’ora del compimento della legge, l’ora in cui la legge arriva alla sua maturità: è la legge dello Spirito. Questo andare avanti su questa strada è un po’ rischioso, ma è l’unica strada della maturità, per uscire dai tempi nei quali non siamo maturi. In questa strada verso la maturità della legge, che viene proprio con la predicazione di Gesù, c’è sempre timore, timore della libertà che ci dà lo Spirito. La legge dello Spirito ci fa liberi! Questa libertà ci dà un po’ di paura, perché abbiamo paura di confondere la libertà dello Spirito con un’altra libertà umana. .."

  "Non dobbiamo avere paura della libertà che ci dà lo Spirito Santo" 

  video


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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - La grazia di "potare" la lingua - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano 
13 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "Se uno non è capace di dominare la lingua, si perde"

Il Signore ci conceda la grazia di fare attenzione ai commenti che facciamo sugli altri: è quanto affermato da Papa Francesco nella Messa di stamani alla Casa Santa Marta. Il Papa ha pronunciato la sua omelia in spagnolo, essendo presente alla celebrazione il personale delle ambasciate e dei consolati dell’Argentina in Italia e presso la Fao. Era “dal 26 febbraio che non celebravo la Messa in spagnolo”, ha confidato il Papa, “mi ha fatto molto bene” ed ha ringraziato i partecipanti alla Messa per quello che fanno per la Patria.

“La vostra giustizia sia superiore a quella dei farisei”. Papa Francesco ha svolto la sua omelia muovendo dall’esortazione rivolta da Gesù ai suoi discepoli. Parole che vengono dopo le Beatitudini e dopo che Gesù ha sottolineato che Lui non viene per dissolvere la Legge, ma per portarla a compimento. La sua, ha osservato, “è una riforma senza rottura, una riforma nella continuità: dal seme fino ad arrivare al frutto”...
“E non c’è bisogno di andare dallo psicologo – ha detto il Papa - per sapere che quando uno denigra l’altro è perché lui stesso non può crescere e ha bisogno che l’altro sia abbassato, per sentirsi un qualcuno”...
“Io - ha detto Papa Francesco - vorrei chiedere al Signore che ci dia a tutti la grazia di fare attenzione maggiormente alla lingua, riguardo a quello che diciamo degli altri”. 
... dobbiamo chiedere al Signore questa grazia: adeguare la nostra vita “a questa nuova Legge, che è la Legge della mitezza, la Legge dell’amore, la Legge della pace, e almeno ‘potare’ un po’ la nostra lingua, ‘potare’ un poco i commenti che facciamo verso gli altri o le esplosioni che ci portano all’insulto o alle arrabbiature facili. Che il Signore ci conceda a tutti questa grazia!”. 

  Il Papa: no alla denigrazione dell’altro, seguiamo la Legge della mitezza

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Papa Francesco - S. Messa Cappella della Casa Santa Marta - L'umiltà "forte" - (video e testo)


S. Messa - Cappella della Casa Santa Marta, Vaticano
14 giugno 2013 inizio 7 a.m. fine 7:45 a.m.

Papa Francesco: "non nascondiamoci dai nostri peccati"

L’unico modo per ricevere realmente il dono della salvezza di Cristo è riconoscerci con sincerità deboli e peccatori, evitando ogni forma di autogiustificazione. Papa Francesco lo ha affermato all’omelia della Messa di questa mattina, celebrata nella cappella di Casa S. Marta.

Consapevole di essere un debole vaso di creta, eppure custode di un grande tesoro che gli è stato donato in modo del tutto gratuito. È questo il seguace di Cristo davanti al suo Signore. Papa Francesco ricava lo spunto di riflessione dalla Lettera in cui Paolo spiega ai cristiani di Corinto che, perché sia chiaro che la “straordinaria potenza” della fede è opera di Dio, essa è stata riversata in uomini peccatori, in “vasi di creta”, appunto. Ma proprio dal rapporto “tra la grazia e la potenza di Gesù Cristo” e noi poveri peccatori scaturisce, osserva il Papa, “il dialogo della salvezza”. E tuttavia, nota, questo dialogo deve rifuggire da qualsiasi “autogiustificazione”, “deve essere come noi siamo”...
“Anche, questo è il modello dell’umiltà di noi preti, di noi sacerdoti. Se noi ci vantiamo soltanto del nostro curriculum e niente più, finiremo sbagliati. Non possiamo annunziare Gesù Cristo Salvatore perché nel fondo non lo sentiamo. Ma dobbiamo essere umili, ma con un’umiltà reale, con nome e cognome: ‘Io sono peccatore per questo, per questo, per questo’. Come fa Paolo: ‘Ho perseguitato la Chiesa”, come fa lui, peccatori concreti. Non peccatori con quella umiltà che sembra più faccia da immaginetta, no? Eh no, l’umiltà forte”...

  Il Papa: se il cristiano rifugge da un’umiltà di facciata la potenza di Dio è dentro di lui

  video


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... "Il grandissimo interesse suscitato dalle brevi omelie del Papa nel corso delle messe celebrate al mattino nella cappella della Casa Santa Marta fa sì che si sia posta e si continui a porre spesso, da diverse parti, la domanda sulla possibilità di accedere a tale celebrazione o a tale omelia in modo completo e non solo tramite le sintesi pubblicate ogni giorno da Radio Vaticana e Osservatore Romano.
La domanda è comprensibile ed è stata più volte presa in considerazione e fatta oggetto di una riflessione approfondita, e merita una risposta chiara...

  Alberto Bobbio:  Il Papa, Santa Marta e il Web

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SEGNALATO IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"


Dopo l’Angelus (9 giugno), nuovo tweet del Papa sull’account @Pontifex in nove lingue:

  “Con la 'cultura dello scarto' la vita umana non è più sentita come valore primario da rispettare e tutelare”

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Papa Francesco, incontra (7 giugno) studenti, genitori, educatori, ex alunni e amici delle scuole gestite dai Gesuiti in Italia e Albania (testi e video)


INCONTRO DEL SANTO PADRE FRANCESCO CON GLI STUDENTI DELLE SCUOLE GESTITE DAI GESUITI IN ITALIA E ALBANIA
Aula Paolo VI Venerdì, 7 giugno 2013

«Il lavoro di Papa è difficile, ma tu te la stai cavando bene», dice un ragazzino delle scuole elementari al Papa. Festa in Vaticano. Nell’aula Nervi, progettata proprio da un ex alunno delle scuole dei gesuiti, il Papa ha incontrato gli alunni degli istituti retti dai suoi confratelli in Italia e in Albania. Oltre novemila persone che hanno atteso Francesco presentando sul palco i loro lavori teatrali, di musica, di espressione. Un saluto particolare papa Francesco lo ha voluto dare «ai rappresentanti delle scuole italiane della Rete di Fe y Alegria, che conosco bene per il grande lavoro che compie in Sud America, specialmente tra i ceti più poveri. E un saluto particolare alla delegazione del Collegio albanese di Scutari, che dopo i lunghi anni di repressione delle istituzioni religiose, dal 1994 ha ripreso la sua attività, accogliendo ed educando ragazzi cattolici, ortodossi, musulmani e anche alcuni alunni nati in contesti familiari agnostici». Ai ragazzi, «con tutti voi», ha detto il Papa, «mi sento veramente in famiglia».
Parlando a braccio («consegnerò il discorso al superiore provinciale, perché è lungo, forse un po’ noioso»), il Papa ha ricordato che il punto centrale dell’educazione gesuitica è la magnanimità, avere un cuore grande». E agli educatori ha indicato la strada del «lanciare avanti i passi. Per educatore occorre tenere un passo fermo sulla zona della sicurezza, l’altro sulla zona di rischio e quando il passo che è sulla zona di rischio diventa sicurezza, spostare l’altro passo. Non si può educare solo nella zona di sicurezza e neppure solo in quella del rischio. È importante il bilancio dei passi».
Poi ha voluto ascoltare le domande fatte all’impronta dai ragazzi presenti...

  «Ho necessità di vivere fra la gente»

Guarda il video di uno stralcio dell'incontro in cui Papa Francesco risponde ad alcune domande dei bambini...

  VIDEO

Guarda anche il video integrale dell'incontro di Papa Francesco con gli studenti delle scuole gestite dai Gesuiti

  VIDEO

Il Santo Padre all’inizio del suo intervento ha detto che dava per letto il discorso da Lui preparato e che lo avrebbe consegnato per la pubblicazione; poi ne ha fatto spontaneamente una breve sintesi e ha intessuto un dialogo con i partecipanti all’Udienza.

Si riportano di seguito il discorso preparato dal Santo Padre, la sintesi da Lui fatta a braccio durante l’incontro e il dialogo che ne è seguito.



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Papa Francesco verso le periferie dell’esistenza


Con Papa Francesco la Chiesa sta per intraprendere un percorso nuovo, che la riporterà a contatto con la gente, a uscire da se stessa verso le periferie esistenziali. I suoi gesti semplici, il suo parlare con il cuore sono segnali chiari di una ventata di freschezza che sta per investire la nostra Chiesa, da troppo tempo soffocata da lotte di potere e distante dalla realtà quotidiana. Un ritorno alle origini che a noi preti di strada, sempre a contatto con il popolo e soprattutto con gli ultimi, non può che riempirci di soddisfazione, ma soprattutto di speranza. Non nascondo che negli ultimi tempi sono stato molto combattuto perchè non riuscivo più a riconoscermi in quella che era diventata una Chiesa troppo lontana dalla gente e dove il potere era predominante su tutti gli altri valori. Ora vedere Papa Francesco muoversi con tanta umiltà e dolcezza tra la gente mi ha fatto commuovere. È il Papa, ma in questi suoi primi gesti ho visto ancora il prete, come io l’ho sempre inteso: vicino alla gente, tra la gente...
Superata la paura di un papa “di parte”, come pronosticato alla vigilia – un papa della curia, di Sant’Egidio, di Comunione e Liberazione –, ecco che c’è la Provvidenza, lo Spirito. Il “Vescovo di Roma” che presiede, nella carità, l’unità delle diversità. Certo uniti attorno al Vangelo, ma disposti nella collegialità ad ascoltare tutte le voci, i segni e le testimonianze di vita di chi si è posto al seguito di Cristo non per interesse personale ma per far strada ai poveri (ricorda don Milani!). Un gesuita francescano può offrire al mondo una testimonianza di quell’amore che non soffoca la dialettica delle diversità ma la verifica nella sua autenticità, dando prova di quella “convivialità delle differenze” che al di sopra di ogni dottrina rimarca che la vita di ciascuno va dedicata agli altri per un mondo “altro”, testimoniato da una Chiesa “altra” capace di unire tutti i carismi. Solo così saremo riconosciuti veramente seguaci di quel Cristo che disse «Amatevi gli uni gli altri, perché da questo vi riconosceranno come miei discepoli». Bergoglio non parla solo di una Chiesa dei poveri ma anche di una Chiesa povera, capace di liberarsi da ogni tentazione del potere e del denaro, come fece Cristo nel deserto. Le questioni in agenda come problemi aperti sono tante, dagli scandali all’interno del Vaticano (IOR, Vatileaks) alla pedofilia dei preti, dal sacerdozio femminile al celibato dei preti, etc. Sono queste le questioni sulle quali si misurerà in futuro lo spessore carismatico del nuovo papa...

  Papa Francesco verso le periferie dell’esistenza


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Il Signore ci guarda sempre con misericordia! - Papa Francesco - Angelus del 9 giugno 2013


Il Signore ci guarda sempre con misericordia! - Papa Francesco - 
Angelus del  9 giugno 2013

"...Il Signore ci guarda sempre con misericordia; non dimentichiamolo, ci guarda sempre con misericordia, ci attende con misericordia. Non abbiamo timore di avvicinarci a Lui! Ha un cuore misericordioso! Se gli mostriamo le nostre ferite interiori, i nostri peccati, Egli sempre ci perdona. E’ pura misericordia! Andiamo da Gesù! ..."
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Papa Francesco e la questione dello Ior


Papa Francesco sembra deciso a intervenire sullo Ior prima dell'estate. Probabilmente entro il 31 luglio, quando l'Istituto finirà l'indagine interna sui conti dei suoi clienti. Ormai il problema non è il «se» ma solo il «quando». E nel momento in cui si intensificano le voci di un provvedimento della magistratura italiana nei confronti della direzione della «banca del Vaticano», i tempi potrebbero subire una brusca accelerazione...
Fino all'inizio di giugno non risulta che Francesco abbia ancora ricevuto il capo dello Ior: un particolare che non può non fare pensare alla volontà di non offrire una legittimazione prima di avere deciso che fare della «banca».
«Questa storia è finita», racconta una delle personalità più addentro alle questioni dell'Istituto per le opere di religione. «Il Papa interverrà, e presto. Lo Ior rischia di apparire un marchio scaduto. E siccome rappresenta il crocevia dei rapporti fra Vaticano e Stato italiano, e fra Chiesa e comunità finanziaria internazionale, diventa un problema da risolvere. E rapidamente». Gli accenni continui di Bergoglio a una Chiesa cattolica che deve diventare povera, ancora martedì scorso con il riferimento a San Pietro che «non aveva un conto in banca», fanno rizzare antenne d'allarme nel torrione dello Ior...
La novità è che stavolta si ha la sensazione di avere dall'altra parte del Tevere un Papa deciso a fare radicalmente pulizia: perché ne è convinto, e perché il mandato ricevuto dal Conclave è questo. In una Curia inquieta in attesa delle sue decisioni, si parla di un pontefice impaziente di agire; soprattutto quando percepisce la volontà di far finta di niente e di non cambiare nulla dei vecchi metodi.
Bisognerà capire a quale prezzo, e con quali conseguenze. Ma non sembra che Francesco sia spaventato da quanto potrebbe succedere. Anzi, vuole che accada. E, se è possibile, quanto prima.

  Verso una riforma radicale dello Ior Il Papa vuole agire entro luglio di Massimo Franco

Vaticano: parla l'avvocato della Santa Sede
Vatileaks, Ior, trasparenza, anti-riciclaggio, pedofilia nella Chiesa, i mass media e i pregiudizi della stampa. Intervista esclusiva all'avvocato della Santa Sede Jeffrey Lena.
  • Vaticano di vetro
  • Lo IOR tornerà ad essere una banca etica
  • Le finanze della Chiesa e l'economia "francescana"
''Nella Curia ci sono persone sante, davvero, ma c'è anche una corrente di corruzione. Si parla di una ‘lobby gay', ed è vero, esiste, e noi dobbiamo valutare cosa si può fare'', parola di Papa Francesco. La Chiesa devastata dagli scandali, tra sesso, soldi e potere, è al centro di "Giallo Vaticano", il nuovo appuntamento di Servizio Pubblico più, lo spazio di approfondimento del programma di Michele Santoro, in onda , giovedì 13 giugno, alle 21.10su La7.

  La Chiesa devastata dagli scandali stasera a Servizio Pubblico Più su La7

Guarda anche alcuni tra i nostri precedenti post:
  • Retroscena di Vatileaks rivelati da Repubblica e smentiti dal Vaticano
  • La santa indignazione e le vicende dello IOR, degli abusi sui minori...


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Il vescovo di Roma invita a pregare per i malati terminali e per tutti quelli che vivono situazioni estreme di dolore. Evitando di ridurli a «casi di morale»

  Gianni ValenteFrancesco e quelli che pregano di morire

Questa mattina l'annuncio: porterò a termine l'Enciclica sulla fede iniziata da Benedetto XVI. "Un documento forte", ha detto Papa Francesco che ha poi commentato sorridendo: "Una enciclica 'a quattro mani', dicono". Ricevendo il Consiglio ordinario della segreteria generale del Sinodo dei vescovi, il Pontefice ha spiegato che sull'Esortazione post-sinodale prevede di lavorare riprendendo tutto il Sinodo sulla nuova evangelizzazione che si è tenuto a ottobre 2012, "in una cornice più larga"
  Bruno Cescon: Tante evangelizzazioni nell'unica evangelizzazione

Si compiono i primi 90 giorni dall’elezione di Papa Francesco ed è naturale guardare a questi mesi con il desiderio di cogliere qualche elemento caratteristico del nuovo pontificato. Sicuramente, un dato evidente riguarda la personalità del Pontefice, che, fin da subito, ha raggiunto il cuore dei credenti ed ha interessato anche persone indifferenti o lontane dalla pratica religiosa. Non si tratta di un vestito indossato per l’occasione. Il modo di presentarsi al mondo di Francesco è coerente con il precedente ministero: qualcuno ha detto che egli è lo stesso da vescovo e da Papa.

  Marco Doldi:  L'ansia della riforma prima dei cuori poi delle strutture

Governa la Chiesa come un generale dei gesuiti. Ascolta, ma decide da solo. Anche un uomo della McKinsey chiamato a studiare la riforma della curia. Che Francesco vuole ripulire dalla corruzione e dalla "lobby gay"

  Sandro Magister:  Bergoglio, il "papa nero" vestito di bianco

Le critiche sono già cominciate. Sotterranee e micidiali. “È ripetitivo… demagogico… imprudente… pauperista… non è all’altezza del pensiero di Ratzinger… non decide… troppo folclore latino-americano… speriamo che la smetta di fare il parroco”. Passati i primi tre mesi, papa Bergoglio si sta accorgendo che esiste in Vaticano la grande palude di quelli che non vogliono cambiare e spargono veleni contro chi intende dar la vuelta a la tortilla (copyright Bergoglio): noi diremmo ‘rivoltare il calzino’. Poi ci sono i timorosi come l’Avvenire, che riferisce della corruzione in Vaticano, ma nasconde in fondo all’articolo il tema dei carrieristi gay in tonaca.
Papa Francesco incassa. Ieri ha criticato i conservatori con la testa rivolta all’indietro e i progressisti frettolosi. Prima del conclave diceva che il futuro pontefice doveva “ripulire la Curia”. Adesso , dal suo colloquio a ruota libera con i vertici dei religiosi sudamericani (CLAR), avvenuto il 6 giugno scorso, affiora un certo affanno. Affrontare i problemi della Curia, ha confessato, “è difficile… dobbiamo vedere cosa fare… non posso fare la riforma da solo… pregate che faccia meno errori possibile!”

  Marco Politi:  Francesco in trincea contro i conservatori: resistere e cambiare

... Dunque, Francesco conferma di essere un Papa molto accorto e trasparente, che non solo conosce l’ambiente in cui vive, ma che non teme di sollevare problemi dal carattere spinoso per la Chiesa stessa. Anche se certamente qualcuno lo accuserà di essere ingenuo o imprudente, per i molti risvolti negativi che questa dichiarazione può produrre dentro le dinamiche ecclesiali e per l’immagine stessa della barca di Pietro...

  Franco Garelli:  Il Papa, denuncia grave e coraggiosa

Non è molto elegante ricordare che «io l'avevo detto», tanto più quando la persona bruciata sul tempo è il Papa... Ma che ci posso fare se l'ho scritto due anni fa proprio su Vino Nuovo? Sì, anche «io l'avevo detto» che esiste una lobby gay nella Chiesa a Roma, e oggi mi fa molto piacere che la medesima denuncia provenga addirittura dal Pontefice, che sempre più ci sorprende e ci conforta. Mi fa molto piacere non perché il Papa «mi dà ragione», e neppure perché svela un aspetto torbido della Chiesa; ma in quanto ritengo che questo della «lobby gay» sia un cancro che non riguarda soltanto gli aspetti spirituali, morali dei singoli e della comunità ecclesiale, bensì comprometta la sua stessa organizzazione come società, con pesantissime e concrete conseguenze anche su di noi, dall'ultimo parroco all'ultimo fedele.

  Roberto Beretta:  Il vero problema della «lobby gay»

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