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N.
B. La Lectio viene aggiornata
appena disponibile (di norma il sabato sera)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
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UNA LEZIONE DI VITA E CORAGGIO
Il
23 maggio 1992, sull'autostrada A29, nei pressi dello svincolo di
Capaci e a pochi chilometri da Palermo, persero la vita il magistrato
antimafia Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e i tre
agenti della scorta, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro.
Se non sentiamo che quel tritolo ha ucciso anche noi, allora la memoria
diventa solo celebrazioni e retorica. Queste morti graffiano dentro le
nostre coscienze e ci costringono a fare di più. Tutti. Il 23 maggio è
una lezione di vita e di coraggio, una lezione di cui non conosciamo
ancora tutte le verità. In Italia, purtroppo, non c'è una strage di cui
si conosca a pieno la verità.
Palermo non dimentica
...
(fonte: LIBERA)
video
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Giunte
al porto le due navi della legalità con 2600 studenti di tutta Italia,
cortei e manifestazioni in tutta la città e nei capoluoghi dell'Isola.
Dalle 10 nell'aula bunker la commemorazione con rappresentanti del
governo, delle istituzioni, Nando Dalla Chiesa e Roberto Saviano.
Napolitano: "Ricordo indelebile nella memoria degli italiani".
Pierluigi Battista:
Strage Capaci, 20 mila studenti a Palermo Napolitano: "Ricordo indelebile per gli italiani"
E' stata la musica, anche
quella contemporanea, che tanto loro piace, la protagonista delle
piazze, delle strade e degli happening delle migliaia di giovani di
Palermo e della Sicilia e di quelli che, da tutta Italia e da 19 paesi
europei, hanno invaso il capoluogo isolano per il 21/mo anniversario
della strage di Capaci.
Martino Iannone: L'entusiasmo dei giovano contagia la città
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DA UNA CHIESA TRIONFANTE
AD UNA CHIESA MENDICANTE
A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II
HOREB n. 64 - 1/2013
TRACCE
DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Sono
passati 50 anni dall’inizio del Concilio ecumenico Vaticano II ed è
importante fare memoria, cioè far presente quell’evento per riviverlo,
perché può accadere che, passata la generazione di coloro che vi hanno
partecipato o che hanno vissuto da vicino la svolta epocale da esso
avviata per la vita della Chiesa, la sua memoria venga meno e si
dimentichino gli orientamenti e le prospettive da esso offerti.
Il
Vaticano II, infatti, pur essendo in piena continuità con la fede e la
vita della Chiesa è stato certamente un evento che ha risposto con le
sue scelte ad attese importanti presenti nella comunità cristiana e nel
mondo.
Il
Vaticano II, dopo duemila anni nel corso dei quali il cristianesimo si
era sostanzialmente identificato con la cultura europea, apriva la
Chiesa a una piena incarnazione nella vita e nella cultura di tutti i
popoli, restituendole un’autentica cattolicità e rendendola veramente
universale: piena continuità con il passato, con la fede apostolica
trasmessaci attraverso le diverse generazioni, e insieme nuovi decisivi
orientamenti nei confronti degli ebrei, dei cristiani non cattolici,
dei credenti delle altre religioni, ma anche all’interno della comunità
cristiana per quanto concerne la liturgia, la centralità della
Scrittura, la collegialità e la sinodalità come forma e stile di
governo, il riconoscimento del valore e della centralità della persona
umana e della sua coscienza.
Gli
orientamenti e le decisioni del Concilio Vaticano II, sebbene accolti
abbastanza pacificamente all’interno della comunità ecclesiale,
purtroppo non sono stati conosciuti e meditati a sufficienza, in questi
cinquant’anni nelle varie comunità cristiane.
La
riflessione che proponiamo a più voci, nel presente quaderno, vuole
essere l’occasione provvidenziale per riprendere in mano quei documenti
e cercare di recepire, nello “spirito del Concilio”, un’immagine di
Chiesa a noi frati carmelitani più consona: quella “mendicante”, dove è
fondamentale vivere uno stile di vita povero, fraterno, itinerante,
accogliente e di condivisione della vita del popolo. Si tratta di
riattualizzare il sogno di Papa Giovanni di una Chiesa “che si fa
popolo”: «La Chiesa Cattolica – affermava in una omelia del 13
novembre 1960 – non è un museo di archeologia. Essa è l’antica fontana
del villaggio che dà l’acqua alle generazioni di oggi, come la diede a
quelle del passato»...
(EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere
copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it
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INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
della FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
FRATERNITÀ CARMELITANA DI POZZO DI GOTTO
INCONTRI PER L’ESTATE – 2013
17-22 LUGLIO
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Santa Rita da Cascia (video)
Per chi volesse approfondire:
Santa Rita - Santuario di Santa Rita da Cascia
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Beata Vergine Maria Ausiliatrice (video)
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Le pietre d'inciampo del Vangelo
"Guardate le mie mani e i miei piedi: sono proprio io! Toccatemi e guardate: un fantasma non ha carne e ossa." (Luca 24,39)
Gianfranco Ravasi: Un fantasma non ha carne...!
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Legge e Grazia nel discorso della montagna
di Bruno Forte, Arcivescovo di Chieti-Vasto
(Teramo, Giuristi Cattolici, 19 Aprile 2013)
"1.
La Legge e la Grazia: a quale delle due spetta il primato in ordine
alla salvezza dell’uomo? In che rapporto sono? Per rispondere a queste
domande, è bene precisare i due termini, almeno in maniera essenziale.
La Legge - in ebraico la “Torah” - è ben più che un codice normativo.
Dicono i Maestri ebrei in una sentenza di folgorante intensità: “Chi
non ama la Torah più di Dio, non ama Dio”. Il Dio da amare non è nostra
creatura o proiezione dei nostri desideri, ma il Dio che viene, che ha
parlato nelle Dieci Parole e nei testi tutti che costituiscono la
Torah. Abbandonare la Torah è abbandonare Lui, non amarLo, amare se
stessi. A sua volta, la Grazia della fede cristiana ha parimenti
a che fare con l’amore, perché è l’amore divino che viene ad abitare il
dolore e la morte e redime l’uomo dal di dentro, rendendolo capace di
amare oltre ogni misura di impossibilità o di stanchezza. In
questo senso si comprende perché “pieno compimento della Legge è
l’amore” (Rm 13,10). Legge e Grazia sono entrambe volti dell’amore
divino, che chiede e accende l’amore umano di risposta. Che rapporto
c’è dunque fra queste due forme dell’amore che viene dall’alto? Per
fare luce sulla questione mi riferisco a un testo, il discorso della
montagna (Mt 5-7), di cui il Mahatma Gandhi, ricordando il primo
impatto avuto con
esso,
diceva che gli era andato dritto al cuore: “The Sermon on the Mount
went straight to my heart…”. E aggiungeva: “È stato grazie a
questo discorso che ho imparato ad amare Gesù”. Questa testimonianza
mostra in maniera eloquente come la lettura dei capitoli 5-7del Vangelo
di Matteo possa essere decisiva per l’incontro col Profeta
galileo e il suo messaggio, e in particolare per la comprensione del
rapporto fra la novità della buona novella della Grazia e la Legge data
a Israele. Si potrebbe addirittura dire che la storia delle
interpretazioni del discorso della montagna è la storia delle diverse
comprensioni del cristianesimo...
Legge e Grazia nel discorso della montagna (pdf)
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Carissimi fratelli,
è
veramente cosa buona e giusta che il vostro Vescovo a Pentecoste vi
dica qualcosa sul dono dello Spirito Santo, sulla novità che egli è
capace di introdurre nella nostra vecchiaia, sugli orientamenti che
egli è solito provocare nella vita degli uomini.
Se
avessi spazio e tempo, vi parlerei dello Spirito Santo come ospite
dell’uomo. E mi attarderei sulla riscoperta che nella Chiesa si va
facendo di lui. E vi annuncerei le meraviglie che egli opera in tante
anime, nelle quali dorme, o freme, o urla, o riposa gemendo.
Oggi, però, voglio parlarvi della Pentecoste come «festa difficile».
Sì
la Pentecoste è una festa difficile. Ma non perché lo Spirito Santo,
anche per molti battezzati e cresimati, è un illustre sconociuto. E’
difficile, perché provoca l’uomo a liberarsi dai suoi complessi. Tre
soprattutto, che a me sembra di poter individuare così...
(tratto da: Opera Omnia, Vol. 5 – Articoli Corrispondenze Lettere Notificazioni, La Pentecoste, festa difficile)
Guarda anche il nostro precedente post:
- Invocazioni allo Spirito di don Tonino Bello
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PENTECOSTE Ieri - oggi - sempre
Dal Vangelo secondo Giovanni
14,15-16.23-26
...
Trasportiamoci
oggi, con tutto il nostro essere, nel Cenacolo e lasciamoci accendere
come lampade dallo Spirito Santo per illuminare l'intera creazione,
lasciamoci seminare come terreno arato e fertile, lasciamoci sospingere
dalla brezza verso l'oceano dell'amore, lasciamoci condurre ai pascoli
della contemplazione orante.
Preghiamo
con insistente supplica: Vieni Spirito Consolatore, trasformaci col tuo
soffio ricreatore, dilata il nostro cuore, rendi puro il nostro
sguardo, splendente il nostro volto; feconda con la tua forza il seme
della Parola perché riecheggi sempre nel nostro cuore e nella nostra
mente e venga proclamata con coraggio dalle nostre labbra. Amen!
(fonte: Eremo S. Biagio)
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Fra
noi e la vita non ci sono e non ci devono essere argomenti vietati. Il
ventilare delle verità invisibili ci permette di addentrarci
fiduciosamente nel canale dell’esperienza, anche in quella che ci porta
a sbagliare o a scorgere sfumature eterne. Tutto è da vivere. Non
risparmiamoci al mistero. A quello che ci sta davanti e a quello che ci
arde dentro. Se le cose esistono, esistono per l’uomo. Perché l’uomo
arrivi ad amarle, a farsi custode e guida di esse. Davanti alle miserie
più scoraggianti, ciò che ci dà coraggio è che abbiamo davanti a noi
una porta sempre aperta: quella del cuore di Dio. Oggi è domenica di
Pentecoste. Originariamente, la Pentecoste era la “festa della
mietitura” durante la quale gli Ebrei si recavano al tempio per offrire
le primizie del proprio raccolto. In seguito, diventò la festa del
ricordo della consegna delle Tavole della Legge a Mosè sul monte Sinai.
Con Gesù invece la discesa dello Spirito consacrò il gruppo dei
discepoli in Chiesa. In questo giorno la liturgia ci ricorda in fondo
che a Pentecoste Dio santifica la sua Chiesa, e con essa ogni popolo e
nazione, diffondendo ai confini della terra i doni dello Spirito Santo
che sono armi potenti di luce invincibile. Ed ecco, li elenco per
entrare nel significato pieno...
+p.GianCarlo Bregantini, vescovo
Solennità di Pentecoste. Il dono che rinnova la faccia della terra.
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PENTECOSTE (C-2013)
Riflessione di Gianfranco Ravasi 19 maggio 2013
Letture:
At 2,1-11;
Sal 103 (104);
Rm 8,8-17;
Gv 14,15-16.23-26
Il card. Gianfranco Ravasi conclude la sua interessante riflessione ricordando queste parole della poetessa Ada Negri:
"Tu mi cammini a fianco,
Signore. Orma non lascia in terra il Tuo
passo. Non vedo Te: sento e respiro
la Tua presenza in ogni filo d’erba,
in ogni atomo d’aria che mi nutre."
VIDEO
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Pubblicato su “Horeb –Tracce di spiritualità” 64 - n. 1/2013
"Un
mese prima dell’apertura del Concilio Ecumenico Vaticano II, il XXI
della storia, Papa Giovanni XXIII in un messaggio radiofonico affermava
che di fronte alla società globale in evoluzione e di fronte ai paesi
sottosviluppati «la Chiesa si presenta quale è e vuol essere, come la
Chiesa di tutti, e particolarmente la Chiesa dei poveri». Nel discorso
di apertura del Concilio (11 ottobre 1962), lo stesso Papa,
soffermandosi sul modo di affrontare le divisioni tra cristiani e gli
errori del mondo contemporaneo, affermava che, rispetto al passato, ora
la Chiesa «preferisce usare la medicina della misericordia invece di
imbracciare le armi del rigore; pensa che si debba andare incontro alle
necessità odierne, esponendo più chiaramente il valore del suo
insegnamento piuttosto che condannando»... C’è bisogno, allora, di una
rilettura e di una recezione del Concilio Vaticano II proprio in
prospettiva “mendicante”; una rilettura e una recezione finalizzate ad
assimilare lo spirito del Concilio proprio da quel versante – quello
dello stile evangelico di povertà vissuto e trasmesso da Cristo – in
questi anni caduto nell’oblio e spesso soffocato da atteggiamenti e
stili di vita mondani, in particolar modo da parte delle nostre
istituzioni ecclesiastiche. La recezione del Concilio è un cammino
che interpella ogni chiesa locale e ogni soggetto ecclesiale; e chiede,
non soltanto l’applicazione del dettato dei testi conciliari – sarebbe
solo un processo giuridico e culturale-intellettuale – ma soprattutto,
e più in profondità, la conversione in senso evangelico, ovvero il
cambiamento dello stile di vita (identità, mentalità, modelli e
atteggiamenti) e delle strutture (istituzioni, opere…), là dove esse
nella loro gestione contraddicono l’evangelo e l’evangelizzazione.
Dunque c’è bisogno di una ricezione creativa del Concilio..." (Egidio Palumbo)
PER UNA RILETTURA DEL VATICANO II IN PROSPETTIVA “MENDICANTE” di Egidio Palumbo (PDF)
Vedi anche il post relativo ad Horeb:
DA UNA CHIESA TRIONFANTE AD UNA CHIESA MENDICANTE A 50 ANNI DAL CONCILIO VATICANO II - HOREB 64 (2013) N. 1
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Programma di TV2000 "Il Credo nei mosaici di Monreale", di Sandro
Magister e padre Innocenzo Gargano, monaco camaldolese. In dodici
puntate come i dodici apostoli, di mezz'ora ciascuna.
La trama è il "Credo", l'abc della fede cristiana, con le forme, i
colori, la luce di quel capolavoro unico al mondo che sono i mosaici di
Monreale.La storica dell'arte Sara Magister ne illustrerà la "lettera"
mentre padre Innocenzo ne svelerà lo "spirito", accompagnandoci
all'interno stesso del duomo. Un'avventura senza eguali, dai primordi
della creazione, all'avvento di Gesù, alla celeste Gerusalemme. Il
programma è una produzione Run To Me Film per Tv2000. La cura è di
Francesca Romana Pozzonelli. La regia dei filmati realizzati nel Duomo
di Monreale è di Davide Gambino per la Run To Me Film; la regia di
studio è di Edoardo Pacchiarotti per Tv2000.
"Discese agli inferi, il terzo giorno risuscitò da morte"
La quinta puntata si apre con le immagini della sepoltura di Gesù e si
concentra sulla sua discesa e risalita dagli inferi. Lì sconfigge il
dominio della morte, infrange i suoi chiavistelli e libera dal luogo
delle tenebre Adamo, Eva e tutti i giusti. Il gesto di Gesù è lo stesso
di Dio che introduceva per mano i progenitori nel paradiso. Il sepolcro
è vuoto e il Risorto appare alla Maddalena, col suo corpo glorioso.
GUARDA LA PUNTATA DEL 19.05.2013
video
Guarda anche:
- Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 21/04/13
- Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 28/04/13
- Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata dell'8/05/13
- Il Credo nei mosaici di Monreale - puntata del 13/05/13
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Sabato prossimo 25 maggio sarà proclamato beato don Pino Puglisi
"...
Don Pino Puglisi un uomo libero che non
si è lasciato imprigionare dalla paura, dominare dalla paura della
mafia, e animato dallo Spirito Santo è stato un uomo libero desideroso
di dare libertà agli altri. ... Un modello per tutti noi! ..."
video
Palermo, preparazione del palco al foro italico
GUARDA il servizio tg3 Sicilia - 20.05.2013
video
Leggi i nostri post precedenti:
- LA CHIESA CONTRO LA MAFIA - Il messaggio dei vescovi
siciliani per la beatificazioni di Don Puglisi e le iniziative per il
XX Anniversario della visita di Giovanni Paolo II ad Agrigento
- Chi é mafioso non é cristiano! - Don Pino Puglisi sarà beato perchè ucciso "in odio alla fede"!
- Padri, padroni e padrini - P. Pino Puglisi sarà proclamato beato e martire di Alessandro D'Avenia
- "Lascia perdere chi ti porta a mala strada" speciale su Rai1 per ricordare don Pino Puglisi
- "A TESTA ALTA Don Giuseppe Puglisi: storia di un eroe solitario" di Bianca Stancanelli
- Don Puglisi 19 anni dopo
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Nell’ultima Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Italiana
(CEI), che si è tenuta a Roma dal 20 al 24 maggio 2013, dedicata
all’attenzione per la cura e la formazione degli educatori all’interno
della comunità cristiana, mons. Francesco Montenegro, arcivescovo di
Agrigento, è stato nominato Presidente della Commissione Episcopale per
le Migrazioni (CEMI) e della Fondazione Migrantes.
il comunicato finale della CEI
Intervista a mons.Francesco Montenegro al termine dell'incontro con
Papa Francesco in occasione della visita "ad Limina" in Vaticano il 20 maggio 2013
VIDEO
Guarda anche i nostri post precedenti sull'Arcivescovo di Agrigento:
- Lampedusa - Le parole di mons. Franco Montenegro
- "Carità è-e Giustizia" - Intervento di mons.Francesco Montenegro
- Mons.Montenegro:"Se la mafia c'è è anche colpa nostra" - Niente funerale ad boss della mafia
- "Le feste patronali siano fedeli al Vangelo e all'uomo" di mons. Francesco Montenegro, Arcivescovo di Agrigento
- Mons. Francesco Montenegro, un vescovo che vive il proprio ministero come "servizio"
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Alle ore 17.45 del 22.05.2013 Don Andrea Gallo è tornato al Padre.
GRAZIE DON GALLO PER LA TUA PASSIONE E LA TUA UMANITA’!!!
Alcune battute: “si fanno ancora chiamare eccellenze…” – “Il popolo
grida Santo Romero…” – “Non possiamo dimenticare la Primavera della
Chiesa, Il Concilio Vaticano II, La Chiesa povera, la Chiesa che grida
contro i potenti…” – “Non solo una Chiesa per i poveri ma una Chiesa
povera con i poveri” - “Vogliamo la globalizzazione dei diritti” – “La
crisi è stata causata dalla Banca Mondiale…” - “Siete cittadini
sovrani…” - “E’ il momento di una rivoluzione culturale, con la
nonviolenza attiva…” – “Il cristiano deve denunciare le ingiustizie” –
….
Una presa di coscienza per essere umani di don Andrea Gallo (VIDEO)
Io vedo che...
Sogno una Chiesa...
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(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Se
la Chiesa ufficiale, con l'arcivescovo Angelo Bagnasco (che sabato
scorso è andato a visitarlo a San Benedetto al Porto), “parlerà” come
da prassi in occasione della cerimonia funebre, quella sul territorio
si è espressa subito, individuando proprio nel cuore e nella
sensibilità verso gli ultimi mostrata da don Gallo quel filo comune che
lo ha sempre tenuto legato all'istituzione anche quando protagonismi o
provocazioni parevano portare a possibili strappi...
"Aveva un cuore da prete"Il
sorriso di don Andrea Gallo è come quel suo sigaro toscano sempre in
bocca a fargli compagnia. È contagioso. Irrompe frammenti di parole
sacre, quelle che lui ha incarnato nella sua lunga e bella vita. Ho
avuto la fortuna di essergli vicino per alcuni lavori editoriali negli
ultimi tempi, e proprio in questi giorni parlavamo di De Andrè, il suo
amico poeta degli ultimi e dei disperati. Si era commosso proprio
quando abbiamo cominciato a riflettere su quella straordinaria
canzone-poesia che è “Smisurata preghiera”. Quando parlava di De Andrè
si commuoveva sempre, mentre con “Bella Ciao”, la canzone dei
partigiani, quella che lui amava cantare nelle osterie e nelle feste di
paese, aveva un rapporto più battagliero e ironico. Si sentiva
partigiano, non solo da un punto di vista storico. Era un partigiano
vero, di parte, e come parte aveva scelto di stare con gli ultimi e i
reietti del pianeta.
Lui, ultimo profeta degli sbandati e degli emarginati, non aveva scuse
davanti al Vangelo. Gesù parla chiaro, diceva spesso. E la sua Comunità
di San Benedetto al Porto ne è l'esempio concreto. Non c'è ultimo della
terra che non sia passato per le sue braccia e il suo cuore colmo
d'amore: trans, malati di mente, disoccupati, tossicodipendenti, senza
tetto, carcerati. La feccia dell'umanità, direbbe qualche benpensante,
ma benedetta da Dio. E da don Gallo...
Don Gallo, l'ultimo profeta
Don
Andrea Gallo tra contraddizioni ed eccessi, coerenza e radicalità, un
prete che partiva sempre dal basso per ritornaci e ripartire.
Non
si comprende la parabola umana e spirituale di don Andrea Gallo se non
si cerca di andare più a fondo nella storia religiosa della sua città,
Genova. Nel momento del distacco, della fine di una vita quella di don
Gallo, consumata tra gli ultimi, i poveri, gli emarginati della
società, viene spontaneo chiedersi in quale contesto storico, sociale e
religioso il giovane Andrea decise di dedicare la sua vita a Cristo e
all’uomo...
Quel figlio irriverente ma autentico della chiesa genovese
«Gli incontri che mi hanno cambiato la vita»
don Gallo si racconta da Fazio
video
GUARDA ANCHE I NOSTRI POST PRECEDENTI:
- DON ANDREA GALLO: AMARE SEMPRE
- Una presa di coscienza per essere umani di don Andrea Gallo (VIDEO)
- "La
miseria é illegale!...Lottiamo ma con la nonviolenza!" - Intervista a
don Andrea Gallo a "Che tempo che fa" del 15.10.11 (VIDEO)
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Lo Speciale di REPUBBLICA
REPUBBLICA:
E' morto don Gallo (video)
Dal giornale di Genova IL SECOLO XIX
IL SECOLO XIX:
Don Gallo, addio al "prete di strada" (testo+video)
IL SECOLO XIX:
Don Gallo, l'abbraccio della Rete
IL SECOLO XIX:
Don Gallo, l'addio degli amici
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CHIESA E SOCIETÀ
interventi ed opinioni
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Che gli sgomberi dei campi
messi in atto dalle autorità capitoline rappresentino un fallimento del
progetto di integrazione dei gruppi rom nel tessuto cittadino, è stato
ampiamente denunciato, non solo dagli addetti ai lavori. Che poi queste
azioni di forza, unitamente alle reiterate minacce di nuove operazioni,
finiscano per danneggiare e vanificare l’azione delle associazioni che
quotidianamente lavorano sul campo per la realizzazione di effettive
opportunità di integrazione, questo appare invece poco lungimirante,
inspiegabile e – viene da chiedersi – viziato da un pregiudizio
ideologico drammaticamente radicato a livello istituzionale. Un caso
emblematico è quello di Ostia...
Angelus/Regina Cæli - 19 maggio 2013, Solennità di Pentecoste
Omelia - 19 maggio 2013: Santa Messa con i Movimenti Ecclesiali nella Domenica di Pentecoste
Omelia - 23 maggio 2013: Professione di Fede con i Vescovi della Conferenza Episcopale Italiana
Udienza - 22 maggio 2013
Discorso - Ai partecipanti all'Incontro delle Pontificie Opere Missionarie (17 maggio 2013)
Discorso - Veglia di Pentecoste con i Movimenti, le nuove Comunità, le Associazioni e le Aggregazioni laicali (18 maggio 2013)
Discorso - Visita
alla Casa dell'Accoglienza "Dono di Maria": Incontro con le Missionarie
della Carità, con i Poveri assistiti e i Volontari (21 maggio 2013)
Discorso - Ai partecipanti alla Plenaria del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti (24 maggio 2013)
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Omelie a Santa Marta:
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Papa Francesco: il vero potere è a servizio degli altri
Il vero potere nella Chiesa è il servizio, e Cristo ha insegnato che
per noi progredire, andare avanti, significa abbassarci e metterci a
servizio degli altri. Lo ha ribadito Papa Francesco nell'omelia della
messa del mattino.
video
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Papa Francesco: impegniamoci a fare il bene!
Il comandamento che Gesù ci ha dato è di fare il bene. Pertanto
non è legittima la violenza in nome della religione. E la redenzione
riguarda tutti, non solo chi crede in Gesù. Lo ha detto Papa Francesco
nell'omelia della messa del mattino.
video
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Papa Francesco: l’originalità cristiana non è uniformità
Essere sale per il mondo vuol dire che l'originalità cristiana
arricchisce tutte le situazioni in cui ognuno di noi è inserito. E
l'annuncio evangelico ci fa uscire da noi stessi. Lo ha sottolineato
Papa Francesco nell'omelia della messa del mattino.
video
Il Papa: senza il sale di Gesù siamo insipidi, diventiamo cristiani da museo
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Papa Francesco: sopportare e vincere con l'amore
Sopportare con pazienza e vincere con amore le resistenze interne
sono le grazie proprie di un cristiano che chiediamo a Maria
Ausiliatrice, di cui oggi si celebra la festa. Lo ha notato Papa
Francesco nell'omelia della messa del mattino.
video
Papa Francesco: sopportare con pazienza le difficoltà e vincere con amore le oppressioni
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(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
La carità è la carezza della Chiesa...
parola di Papa Francesco!
Papa Francesco incontra il comitato esecutivo della Caritas
internationalis e parla della crisi economica mondiale e a quattro
nuovi ambasciatori il Pontefice ricorda che il denaro deve servire e
non governare
La
carità è la carezza della Chiesa. Lo ha detto Papa Francesco
incontrando giovedì 16 maggio, a Santa Marta, il cardinale Oscar Andrés
Rodríguez Maradiaga, presidente della Caritas internationalis, con il
segretario generale Michel Roy e il comitato esecutivo dell’organismo
che il Pontefice ha definito «l’istituzione dell’amore della Chiesa».
Una istituzione che ha una doppia dimensione: di «azione sociale, nel
senso più ampio della parola, e una dimensione mistica, cioè inserita
nel cuore della Chiesa»...
La carezza della Chiesa
...
“In caso di guerra o durante una crisi – ha affermato il Santo Padre –
bisogna occuparsi dei feriti, aiutare gli ammalati. Ma c'è anche
bisogno di sostenerli, di occuparsi del loro sviluppo”.
A qualsiasi costo: anche arrivando a “vendere le chiese per dare da
mangiare ai più poveri” ha affermato, richiamando le parole di San
Giovanni Crisostomo: “Ti preoccupi di adornare la Chiesa e non il corpo
di Cristo che ha fame”. A volte, infatti - ha soggiunto Francesco -
“semplicemente bisogna neutralizzare il male”: “C’è fame, bisogna dare
da mangiare”; “ci sono dei feriti, vanno curati”.
Quello del Pontefice non è un delirio pauperista, ma l’applicazione
pratica dell’amore cristiano che Gesù ci ha insegnato attraverso il
Vangelo...
Papa Francesco "Si vendano le chiese per dare da mangiare ai più poveri"
“Una Chiesa senza la carità non esiste”. Con queste parole Papa
Francesco ha accolto ieri mattina in udienza il Comitato esecutivo di
Caritas Internationalis, riunito in questi giorni a Roma per la
riunione annuale sotto la presidenza del cardinale Oscar Rodriguez
Maradiaga. Il Pontefice ha messo in ampio risalto il lavoro svolto
dall’organismo caritativo della Chiesa, in particolare in un momento in
cui – ha affermato – la crisi mette in pericolo l’uomo, “carne di
Cristo”...
Il Papa alla Caritas Internationalis: aiutare i poveri, è in pericolo la persona umana
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Piazza San Pietro
Sabato 18 maggio 2013
Veglia di Pentecoste
Per la veglia di Pentecoste Papa Francesco batte ogni record.
Con
le 200mila presenze in piazza San Pietro e via della Conciliazione è
stato superato il numero di persone che avevano assistito alla
cerimonia di insediamento di Bergoglio stesso, il 19 marzo scorso. Un
record che era nell'aria già dalla mattina, quando già di prim'ora il
flusso di fedeli in rappresentanza di quasi 150 realtà fatte di
movimenti, associazioni, comunità e aggregazioni laicali italiani e
stranieri era apparso subito consistente e continuo. Le stime iniziali
parlavano di 120mila, al massimo 150mila persone presenti, poi però il
dato della sala stampa che indica in 200mila le persone presenti in
base ai dati delle forze di polizia. Per poter salutare i tanti fedeli
papa Francesco è uscito a bordo della 'jeep' da Piazza San Pietro,
quindi dal territorio vaticano, e ha percorso via della Conciliazione
benedicendo e salutando le due ali di folla.
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Papa Francesco sulla crisi: "La precarietà ha conseguenze funeste" Servizio di Lucio Brunelli
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Piazza San Pietro
Domenica 19 maggio 2013
Solennità di Pentecoste S. Messa
Vedi il libretto per la SOLENNITÀ DI PENTECOSTE SANTA MESSA CON I MOVIMENTI ECCLESIALI
Cari fratelli e sorelle,
in
questo giorno noi contempliamo e riviviamo nella liturgia l’effusione
dello Spirito Santo operata da Cristo risorto sulla sua Chiesa; un
evento di grazia che ha riempito il cenacolo di Gerusalemme per
espandersi nel mondo intero.
Ma
che cosa avvenne in quel giorno così lontano da noi, eppure così vicino
da raggiungere l’intimo del nostro cuore? San Luca ci offre la risposta
nel brano degli Atti degli Apostoli che abbiamo ascoltato (2,1-11)...
Alla
luce di questo brano degli Atti, vorrei riflettere su tre parole legate
all’azione dello Spirito: novità, armonia, missione.
- La
novità ci fa sempre un po’ di paura, perché ci sentiamo più sicuri se
abbiamo tutto sotto controllo, se siamo noi a costruire, a programmare,
a progettare la nostra vita secondo i nostri schemi, le nostre
sicurezze, i nostri gusti. E questo avviene anche con Dio... Ma, in
tutta la storia della salvezza, quando Dio si rivela porta novità - Dio
porta sempre novità -, trasforma e chiede di fidarsi totalmente di
Lui... Non è la novità per la novità, la ricerca del nuovo per superare
la noia, come avviene spesso nel nostro tempo. La novità che Dio porta
nella nostra vita è ciò che veramente ci realizza, ciò che ci dona la
vera gioia, la vera serenità, perché Dio ci ama e vuole solo il nostro
bene...
- Un secondo pensiero: lo Spirito Santo, apparentemente,
sembra creare disordine nella Chiesa, perché porta la diversità dei
carismi, dei doni; ma tutto questo invece, sotto la sua azione, è una
grande ricchezza, perché lo Spirito Santo è lo Spirito di unità, che
non significa uniformità, ma ricondurre il tutto all’armonia. Nella
Chiesa l’armonia la fa lo Spirito Santo. Uno dei Padri della Chiesa ha
un’espressione che mi piace tanto: lo Spirito Santo “ipse harmonia
est”. Lui è proprio l’armonia. Solo Lui può suscitare la diversità, la
pluralità, la molteplicità e, nello stesso tempo, operare
l’unità...
- L’ultimo punto. I teologi antichi dicevano:
l’anima è una specie di barca a vela, lo Spirito Santo è il vento che
soffia nella vela per farla andare avanti, gli impulsi e le spinte del
vento sono i doni dello Spirito. Senza la sua spinta, senza la sua
grazia, noi non andiamo avanti. Lo Spirito Santo ci fa entrare nel
mistero del Dio vivente e ci salva dal pericolo di una Chiesa gnostica
e di una Chiesa autoreferenziale, chiusa nel suo recinto; ci spinge ad
aprire le porte per uscire, per annunciare e testimoniare la vita buona
del Vangelo, per comunicare la gioia della fede, dell’incontro con
Cristo. Lo Spirito Santo è l’anima della missione. Quanto avvenuto a
Gerusalemme quasi duemila anni fa non è un fatto lontano da noi, è un
fatto che ci raggiunge, che si fa esperienza viva in ciascuno di noi...
E’ lo Spirito Paràclito, il «Consolatore», che dà il coraggio di
percorrere le strade del mondo portando il Vangelo! Lo Spirito Santo ci
fa vedere l’orizzonte e ci spinge fino alle periferie esistenziali per
annunciare la vita di Gesù Cristo...
La liturgia di oggi è una
grande preghiera che la Chiesa con Gesù eleva al Padre, perché rinnovi
l’effusione dello Spirito Santo. Ciascuno di noi, ogni gruppo, ogni
movimento, nell’armonia della Chiesa, si rivolga al Padre per chiedere
questo dono. Anche oggi, come al suo nascere, insieme con Maria la
Chiesa invoca: «Veni Sancte Spiritus! - Vieni, Spirito Santo, riempi i
cuori dei tuoi fedeli e accendi in essi il fuoco del tuo amore!». Amen.
il testo integrale dell'omelia
Regina Coeli
video
Cari fratelli e sorelle,
sta
per concludersi questa festa della fede, iniziata ieri con la Veglia e
culminata stamani nell’Eucaristia. Una rinnovata Pentecoste che ha
trasformato Piazza San Pietro in un Cenacolo a cielo aperto. Abbiamo
rivissuto l’esperienza della Chiesa nascente, concorde in preghiera con
Maria, la Madre di Gesù (cfr At 1,14). Anche noi, nella varietà dei
carismi, abbiamo sperimentato la bellezza dell’unità, di essere una
cosa sola. E questo è opera dello Spirito Santo, che crea sempre
nuovamente l’unità nella Chiesa.
il testo integrale del Regina Coeli
“Una
rinnovata Pentecoste che ha trasformato Piazza San Pietro in un
Cenacolo a cielo aperto”: con queste parole Papa Francesco ha
commentato al Regina Coeli quella che ha definito la “festa della
fede”, iniziata ieri con la Veglia e culminata stamani
nell’Eucaristia.
Ascolta il servizio di Radio Vaticana: Piazza
San Pietro, un cenacolo a cielo aperto: così Papa Francesco al Regina
Coeli parla della Festa della fede con i movimenti ecclesiali
Tweet del Papa:
Lo Spirito Santo trasforma e rinnova, crea armonia e unità, dona coraggio e gioia per la missione.
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Il colpo
d'occhio dal sagrato era impressionante: la folla riempiva tutta la
piazza e si dilatava fino a coprire Via della Conciliazione. Uno dei
responsabili vaticani delle comunicazioni mi diceva che questi numeri
erano prima da «eventi straordinari», ora sono l'ordinario di ogni
udienza generale. A incontrare Papa Francesco mercoledì scorso, come
pellegrini nell'anno della fede, c'erano con me circa diecimila fedeli
dell'Arcidiocesi affidatami: un numero altissimo, cresciuto in pochi
giorni da quando si era passati alla concretizzazione dell'iniziativa
in programma da mesi. L'arrivo del Vescovo di Roma, in piedi sulla jeep
bianca, e il suo lungo giro fra i vari settori di Piazza San Pietro,
hanno suscitato un'indescrivibile entusiasmo. Si percepiva una profonda
corrente di amore fra il Papa e i pellegrini, tutti desiderosi di un
contatto personale, fosse anche solo di uno sguardo o di un gesto, come
quello tenerissimo di asciugare a distanza con un movimento della mano
le lacrime di un bambino che piangeva in braccio alla mamma. Poi, la
catechesi nello stile di questo Papa, semplice e profonda, con battute
improvvisate che rendevano la folla particolarmente partecipe...
Provo
a individuare tre ragioni, che mi sembra possano far pensare in
particolare quanti sono chiamati a comunicare a vasto raggio con gli
altri, dagli operatori dei "media" ai politici, fino a coloro che
vogliono servire la causa dell'annuncio del Vangelo agli uomini.
La prima delle ragioni del "successo" mediatico di Papa Francesco mi sembra risieda nella sua autenticità...
Una
seconda ragione del fascino che Papa Francesco esercita sui cuori è il
suo linguaggio: egli parla con chiarezza e semplicità, trasmettendo
contenuti profondi e centrali per la fede e la vita...
Infine,
colpisce la grande umanità del Papa: egli sa farsi vicino, sa
condividere il dolore e la gioia, il pianto e il sorriso...
Il Papa, il prete giovane e i cani «religiosi» di Bruno Forte
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C’era una presenza in più nella visita ad Limina dei vescovi di
Sicilia. È il volto ormai glorioso, dopo il martirio, di don Pino
Puglisi, il sacerdote ucciso dalla mafia, beatificato il 25 maggio e
che idealmente ha accompagnato i presuli dell’Isola in questo
importante momento della vita ecclesiale. «La nostra gioia di poter
incontrare il Papa – ha affermato il cardinale Paolo Romeo, arcivescovo
di Palermo e presidente della Conferenza episcopale di Sicilia – è
ancora più piena perché la visita è avvenuta alla vigilia della
beatificazione di Puglisi. Per noi è un grande dono che la Chiesa lo
abbia riconosciuto martire in odium fidei».
“Dare
una testimonianza più chiara ed evangelica per contrastare la mentalità
malavitosa diffusa in Sicilia”. È l'esortazione di Papa Francesco ai
vescovi siciliani incontrati in due turni lunedì 20 maggio scorso in
Vaticano...
I VESCOVI DI SICILIA IN VATICANO
Papa Francesco ai vescovi siciliani ripete: "Abbiate l'odore delle vostre pecore"
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UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 22 maggio 2013
Papa Francesco sottolinea l’importanza della testimonianza in una Chiesa che evangelizza.
Nuovo
appello del Papa alla comune responsabilità di tutti i credenti per
superare quel clima di divisione, di incapacità di comprendersi, di
rivalità, di invidie e di egoismi che rendono in nostro tempo simile a
quello dell’antica Babele. È necessario perciò ripartire da una «lingua
nuova» ha detto in sostanza Papa Francesco, mercoledì 22 maggio durante
l’udienza generale in Piazza san Pietro; una lingua che sia capace
di portare ovunque nel mondo parole di riconciliazione, di perdono, di
pace, di unità, di amore. È la lingua dello Spirito Santo dalla quale,
dal giorno della Pentecoste, «si sprigionano sempre nuove energie di
missione, nuove vie in cui annunciare il messaggio di salvezza» e un
coraggio nuovo per evangelizzare...
La lingua della riconciliazione
il testo integrale dell'UDIENZA GENERALE del 22 maggio
video
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Per un paio di giorni, sulla scena mediatica – Tv, carta stampata e Internet – è tornato alla ribalta il diavolo.
O meglio un presunto «esorcismo» che sarebbe stato compiuto da Papa
Francesco, su un giovane sofferente e a quanto pare «disturbato» da
presenze demoniache.
Senza
la carità, la Chiesa “non esiste”: nel giorno in cui ha preso di petto
la “tirannia invisibile” del mercato senza controllo, papa Francesco ha
incontrato anche i vertici della Caritas Internationalis, l'organismo
in Vaticano che raccoglie e coordina le organizzazioni caritative della
Chiesa cattolica in tutto il mondo.
Molti
si sono chiesti se l’attuale papa Francesco, dal momento che proviene
dall’America Latina, sia un seguace della teologia della liberazione.
Questa domanda è irrilevante. Ciò che conta non è la teologia della
liberazione, ma la effettiva liberazione degli oppressi, dei poveri e
di coloro che soffrono l’ingiustizia. E questo è chiaramente innegabile.
«È
un’attività ignobile, una vergogna per le nostre società che si dicono
civilizzate», ha detto Francesco, «sfruttatori e clienti dovrebbero
fare un esame di coscienza»
Annachiara Valle: Il Papa: no alla tratta delle persone
Francesco
ha tracciato l'identikit del buon vescovo. Ora tocca alla Chiesa
italiana interrogarsi su che cosa significhi la novità del pontificato
Andrea Tornielli: La scossa del Papa alla Cei
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servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3)
Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
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