|
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili
(di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
NOTA
Articoli,
riflessioni e commenti proposti vogliono
solo essere
un contributo
alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.
Le posizioni espresse non sempre
rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione.
|
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Domenica
13 gennaio ricorre la 99° giornata mondiale del migrante e del
rifugiato. Questa celebrazione nasce quasi cento anni fa per volere di
Papa Pio X, con l’intenzione di portare la solidarietà della Chiesa ai
tanti italiani costretti a emigrare in tutto il mondo in cerca di
lavoro e di prospettive di vita migliori. Solo nel 2005 la giornata del
migrante e del rifugiato diventa effettivamente globale, coinvolgendo
la Chiesa Cattolica di tutto il mondo.
Il
panorama migratorio, nel corso di questi ultimi cent’anni, è
profondamente cambiato. L’Italia, da terra di emigrazione, è diventata
luogo appetibile per i tanti stranieri che lasciano il proprio paese
sia a causa di guerre o persecuzioni, sia per motivi economici. Il
fenomeno dell’immigrazione nel nostro paese deve essere letto
innanzitutto come una ricchezza...
Un secolo di migranti. E un’idea sul servizio civile
La
chiusura delle frontiere non è una risposta all'immigrazione
clandestina, perché favorisce il contrabbando e la tratta delle
persone. Lo ribadisce il cardinale Antonio Maria Vegliò, presidente del
Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti,
invitando a ricercare soluzioni che tengano conto delle "varie
necessità" e del "rispetto dei diritti" delle persone coinvolte, in
particolare dei più deboli. In questa intervista (all'Osservatore
Romano ndr.) il porporato denuncia anche la drammatica situazione dei
profughi della Siria, il cui numero già elevato (oltre mezzo milione) è
destinato a raddoppiare nel giro di pochi mesi. E richiama i media alle
loro responsabilità nell'orientare l'opinione pubblica di fronte al
fenomeno dell'immigrazione, invitandoli in particolare a non alimentare
atteggiamenti di paura o di criminalizzazione delle persone.
Integrazione e rispetto per vincere la paura dell'altro
Oggi
si celebra la Giornata mondiale del Migrante e del rifugiato: alcuni
giorni fa è stato pubblicato il Messaggio che Benedetto XVI ha dedicato
a questo appuntamento. “Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di
speranza” recita il titolo del Messaggio: un augurio che il Papa
rivolge a tutti coloro che cambiano Paese in cerca di migliori
condizioni, ma anche alle nazioni di approdo perché aprano le porte in
segno di solidarietà.Alessandro De Carolis su Radio Vaticana ripropone
alcune considerazioni di Benedetto XVI su questo tema
Giornata mondiale del Migrante. Il Papa: regola d'oro è la solidarietà (audio)
«L’uomo
è un viandante: sentirsi tale è una condizione difficile da
interpretare, a causa di nostalgie e difficoltà impreviste; ecco perché
è importante sentirsi sostenuti dalla speranza. E la speranza per noi
cristiani ha un nome: si chiama Gesù. È Gesù che ci permette di
attraversare le difficoltà senza cedere allo sconforto, come è avvenuto
per i due discepoli di Emmaus».
S.E.
Mons Paolo Schiavon, Vescovo ausiliare di Roma e Presiendete della CEMi
e di Migrantes, martedì 8 gennaio ha illustrato il Messaggio del Papa
(“Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza”) per la 99ª
Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, che si celebra domenica
13 gennaio.
Migranti, da disperati a cercatori di futuro
il
testo integrale del MESSAGGIO DEL SANTO PADRE BENEDETTO
XVI PER LA GIORNATA MONDIALE DEL MIGRANTE E DEL RIFUGIATO
(2013) "Migrazioni: pellegrinaggio di fede e di speranza"
--------------------------------------------
Il progetto di costruzione
della prima «metropoli», Babele, si incrocia nel racconto biblico con
la figura dello straniero impersonata da Abramo, personaggio che cerca
e offre accoglienza. Il biblista gesuita Pietro Bovati offre uno spunto
di riflessione in vista della Giornata mondiale delle migrazioni
Il sogno Europa può iniziare in
luoghi diversi: su una spiaggia, superato il controllo passaporti in un
aeroporto, dopo una frontiera terrestre di un Paese ex comunista. “Ho
capito che ero in Europa dalla pubblicità di un cioccolato in caratteri
greci”, racconta Daoud, che ora vive a Roma e a 14 anni ha attraversato
l’Evros, il fiume che segna il confine tra Grecia e Turchia. La
Lampedusa d’Europa. Da qui, fino a quest’estate, è passato il
40-75% degli ingressi illegali nell’Ue: anche 9 mila persone al mese,
300 al giorno. Racconta Daoud: “Sono un hazara dell’Afghanistan, dove
mio padre è stato ucciso e dove ripetevano che eravamo dei traditori,
che gli hazara erano cani”.
A 11 anni, “insieme ad un amico, ho deciso di partire, con un po’ di
cibo e un kurta, il nostro vestito. Non puoi portare molto, se viaggi
in montagna o in un camion”.
Il New York Times denuncia il paradosso italiano sui rifugiati e
l’opinione pubblica scopre (ma solo per pochi giorni) le condizioni
indecenti in cui si viene a trovare chi chiede protezione nel nostro
Paese. Ne abbiamo parlato con Alberto Barbieri, coordinatore generale
dell’associazione Medu, Medici per i Diritti Umani.
Il
Governo italiano, a poche ore dalla scadenza che era stata fissata in
un primo momento al 31 dicembre, ha deciso di prorogare
l’accoglienzaper i profughi della cosiddetta emergenza nord Africa fino
al 28 febbraio. L’intervento umanitario messo in atto dal Governo
italiano ha riguardato fino ad oggi 28.123 stranieri in fuga
dalla primavera araba giunti nel
2011, 28.431rifugiati scampati alla guerra in
Libia e altri 6.000migranti provenienti dal Mediterraneo
orientale. “Su tutto il territorio nazionale - ha spiegato il
Viminale - è stata attivata un’accoglienza diffusa, con punte
massime di oltre 26.000 profughi, nonché l’esame di oltre 39.000
richieste di asilo da parte delle Commissioni territoriali e delle
loro Sezioni per il riconoscimento della protezione internazionale”.
Tuttavia senza un percorso vero di inserimento e accompagnamento, che
non era stato attivato nell’anno e mezzo trascorso dall’arrivo di
questa massa di persone alla ricerca di un legittimo futuro migliore,
l’autonomia e l’autosufficienza dei profughi è rimasta una chimera (non
solo in Italia) e anche anche il New York Times ha acceso i
riflettori sul paradosso italiano.
La
testimonianza-sfogo di Luigina Perosa, insegnante di Italiano L2 e
particolarmente attiva sul fronte dei rifugiati. Il titolo, forte
ma più che mai adeguato, corrisponde all’oggetto della mail con cui ci
è stato trasmesso questo testo.
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATO NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Il
vescovo presidente di Pax Christi interviene in vista delle elezioni
ricordando alcune priorità: pace, nonviolenza, disarmo, stop agli F35 e
all’export delle armi alla luce della Costituzione e dei 50 anni della
Pacem in terris. “Di fronte alle crescenti differenze tra pochi, sempre
più ricchi, e molti irrimediabilmente più poveri”, si chiede un
esplicito impegno ai candidati anche su queste scelte qualificanti per
un programma che abbia davvero a cuore il bene comune, cioè la vita di
tutti e di ciascuno.
Comunicato del vescovo mons. Giovanni Giudici, presidente di Pax Christi
Svuotare gli arsenali e votare per la pace
Convinti
che la pace è un bene primario e supremo da invocare e per cui
adoperarsi instancabilmente (Beati gli operatori di pace);
ricordando i 50anni dell’Enciclica Pacem in terris, che definisce la guerra ‘alienum est a ratione’ (cioè una follia);
in
prossimità della scadenza elettorale, Pax Christi Italia, chiede a
tutti gli elettori che si apprestano a dare il loro voto per il rinnovo
del Parlamento, di includere tra le priorità su cui effettueranno la
loro scelta:
Un chiaro impegno per la pace, la nonviolenza e il ‘ripudio della guerra’, come dichiara l’art. 11 della nostra Costituzione.
...
--------------------------------------------
Ha
suscitato una certa attenzione in Italia e anche in Europa la
mia analisi pubblicata sul portale Unimondo dei recenti dati
sulle esportazioni europee di armamenti. La Rete Italiana per il
Disarmo ha evidenziato con un comunicato che “le
armi ‘Made in Europe’ circolano
liberamente nel mondo, e vanno a fomentare conflitti o a sostenere
regimi poco rispettosi dei diritti umani”. Anche dal nostro paese sono
arrivate armi di varia natura in Egitto, Libano, Bahrein, Marocco,
Algeria e Tunisia. Rete Disarmo evidenzia inoltre le numerose carenze
nella reportistica di diversi paesi (tra cui Germania e Regno Unito) e
le discrepanze tra le cifre comunicate dal Governo italiano al
Parlamento e all’Unione Europea. “Per questo motivo fin da ora
chiediamo chiarezza e domanderemo con una lettera ufficiale un incontro
ai funzionari della Presidenza del Consiglio dei Ministri che si
occupano dell’export militare italiano” – riporta la nota di Rete
Disarmo.
---------------------------------------------------------------
“Ecco faccio una cosa nuova”
HOREB n. 63 - 3/2012
TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI
"Il
termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei
cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare
l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma
accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo
di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre
amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre,
accarezza, accompagna.
«Bruna
sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei
Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di
smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico
oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato.
Eppure
confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in
un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo
fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità
del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce
che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo
rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella”
perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la
guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe
della sua bellezza.
Convertirsi,
per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in
Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e
tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro
l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi
liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio
esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito
del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di
consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si
incida nella sua esistenza e determini la sua storia.
Convertirsi
è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei
figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella
società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia .... (EDITORIALE)
Editoriale (pdf)
Sommario (pdf)
E' possibile richiedere copie-saggio gratuite: CONVENTO DEL CARMINE 98051 BARCELLONA P.G. (ME) E-mail: horeb.tracce@alice.it
---------------------------------------
Fraternità
Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013 IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013
Dal 23 Gennaio al 13 Marzo presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
Lettura del Vangelo di Luca
---------------------------------------
Le pietre d'inciampo del Vangelo
"C’erano con Gesù i Dodici e alcune donne... Maria, chiamata Maddalena, dalla quale erano usciti sette demoni."
(Luca 8,1-2)
---------------------------------------------------------------
Il teologo risponde
Esistono davvero gli angeli?
Per quale motivo il sesto Comandamento, «Non commettere adulterio», è stato sostituito con «Non fornicare»?
---------------------------------------------------------------
SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA"
Come la mancanza...
Tu sposo...
Credere...
Il cielo...
Ancora una Epifania...
Questo è un mondo...
Passando...
Vanno gli uomini...
Non tutte le parole...
La misericordia...
Al mattino...
Non abbiate paura...
Ecco il linguaggio di Dio...
La fede non è...
Una fede che...
---------------------------------------------------------------
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.6 di Santino Coppolino
NUOVA RUBRICA
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi
al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo
popolo e sappia distinguere il bene dal male" (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino
BATTESIMO DEL SIGNORE (ANNO C) Vangelo: Lc 3,15-16.21-22
Il
battesimo di Gesù, come sappiamo, non ha il medesimo significato di
quello nostro; mentre per noi il battesimo è simbolo dell'adesione al
Signore nella Chiesa, di purificazione dal peccato, della morte
all'uomo vecchio, per Gesù è il simbolo dell'accettazione della nostra
condizione umana...
---------------------------------------
La
formula ‘segni dei tempi’ (ST) è stata rimessa in circolo nella
teologia cattolica dal Papa Giovanni XXIII e dal Concilio Vaticano II.
Il riferimento originario è l’espressione di Gesù riportata in forma
chiara nel Vangelo di Matteo e in forma implicita nel Vangelo di Luca.
Scrive Matteo: “Quando si fa sera, voi dite: bel tempo perché il tempo
rosseggia; e al mattino: oggi burrasca perché il cielo è rosso cupo.
Sapete dunque interpretare l’aspetto del cielo e non sapete distinguere
i segni dei tempi?” (Mt.16,2-3). Luca a sua volta riporta le parole:
“Ipocriti! Sapete giudicare l’aspetto della terra e del cielo, come mai
questo tempo non sapete giudicarlo? E perché non valutate da voi stessi
ciò che è giusto?” (Lc 12,56-57).
Chi parla dei segni dei tempi?...
Azione Dio per la venuta del suo Regno...
Il difficile riconoscimento...
Elementi per una lettura dei segni del nostro tempo...
“SCRUTARE I SEGNI DEI TEMPI” DOVERE COSTANTE DELLA CHIESA di Carlo Molari
---------------------------------------
Battesimo del Signore - Anno C
Is 40,1-5.9-11
Tt 2,11-14; 3,4-7
Lc 3,15-16.21-22
Questa che celebriamo oggi è l'epifania nelle acque, la manifestazione di Gesù nelle acque del Giordano.
Acqua e cielo, cieli aperti: "… e mentre pregava, si aprì il cielo", è scritto.
Come
pesano i cieli chiusi! pesano su tutti noi: dopo giorni di nubi
portiamo i cieli chiusi anche negli occhi. Poi si lacerano i cieli e si
liberano pure gli occhi, ci viene incontro il cielo.
È
scritto anche: "E scese lo Spirito Santo, in forma corporea, come
colomba, su di lui e venne una voce dal cielo: "Tu sei il mio Figlio,
il diletto, in te mi sono compiaciuto"".
Forse non è un giorno solo quello in cui Dio dice: "Tu sei mio Figlio…".
Come
per un padre, come per una madre -così mi sembra di capire-, ci sono
giorni in cui ti vengono alle labbra come una necessità, quelle parole:
"Tu sei mio figlio". È un'esclamazione del cuore.
Io
vorrei oggi sottolineare tre giorni in cui Dio dice: "Tu sei mio
Figlio". So che, così facendo, opero un'indebita riduzione, ma voi mi
perdonerete...
Ebbene
oggi -sono sincero- mi commuovo al pensiero che, il giorno in cui
morirò e arriverò a lui, Dio, egli mi guarderà: sarò un pover'uomo,
pieno di dubbi e di fragilità, ma lui mi guarderà e mi dirà: mio figlio
sei tu, oggi ti ho generato.
Omelia di don Angelo Casati
---------------------------------------
Vanagloria.
Superbia. Ovvero il rapporto deformato con il fare e con Dio. Le
riflessioni di Enzo Bianchi. E alcuni capolavori dell'arte firmati
Bosch, Caravaggio, Tiepolo e Chagall.
Enzo
Bianchi dedica il suo ultimo appuntamento con i vizi capitali a
vanagloria e orgoglio. E ci fa notare che se ingordigia e lussuria – la
prima coppia di vizi da cui eravamo partiti – soddisfano il nostro
piacere fisico, vanagloria e orgoglio sono vizi ben peggiori poiché
riguardano la sfera della psiche. Potremmo definire la vanagloria come
l’arte di farsi belli agli occhi propri e altrui. L’icona della
vanagloria è una donna allo specchio così come ce la rappresenta il
pittore fiammingo Hieronymus Bosch. O un bel giovane innamorato della
propria immagine come il Narciso di Caravaggio(1599). Ma non solo le
donne e i giovani si lasciano tentare dal vizio della vanità. Nella
nota fiaba di Andersen I vestiti nuovi dell’imperatore anche il sovrano
si pavoneggia davanti ai suoi sudditi. E non si accorge di essere nudo.
Beffato, nella sua vanagloria, da due sarti imbroglioni...
L'orgoglio? Abbatte anche gli angeli
video
Vedi anche i nostri post precedenti:
- Vizi capitali: Accidia, il rapporto deformato con lo
spazio - uno sbadiglio ci seppellirà - le riflessioni spirituali di
Enzo Bianchi e le interpretazioni nella storia dell’arte.
- Tristezza:
la tirannia dell'umore, il rapporto deformato con il tempo - Cammino di
Avvento 2012: Le riflessioni di Enzo Bianchi e i volti dell'arte
- Vizi capitali: quell'ira funesta - Collera - Cammino di Avvento 2012 con Enzo Bianchi (video)
- Avarizia, schiavi del dio denaro - Il rapporto deformato con le cose e il denaro - Enzo Bianchi (video)
- Lussuria, se l'amore diventa vizio - Il rapporto deformato con il corpo e la sessualità - Enzo Bianchi (video)
- Vizi
capitali, presi per la gola - Il rapporto deformato con il cibo nella
riflessione di Enzo Bianchi e in secoli di storia dell’arte.
- "Se
questa vita ha senso" Un percorso di riflessione per l'avvento di Enzo
Bianchi per Famiglia Cristiana - Vizi capitali, se li conosci li vinci -
---------------------------------------
Mi
scrive un lettore che a volte i miei articoli, per troppa verità, fanno
soffrire; quando analizzano le cose che non vanno, le ingiustizie, le
distrette in cui tanti si trovano, suscitano disappunto e indignazione:
come sarebbe bello, invece, poter sognare e sperare!
La
stessa richiesta di ricercare motivi di speranza, echeggia in molte
assemblee dedicate al ricordo del Concilio; la ricorrenza del
cinquantesimo anniversario dall’inizio del Vaticano II ha fatto
breccia, e sempre più numerose sono le riunioni in cui si fa memoria e
si fa un bilancio di quell’evento. E anche in queste occasioni, quando
sono evocate tante attese suscitate dal Concilio e andate perdute, o
quando si lamenta la mancata riforma della Chiesa nella sua dimensione
istituzionale e visibile, si fa pressante la domanda di come si possa
tornare a sperare.
Naturalmente
per fare spazio alla speranza sarebbe sbagliato fare uno sconto sul
rigore dell’analisi; non è una buona ricetta quella di Pangloss e di
Candide, di credere che in fin dei conti le cose non vanno male, anzi
siamo nel migliore dei mondi possibili. Al contrario, capire dove
siamo, mettersi faccia a faccia col male, mostrare i pericoli delle
politiche adottate e delle strade intraprese è la premessa perché possa
sorgere una speranza adulta, sia nella società civile che nella Chiesa.
Ma, stabilito e compreso dove siamo, due, io credo, sono le condizioni della speranza...
Dove nasce la speranza di Raniero La Valle
---------------------------------------
Qui
a Santa Maria di Leuca, ponte lanciato sul Mediterraneo, incrocio di
popoli e di culture, divenuto per molti mare di dolore, preghiamo il
Dio della pace perché ci aiuti a fare memoria attiva di Tonino Bello,
dono di Dio per l’umanità, maestro di nonviolenza e moderno padre della
Chiesa di Cristo, educatore e profeta, per molti fratello e amico.
Dio
della pace, perdona le violenze presenti non solo nelle guerre e
nell’uso delle armi ma anche nei pregiudizi, nell’arroganza, nelle
logiche del nemico da abbattere. Perdona il dominio maschilista sulle
donne da parte di chi è pronto a giustificare violenze anche omicide e
ad alimentare così la retorica della guerra...
---------------------------------------
Nel cammino di fraterno dialogo e stima tra la Chiesa in Italia e il
Popolo ebraico, l’incontro tra il Papa e la Comunità ebraica di Roma
nel Tempio Maggiore, il 17 gennaio 2010, ha suggellato positivamente le
tappe fin qui percorse, indicando nuovi obiettivi, mostrando di voler
andare oltre
turbolenze
e incertezze che hanno talora suscitato dubbi sull’effettiva
consistenza del dialogo cristiano-ebraico odierno. Nella sua visita
alla Sinagoga di Roma Benedetto XVI, ha voluto sottolineare in maniera
ancora più chiara quanto aveva già affermato nella sinagoga di Colonia
sulla comune responsabilità che gli ebrei e i cristiani hanno di fronte
alle “Dieci parole”: «In particolare il Decalogo – le “Dieci Parole” o
Dieci Comandamenti (cfr Es 20,1-17; Dt 5,1-21) – che proviene dalla
Torah di Mosè, costituisce la fiaccola dell’etica, della speranza e del
dialogo, stella polare della fede e della morale del popolo di Dio, e
illumina e guida anche il cammino dei Cristiani.
Esso
costituisce un faro e una norma di vita nella giustizia e nell’amore,
un “grande codice” etico per tutta l’umanità. Le “Dieci Parole” gettano
luce sul bene e il male, sul vero e il falso, sul giusto e l’ingiusto,
anche secondo i criteri della coscienza retta di ogni persona umana.
Gesù stesso lo ha ripetuto più volte, sottolineando che è necessario un
impegno operoso sulla via dei Comandamenti: “Se vuoi entrare nella
vita, osserva i Comandamenti” (Mt 19,17)». In questa prospettiva, sono
vari i campi di collaborazione e di testimonianza che si aprono davanti
a ebrei e cristiani, uniti da comuni aspirazioni.
Vorremmo ricordarne tre particolarmente importanti per il nostro tempo...
Scarica il Sussidio (pdf)
Una
Giornata all’insegna del “dialogo fraterno” e della “stima” tra la
Chiesa in Italia e il popolo ebraico. Si presenta così la Giornata di
riflessione ebraico-cristiana che si celebra giovedì 17 gennaio alla
vigilia della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. Per il
loro dialogo, ebrei e cattolici italiani hanno scelto un cammino di
riflessione iniziato anni fa sulle “Dieci Parole”. Quest’anno è la
volta del settimo comandamento, per cui la Giornata ha per tema: “Dio
allora pronunciò tutte queste parole: Non commettere adulterio” (Esodo
20, 1.14).
La settima parola
Un’immagine biblica che esprime il rapporto tra Chiesa e popolo ebraico
La radice e i rami selvatici di card. Walter Kasper
---------------------------------------
... in occasione della Giornata del 17 gennaio.
Il dialogo tra ebrei e cristiani e la lezione conciliare
... Certamente non casuale il
fatto che davanti alla casa di Gallarate, ove un cardinale stava
morendo, si fossero recati in incognito e stessero ritti a pregare per
lui i Salmi un rabbino, nel cuore della notte precedente, e, proprio
alla sua ultima ora, un ebreo osservante: avevano saputo
dell'aggravarsi della malattia. Gesti che quanto più sono stati voluti
silenziosi e anonimi tanto più diventano eloquenti...
Sulla sua sepoltura, che un tempo Martini aveva sperato potesse
avvenire nella terra santa a conclusione del suo soggiorno a
Gerusalemme, sono state gettate alcune manciate della terra di Israele.
Un bellissimo gesto simbolico pensato e donato da parte ebraica. Grazie
all'amore di Martini per il popolo dell'alleanza mai revocata e
all'affetto verso di lui da parte di molti ebrei, nella cattedrale di
Milano è dunque deposta terra proveniente da Gerusalemme. Ci si
dovrebbe interrogare sul senso di questo piccolo, ma prezioso segno.
Barth aveva detto: non ci sarà unità dei cristiani, finché non
muteranno le nostre relazioni con il popolo ebraico. Martini ripeteva:
non ci sarà pace nel mondo, finché non ci sarà pace a Gerusalemme. Ora
il segno di quella sepoltura in Duomo suggerisce: non ci sarà nella
chiesa conversione alla parola di Dio, finché non ci sarà un ritorno
all'ebraicità della fede di Gesú e del suo vangelo...
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE
Paul Wattson ideò la Settimana per l’unità dei cristiani
Lewis
Thomas Wattson nacque il 16 gennaio 1863, in una fredda giornata
invernale, da una famiglia episcopaliana a Millington, nel Maryland.
Era un tempo per il suo Paese di conflitti, divisioni, morte, buio.
Erano gli anni della guerra civile americana, con i suoi orribili
massacri e vaste distruzioni... Paul
Wattson è però più noto come l’ideatore della Settimana di preghiera
per l’unità dei cristiani, che si celebra ogni anno tra il 18 e il 25
gennaio nell’emisfero settentrionale, e di solito tra il giovedì
dell’Ascensione e la domenica della Pentecoste nell’emisfero
meridionale... La
fiamma viva di una candela in una stanza buia vince subito l’oscurità.
Se si osserva la forza e la grazia di quella fiamma solitaria che
oscilla piena di vita e se si accende un’altra candela, subito si
avverte quanta speranza, calore e conforto riescono a dare queste luci.
La veglia di Pasqua inizia nel buio con questo segno: la luce di Cristo
presa dal cero pasquale e passata da una persona all’altra. Padre Paul
e madre Lurana erano fiamme vive del desiderio di unità di Dio nel
corpo di Cristo che è la Chiesa, come affermano le parole di Benedetto
XVI: irrequieti al buio, cresciamo insieme nella luce...
La forza di una candela nel buio
---------------------------------------
Venerdì
18 gennaio, inizia la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani,
che quest’anno ha come tema: “Quel che il Signore esige da noi”,
ispirato a un passo del profeta Michea (cfr Mi 6 6-8). Invito tutti a
pregare, chiedendo con insistenza a Dio il grande dono dell’unità tra
tutti i discepoli del Signore. La forza inesauribile dello Spirito
Santo ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell’unità, perché
possiamo professare tutti insieme che Gesù è il Salvatore del
mondo. (Appello di Benedetto XVI al termine dell'udienza generale
del 16/1/2013)
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI 18-25 gennaio 2013
Quel che il Signore esige da noi (cfr. Michea 6, 6-8)
Presentazione
Quest’anno
la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani ci invita a
riflettere sull’importantissimo e ben noto testo del profeta Michea:
“Quale offerta porteremo al Signore, al Dio Altissimo, quando andremo
ad adorarlo? Gradirà il Signore migliaia di montoni e torrenti di olio?
Gli daremo in sacrificio i nostri figli, i nostri primogeniti per
ricevere il perdono dei nostri peccati? In realtà il Signore ha
insegnato agli uomini quel che è bene quel che esige da noi: praticare
la giustizia, ricercare la bontà e vivere con umiltà davanti al nostro
Dio” (6, 6-8). ... (testo completo)
Opuscolo 2013.pdf
Viene
dall’India il sussidio per la prossima Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani. Ogni anno il sussidio che accompagna le
celebrazioni di quest’iniziativa, che prese il via nel 1908, è affidato
a un gruppo ecumenico di un Paese diverso. Quest’anno il compito è
stato affidato all’India: nell’opera sono stati impegnati il Movimento
studentesco cristiano dell’India, cui aderiscono circa 10mila
universitari, e la Federazione degli universitari cattolici di tutta
l’India, coadiuvati, per la versione definitiva, dalla Commissione
internazionale nominata dalla Commissione Fede e Costituzione del
Consiglio ecumenico delle Chiese e dal Pontificio Consiglio per la
Promozione dell’Unità dei Cristiani.
il servizio di Roberta Barbi per Radio Vaticana: Settimana di
preghiera per l’unità dei cristiani. Il sussidio scritto dagli studenti
indiani (audio)
In
occasione della celebrazione della Settimana di preghiera per l’unità
dei cristiani (18-25 gennaio 2013), offriamo un bilancio dell’attuale
situazione ecumenica, già apparso sul mensile dei gesuiti “Popoli” 1
(gennaio 2013), quale rinnovata occasione di riflessione sul cammino di
unità intrapreso dalle diverse chiese cristiane.
Ecumenismo: figure e segnali del 2012
---------------------------------------
SETTIMANA DI PREGHIERA PER L'UNITA' DEI CRISTIANI 18-25 gennaio 2013
Quel che il Signore esige da noi (cfr. Michea 6, 6-8)
LETTURE BIBLICHE E COMMENTO PER OGNI GIORNO DELLA SETTIMANA
I giorno 18 gennaio 2013
Gli
otto temi della Settimana, si riferiscono a diversi modi di camminare,
aiutandoci così a focalizzare le varie dimensioni di un autentico
discepolato, che cammina nel sentiero della giustizia e che conduce
alla vita (cfr. Prov 12,28a).
PRIMO GIORNO: Camminare in dialogo
Riflettiamo sull’importanza della prassi del dialogo e della
conversazione quale strumento per superare le barriere. Sia
nell’ecumenismo che nella lotta per la liberazione dei popoli in tutto
il globo, la capacità nel parlare e nell’ascoltare è riconosciuta come
elemento essenziale. Nella conversazione autentica possiamo riconoscere
più chiaramente Cristo.
I giorno
---------------------------------------
Alla vigilia della Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani, monsignor Bruno Forte riflette sui temi dell'ecumenismo
Monsignor Paolo Pezzi racconta la sua esperienza di un italiano diventato arcivescovo di Mosca
Per realizzare una comunione
autentica, nella «fedeltà alla volontà sovrana di Dio», i cristiani di
tutte le confessioni devono essere «sempre più uniti nella preghiera,
sempre più impegnati nella ricerca della santità e sempre più coinvolti
nei campi della ricerca teologica e della cooperazione al servizio di
una società giusta e fraterna». È questa la «formula» da seguire nel
dialogo ecumenico, secondo quanto auspicato da Benedetto XVI
Ogni anno tutti i seguaci di
Gesù, anche se separati dalla storia e dall’ecclesiologia, benché
divisi dalla dottrina piuttosto che dall’etica, sono invitati a
rivolgersi insieme all’unico Signore per domandare il dono della piena
comunione, nei tempi e nei modi che Egli vorrà. Ai discepoli è chiesto
di liberare il cuore dalle loro inutili certezze e di incamminarsi
verso il monte di Dio, pellegrini sullo stesso sentiero di vita,
solidali con ogni altro uomo, specie il più bisognoso ed emarginato.
Passa dal crocevia che coniuga
santità personale e ricerca della giustizia sociale il cammino verso la
piena unità dei cristiani. Una tappa che il profeta Michea racchiude
nel versetto con cui indica a Israele la strada per superare gli
scandali intorno ai quali è nato il «processo» dell’Altissimo al suo
popolo: «Il Signore ha insegnato agli uomini quel che è bene e quel che
esige da noi: praticare la giustizia, ricercare la bontà e vivere con
umiltà davanti al nostro Dio». E oggi la pietra di scandalo fra i
discepoli di Cristo è la divisione consegnata dalla storia. Ecco,
quindi, che le parole di Michea possono essere rilette in un’ottica
ecumenica. E diventano il tema per la Settimana di preghiera per
l’unità dei cristiani
---------------------------------------------------------------
CHIESA
E SOCIETA'
/
interventi
ed opinioni |
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)
Giuseppe
Dossetti (1913-1996) è stato una delle maggiori personalità italiane
del Novecento, un caso unico di figura di primo piano in mondi diversi:
dal contributo alla Costituzione italiana a quello al Concilio Vaticano
II a fianco dell'arcivescovo di Bologna Giacomo Lercaro.
Eppure,
in entrambi i mondi è stato oggetto di accuse calunniose che arrivano
fino ai giorni nostri: "integralista" e "comunista" per i suoi
avversari politici, "teologo incompetente" e "non ortodosso" per i suoi
avversari ecclesiali. Soprattutto in ambito cattolico, chi non lo ha
attaccato, ha fatto di tutto per rimuoverlo e dimenticarlo. Questo
dovrebbe far riflettere: nelle controversie di fede c'è spesso, verso
altri credenti, un accanimento maggiore che in altri ambiti. E' un
brutto segno che smentisce la fraternità cristiana.
Rendere giustizia a Giuseppe Dossetti di Christian Albini
Alcide
De Gasperi a parte, nella storia della Dc di questo dopoguerra nessuna
personalità ha lasciato una traccia importante come quella di Giuseppe
Dossetti (che quest'anno, nel centenario dalla nascita, sarà ricordato
con manifestazioni di grande spessore). Forse proprio per il fatto che
Dossetti fu un personaggio molto particolare, spesso non in sintonia
con importanti settori della Chiesa e del suo partito.
La rivincita postuma delle idee di Dossetti di Paolo Mieli
...
Il problema di don Giuseppe è che egli è terribilmente vivo! I suoi
amici si possono ormai canonizzare, ma lui deve essere almeno del tutto
censurato, e magari pure aggredito. Dunque, anche se non è bello, si
capisce da questo quanto lui sia vivo, e quindi, per qualcuno, anche
molto ingombrante. Lui, invece, voleva bene a tutti. Anche agli
avversari più aggressivi...
Don Giuseppe Dossetti, più vivo e 'ingombrante' che mai di don Giovanni Nicolini
Il
pensiero di don Giuseppe Dossetti si trova di nuovo sotto attacco dei
conservatori. Proprio alla vigilia dell'uscita di due libri che a
cent'anni dalla nascita affrontano la vita dell'importante religioso e
politico dc, ispiratore delle aperture innovative del Concilio Vaticano
II e accusato di filocomunismo. La polemica è guardata in Vaticano con
preoccupata intensità, perché capace di assumere sfumature politiche
inattese.
L'attacco a Dossetti divide il Vaticano di Marco Ansaldo
---------------------------------------
Religiosi e mafiosi? - L'amore gratuito di Dio vuole figli liberi, che sanno costruire veri cammini di fraternità e liberazione - di P.Gregorio Battaglia, o.carm
Estratto dell'incontro "Mafia e Vangelo: un connubio impossibile" tenuto
il 14 gennaio 2013 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME) nell'ambito dell'
ITINERARIO DI FORMAZIONE PER LA VITA CRISTIANA "IL CONCILIO VATICANO II
- NUOVA PENTECOSTE DELLA CHIESA"
Anno I – 2013 Anno della Fede, promosso dal Vicariato di Barcellona P.G.
VIDEO
---------------------------------------
Barcellona Pozzo di Gotto (ME) é una delle capitali della mafia?
"Mafia e Vangelo: un connubio impossibile"
p. Gregorio Battaglia, ocarm
Incontro tenuto il 14 gennaio 2013 a Barcellona Pozzo di Gotto (ME)
nell'ambito dell' ITINERARIO DI FORMAZIONE PER LA VITA CRISTIANA "IL
CONCILIO VATICANO II - NUOVA PENTECOSTE DELLA CHIESA" Anno I -- 2013
Anno della Fede, promosso dal Vicariato di Barcellona P.G.
---------------------------------------
... Le facce che invece non si vedono mai, né su Vanity Fair né
sulla stampa cattolica ufficiale né sui breviari
dell'anticattolicesimo, sono quelle di quanti tentano di costruire
ponti tra un mondo moderno che non è ormai neanche più convinto di
poter fare a meno di un dio, e una chiesa che rischia ben più che il
blocco dei bancomat all'interno delle mura vaticane: rischia la
bancarotta morale...
Non
è facile comprendere in profondità le origini dell’attuale crisi
politica, che si manifesta con una specifica fenomenologia nella
cosiddetta “macroregione Nord”, dove anche in questi giorni si
rilanciano proclami angusti insieme alla determinazione – comprovata
dai fatti - di costituire alleanze di potere che assomigliano assai
poco alla politica intesa come servizio. Questi proclami e queste
alleanze – una prassi politica in realtà consolidata da anni di
demagogia e di superficialità – ostentano una presunzione che sembra
oscurareil disorientamento, il panico culturale presente in larghi strati della popolazione.
In vista delle prossime elezioni alcune associazioni chiedono ai candidati di prendere precisi impegni per le politiche fiscali
---------------------------------------------------------------
POLITICA
Quanto
peserà la televisione nella campagna elettorale 2013? Sarà decisiva per
i risultati o prevarranno i new media, web, blog, twitter, Facebook,
YouTube?
Gianni Riotta: Quanto pesa il piccolo schermo?
I
partiti che oggi si presentano agli elettori sono gli stessi che non
sono riusciti a riformare la legge elettorale, a dimezzare il numero
dei parlamentari e ad abolire le province, nonostante avessero
scaricato sul governo dei tecnici il lavoro sporco per rimettere i
conti in ordine e avrebbero dunque potuto, nel frattempo, ristrutturare
e alleggerire i palazzi in cui abitano.
Elisabetta Gualmini: Il rischio di elezioni inutili
LA COSA sorprendente di questa
campagna elettorale è che l'ex primo ministro, lo stesso che ha avuto a
disposizione decenni di comunicazione televisiva e giornalistica, oggi
torna a pretendere e ottenere un pulpito. E da esso conquisti anche
larga audience. Accade poi che, grazie a quel pulpito, sembra
guadagnare come decorazioni al merito, un'immagine nuova, diversa,
svecchiata. Quella che doveva apparire come la più logora e stantia
delle proposte politiche, d'improvviso sembra diventare, per un trucco
mediatico, il nuovo che attrae. Lo si segue in televisione, si cliccano
i video delle sue interviste, si resta lì, incollati allo schermo,
ipnotizzati, invece di cambiare canale, per decenza. Ci dovrebbe essere
un unanime "ancora lui, basta" e invece no.
Roberto Saviano: Se Berlusconi restasse senza platea
---------------------------------------------------------------
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non sei iscritto ?
Iscriversi
è facile e gratuito.
ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER
riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1)
La
newsletter è settimanale;
2) Il
servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P.
Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm
|
|