"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"
|
NEWSLETTER n°9 del 2013
Aggiornamento della settimana -
dal 23 febbraio al 1° marzo 2013 -
Prossima NEWSLETTER prevista per l'8 marzo 2013 | | ||||||||||||
|
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)
(GIA' ANTICIPATI NEL NOSTRO BLOG PIETRE VIVE)È
trascorsa più di una settimana dall'annuncio che ha sconvolto, anche in
termini positivi, la vita della Chiesa cattolica e determinato una
nuova fase nella sua storia. Commenti, analisi, ringraziamenti e
tristezza, apprensione e speranze. Non è stato un caso che fosse
proprio nella settimana che apriva la Quaresima, il tempo delle rinunce
e della preghiera, che Benedetto XVI ha dato l'annuncio.
Tutti
hanno commentato la decisione di Benedetto XVI, dagli illustri studiosi
di teologia e diritto canonico ai vaticanisti, dai commentatori laici
ai cristiani semplici ma dal cuore addolorato per una improvvisa, sia
pure preparata, ammissione di caducità umana. Un'esperienza che ha
esaltato il ruolo Trinitario di un Dio che guida la chiesa oltre le
povere opere di un uomo, anche quando lo chiamano, consideriamo e
affettuosamente amiamo come Santo Padre.
Dopo
giorni di omelie, scritti, tweet, post, documentari e speciali su ogni
supporto mediatico ora il silenzio. Ovvero il rispetto per chi ha
annunciato di volerlo e di aver "scelto di essere nascosto al mondo".
Una lezione che dovrebbe fare pensare ciascuno di noi, sempre a caccia
di una luce che possa gratificare il nostro ego...
Il silenzio dopo l'oceano di parole di Luca Rolandi Si
sente dire in giro, anche da qualcuno nelle parrocchie, tra i fedeli:
"Ma il Papa non doveva, non poteva. Non si scende dalla croce".
È
forse il commento più avvilente, specie se fatto da credenti. Il Papa
non sta scendendo dalla croce: ci sta salendo. Sta facendo l'esperienza
dell'abbassamento, della spogliazione di sé. L'esperienza più radicale
di abbandono nelle braccia del Signore.
Chissà
quale tumulto di emozioni e di pensieri nella sua anima. Poi la scelta.
Una scelta nata dalla preghiera, dall'ascolto di Dio, dal confronto con
lui.
Si
dice: il Papa stava scrivendo un'enciclica sulla fede, ma non l'avremo.
Non è vero. L'enciclica sulla fede l'ha scritta: sta in questa sua
sofferta decisione di farsi da parte agli occhi del mondo per mettersi
sotto uno sguardo che conta infinitamente di più. È un'enciclica
silenziosa, ma non meno efficace. E, non a caso, come sempre sono i più
semplici a comprenderla.
Mentre
i dotti fanno scorrere fiumi di parole per indagare le ragioni occulte
delle dimissioni, gli umili hanno già capito: il Papa sta facendo
l'esperienza di Gesù nell'orto dei Getsemani: "Ora l'anima mia è
turbata". E dal turbamento nasce l'abbandono nelle braccia del Padre.
Si potrebbe dire, e tutti lo diciamo prima o dopo, "salvami da
quest'ora". Ma la fede sta nell'abbandono, nello spogliarsi di sé.
L'enciclica
silenziosa di Benedetto ci parla della vita debole, della vita turbata.
Ci parla di quella vita che normalmente non vogliamo vedere...
L'enciclica non scritta di papa Benedetto di Aldo Maria Valli Vedi i nostri precedenti post:
-------------------------------------------- La mistica della Croce e la mistica del servizio
di mons. Bruno Forte Arcivescovo di Chieti-Vasto
La chiave di lettura più adeguata per interpretare il modo di porsi davanti alla malattia, alla sofferenza e alla morte del Papa polacco, è la mistica slava della Croce. . Avendo avuto il singolare privilegio di predicare a Giovanni Paolo II gli ultimi esercizi spirituali cui egli abbia potuto partecipare, ho avuto anche modo di ascoltare dalle sue labbra parole che restano scolpite nella mia memoria e nel cuore: “Il Papa deve soffrire per la Chiesa”. Ciò che mi colpì fu l’intensità con cui le diceva, in particolare la forza posta su quel “deve”... Benedetto XVI si muove in un diverso orizzonte culturale e simbolico, quello della mistica occidentale del servizio. Egli è l’uomo che sa di dover dare gratuitamente quanto ha gratuitamente ricevuto. E sa che questo dare senza ritorno è il servizio cui è stato chiamato, tanto come pensatore della fede, quanto come pastore e apostolo, posto dal Signore a lavorare nella Sua vigna, umile operaio impegnato a spendere tutti i doni d’intelligenza e di fede, ricevuti da Dio, a favore della causa di Dio in questo mondo. Anche questo servizio non è che una “imitatio Christi”...
"La mistica della Croce e la mistica del servizio" di Bruno Forte (pdf)
-------------------------------------------- IL LASCITO DEL CARDINALE PER UN CAMBIAMENTO RADICALE DELLA CHIESA ...
Le critiche espresse dal cardinale nel suo ultimo colloquio erano come
un testamento, scritto per amore. Con fermezza poneva alcune persone al
centro: i poveri, coloro che ricercano la fede, le donne e gli
stranieri. A loro si era dedicato con tutte le forze per l'intera vita.
Non a caso le sue richieste hanno preso il nome di «Agenda Martini» per
il conclave... Cosa dice l'«Agenda Martini» a proposito del profilo del nuovo Papa? Deve
essere un ottimista come Giovanni XXIII: non difendere ciò che è
antiquato, ma aprire le porte della Chiesa al nuovo. Deve avere molta
comprensione umana e fiducia nel futuro. Deve
avere amore come Paolo VI. Forse aveva un eccessivo timore delle
possibilità offerte dalla tecnologia, dalla medicina e dalla libertà
sociale, ma era una preoccupazione per l'uomo, come amava sottolineare
il cardinal Martini quando criticava l'Enciclica Humanae Vitae. Lo
poteva testimoniare egli stesso, poiché Paolo VI lo invitava spesso
come un amico, a discutere di questioni bibliche. Deve
essere deciso come Giovanni Paolo II. Il cardinal Martini raccontava
che il Papa polacco aveva nominato lui, originario di Torino,
arcivescovo di Milano, senza ascoltare le obiezioni. Aveva deciso e
basta. Con la sua forza riusciva a muovere molte cose in Vaticano e
nella politica ecclesiastica. Una forza che ha fatto addirittura
crollare la cortina di ferro. Martini voleva dire al Papa: servono giovani, poveri e donne Intervista con il sudafricano Fox Napier uno dei favoriti Non
credo che sarà un conclave rapido come quello del 2005. Chiunque verrà
eletto, ha la strada indicata e cioè dovrà completare la purificazione
della Chiesa avviata da Benedetto XVI. Nella Cappella Sistina, il senso
dell’universalità prevale sulle logiche regionalistiche e sui blocchi
geografici di appartenenza». Il
71enne sudafricano Wilfried Fox Napier, porporato francescano, è in
cima a tutte le lista dei papabili e i bookmaker inglesi scommettono
che il «Papa nero» sarà lui (o il curiale ghanese Peter Turkson).
Arcivescovo di Durban dal ’92, cardinale dal 2001, è stato nominato da
Joseph Ratzinger presidente del Sinodo sull’Africa e membro di quattro
dicasteri vaticani. «Da questa
profonda crisi possiamo uscirne con una forte rinascita spirituale,
come avvenne ai tempi in cui San Francesco attuò la sua riforma
morale». Appena sente l’ipotesi di una sua elezione ride e stempera la
tensione con una battuta: «Comincerei come Benedetto ha terminato. Con
la rinuncia». Poi il tono torna serio: «È già gravosa la responsabilità
di partecipare al conclave, sull’esito non ha senso esprimersi. Sarà
ciò che Dio vuole». "Il successore dovrà completare la purificazione della Chiesa" ...
È questo il testimone che il Papa uscente consegna a voi, al suo
successore e a tutti noi cristiani, chiamati a proseguire con i nostri
diversi carismi sulla strada - certo, non facile - di una reale
collegialità e trasparenza, di una maggiore sinodalità per un camminare
insieme che ci veda coinvolti nelle scelte, nel quadro di un
cristianesimo globale in cui i cristiani del sud del mondo sono ormai
più (e più vivi) di quelli dei paesi tradizionalmente cristianizzati e
in cui le donne chiedono giustamente a gran voce di essere finalmente
protagoniste a pieno titolo. E chiamati ad annunciare con coraggio che
il messaggio evangelico sarà realmente vivibile anche in futuro: perché
il Dio di Gesù non è solo alleato dell’uomo in genere, ma anche
dell’uomo postmoderno, che ha scoperto come valori irrinunciabili la
ragione critica e la libertà di coscienza. Quella stessa cui si è
richiamato Benedetto XVI per spiegare il valore autentico della sua
scelta.
Una bussola per la chiesa di domani di Brunetto Salvarani -------------------------------------------- Il 28 di febbraio, alle ore 20, Benedetto XVI non sarà più Papa, la Santa Sede sarà cioè vacante, anche se Joseph Ratzinger sarà ancora vivo. Questo
evento è sostanzialmente un unicum nella storia bimillenaria della
Chiesa, in quanto gli antichissimi e rarissimi precedenti non sono
comparabili a questo evento mediatico mondiale del 2013.
Punto finale e nuovo inizio
Gli
effetti di queste dimissioni saranno immensi e duraturi nei prossimi
decenni, anche se da più parti si tenta invano di normalizzare una
situazione evidentemente eccezionale, e di sminuirne la portata storica.
Paradossalmente
proprio questo Papa, che tanto ha insistito sulla necessità di ribadire
la “continuità” nella storia della Chiesa, ha compiuto uno dei gesti di
più radicale discontinuità che potessimo immaginare, un gesto che sarà
ricordato come una rottura senza precedenti, una cesura epocale, un
punto finale e un nuovo inizio.
Questo
gesto si pone d’altronde nel novero dei grandi momenti di assoluta
novità che segnano la storia della Chiesa dalla seconda metà del XX
secolo in poi...
UN PAPA SI DIMETTE PERCHÉ LA CHIESA SI CONVERTA di Marco Guzzi
Leggi anche i nostri post precedenti (nel post i link a quelli precedenti):
-------------------------------------------- UDIENZA GENERALE
Piazza San Pietro
Mercoledì, 27 febbraio 2013
Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Presbiterato!
Distinte Autorità!
Cari fratelli e sorelle!
Vi ringrazio di essere venuti così numerosi a questa mia ultima Udienza generale.
Grazie
di cuore! Sono veramente commosso! E vedo la Chiesa viva! E penso che
dobbiamo anche dire un grazie al Creatore per il tempo bello che ci
dona adesso ancora nell’inverno.
Come
l’apostolo Paolo nel testo biblico che abbiamo ascoltato, anch’io sento
nel mio cuore di dover soprattutto ringraziare Dio, che guida e fa
crescere la Chiesa, che semina la sua Parola e così alimenta la fede
nel suo Popolo. In questo momento il mio animo si allarga ed abbraccia
tutta la Chiesa sparsa nel mondo; e rendo grazie a Dio per le «notizie»
che in questi anni del ministero petrino ho potuto ricevere circa la
fede nel Signore Gesù Cristo, e della carità che circola realmente nel
Corpo della Chiesa e lo fa vivere nell’amore, e della speranza che ci
apre e ci orienta verso la vita in pienezza, verso la patria del Cielo.
Sento
di portare tutti nella preghiera, in un presente che è quello di Dio,
dove raccolgo ogni incontro, ogni viaggio, ogni visita pastorale. Tutto
e tutti raccolgo nella preghiera per affidarli al Signore: perché
abbiamo piena conoscenza della sua volontà, con ogni sapienza e
intelligenza spirituale, e perché possiamo comportarci in maniera degna
di Lui, del suo amore, portando frutto in ogni opera buona (cfr Col
1,9-10)...
il testo integrale dell'ultima Udienza di Benedetto XVI
video -------------------------------------------- SALUTO DI CONGEDO DEL SANTO PADRE BENEDETTO XVI AGLI EM.MI SIGNORI CARDINALI PRESENTI IN ROMA
Sala Clementina Giovedì, 28 febbraio 2013
Venerati e cari Fratelli!
Con
grande gioia vi accolgo e porgo a ciascuno di voi il mio più cordiale
saluto. Ringrazio il Cardinale Angelo Sodano che, come sempre, ha
saputo farsi interprete dei sentimenti dell’intero Collegio: Cor ad cor
loquitur. Grazie Eminenza di cuore. E vorrei dire – riprendendo il
riferimento all’esperienza dei discepoli di Emmaus – che anche per me è
stata una gioia camminare con voi in questi anni, nella luce della
presenza del Signore risorto.
Come
ho detto ieri davanti alle migliaia di fedeli che riempivano Piazza San
Pietro, la vostra vicinanza e il vostro consiglio mi sono stati di
grande aiuto nel mio ministero. In questi otto anni, abbiamo vissuto
con fede momenti bellissimi di luce radiosa nel cammino della Chiesa,
assieme a momenti in cui qualche nube si è addensata nel cielo. Abbiamo
cercato di servire Cristo e la sua Chiesa con amore profondo e totale,
che è l’anima del nostro ministero. Abbiamo donato speranza, quella che
ci viene da Cristo, che solo può illuminare il cammino. Insieme
possiamo ringraziare il Signore che ci ha fatti crescere nella
comunione, e insieme pregarlo di aiutarvi a crescere ancora in questa
unità profonda, così che il Collegio dei Cardinali sia come
un’orchestra, dove le diversità – espressione della Chiesa universale –
concorrano sempre alla superiore e concorde armonia.
Vorrei
lasciarvi un pensiero semplice, che mi sta molto a cuore: un pensiero
sulla Chiesa, sul suo mistero, che costituisce per tutti noi - possiamo
dire - la ragione e la passione della vita...
il testo integrale del saluto di Benedetto XVI al Collegio cardinalizio
video -------------------------------------------- C’era
bisogno di questo testamento. Se il cuore di molti cattolici era stato
profondamente scosso dall’improvvisa rinuncia di Benedetto XVI al
ministero petrino, le sue parole nell’ultima udienza pubblica in piazza
San Pietro hanno illuminato maggiormente quella decisione.
Significativa è stata la scelta del brano della Lettera ai cristiani di
Colossi in cui l’apostolo Paolo rende grazie a Dio per la testimonianza
offerta da quella comunità: una scelta operata dal papa per poter
esprimere, sulla falsariga delle parole apostoliche, il suo
ringraziamento al Signore e alla Chiesa per la sua fede e la sua carità.
Questo
discorso rivela bene il cuore di Benedetto XVI: otto anni fa ha
accettato con vera obbedienza di diventare papa, ponendo al Signore una
domanda: «Perché mi chiedi questo?». A settantotto anni, era
consapevole della propria vecchiaia, di non aver fatto nulla per essere
eletto, di dover «fare un mestiere» duro e faticoso. Fu chiamato a
guidare una nave in mare agitato – un mare a tratti anche in tempesta –
e diretta verso una meta con i venti contrari. Oggi, con la sua fede,
confessa di non essersi mai sentito solo, neanche quando il Signore
sembrava dormire e alcuni barcaioli non aiutavano a tenere la rotta ma
facevano confusione.
Così Benedetto ha rivelato il suo cuore di Enzo Bianchi -------------------------------------------- È una giornata epocale quella di oggi (ndr 28/2/2013) che vede papa Benedetto XVI lasciare il pontificato, facendo di San Pietro una sede vacante. Lo è per me come per tutti i credenti, per quanti vivono la Chiesa con profonda ispirazione, per chi concilia la Chiesa come mistero con la Chiesa rivelatrice al mondo della buona notizia del Vangelo, della fratellanza umana, del Gesù morto e risorto, e rilegge la Chiesa con gli occhi della fede. È una grande testimonianza evangelica la scelta di Benedetto XVI che ci ha consegnato una dimensione umana del servizio e del ministero, della fragilità. Forse,
in questa giornata epocale, ha senso rileggere le parole dell’ultima
intervista del cardinal Martini, spesso usate mediaticamente in chiave
polemica...
Nel giorno di Benedetto di don Virginio Colmegna La riflessione di don Viginio Colmegna sulla scelta di Papa Ratzinger all'indomani della notizia.
video -------------------------------------------- SEGNALATI IN FACEBOOK NELLA NOSTRA PAGINA SOCIALE "QUELLI DELLA VIA" "Grazie
per il vostro amore e il vostro sostegno. Possiate sperimentare sempre
la gioia di mettere Cristo al centro della vostra vita." (Benedetto XVI - l'ultimo tweet - 28.02.2013 ore 17.00)
"Perché
tutto questo coraggio il Papa non l'ha usato per cambiare la Curia? ...
perché non ha cambiato quelle persone che l'hanno fatto penare? ... un
Papa che lascia non è un momento di festa è un momento di dolore ...
siamo alla ricerca della ragione ultima di questa scelta" (Dino Boffo - Direttore TV2000 - in diretta TV alle ore 18.00 del 28.02.2013)
Il Signore mi chiama... Tutto e tutti raccolgo nella preghiera... Ho sempre saputo... Vorrei invitare tutti... Amare la Chiesa significa... Nel nostro cuore... La Chiesa vive... Prima di salutarvi personalmente... Non sono più Pontefice... Non sono un adulatore... --------------------------------------------------------------- Si dimette e chiede scusa il cardinale O'Brien
Lascia la carica di arcivescovo dopo le accuse di «comportamenti inappropriati». La nota: «mi scuso con chi ho offeso» Vaticano, si dimette il cardinale O'Brien
--------------------------------------------------------------- |
I NOSTRI TEMPI |
FEDE E SPIRITUALITA' |
“Ecco faccio una cosa nuova”
Convertirsi
CHIESA
E SOCIETA'
/ |
BENEDETTO XVI |
Sei
interessato a
ricevere la nostra newsletter
ma non sei iscritto ? Iscriversi è facile e gratuito. ISCRIZIONE ALLA NEWSLETTER riceverai la newsletter di
"TEMPO PERSO", ogni settimana, direttamente nella
casella di posta elettronica.
|
AVVISI:
1) La newsletter è settimanale;
2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:
http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm
3) Il servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina
http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm