"Tempo Perso - Alla ricerca di senso nel quotidiano"




 NEWSLETTER n°11 del 2013

Aggiornamento della settimana

- dal 9 al 15 marzo 2013 -

 

                                    Prossima NEWSLETTER prevista per il 22 marzo 2013          


 
 



IL VANGELO DELLA DOMENICA 

LECTIO DIVINA

 a cura di Fr. Egidio Palumbo

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Preghiera dei fedeli




OMELIA 

di P. Gregorio Battaglia
 di P. Aurelio Antista
di P. Alberto Neglia

 
N. B. La Lectio, la Preghiera dei fedeli e l'Omelia vengono aggiornate appena disponibili 
         (di norma rispettivamente il sabato sera, la domenica e il lunedì)



NOTA

Articoli, riflessioni e commenti proposti vogliono solo essere
un contributo alla riflessione e al dialogo su temi di attualità.

Le posizioni espresse non sempre rappresentano l’opinione di "TEMPO PERSO" sul tema in questione. 




 
Speciale


Pagina in continuo aggiornamento






Papa FRANCESCO


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Fumata bianca: eletto il Papa!


Fumata bianca: eletto il Papa!

Fumata bianca alle 19.06 dal comignolo della Cappella Sistina. 
Il nuovo Papa è stato eletto al quinto scrutinio: i cardinali hanno raggiunto la maggioranza dei due terzi necessari per l'elezione. Le campane di San Pietro suonano a festa. Fra poco il cardinale protodiacono Jean-Louis Tauran si affaccerà dalla Loggia centrale della Basilica di San Pietro per l'Habemus Papa: allora conosceremo il nome del 266.mo Vicario di Cristo, che poco dopo si affaccerà a sua volta per il saluto e la Benedizione Urbi et Orbi. 


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Habemus Papam! FRANCESCO


13 marzo 2013

Annuntio vobis gaudium magnum; habemus Papam: Eminentissimum ac Reverendissimum Dominum, Dominum Georgium Marium Sanctae Romanae Ecclesiae Cardinalem Bergoglio qui sibi nomen imposuit Franciscum

   video

Il 266.mo Vicario di Cristo è il gesuita argentino Jorge Mario Bergoglio, finora arcivescovo di Buenos Aires, 76 anni. 
Il nuovo Pontefice ha scelto il nome di Francesco: è la prima volta nella storia bimillenaria della Chiesa che un Papa assume questo nuovo. E' il primo gesuita eletto Papa. 
Alle 19.06 la fumata bianca dal comignolo della Cappella Sistina dove più volte si era appollaiato un gabbiano. 
Le campane di San Pietro hanno suonato a festa nel tripudio degli oltre 100mila fedeli radunati in piazza. 
Queste le prime parole rivolte da Papa Francesco ai fedeli:
"Fratelli e sorelle, buonasera!
Voi sapete che il dovere del Conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo quasi alla fine del mondo … ma siamo qui … Vi ringrazio dell’accoglienza. La comunità diocesana di Roma ha il suo vescovo: grazie! E prima di tutto, vorrei fare una preghiera per il nostro vescovo emerito, Benedetto XVI. Preghiamo tutti insieme per lui, perché il Signore lo benedica e la Madonna lo custodisca".

Il Papa ha poi recitato il Padre Nostro, l'Ave Maria e il Gloria al Padre con i fedeli presenti in Piazza San Pietro. Poi ha proseguito:

"E adesso, incominciamo questo cammino: vescovo e popolo. Questo cammino della Chiesa di Roma che è quella che presiede nella carità tutte le Chiese. Un cammino di fratellanza, di amore, di fiducia tra noi. Preghiamo sempre per noi: l’uno per l’altro. Preghiamo per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa, che oggi incominciamo e nel quale mi aiuterà il mio cardinale vicario, qui presente, sia fruttuoso per l’evangelizzazione di questa città tanto bella! E adesso vorrei dare la benedizione, ma prima – prima, vi chiedo un favore: prima che il vescovo benedica il popolo, vi chiedo che voi pregate il Signore perché mi benedica: la preghiera del popolo che chiede la benedizione per il suo vescovo. Facciamo in silenzio questa preghiera di voi su di me".

Papa Francesco ha quindi dato la sua benedizione Urbi et Orbi a tutti i fedeli presenti. poi ha concluso:

"Fratelli e sorelle, vi lascio. Grazie tante dell’accoglienza. Pregate per me e a presto! Ci vediamo presto: domani voglio andare a pregare la Madonna, perché custodisca tutta Roma. Buona notte e buon riposo!".

   video


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Il nome, innanzitutto. E poi il silenzio, il chinare il capo davanti al popolo, il pregare per e con il predecessore. Tutte le novità di Francesco.
... Quel chiedere alla gente di pregare per lui. Ma in un clima di raccoglimento. E' il rimando alla preghiera in un tempo storico che non sa più rivolgersi a Dio, presumendo di poter fare a meno di lui. E ancora: quell'abbassare il capo. Segno di umiltà. I cardinali si sono chinati davanti a lui in segno di obbedienza. Lui si è chinato davanti al popolo di Dio...
  Tutto nuovo sin dall'inizio


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I primi momenti di un Papa - "Come si sente l’uomo chiamato?" di Marina Corradi - "Dalla cappella alla loggia gli interminabili cento passi dell’uomo che diventa Papa" di Vittorio Zucconi



Una testimonianza di Papa Wojtyla

Come si sente un uomo sotto la volta della Cappella Sistina, quando le schede dell’urna dicono il suo nome, e ancora, e di nuovo quel nome è inesorabilmente ripetuto? 
Sotto al gran cielo del Giudizio, come si sente un uomo, quando d’improvviso tutta la sua vita gli si svela come da sempre orientata a quell’ora, a quell’istante? 
Giovanni Paolo II alla Sistina ha dedicato il suo Trittico romano, e più volte ha ricordato quel giorno, in quell’aula – quando l’antico rettore del suo Seminario Maximilien de Furstenberg gli annunciò, in latino: «Magister adest, et vocat te». 
Ma c’è un passo di un discorso del dicembre 1999 in cui il Pontefice polacco descrive il San Pietro del Perugino, nel ciclo parietale della Sistina, e pare quasi un parlare autobiografico. L’apostolo riceve la grande chiave da Cristo, ma, disse Papa Wojtyla, «è delineata sul volto di Pietro la toccante espressione di umiltà con cui egli riceve l’insegna del suo ministero, stando in ginocchio e quasi indietreggiando davanti al Maestro. Si direbbe un Pietro rannicchiato nella sua pochezza, trepidante, sorpreso da così immensa fiducia e desideroso, per così dire, di scomparire, perché solo il Maestro resti visibile nella sua persona». Stando in ginocchio e quasi indietreggiando, «rannicchiato nella sua pochezza». Così si sente un uomo ancora oggi, nella magnificenza della Sistina, quando è il suo nome che viene pronunciato?...

   Come si sente l’uomo chiamato? di Marina Corradi

Dal momento della elezione fino ai tre gradini che scendono al balcone sopra la Basilica. E non ci può essere cammino più lungo, più vertiginoso né più solitario di quei pochi metri che il Papa dovrà seguire per diventare il Papa della propria Chiesa e non soltanto dei cardinali elettori. 
È una strada scavata nei secoli dai sublimi scenografi di una Chiesa Cattolica che possiede, come nessun’altra confessione religiosa nel mondo, la capacità di esaltare e di intimidire contemporaneamente l’uomo che essa promette di venerare e di ubbidire. Nella sedimentazione secolare di liturgie e di luoghi che si sovrappongono e si intrecciano, si passa dalla umiltà monacale della celletta delle lacrime dietro l’altare della Sistina fino alla magniloquenza della piazza, perché l’uomo divenuto Pontefice e successore di Pietro deve conoscere tutto l’arco della esaltazione e dell’umiliazione...

   Dalla cappella alla loggia gli interminabili cento passi dell’uomo che diventa Papa di Vittorio Zucconi


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  Che gioia!...

Papa Francesco è già fuori dal Vaticano! 
Jorge Mario Bergoglio è arrivato poco dopo le otto del mattino nella basilica romana di Santa Maria Maggiore, in forma privata, per rivolgere una preghiera speciale alla Madonna. Come lui stesso aveva preannunciato ieri nel saluto alla folla dalla loggia di San Pietro, sottolineando la sua missione soprattutto di "Vescovo di Roma".

  Papa Francesco a S. Maria Maggiore

  Manda Signore, ancora profeti...

Papa da nemmeno 24 ore e già emergono le prime indiscrezioni che la dicono lunga sul carattere di Papa Francesco, il gesuita argentino eletto ieri sera al quinto scrutinio successore di Benedetto XVI.
Due tratti, su tutti, emergono con forza fin dai primissimi atti successivi all'accettazione e alla scelta del nome, la semplicità e la decisione...

  Il Papa rifiuta la mozzetta e i gioielli "Voglio soltanto la mia croce di ferro"


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L'elezione di Papa Francesco vista da Enzo Bianchi


Il vangelo radicale

I cardinali hanno scelto il nuovo vescovo di Roma e come vescovo di Roma Francesco si è affacciato al balcone, chiedendo che il popolo della Chiesa «che presiede nella carità» invocasse su di lui, chinato in silenzio orante, la benedizione del Signore. 
Solo dopo ha impartito lui stesso la benedizione di Dio sul popolo cristiano, ad affermare simbolicamente che ogni benedizione viene dall’alto, dal Signore della Chiesa che ascolta la preghiera dei semplici. Accanto a lui il cardinale vicario per la diocesi di Roma, a sottolineare ancor di più la sua missione prioritaria, l’evangelizzazione della città, l’annuncio della buona notizia del Signore risorto che si dilata ai confini del mondo da Roma, città del martirio degli apostoli Pietro e Paolo. Anche nel ricordare il suo predecessore, così come nel parlare di se stesso, è al suo ministero di vescovo di Roma, successore di san Pietro, che ha fatto riferimento. 

Francesco - nome scelto per la prima volta da un papa e per di più dal primo gesuita della storia divenuto vescovo di Roma - è nome che da solo evoca un ritorno al Vangelo sine glossa, alla radicalità di una testimonianza di vita che diviene annuncio nel quotidiano, a uno stile semplice e povero che confida solo nel Signore. Vedremo presto quali strade nuove e antiche questo aprirà per la Chiesa di Roma e la Chiesa universale: oggi, come ha detto papa Francesco, inizia un «cammino di chiesa», «vescovo e popolo, vescovo e popolo», un cammino di «fratellanza, amore e fiducia», un cammino intessuto di «preghiera per tutto il mondo perché ci sia grande fratellanza». Questo giorno è davvero il giorno della gioia e dell’azione di grazie al Signore per il dono offertoci dallo Spirito che i cardinali hanno saputo discernere e accogliere.
ENZO BIANCHI 

«Voglio dirle la mia gioia straordinaria quando si è affacciato al balcone. Un’emozione fortissima, non le nascondo che mi sono messo a piangere».
Enzo Bianchi, priore di Bose, dopo tanti anni una commozione così forte?
«Jorge Mario Bergoglio è l’uomo che sembra, umile, e come si è presentato al mondo è stato bellissimo. Il nome che ha assunto dice che bisogna tornare al Vangelo, come chiese Francesco. Sono felice della scelta dei cardinali: hanno mostrato che la Chiesa tutta vuole un ritorno allo spirito del Vangelo».

   l'intervista a Enzo Bianchi: Ci farà riscoprire l'umiltà


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"Strappate i cuori, guarite il mondo" L'ultima omelia da cardinale di Jorge Mario Bergoglio


L’ultima omelia da cardinale di Jorge Mario Bergoglio, pronunciata un mese fa, nel mercoledì delle ceneri.

... Oggi, ancora una volta, siamo invitati a intraprendere un cammino pasquale verso la Vita, cammino che comprende la croce e la rinuncia, che sarà scomodo ma non sterile. Siamo invitati a riconoscere che c’è qualcosa che non va bene in noi stessi, nella società o nella Chiesa, siamo invitati a cambiare, a dare una sterzata nelle nostre vite, a convertirci. Oggi sono piene di sfida le parole del profeta Gioele: strappate il vostro cuore, non le vostri vesti e convertitevi al Signore vostro Dio. Queste parole sono un invito a tutti, nessuno escluso. Strappate il cuore e non le vesti di una penitenza artificiale senza garanzie di futuro. Strappate i cuori per dire con il salmo «Abbiamo peccato». «La ferita dell’anima è il peccato. Oh, povero ferito, riconosci il tuo dottore! Mostra le piaghe delle tue colpe. E visto che a Lui non si possono nascondere i nostri pensieri più intimi, fai sentire il gemito del tuo cuore. Cerca la Sua compassione con le tue lacrime, con la tua insistenza, importunalo! Che ascolti i tuoi sospiri, che il tuo dolore arrivi fino a Lui, in modo che, alla fine, possa dirti: Il Signore ha perdonato il tuo peccato» (San Gregorio Magno). Questa è la realtà della nostra condizione umana. Questa è la verità che può avvicinarci alla nostra autentica riconciliazione con Dio e con gli uomini. Non si tratta di screditare l’autostima ma di penetrare nel più profondo dei nostri cuori e farci carico del mistero della sofferenza e del dolore che ci lega da secoli, da migliaia di anni, da sempre. Strappate i cuori affinché da quella fessura possiamo guardarci veramente. Strappate i cuori, aprite i cuori, perché solo in un cuore strappato e aperto può entrare l’amore del Padre. Strappate i cuori, dice il profeta, e Paolo ci chiede «Lasciatevi riconciliare con Dio». Cambiare il modo di vivere è segno e frutto del cuore strappato e riconciliato da un amore che va oltre noi stessi. Questo è l’invito, di fronte alle tante ferite che ci danneggiano e che ci possono portare alla tentazione di indurirci. Strappate il cuore per sentire l’eco delle tante vite lacerate e che l’indifferenza non ci renda insensibili. Strappate il cuore per poter amare con l’amore con il quale siamo amati, consolare con la consolazione con la quale siamo consolati e condividere ciò che abbiamo ricevuto. Questo tempo liturgico non è solo per noi, ma anche per la trasformazione della nostra famiglia, della nostra comunità, della nostra Chiesa, della nostra Patria, del mondo intero...

   “Strappate cuori, guarite mondo”


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L'eterna giovinezza della Chiesa «poverella» di mons. Bruno Forte


L'eterna giovinezza della Chiesa «poverella»

La Chiesa non cessa di sorprendere: come diceva uno dei grandi Padri della fede dei primi secoli, San Giovanni Crisostomo, «essa è più alta del cielo e più grande della terra, e non invecchia mai: la sua giovinezza è eterna». Così ha dimostrato di essere ancora una volta, in questo sorprendente Conclave: la pluralità delle ipotesi fatte, i diversi giochi mediatici del "toto-Papa", facevano pensare a un Collegio cardinalizio piuttosto disorientato, perfino diviso. E invece, in appena una giornata, ecco il nuovo Papa. Un segno forte di unità, un messaggio lanciato al "villaggio globale" dall'unica realtà che lo abita dappertutto, sapendo coniugare universalità e identità locali, globalizzazione e presenza fedele fra la gente di tutte le latitudini e di tutte le lingue e culture: la Chiesa cattolica. Peraltro, l'attesa del mondo intero, rappresentato dalle migliaia di operatori dei "media" accreditati in Vaticano, che hanno fatto partecipi in tempo reale donne e uomini di ogni angolo della terra di ciò che accadeva nella Cappella Sistina e sulla Loggia delle benedizioni, e le immagini eloquenti più di ogni parola della folla in attesa in Piazza San Pietro e del nuovo Papa affacciato con semplicità e stupore su Roma e sul mondo, fanno comprendere come ciò che è avvenuto ha un significato che va al di là della comunità cattolica e dello stesso popolo dei credenti. Proverò allora a guardare al nuovo Successore di Pietro muovendo da diversi angoli visuali, lasciando che la profondità del cuore di chi è stato chiamato si riveli con i giorni che verranno... 

   L'eterna giovinezza della Chiesa «poverella»di Bruno Forte


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Papa Francesco: un segno di speranza di don Virginio Colmegna


Per me, l’elezione di Papa Francesco è stato un momento di grande commozione spirituale. E uso volutamente questo aggettivo perché, in questo momento storico, voglio sottolineare il cammino profondo di una Chiesa che deve annunciare il Vangelo delle Beatitudini nel quale ha le sue radici. Jorge Mario Bergoglio ha sorpreso tanti, me compreso, ma è un segno di speranza.

Con la scelta di chiamarsi Francesco, il santo che da ricco si è fatto povero, il nuovo Pontefice ha voluto indicare da subito un’attenzione alta nei confronti della povertà. Non solo...


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FRANCESCO: un nome che vale un programma


Un Francesco sul seggio papale non si aspettava. L’abbiamo sempre immaginato e visto negli affreschi ai piedi, in umile e rispettosa reverenza, davanti a Papa Innocenzo o Onorio. Ora invece è nel trono più alto. Tutto il mondo lo guarda ed è ai suoi piedi. Ma quale trono!? Egli si china e chiede la benedizione del popolo, prima della sua benedizione invocata sul popolo. “Nomen est omen”, il nome è un presagio. Quando è scelto, se non è nome d’arte o di teatro, è programma. Una scelta chiara di campo, di stile di vita e d’impegno. Tutti sanno chi è Francesco nella e per la Chiesa. Diciamo di più, Francesco nel e per il mondo: “Vir catholicus” e “vere apostolicus”, un uomo universale, un universale concreto, personale. Nel suo nome si ritrovano amanti della natura e dell’ambiente, operatori di pace e tutto il mondo della povertà e dell’emarginazione...

   Un nome, un programma di Elio Bromuri

Il medievista Franco Cardini non rinuncia allo spiritaccio toscano neppure in momento come questo. Prende qualche istante per raccogliere informazioni e idee, dopo di che se ne esce con la sua personalissima valutazione: «Allora: Francesco, della Compagnia di Gesù, da Buenos Aires. Sembra quasi che in Conclave abbiano fatto di tutto per accontentare un tipo come me»...
... è una scelta coraggiosa, perché Francesco I è un nome molto pesante da portare. Va nella direzione della povertà, innanzitutto. Ma è anche un richiamo alla profezia operato nel momento in cui l’istituzione è oggetto di critiche. 

   Povertà e profezia la rivoluzione del nome scelto

Quando nei giorni scorsi sentivo proporre per il nuovo Papa il nome Francesco, dicevo subito a chi mi stava vicino: questo è impossibile. Nessun Papa avrebbe la faccia tosta di attribuire a sé un nome di questo stampo, per ragioni storiche e ideali. La figura di Francesco resta nella storia della Chiesa una figura troppo distinta e autorevole perché proprio un Papa possa con un gesto di annessione farla tranquillamente sua. Esistono figure diverse nella storia e quella di Francesco d’Assisi sta bene in quanto attesta una dimensione sua propria. Proprio il cattolicesimo è fatto di queste tensioni. Le dissonanze giovano alla dialettica storica e spirituale.
Sorpresa. Il primo papa gesuita si è imposto il nome Francesco, smentendo in un colpo ogni remora. Il potere papale si estende anche ai nomi e può far suo, senza alcun rispetto, tutto ciò che decide di fare suo.
C’è stato un bell’episodio però alla presentazione del nuovo vescovo di Roma, quando il neoeletto ha chiesto al popolo di Piazza san Pietro prima di tutto un momento di preghiera per lui. Questo è serio e bello.

   Francesco? di Sergio Rostagno

... Per tutto il giorno mi ronzava in cuore il nome del mio romanzo Habemus papam, «Francesco». Dicevo a me stesso: non è possibile! E’ un nome «maledizione», troppo impegnativo. Se il papa sceglie questo nome si condanna da sé a fare sul serio perché deve scegliere la povertà come criterio e metodo di vita; deve essere coerente: come può Francesco abitare in mezzo al lusso Vaticano? Può il papa essere «personalmente» povero, ma apparire «istituzionalmente» potente e ricco? Non licet! Ora non ci resta che aspettare. Intanto colpiscono alcune cose, che ai profani non saltano agli occhi perché non addentro alla simbologia e al rituale. Facciamo un po’ di esegesi di scavo...

   HABEMUS PAPAM: FRANCISCUM! IL NOME È UN PROGRAMMA, ABOLIRÀ ANCHE IL VATICANO? di Paolo Farinella

Un figlio di sant’Ignazio di nome Francesco. Anche questo singolare accostamento fa parte della pacata sorpresa costituita dall’elezione del cardinal Bergoglio a vescovo di Roma. Un gesuita – il primo della storia – eletto successore di Pietro che sceglie come nome quello del santo di Assisi, con un’audacia evangelica che nemmeno i quattro papi francescani di un passato ormai ontano avevano osato intraprendere. Ma cosa accomuna spiritualità ignaziana e carisma francescano? Una risposta esauriente l’avremo certamente dal ministero petrino che si è inaugurato la sera del 13 marzo, ma qualcosa può già essere detto...

   La nuda missione di Enzo Bianchi


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«Sono felice, è la migliore scelta possibile, conosce e ama la vita semplice, umile, reale, è esterno al sistema romano della Curia. Spero che vari le riforme necessarie, e in un radicale rimpasto ai vertici come primo segnale». Il professor Hans Küng, massimo teologo cattolico critico oggi, esulta, sembra parlare di una possibile perestrojka vaticana.

  REPUBBLICA:   Papa Francesco, Kung: "E' la migliore scelta possibile, ora non accetti compromessi"

Diciamolo subito: la sorpresa è stata enorme e in piazza San Pietro all’annuncio dato dal cardinale Jean Louis Tauran, il protodiacono incaricato dell’ “habemus Papam”, la folla è rimasta quasi interdetta; quello strano nome non era conosciuto, i giornali non ne avevano neanche parlato. E invece per la prima volta nella storia un latinoamericano è stato eletto Papa, per di più un gesuita. E per di più, ancora, con un nome che è già un programma. In poco più di un mese la chiesa universale ha dato alcuni colpi notevoli alla storia, un Pontefice si è dimesso - e questo piaccia o meno – è un atto di riforma che va oltre le contingenze storiche, si è trattato di “un atto di governo” come lo ha definito il portavoce vaticano Federico Lombardi. Un papato meno monarchico e più aperto al mondo è uscito dalla rinuncia di Ratzinger. Inoltre i 115 grandi elettori riuniti nella Sistina, non certo noti per essere un cenacolo progressista, hanno scelto il primo papa del su del mondo. Anzi il gesuita che fu antagonista di Ratzinger all’ultimo conclave.


  Francesco Peloso:   La Chiesa volta pagina


... Ma il fatto è che questo argentino d'origini italiane, gesuita, scompiglia le carte - anche quelle di molti suoi confratelli cardinali: c'è da scommetterci - e va a scegliersi un nume come Francesco.
Incredibile. Inaudito, nel senso etimologico del termine. Dal VI secolo, con pochissime eccezioni, i pontefici romani hanno scelto regolarmente il nome di un loro predecessore. Bergoglio rompe la tradizione e, nel momento nel quale l'istituzione ecclesiastica sembra esitare, senza dubbio colpita dalla rinunzia di un papa "istituzionalista" per eccellenza, rilancia nel nome del càrisma, della profezia. Perché Francesco significa l'adesione intima al Cristo povero e crocifisso; Francesco significa il rifiuto della potenza, della ricchezza, perfino della scienza...

  Franco Cardini:  Bergoglio, l'outsider che cambia tutto

 L'elezione di Bergoglio è stata vista da molti osservatori come la continuazione del pontificato di Benedetto XVI. C'è una parte di verità in questo modo di giudicare l'esito del Conclave: senza l'abdicazione del suo predecessore e la denuncia del malgoverno della Curia oggi non avremmo papa Francesco; ma la sostanza dell'evento non è questa, anzi è il suo contrario: papa Francesco è esattamente l'opposto di Benedetto per almeno quattro ragioni.

  Eugenio Scalfari:  Un prete di strada

 Il Papa chiama i frati della Verna: vuole siano loro a servire martedì prossimo la Messa di inizio pontificato. La notizia clamorosa filtra tra le pieghe di una giornata straordinaria e nella quale le Tv, Rai in testa, si sono strette intorno al Santuario: la scelta del nome, Papa Francesco, ha catalizzato l'attenzione sui grandi luoghi francescani, La Verna in testa...

   LA NAZIONE: Il Papa chiama i frati della Verna

Quel mezzo minuto di silenzio in Piazza San Pietro, per padre Antonio Spadaro, dice già tutto su chi sarà Papa Francesco: «Darà la priorità a Dio, non vuole l’attenzione su di sé: noi gesuiti siamo così. E non siamo abituati ad avere per papa uno di noi: i papi li abbiamo sempre serviti». 

   Marco Bardazzi: I gesuiti "Che sorpresa per noi abituati a servire i papi" 


... In tutta quella fretta di svelare misfatti, molti magari non si sono resi conto che nei suoi primi dieci minuti da papa Bergoglio ha fatto tre scelte simboliche di portata più che notevole. Apparso al balcone senza mozzetta né stola, l'argentino non ha mai pronunciato la parola "papa". Si è invece definito ripetutamente vescovo di Roma e ha chiamato il suo predecessore “vescovo emerito”, non certo ignaro del fatto che Ratzinger ha invece indicato di voler essere chiamato “papa emerito”. Le implicazioni ecclesiali ed ecumeniche della parola “vescovo” detta ripetutamente da quel balcone in quel momento sono enormi.
 Ma Bergoglio ha fatto qualcosa di più forte ancora: prima di benedire la folla ha chinato la testa e ha chiesto alle persone in piazza di pregare per lui in un inatteso gesto di reciprocità, rafforzato dall'annuncio di voler iniziare un “cammino nuovo, vescovo e popolo”. Chi si aspettava dal successore di Ratzinger il prosieguo del suo percorso di ridimensionamento del Concilio Vaticano II è servito: questo è stato il saluto papale più sinodale mai visto da piazza San Pietro.
 La terza scelta forte è stata l'annuncio del nome di Francesco: nessun omaggio a papi storici, nessun debito con papi recenti, ma l'instaurazione di una parentela inedita con il cencioso frate umbro, profeta di povertà e umiltà...

   Michela Murgia: Sorprese dalla fine del mondo

È stato l'accadimento eccezionale dell'abdicazione di Benedetto XVI a fornire al mondo la chiave di lettura per l'elezione del suo successore. Quel gesto, clamoroso, costituirà probabilmente una sorta di agenda non tanto di quello che il nuovo Papa dovrà, saprà e vorrà fare, quanto piuttosto di ciò che il mondo si aspetta da lui, da un Pontefice il cui predecessore calpesta ancora questa terra. È difficile pensare che il mondo guarderà a Francesco I, il 76enne gesuita Josè Mario Bergoglio, senza tener conto della scelta drammatica di Benedetto XVI. Con questa grave eredità comincia così il viaggio apostolico del primo Papa non europeo (latinoamericano) in duemila anni di storia. Un segno dei tempi e della geopolitica religiosa, forse, considerando che proprio in America Latina vive la quota maggioritaria dei cattolici...

  Vittorio Emanuele Parsi:  Un uomo della frontiera adatto a questi tempi difficili

​Il suo programma è già fitto di impegni. E mentre si delinea l’agenda a breve termine (a cominciare dalla Messa di inizio Pontificato fissata per martedì 19 marzo, festa di San Giuseppe, patrono della Chiesa), già si guarda ai riti della Settimana Santa e della Pasqua, che il nuovo Papa presiederà a meno di due settimane dalla sua elezione. A informare i giornalisti sull’agenda di Papa Bergoglio è stato ieri, nel consueto briefing delle 13, il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi.

  Mimmo Muolo:  L'agenda di Bergoglio già piena di impegni



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Segnaliamo anche:

   AGENZIA NEV: Numero speciale sull'elezione del nuovo Pontefice

   FORUM KOINONIA 338: Numero speciale sull'elezione del nuovo Pontefice (pdf)

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FEDE E
SPIRITUALITA'





“Ecco faccio una cosa nuova”

Convertirsi

HOREB n. 63 - 3/2012


TRACCE DI SPIRITUALITA'
A CURA DEI CARMELITANI

"Il termine conversione oggi sembra essere fuori dal lessico comune dei cristiani. Eppure la conversione è esperienza che dovrebbe qualificare l’intera esistenza cristiana. Essa è un riconoscersi peccatori, ma accorgersi, nello stesso tempo, di essere avvolti e amati dallo sguardo di Dio che in tutto il discorso biblico si manifesta come Padre-Madre amante, e il suo amore si fa gesto che raccoglie, guarisce, nutre, accarezza, accompagna.
«Bruna sono, ma bella» (Cant 1,5), confida la creatura nel Cantico dei Cantici. È la confessione di chi sta vivendo una situazione di smarrimento e di avvilimento, di inaridimento interiore, di drammatico oscuramento, provocato nella sua vita dal peccato. 
Eppure confida che non c’è oscurità che le sottragga quella bellezza di cui in un passato ancora più remoto, di quello che è stato segnato dal suo fallimento, qualcuno l’ha guardata e l’ha amata.
Dall’oscurità del suo peccato, intravede nella misericordia di Dio un raggio di luce che la sta tirando fuori da una situazione di morte e la sta facendo rinascere come persona nuova. Per questo si dichiara anche “bella” perché coltiva una incrollabile fiducia che chi l’ha creata ancora la guarda con straordinario affetto, l’abbraccia e la rende partecipe della sua bellezza.
Convertirsi, per chiunque, è accorgersi di questo sguardo di Dio che si manifesta in Cristo Gesù, nel suo mistero di amore. Convertirsi è sentirsi amati e tirati fuori da un io che si affaccia alla vita come rinchiuso entro l’ambizione di possedere persone e cose a proprio vantaggio, è sentirsi liberati dell’illusoria volontà di fondare il senso del proprio esistere in se stessi. Nello stesso tempo, è accoglienza dello Spirito del Signore Gesù che chiede alla creatura la libera decisione di consegnarsi alla sua Parola fatta carne, e di consentire che essa si incida nella sua esistenza e determini la sua storia. 
Convertirsi è partecipare al mistero pasquale, che introduce alla vita nuova dei figli di Dio, apre a relazioni di gratuità nella chiesa e nella società, e proietta verso un avvenire imprevedibile.
Da questo orizzonte muove l’articolarsi della monografia ....  (EDITORIALE)


   Editoriale (pdf)

   Sommario (pdf)


E' possibile richiedere copie-saggio gratuite:
CONVENTO DEL CARMINE
98051 BARCELLONA P.G. (ME)
E-mail: horeb.tracce@alice.it



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Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto
I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
 Lettura del Vangelo di Luca



Fraternità Carmelitana di Pozzo di Gotto 

I MERCOLEDÌ DELLA SPIRITUALITÀ 2013

Dal 23 Gennaio al 13 Marzo presso la sala del convento dalle ore 20.00 alle ore 21.00
 
IL VANGELO NARRATO PER TEOFILO L'AMICO DI DIO
 Lettura del Vangelo di Luca


Leggi il calendario degli incontri (pdf)

L'ULTIMO INCONTRO E' STATO RINVIATO A MERCOLEDÌ 20 MARZO ALLE ORE 20,00



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"Un cuore che ascolta - lev shomea' " - n.14 di Santino Coppolino



RUBRICA 
Un cuore che ascolta - lev shomea'
"Concedi al tuo servo un cuore docile, perché sappia rendere giustizia al tuo popolo e sappia distinguere il bene dal male"  (1Re 3,9)
Traccia di riflessione sul Vangelo della Domenica di Santino Coppolino

IV DOMENICA DI QUARESIMA - LAETARE (ANNO C) 

Vangelo:  Lc 15, 1-3.11-32

Accogliere i peccatori e mangiare con loro.
Questa l'ennesima accusa mossa a Gesù da parte delle autorità religiose del suo tempo.
E' lo scandalo di un rabbi che non si cura delle leggi sulla purità rituale e si accompagna con i peccatori, divenendo egli stesso impuro; è lo scandalo di un Dio che lascia "i Cieli dei Cieli" per camminare sulle strade dell'uomo, per cercare gli ultimi fra gli ultimi, gli emarginati dalla società religiosa e civile, riscattandoli con il suo sangue e restituendo loro dignità e vita...


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OREUNDICI - IL QUADERNO DI MARZO 2013: AMORE E CREATIVITA' : "UNA VOCE CHE SPEZZA I CUORI Dio non tollera la falsità" di Arturo Paoli - L'EDITORIALE di Mario De Maio -


OREUNDICI IL QUADERNO DI MARZO 2013
AMORE E CREATIVITA'

L'EDITORIALE DI MARIO DE MAIO

Cari amici,
Vorrei avervi presenti per parlarvi, non solo con lo scritto, ma con tutto me stesso. Vorrei comunicarvi la valanga di pensieri, riflessioni, emozioni che questi due termini, amore e creatività messi insieme, mi suscitano. La potenza delle emozioni cresce di fronte all’urgenza che nasce dal panorama sociale in cui ogni giorno siamo immersi. Non sono catastrofista, anzi sono strutturalmente ottimista. In questo momento storico, così ricco di risorse, opportunità e nuovi orizzonti, come permettere all’Amore di suscitare creativamente felicità, serenità, giustizia, per ogni uomo? Nella nostra ricerca quali sono le ragioni intime che possono animare percorsi di nuova umanità? 

  L'Editoriale di Mario De Maio

UNA VOCE CHE SPEZZA I CUORI Dio non tollera la falsità
di Arturo Paoli

Riprendiamo la pubblicazione di alcune omelie domenicali di fratel Arturo, che introducono al tempo della Quaresima che Arturo definisce un “tempo per avvicinarci alla pace, alla cordialità, al non rassegnarci”. 

Domenica 27 gennaio 2013 - Vangelo di Luca 1,1-4; 4,14-21
Questo vangelo è particolarmente importante in questo anno in cui il Papa ha indetto l’anno della fede perché ci aiuta a capire che cosa è la fede. Questo Vangelo sembra smentire l’opinione di coloro che ritengono di essere a p o s t o come cristiani perché conoscono le parole del Credo e la dottrina proclamata dai teologi. Quest’anno si vedranno tante forme di catechesi, ma Gesù pare essere di un’altra opinione... La fede non è fatta di parole, le parole non servono a nulla, si possono moltiplicare attraverso tutti gli strumenti della tecnica, ma non servono a nulla se non sono accompagnate dalle opere. Sono più importanti le opere che le parole, e sapete perché? Perché non possiamo dimenticare che nel nostro mondo ricco ci sono dei poveri e che noi siamo la causa della loro povertà. Che c’entro io? Si domandano alcuni...

Domenica 3 febbraio 2013 - Vangelo di Luca 4,21-30 
La gente accorsa ad ascoltare le parole di Gesù ne è rimasta affascinata, si è resa conto che sono parole nuove e piene di speranza. Ma poi, si è resa conto che quelle parole venivano dalla bocca di una persona conosciuta nel paese, e ha cominciato a diffidare: come può questo giovane che non sembrava affatto un profeta, diventare improvvisamente una persona che annunzia parole nuove? L’incontro finisce male, lo hanno escluso, lo hanno mandato via perché non potevano credere in lui, non poteva essere lui a dire parole così profonde e così piene di responsabilità. Aspettavano dei miracoli, invece Gesù pronunziò delle parole, parole con cui vuole introdurci alla vita, darci occasione di riflettere su noi stessi. Se la parola di Dio non riesce a penetrare dentro di noi, a scuoterci, a ispirarci che cosa dobbiamo fare, diventa inutile anzi ragione di condanna. Che cosa possiamo fare per far sì che queste parole siano feconde in noi?..

  UNA VOCE CHE SPEZZA I CUORI Dio non tollera la falsità di Arturo Paoli

Ciascuno di noi
è una parola
pronunciata da Dio
una sola volta
nella storia.


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 SEDE VACANTE  - CONCLAVE
 

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La sede di Pietro tra ieri e domani


JESUS - Marzo 2013

La sede di Pietro tra ieri e domani

Benedetto XVI si è dimesso e il suo gesto fa ancora discutere. Il nuovo Papa non è stato ancora eletto. È tempo, dunque, di bilanci e riflessioni. Qual è l'idea di uomo che ha guidato il pontificato di Joseph Ratzinger? Quale l'idea di Dio? Quale l'idea di Chiesa? E quali, infine, i nodi irrisolti che costituiranno l'agenda con cui il nuovo Pontefice si dovrà confrontare? 
Lo abbiamo chiesto a tre teologi – Antonio Autiero, Paolo Gamberini, Laurent Villemin – e a una nota scrittrice,Maria Pia Veladiano.

  La sede di Pietro tra ieri e domani


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"Cercando un modo nuovo di vivere la chiesa" di Enzo Bianchi


Ormai la data del conclave è stata decisa dai cardinali: martedì 12 maggio una celebrazione eucaristica radunerà tutti i cardinali per chiedere a Dio ispirazione e discernimento nell'indicazione di colui che tra di loro sarà il vescovo di Roma e, come tale, il papa che presiede la chiesa cattolica con un servizio di comunione.
Ci sono norme fissate e riedite nei secoli, rinnovate dagli ultimi papi, ricche di sapienza, che dovrebbero aiutare i cardinali nella scelta da operare: tra di esse appare decisiva la richiesta di un esame ampio, approfondito e libero della vita della chiesa e delle sue prospettive in quest’ora di grande mutamento culturale e antropologico in tutto il mondo. Nella stessa messa «pro eligendo Pontefice» l’orazione fatta dal cardinale decano è una traccia che potrebbe essere di aiuto ai cardinali.
Sarebbe importante però anche la consapevolezza nella chiesa che il conclave non è un evento isolato, che riguarda solo il collegio degli elettori, ma è un’azione di tutta la chiesa, la quale certamente prega, ma dovrebbe assumere proprio in questa occasione una coscienza più profonda del ministero di comunione del vescovo di Roma, della forma del suo esempio, dei mutamenti che di fatto l’imprevista e inedita rinuncia fatta da Benedetto XVI vi ha apportato. Per i cattolici il ministero petrino è stato voluto da Gesù Cristo stesso che ha posto tra i dodici discepoli Simone, il pescatore di Galilea, come roccia, pietra, dandogli il nome di Pietro, appunto, perché la chiesa, che resta chiesa di Cristo, avesse un riferimento visibile, un servo della comunione...

  Cercando un modo nuovo di vivere la chiesa di Enzo Bianchi


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"Se l'eredità di Benedetto diventa agenda" di Bruno Forte


Quale eredità Benedetto XVI lascia al suo Successore? 
La risposta a questa domanda passa attraverso l'intero pontificato del Papa emerito, teologo profondo, credente innamorato, umile operaio nella vigna del Signore e, soprattutto ora, pellegrino di Dio nel silenzio dell'adorazione e nella preghiera di intercessione. 
Quattro compiti prioritari mi sembrano delinearsi per il prossimo Vescovo di Roma, a partire dalle stesse parole con cui il Pontefice ha motivato la sua rinuncia: «Nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell'animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato». 
La prima delle urgenze che sta a cuore a Papa Benedetto è, dunque, la vita di fede, rispetto alla quale il mondo attuale è agitato da questioni di grande portata...

  "Se l'eredità di Benedetto diventa agenda" di Bruno Forte 


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"Una Lettera alla Chiesa italiana nella prospettiva del nuovo pontificato" della «Rete dei Viandanti»


L’idea di scrivere, a cinquant’anni dal Concilio (1963-65), una Lettera aperta a tutta la Chiesa (laici, presbiteri, religiosi e vescovi) che è in Italia, è nata all’interno dei Gruppi aderenti alla Rete dei Viandanti [1] alla fine del 2011.
La ricorrenza è parsa significativa per fare un bilancio dell’impegno dei vari gruppi e per esprimersi sui problemi aperti; la formula della lettera aperta è parsa un buon strumento di comunicazione per rivolgersi a tutti e per aggiungere una voce all’esile opinione pubblica ecclesiale italiana.

La Lettera nasce da una stesura collettiva realizzata – con un lavoro di alcuni mesi – attraverso discussioni, confronti, stesura dei contributi, sintesi provvisorie, poi verificate, pazientemente emendate e riformulate, fino a giungere – con un processo che ci piace definire di tipo sinodale – ad un testo finale condiviso.

Lettera alla Chiesa che è in Italia

Questa lettera si rivolge a tutto il Popolo di Dio che è in Italia, a cinquant’anni dall’apertura del Concilio Vaticano II. Essa nasce da una stesura collettiva realizzata – con un lavoro di alcuni mesi – da una rete di gruppi e realtà comunitarie (Rete dei Viandanti), attraverso un processo di tipo sinodale, caratterizzato da discussione e confronto.
Con particolare preoccupazione si rivolge ai Vescovi, nostri Pastori

  il testo integrale della Lettera alla Chiesa che è in Italia

La Lettera sarà presentata il 16 marzo a Milano, presso il Centro san Fedele (P.za san Fedele, 4), con un seminario pubblico e sarà inviata a tutti i Vescovi.
L’incontro fornirà l’occasione anche per discutere i contenuti della Lettera e i problemi che essa intende porre con spirito costruttivo.

  la locandina con il programma della giornata Una Lettera alla Chiesa italiana nella prospettiva del nuovo pontificato

Un’idea che parte da lontano e che le dimissioni di Benedetto XVI e l’imminente conclave rendono ancora più di attualità. Firmatari sono tutti gli aderenti ai gruppi e alle comunità che fanno capo alla rete dei Viandanti in Italia, gli stessi che avevano organizzato l’incontro del 15 settembre scorso a Roma “Chiesa di Dio, Chiesa dei poveri”. E tutto questo per fedeltà in primo luogo al Vangelo, ma anche alla metodologia conciliare del Vaticano II, in un mondo però radicalmente mutato.
Parlano di scenari epocali e contesti ambivalenti nei quali la Gaudium et spes ci chiama comunque a vivere come cattolici. E lo sguardo si apre ai “segni di novità positiva” come la più diffusa sensibilità per la libertà di coscienza e di espressione, la richiesta diffusa di equità nella ripartizione delle risorse e forme di cooperazione per il superamento del sottosviluppo, la difesa della dignità delle donne e dei bambini, la presenza di movimenti per la pace e per i diritti umani”.
Evidenziano il diffondersi di situazioni di disagio di fronte alla manifesta difficoltà della gerarchia di rispondere secondo lo spirito del Vangelo ai “segni dei tempi” e di realizzare un positivo confronto fra pastori e fedeli, proprio mentre si assiste a tutto un fiorire nel mondo di esperienze vive di comunità, di gruppi, di laici, di preti, religiosi e anche vescovi che cercano di testimoniare il Vangelo nell’oggi. “L’immagine che prevale è quella di una Chiesa più in competizione che in dialogo col mondo, chiusa più che aperta ai segni dei tempi” e col pericolo neanche troppo velato di un neo-trionfalismo liturgico.
Sono essenzialmente 3 i segni radicali più evidenti...

  La Rete dei Viandanti: “Serve una Chiesa più libera e comunionale”


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FOGLI SPARSI SULLA SCRIVANIA DEL FUTURO VESCOVO DI ROMA


Uno degli esiti immediati ottenuti dal sorprendente gesto della rinuncia “al ministero di Vescovo di Roma, Successore di san Pietro” compiuto da Benedetto XVI l’11 febbraio scorso, si può ritenere sia stato quello di ridare libertà di parola sulle gravi questioni che la Chiesa si trova ad affrontare e che riguardano intimamente anche il suo futuro.
L’opinione pubblica in libertà
Dalla rinuncia ad oggi in diversi – teologi, laici e storici autorevoli, vescovi e cardinali –, si sono espressi sulla situazione della Chiesa e/o su quanto sarebbe auspicabile nel futuro pontificato. L’opinione pubblica nella Chiesa si è materializzata a tal punto che la Segreteria di Stato ha ritenuto di emettere un comunicato (23 febbraio) per deplorare questo esercizio di libertà, nel quale si legge tra l’altro: “Se in passato sono state le cosiddette potenze, cioè gli Stati, a cercare di far valere il proprio condizionamento nell’elezione del Papa, oggi si tenta di mettere in gioco il peso dell’opinione pubblica, spesso sulla base di valutazioni che non colgono l’aspetto tipicamente spirituale del momento che la Chiesa sta vivendo”.
Ciò che accomuna molte di queste opinioni è la lista dei problemi che il nuovo Vescovo di Roma dovrebbe affrontare...

  FOGLI SPARSI SULLA SCRIVANIA DEL FUTURO VESCOVO DI ROMA di Franco Ferrari


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Al via il Conclave - link per seguire le dirette, i testi delle celebrazioni e una "guida" dalla A alla V...


Si apre oggi il Conclave che eleggerà il successore di Benedetto XVI. Dopo essersi trasferiti nella residenza Santa Marta, in Vaticano, i cardinali parteciperanno alle ore 10.00 nella basilica di San Pietro alla messa ''pro eligendo Pontifice'' celebrata dal decano del Sacro Collegio, Angelo Sodano. 
Alle ore 16.30 avranno luogo l'ingresso in Conclave e il giuramento per l'elezione del Papa, cui potrà seguire la prima votazione e conseguente 'fumata'.

Segnaliamo i link per seguire le Dirette delle celebrazioni religiose di Martedì 12 Marzo e a seguire delle Fumate con gli orari:
H. 10.00 (AM) SANTA MESSA "PRO ELIGENDO ROMANO PONTIFICE"
H. 16.30 (04.30 PM) INGRESSO IN CONCLAVE

Orario Fumate in caso di non elezione: H. 12.00 - 19.00 
Orario Fumate in caso di elezione: tra le 10.30/11.00 - 17.30/18.00
  • Vatcan Player C.T.V.:  http://www.vatican.va/video/index.html
  • TV2000: http://www2.tv2000.it/home_page/mediacenter/00000014_Video.html
  • Telepace: http://www.telepace.it/web-tv.php
L'Ufficio delle Celebrazioni Liturgiche del Sommo Pontefice ha pubblicato i libretti per la celebrazione della S. Messa per l'elezione del Romano Pontefice e dell'ingresso in Conclave:
  • S. MESSA PER L'ELEZIONE DEL ROMANO PONTEFICE
  • DE INGRESSU IN CONCLAVE ET DE IURE IURANDO

I testi in lingua italiana tratti dall'Ordo rituum Conclavis:
  • Il testo dell'ingresso in Conclave...
  • Il testo del giuramento...

Proponiamo anche una guida utile alla comprensione di quanto sta accadendo in queste ore e in questi giorni: dalla A di “anello del Pescatore” alla V di “Vaticano”

  Verso il Conclave. L'alfabeto per orientarsi


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Ha pregato per ore sotto la pioggia, inginocchiato in Piazza S.Pietro, durante la messa officiata nella basilica dai 115 cardinali. Massimo, un laico di 64 anni, è arrivato da Assisi, vestito come un sacco di iuta, con un bastone e a piedi nudi. I fedeli, commossi dal suo gesto, gli si sono avvicinati: una ragazza lo ha riparato dalla pioggia battenti per diversi minuti con un ombrello; ma c’è stato anche chi si è avvicinato in preghiera al suo fianco. “Spero che il prossimo papa sia un uomo vicino ai poveri – ha detto – Dio resiste ai superbi ma fa grazia agli umili. E’ per questo che prego proprio davanti ad una fogna, qui a Piazza S.Pietro. Auspico che il prossimo pontefice possa essere un francescano”.

     Gesti di fedeli: Massimo prega in piazza San Pietro

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Verso il conclave / 6 - Appello Comunità cristiana di base di san Paolo


Il conclave si avvicina e i cardinali da più giorni stanno riflettendo su chi tra loro dovrà farsi carico dell’ardua responsabilità di reggere la Chiesa. Scelta non facile, al di là della drammatica e torbida vicenda Vatileaks che sta condizionando non poco la discussione, soprattutto perché il rischio di ritrovarsi un Papa implicato in squallide faccende nessuno se lo può permettere, proprio adesso che l’immagine della Chiesa è ai minimi storici nell’opinione della gente. Tutti chiedono un Papa forte per superare la tempesta, che abbia più vigore, ma sarebbe un’illusione pensare che la sola elezione del papa, la scelta di un solo uomo, basti a fronteggiare un atteggiamento strutturato, un modo sbagliato di essere Chiesa che ancora non ha digerito la perdita del potere temporale e lo riorganizza negli spazi che le sono concessi. La coraggiosa scelta del Concilio Vaticano II, che intendeva ripensare la Chiesa e rinnovarla in ragione della sua missione, figlia del Vangelo, è stata tradita. In questo consiste la vera corruzione, e se oggi una spaccatura si evidenzia anche tra i cardinali, essa riflette la differenza tra una Chiesa che vive il territorio e cammina tra la gente, e l’altra, quella malata, che resta nei palazzi con la sua antiquata e degenerata passione di voler occupare spazi e condizionare la libertà dei popoli...

  DAL CONCLAVE UNA CHIESA NUOVA di Gennaro Matino

AI SIGG. CARDINALI, NELL’IMMINENZA DEL CONCLAVE
In quanto Comunità cristiana di base di san Paolo in Roma che ben conosce le severe esigenze e la fatica del discepolato di Gesù, in questo momento così singolare della storia della Chiesa di Roma, rimasta senza vescovo perché egli, a causa della sua debilità ma forse anche angosciato dai mille problemi che la sovrastano, ha rinunciato al suo ministero,
rivolgiamo un appello
ai cardinali elettori perché, nella loro scelta, si orientino su un candidato che, ascoltando le molte voci che salgono da larga parte delle Chiese locali che insieme compongono la Chiesa cattolica romana...

  il testo integrale dell'Appello della Comunità cristiana di base di san Paolo (pdf)

Leggi anche i nostri precedenti post:
  • Verso il conclave / 5
  • Dio può dare le dimissioni? di Carlo Molari
  • La sede di Pietro tra ieri e domani
  • "Cercando un modo nuovo di vivere la chiesa" di Enzo Bianchi
  • "Se l'eredità di Benedetto diventa agenda" di Bruno Forte
  • "Una Lettera alla Chiesa italiana nella prospettiva del nuovo pontificato" della «Rete dei Viandanti»


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     CONCLAVE: Giuramento ed Extra omnes - Chiusura Cappella Sistina - (video)

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CONCLAVE: Abbiamo bisogno di una Chiesa più libera e credibile - don Luigi Ciotti (VIDEO)


Abbiamo bisogno di una Chiesa più libera e credibile don Luigi Ciotti  (VIDEO)

"Non dobbiamo dimenticarci che la forza della Chiesa sta nella Parola di DIO e nella fedeltà, quindi, al Vangelo. Una Chiesa che deve essere capace di ascoltare di più i problemi della gente, i problemi del popolo di Dio. Una Chiesa che deve essere più attenta e più credibile e soprattutto la sua credibilità è sempre a partire da chi fa più fatica, dagli esclusi, dagli ultimi e in questo senso mi sembra che sia necessario una Chiesa più libera e quindi ancora un processo di purificazione da portare avanti da forme di potere economico, da rapporti politici, una Chiesa meno burocratica, una Chiesa capace di essere profetica perché una Chiesa o è profetica o non è Chiesa, una Chiesa anche povera..." 
"C'è solo bisogno di tanta aria fresca, c'è bisogno che si facciano delle scelte, che si ascolti di più, che si affrontino i problemi concreti della vita, che si dia più spazio ai laici, alla figura della donna... di stare dalla parte di chi arranca e fa più fatica, in fondo il Vangelo raccomanda la parresia che vuol dire parlare chiaro... (don Luigi Ciotti)

    VIDEO


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In attesa del nuovo Pontefice - E se fosse eletto il papa sbagliato? di Enzo Bianchi



Con la messa Pro eligendo Pontifice è iniziato il processo di discernimento e di elezione del nuovo vescovo di Roma. Il cardinale decano Sodano ha donato ai cardinali e alla chiesa tutta un’omelia che ha voluto essere un commento alle letture bibliche previste e non ha tenuto una “orazione” che delineasse, magari in modo velato, il profilo di un candidato. Nessuna indicazione, se non quelle che scaturiscono dal vangelo che addita al povero pescatore di Galilea una sola condizione per essere pastore della chiesa: amare Cristo al di sopra di tutte le altre cose e, di conseguenza, amare la chiesa che gli è affidata con saldezza e misericordia. Questo è ciò che ogni autentico cattolico può chiedere al Signore, insieme all’invocazione allo Spirito perché renda docili le menti dei cardinali.
Non si dica che il nuovo papa sarà automaticamente colui che lo Spirito santo vuole: sarà chi i cardinali hanno voluto che fosse e, quindi, sarà secondo la volontà dello Spirito santo se questi vi avranno obbedito. Lo Spirito santo – se viene ascoltato – può agire solo attraverso gli elettori, ma questi restano liberi di fargli obbedienza o di resistergli. La storia del papato e di tutte le autorità della chiesa dovrebbe ricordarcelo e ci dovrebbe trattenere dallo stabilire un nesso incondizionato tra il nuovo papa designato e la volontà dello Spirito santo. Se questa è la lettura che un cattolico fa del processo di elezione papale, una volta che il papa è eletto legittimamente, il cattolico farà obbedienza, accogliendolo come vescovo di Roma e quindi come successore di Pietro: nella chiesa l’appartenenza è ordinata e dev’essere leale, sincera, pronta...

  E se fosse eletto il papa sbagliato? di Enzo Bianchi


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In attesa del nuovo Pontefice / 1


Dunque, si comincia. Un mese e un giorno dopo la rinuncia di Benedetto XVI, il momento tanto atteso è giunto. E porta con sé il consueto apparato di domande. Che conclave sarà? Breve o lungo? Dall’esito prevedibile o sorprendente? E alla fine chi sarà il prescelto? Come sempre, però, quando si guarda all’elezione di un nuovo Papa, la tentazione di inforcare gli occhiali che di solito servono a leggere altri tipi di consultazioni elettorali (quelle politiche in primis) è tanto forte quanto fuorviante. 
Il Conclave, invece, è ben più che un computo di voti e completamente differenti devono essere le sue categorie interpretative...
Nel ’68 andava di moda uno slogan: «la fantasia al potere». In un certo senso è ciò che avviene dentro la Sistina. Ma lì il potere è solo quello di Dio. E la fantasia, anzi la creatività, consiste nel sapergli fare spazio. Avverrà anche in questa occasione.

  All’opera nella Sistina la creatività dello Spirito di Mimmo Muolo

Testimoni di un Conclave «più» storico che mai, se così si può dire, dopo l’eccezionale rinuncia di Benedetto XVI. Sarà soltanto lo Spirito Santo a guidare la mano dei cardinali elettori mentre scriveranno il nome su quel foglietto che sarà poi bruciato per provocare l’attesa fumata? Rispetto al 2005, quando fu eletto il Papa tedesco, il Conclave che si apre oggi è molto più incerto...
Che cosa si aspettano i fedeli...?

  Il Conclave che ha già fatto Storia di Sarina Biraghi


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Un mio modesto parere sul perché un papa italiano potrebbe essere dannoso per la nostra chiesa, ma anche per quella universale. La Chiesa cattolica italiana è profondamente divisa, per tutta una serie di questioni che si sono sedimentate negli ultimi cinquanta anni.
Queste divisioni finiscono per entrare in Vaticano e proiettasi anche sulla persona del papa: troppi cardinali italiani, un numero spropositato per quella che è la realtà del cattolicesimo oggi. Anche leggendo certe analisi di questi giorni sul conclave, sembra che tutto ruoti attorno alle nostre diocesi, i nostri movimenti, le nostre fazioni, le nostre polemiche... 

  Christian Albini: Perchè sarebbe meglio un Papa non italiano


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  1) La newsletter è settimanale;

 

  2) Il servizio di "Lectio" a cura di fr. Egidio Palumbo alla pagina:

      http://digilander.libero.it/tempo_perso_2/la_lectio_del_Vangelo_della_domenica.htm

 

  3) Il  servizio omelia di P. Gregorio on-line (mp3) alla pagina

            http://digilander.libero.it/tempodipace/l_omelia_di_p_Gregorio.htm